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Andrea Simoncini – Drawn To Heaven
In linea con i più recenti trend americani Galleria San Lorenzo propone la one day show dell’artista Andrea Simoncini, concentrando tutte le energie di una esposizione in un’ unica giornata dalle 10 alle 20. L’esposizione, sarà l’occasione per vedere gli ultimi lavori dell’artista
Comunicato stampa
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"Il percorso di un artista è abbastanza semplice: ha come primo, assoluto impegno, quello di non dimenticare ciò che è stato prima di lui e come secondo, ancora più importante, lasciare una testimonianza per coloro che verranno... Attenzione, però, solo se si è artisti, tutto ciò è abbastanza semplice e naturale...".
Bene, Andrea Simoncini è assolutamente compatibile con quanto scritto sopra. Pone attenzione a ciò che è stato, proponendo contemporaneamente una efficace ventata di nuovo. In maniera, soltanto all'apparenza, semplice e naturale.
Riesce a rendere "plastica", tridimensionale, scultorea l'immagine fotografica, proponendo, senza imporre, un proprio ed identificabile gesto artistico. Un codice nuovo, che lo rende unico e riconoscibile. Anche se, devo ammettere, la prima volta che ho visto una immagine di questo suo nuovo ciclo, la mente è volata immediatamente a Mantova, e senza paura di fare paragoni scomodi, a quel Mantegna che anni fa, tanto mi fece innamorare dell'argomento Arte. Eppure analizzando attentamente queste composizioni il rimando immediato è quello di certe icone tanto contemporanee quanto popolari che ci giungono da un recente stereotipo orientale. Ad esempio quello del cinema di Bollywood o addirittura il rimando alla tradizione, questa volta del tutto cristiano-occidentale, ma non meno popolare della iconografia dei cosidetti “santini”.
Tutto questo è estremamente positivo e divertente.
E' testimonianza assoluta che la tanto temuta globalizzazione se ben gestita ed intelligentemente controllata può fornire spunti interessantissimi.
Volutamente non mi addentro negli aspetti tecnici che Andrea utilizza per svolgere il suo lavoro, non mi compete, voglio porre invece, l'attenzione sull'indagine che mette in atto nella sua ricerca. Corpi femminili, oggetti, drappi ed altri elementi sono studiati e posati con maniacale attenzione. Figure ed oggetti completamente decontestualizzati che vivono anzi convivono, in perfetta armonia fra loro "galleggiando" sospesi in cieli improbabili, quasi surrealisti.
L'aspetto più interessante però dell'opera di Simoncini è quello simbolico e simbolista, come lui stesso ci descrive, parlando dei suoi lavori: " Gli oggetti aggiuntivi (animali di plastica, fiori finti, teli e drappi) vengono posizionati intorno al corpo del soggetto come se tutto fosse una natura morta e servono da una parte come contorno estetico e di stile, per cui possono rafforzare una determinata posa e ad esempio suggerire allo spettatore un ambito classico (come i quadri dei maestri del passato)... ...Dall’altra parte gli accessori servono ad aggiungere o enfatizzare il valore simbolico dei lavori.
Gli animaletti di plastica che a volte appaiono possono rappresentare le paure e le distrazioni (come ad esempio le lucertole in “Meditation” che vengono tenute a bada strette per la coda), le tentazioni e il desiderio (come la rana in “Waking Dream” che insegue la mosca) oppure sono delle allusioni al cambiamento (come il bruco e la farfalla in “Transformation”) o sono atte a mostrare gli stati della sofferenza che possono giungere nel percorso verso la realizzazione (come le formiche in “Infestation”)”.
Infine un ultimo accento. Un invito ulteriore alla scoperta dell’originalità di questo artista. Soffermate la vostra attenzione sugli sguardi di queste modelle. Sono enigmatici e vitrei allo stesso tempo. Trasparenti e solidi contemporaneamente. Che fosse l’indizio per risolvere il gioco degli equilibri? Il più ed il meno che si annullano? Anche questa è arte: porre e far porre domande senza preoccuparsi delle risposte. Quelle sono dentro di noi e da nessuna altra parte.
Testo di Roberto Milani
Bene, Andrea Simoncini è assolutamente compatibile con quanto scritto sopra. Pone attenzione a ciò che è stato, proponendo contemporaneamente una efficace ventata di nuovo. In maniera, soltanto all'apparenza, semplice e naturale.
Riesce a rendere "plastica", tridimensionale, scultorea l'immagine fotografica, proponendo, senza imporre, un proprio ed identificabile gesto artistico. Un codice nuovo, che lo rende unico e riconoscibile. Anche se, devo ammettere, la prima volta che ho visto una immagine di questo suo nuovo ciclo, la mente è volata immediatamente a Mantova, e senza paura di fare paragoni scomodi, a quel Mantegna che anni fa, tanto mi fece innamorare dell'argomento Arte. Eppure analizzando attentamente queste composizioni il rimando immediato è quello di certe icone tanto contemporanee quanto popolari che ci giungono da un recente stereotipo orientale. Ad esempio quello del cinema di Bollywood o addirittura il rimando alla tradizione, questa volta del tutto cristiano-occidentale, ma non meno popolare della iconografia dei cosidetti “santini”.
Tutto questo è estremamente positivo e divertente.
E' testimonianza assoluta che la tanto temuta globalizzazione se ben gestita ed intelligentemente controllata può fornire spunti interessantissimi.
Volutamente non mi addentro negli aspetti tecnici che Andrea utilizza per svolgere il suo lavoro, non mi compete, voglio porre invece, l'attenzione sull'indagine che mette in atto nella sua ricerca. Corpi femminili, oggetti, drappi ed altri elementi sono studiati e posati con maniacale attenzione. Figure ed oggetti completamente decontestualizzati che vivono anzi convivono, in perfetta armonia fra loro "galleggiando" sospesi in cieli improbabili, quasi surrealisti.
L'aspetto più interessante però dell'opera di Simoncini è quello simbolico e simbolista, come lui stesso ci descrive, parlando dei suoi lavori: " Gli oggetti aggiuntivi (animali di plastica, fiori finti, teli e drappi) vengono posizionati intorno al corpo del soggetto come se tutto fosse una natura morta e servono da una parte come contorno estetico e di stile, per cui possono rafforzare una determinata posa e ad esempio suggerire allo spettatore un ambito classico (come i quadri dei maestri del passato)... ...Dall’altra parte gli accessori servono ad aggiungere o enfatizzare il valore simbolico dei lavori.
Gli animaletti di plastica che a volte appaiono possono rappresentare le paure e le distrazioni (come ad esempio le lucertole in “Meditation” che vengono tenute a bada strette per la coda), le tentazioni e il desiderio (come la rana in “Waking Dream” che insegue la mosca) oppure sono delle allusioni al cambiamento (come il bruco e la farfalla in “Transformation”) o sono atte a mostrare gli stati della sofferenza che possono giungere nel percorso verso la realizzazione (come le formiche in “Infestation”)”.
Infine un ultimo accento. Un invito ulteriore alla scoperta dell’originalità di questo artista. Soffermate la vostra attenzione sugli sguardi di queste modelle. Sono enigmatici e vitrei allo stesso tempo. Trasparenti e solidi contemporaneamente. Che fosse l’indizio per risolvere il gioco degli equilibri? Il più ed il meno che si annullano? Anche questa è arte: porre e far porre domande senza preoccuparsi delle risposte. Quelle sono dentro di noi e da nessuna altra parte.
Testo di Roberto Milani
10
febbraio 2011
Andrea Simoncini – Drawn To Heaven
10 febbraio 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA SAN LORENZO
Milano, Via Giuseppe Sirtori, 31, (Milano)
Milano, Via Giuseppe Sirtori, 31, (Milano)
Orario di apertura
dalle ore 10 alle ore 20
Vernissage
10 Febbraio 2011, ore 18
Autore
Curatore