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L’Aquila l’identità del contesto – Anna Galtarossa
A maggio per il primo appuntamento del progetto l’Aquila l’identità del contesto il Mostro di Anna Galtarossa viaggerà dalla Valpolicella a L’Aquila. La grande scultura passeggerà per la strada principale della città, avrà le sembianze di una processione, di una manifestazione etica, forse di un rituale laico che costituirà in ogni caso un momento di condivisione per tutti coloro che vi parteciperanno.
Comunicato stampa
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Come nascono i progetti? Spesso associando occasioni, contesti culturali, ricerche artistiche, dichiarazioni critiche, emergenze sociali che solo apparentemente appaiono distanti tra loro, perché in realtà sono manifestazioni della complessità... a volte dolorosa e contraddittoria della realtà contemporanea. Nascono forse per permettere la condivisione di una dimensione esistenziale che vada oltre le paure e le perplessità dei momenti iniziali. Alcuni artisti italiani delle ultime generazioni hanno dimostrato di possedere attenzione e sensibilità per questo tipo di tematiche che trovano la loro condensazione nella difficile situazione post-terremoto dell’Aquila. Anna Galtarossa, Francesco Arena, Margherita Moscardini, pur lavorando con mezzi diversi, hanno in comune un’idea dell’arte come dichiarazione e atto di libertà, azioni che creano una rete di relazioni oltre la forma e reinterpretazioni della storia condivisa.
La ricostruzione dell’Aquila, dopo il terremoto del 6 aprile 2009 che ha provocato la morte di 308 persone, non è ancora iniziata, benché molti dei 65 mila sfollati rimasti senza tetto abbiano adesso un nuovo alloggio. […] Quando l’estate scorsa mi sono recato in macchina a l’Aquila, ho avuto la sensazione di entrare in una città fantasma, sorretta e puntellata da impalcature. Nell’articolo Se L’Aquila fosse Tokyo, uscito sull’Espresso di venerdì 15 aprile 2011, il giornalista e scrittore Bill Emmott fa una disamina lucida e quanto mai attuale sulla diversa reazione alle catastrofi che hanno recentemente colpito il Giappone e l’Italia. Le somiglianze tra i due paesi, come sottolinea lo scrittore nell’articolo, sono moltissime. Eppure Emmott scommette che un film come Ritorno all’Aquila: le promesse mancate, pellicola realizzata dalla Move Productions, una piccola società cinematografica di Torino, non sarà trasmesso in Giappone, nel secondo anniversario dello tsunami dell’11 marzo…
In realtà nel progetto curato da Francesca Referza e Maria Rosa Sossai le domande che l’arte contemporanea fa alla politica rimangono volutamente sotto traccia. Se il film Ritorno all’Aquila: le promesse mancate mostra in che modo il governo centrale italiano abbia apparentemente rimosso i problemi più urgenti della ricostruzione di una città capoluogo, l’Aquila l’identità del contesto intende sostenere, poeticamente, ma al tempo stesso con determinazione, la volontà degli aquilani di recuperare la propria identità e dignità di cittadini attraverso il contatto con il contesto. Gli interventi degli artisti parlano di un possibile futuro ritorno alla normalità con la gioiosa passeggiata del Mostro di Anna Galtarossa, delle questioni fondanti del ricostruire con il legame forte che Francesco Arena stabilisce tra l’Aquila e la città tedesca di Dresda, dei pericoli (che diventano visioni intermittenti) legati ai ritardi degli interventi di recupero, con la scenografia diffusa di Margherita Moscardini.
Tutti e tre gli artisti hanno inteso sottolineare senza aggiungere. Si tratta, nello specifico, di lavori di carattere temporaneo che si collocano, in modo ludico, silenzioso e mimetico, negli interstizi lasciati vuoti tra il prima e il dopo terremoto, focalizzando, in modo differente, dei temi fondamentali riguardanti la condizione attuale del capoluogo abruzzese sia dal punto di vista sociale, che storico – artistico.
A maggio per il primo appuntamento del progetto l’Aquila l’identità del contesto il Mostro di Anna Galtarossa viaggerà dalla Valpolicella a L’Aquila. La grande scultura passeggerà per la strada principale della città, avrà le sembianze di una
processione, di una manifestazione etica, forse di un rituale laico che costituirà in ogni caso un momento di condivisione per tutti coloro che vi parteciperanno. Il progetto site - specific di Francesco Arena sarà un invito a coltivare la consapevolezza dell’identità, così come la ricerca di Margherita Moscardini che indagherà le relazioni architettoniche e formali tra memoria e luogo, sollecitando le capacità percettive dello spettatore.
La ricostruzione dell’Aquila, dopo il terremoto del 6 aprile 2009 che ha provocato la morte di 308 persone, non è ancora iniziata, benché molti dei 65 mila sfollati rimasti senza tetto abbiano adesso un nuovo alloggio. […] Quando l’estate scorsa mi sono recato in macchina a l’Aquila, ho avuto la sensazione di entrare in una città fantasma, sorretta e puntellata da impalcature. Nell’articolo Se L’Aquila fosse Tokyo, uscito sull’Espresso di venerdì 15 aprile 2011, il giornalista e scrittore Bill Emmott fa una disamina lucida e quanto mai attuale sulla diversa reazione alle catastrofi che hanno recentemente colpito il Giappone e l’Italia. Le somiglianze tra i due paesi, come sottolinea lo scrittore nell’articolo, sono moltissime. Eppure Emmott scommette che un film come Ritorno all’Aquila: le promesse mancate, pellicola realizzata dalla Move Productions, una piccola società cinematografica di Torino, non sarà trasmesso in Giappone, nel secondo anniversario dello tsunami dell’11 marzo…
In realtà nel progetto curato da Francesca Referza e Maria Rosa Sossai le domande che l’arte contemporanea fa alla politica rimangono volutamente sotto traccia. Se il film Ritorno all’Aquila: le promesse mancate mostra in che modo il governo centrale italiano abbia apparentemente rimosso i problemi più urgenti della ricostruzione di una città capoluogo, l’Aquila l’identità del contesto intende sostenere, poeticamente, ma al tempo stesso con determinazione, la volontà degli aquilani di recuperare la propria identità e dignità di cittadini attraverso il contatto con il contesto. Gli interventi degli artisti parlano di un possibile futuro ritorno alla normalità con la gioiosa passeggiata del Mostro di Anna Galtarossa, delle questioni fondanti del ricostruire con il legame forte che Francesco Arena stabilisce tra l’Aquila e la città tedesca di Dresda, dei pericoli (che diventano visioni intermittenti) legati ai ritardi degli interventi di recupero, con la scenografia diffusa di Margherita Moscardini.
Tutti e tre gli artisti hanno inteso sottolineare senza aggiungere. Si tratta, nello specifico, di lavori di carattere temporaneo che si collocano, in modo ludico, silenzioso e mimetico, negli interstizi lasciati vuoti tra il prima e il dopo terremoto, focalizzando, in modo differente, dei temi fondamentali riguardanti la condizione attuale del capoluogo abruzzese sia dal punto di vista sociale, che storico – artistico.
A maggio per il primo appuntamento del progetto l’Aquila l’identità del contesto il Mostro di Anna Galtarossa viaggerà dalla Valpolicella a L’Aquila. La grande scultura passeggerà per la strada principale della città, avrà le sembianze di una
processione, di una manifestazione etica, forse di un rituale laico che costituirà in ogni caso un momento di condivisione per tutti coloro che vi parteciperanno. Il progetto site - specific di Francesco Arena sarà un invito a coltivare la consapevolezza dell’identità, così come la ricerca di Margherita Moscardini che indagherà le relazioni architettoniche e formali tra memoria e luogo, sollecitando le capacità percettive dello spettatore.
15
maggio 2011
L’Aquila l’identità del contesto – Anna Galtarossa
15 maggio 2011
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
CENTRO STORICO
L'aquila, centro storico, (L'aquila)
L'aquila, centro storico, (L'aquila)
Vernissage
15 Maggio 2011, ore 18.30 - 21.30
Autore
Curatore