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Pietro Fortuna – Glory II. Le lacrime dell’angelo
In occasione di MACROSUMMER 2011, MACRO presenta “Le lacrime dell’angelo” di Pietro Fortuna, secondo momento del progetto “Glory”. Un’iniziativa concepita per un ciclo di grandi mostre e nata dalle riflessioni dell’artista sui concetti di presenza e trascendenza
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione di MACROSUMMER 2011, MACRO presenta “Le lacrime dell’angelo” di Pietro Fortuna,
secondo momento del progetto “Glory”. Un’iniziativa concepita per un ciclo di grandi mostre e nata
dalle riflessioni dell’artista sui concetti di presenza e trascendenza.
Dopo l’intervento dell’agosto 2010 presso il Tramway di Glasgow - un ex deposito di tram oggi adibito a
spazio espositivo per mostre internazionali - Fortuna presenta al MACRO una grande installazione che abita
l’ambiente della hall, spazio di fondamentale importanza per il rapporto osmotico che il museo intrattiene con
la città e il quartiere.
Le lacrime dell’angelo è un corpo unico di 15 metri di lunghezza per 6 di altezza, composto da materiali
diversi e costituito dall’unione di tre opere realizzate separatamente tra il 2002 e il 2008. L’opera attinge
da un repertorio minimo di figure e di oggetti che, tornando e fondendosi insieme, acquisiscono in questa
occasione una nuova identità, senza offrire soluzione catartica, ma mostrando la loro capacità auto
generativa.
In Glory II, l’artista respinge la necessità della rappresentazione e ne rifiuta i modelli, guardando a un’arte
che non tende alla raffigurazione degli oggetti, ma all’accadere di un’esistenza, un’arte che non si riferisce
quindi a “ciò che accade, ma al fatto che ciò accada”. In questa grande installazione si riconosce un
realismo iniziatico inteso come accesso a una forma di vita in cui l’arte, depurata da promesse rivelatorie
e salvifiche, “si mostra come gloria dell’inessenziale nella misura scandalosa del poco. Il poco o il quasi
niente che la ragione percepisce come una presenza ineludibile e l’opera trasforma in una cerimonia per
accoglierla”.
“Ma l’opera tramonta come tutte le cose, anche se tramonta soltanto di fronte ai nostri occhi senza per
questo annullarsi. E l’angelo della creazione piange perché crede che là si nasconda il nulla dove tutto è
destinato a ritornare. L’angelo non sa, ma crede. Crede nel buio di quel tramonto e pensa di aver perso ciò
che ha contribuito a creare e che attraverso l’opera dei profeti andrebbe salvato. Piange perché l’opera e la
salvezza si perderanno nell’insalvabile. Non sa che è solo l’eterno ripetersi di ogni tramonto e i suoi occhi
lacrimano incapaci di uno sguardo terso, resi opachi dal patetico tramonto di una visione.”
Come nella prima tappa del ciclo, la riflessione dell’artista si concentra anche sull’idea di comunità e
l’intrinseca unicità di ogni soggetto, unico vero elemento di condivisione all’interno di una collettività. "Ogni
singola vita - dice Fortuna - è a contatto con altre vite ed ogni individuo, pur nella sua diversità, entra
silenziosamente nella comunità dei molti, degli altri, dei tutti. Un’unicità senza preconcetti ideologici o precetti
da rispettare, che chiede soltanto di affidarci alla sua capacità donativa, al suo mostrarsi come gloria.
Questa – prosegue – è la gloria che oppone la magnificenza al clamore del sublime, lo splendore del reale
all’opacità dei nostri mondi".
Le lacrime dell’angelo accompagnerà infatti il visitatore in una dimensione riflessiva tra collettività e singolo,
mostrando il possibile valore del loro incontro, amplificato anche dalla natura stessa del museo, che,
concepito nell’ampliamento di Odile Decq come piazza e luogo centrale del quartiere, è una zona di incrocio
per eccellenza tra spazio individuale e collettivo.
Pietro Fortuna è nato a Padova nel 1950, attualmente e vive tra Roma e Osa (Terni). Dopo gli studi in architettura
e filosofia, nel 1977 tiene la sua prima personale allo Studio Cannaviello di Roma, seguita dalle mostre alla Galleria
Diagramma di Luciano Inga-Pin (1979), la De Ambrogi (1981) e la Massimo Minini (1983), quindi dalla prima personale a
New York da Serra e Di Felice (1983).
Negli anni successivi Fortuna espone alla XVI Biennale di San Paolo (1981), alla Pinacoteca Comunale di Ravenna
con "Italiana: nuova immagine" a cura di Achille Bonito Oliva (1980), alla XII Biennale di Parigi (1982) e alla Galleria
Comunale d'Arte Moderna di Bologna con "Anni Ottanta" a cura di Renato Barilli (1985). Si susseguono numerose
esposizioni in gallerie e musei internazionali come la Annina Nosei Gallery di New York, la Künstlerhaus di Graz e la
Frankfurter Kunstverein di Francoforte. Nel 1992 prende parte a “Cadenze” presso il Museo d'Arte Moderna di Caracas,
il Palais de Glace di Buenos Aires e il Museo d'Arte Moderna di Bogotà. Pietro Fortuna ha esposto poi alla Galleria d'Arte
Moderna di San Marino (1983), alla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (1997) e al museo
Pecci di Prato (1998). Nel 1996 come emanazione delle sue teorie sull'idea di comunità fonda "Opera Paese", un luogo
in cui si incontrano importanti figure dell'arte, della musica, e del pensiero. Dal 2000 al 2010 seguono molte personali e
la partecipazione alla XII Biennale Internazionale della Scultura di Carrara, la Fondazione Mora di Napoli e il Tramway di
Glasgow.
La mostra “Pietro Fortuna. Glory II, le lacrime dell’angelo” è promossa da Roma Capitale,
Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali.
secondo momento del progetto “Glory”. Un’iniziativa concepita per un ciclo di grandi mostre e nata
dalle riflessioni dell’artista sui concetti di presenza e trascendenza.
Dopo l’intervento dell’agosto 2010 presso il Tramway di Glasgow - un ex deposito di tram oggi adibito a
spazio espositivo per mostre internazionali - Fortuna presenta al MACRO una grande installazione che abita
l’ambiente della hall, spazio di fondamentale importanza per il rapporto osmotico che il museo intrattiene con
la città e il quartiere.
Le lacrime dell’angelo è un corpo unico di 15 metri di lunghezza per 6 di altezza, composto da materiali
diversi e costituito dall’unione di tre opere realizzate separatamente tra il 2002 e il 2008. L’opera attinge
da un repertorio minimo di figure e di oggetti che, tornando e fondendosi insieme, acquisiscono in questa
occasione una nuova identità, senza offrire soluzione catartica, ma mostrando la loro capacità auto
generativa.
In Glory II, l’artista respinge la necessità della rappresentazione e ne rifiuta i modelli, guardando a un’arte
che non tende alla raffigurazione degli oggetti, ma all’accadere di un’esistenza, un’arte che non si riferisce
quindi a “ciò che accade, ma al fatto che ciò accada”. In questa grande installazione si riconosce un
realismo iniziatico inteso come accesso a una forma di vita in cui l’arte, depurata da promesse rivelatorie
e salvifiche, “si mostra come gloria dell’inessenziale nella misura scandalosa del poco. Il poco o il quasi
niente che la ragione percepisce come una presenza ineludibile e l’opera trasforma in una cerimonia per
accoglierla”.
“Ma l’opera tramonta come tutte le cose, anche se tramonta soltanto di fronte ai nostri occhi senza per
questo annullarsi. E l’angelo della creazione piange perché crede che là si nasconda il nulla dove tutto è
destinato a ritornare. L’angelo non sa, ma crede. Crede nel buio di quel tramonto e pensa di aver perso ciò
che ha contribuito a creare e che attraverso l’opera dei profeti andrebbe salvato. Piange perché l’opera e la
salvezza si perderanno nell’insalvabile. Non sa che è solo l’eterno ripetersi di ogni tramonto e i suoi occhi
lacrimano incapaci di uno sguardo terso, resi opachi dal patetico tramonto di una visione.”
Come nella prima tappa del ciclo, la riflessione dell’artista si concentra anche sull’idea di comunità e
l’intrinseca unicità di ogni soggetto, unico vero elemento di condivisione all’interno di una collettività. "Ogni
singola vita - dice Fortuna - è a contatto con altre vite ed ogni individuo, pur nella sua diversità, entra
silenziosamente nella comunità dei molti, degli altri, dei tutti. Un’unicità senza preconcetti ideologici o precetti
da rispettare, che chiede soltanto di affidarci alla sua capacità donativa, al suo mostrarsi come gloria.
Questa – prosegue – è la gloria che oppone la magnificenza al clamore del sublime, lo splendore del reale
all’opacità dei nostri mondi".
Le lacrime dell’angelo accompagnerà infatti il visitatore in una dimensione riflessiva tra collettività e singolo,
mostrando il possibile valore del loro incontro, amplificato anche dalla natura stessa del museo, che,
concepito nell’ampliamento di Odile Decq come piazza e luogo centrale del quartiere, è una zona di incrocio
per eccellenza tra spazio individuale e collettivo.
Pietro Fortuna è nato a Padova nel 1950, attualmente e vive tra Roma e Osa (Terni). Dopo gli studi in architettura
e filosofia, nel 1977 tiene la sua prima personale allo Studio Cannaviello di Roma, seguita dalle mostre alla Galleria
Diagramma di Luciano Inga-Pin (1979), la De Ambrogi (1981) e la Massimo Minini (1983), quindi dalla prima personale a
New York da Serra e Di Felice (1983).
Negli anni successivi Fortuna espone alla XVI Biennale di San Paolo (1981), alla Pinacoteca Comunale di Ravenna
con "Italiana: nuova immagine" a cura di Achille Bonito Oliva (1980), alla XII Biennale di Parigi (1982) e alla Galleria
Comunale d'Arte Moderna di Bologna con "Anni Ottanta" a cura di Renato Barilli (1985). Si susseguono numerose
esposizioni in gallerie e musei internazionali come la Annina Nosei Gallery di New York, la Künstlerhaus di Graz e la
Frankfurter Kunstverein di Francoforte. Nel 1992 prende parte a “Cadenze” presso il Museo d'Arte Moderna di Caracas,
il Palais de Glace di Buenos Aires e il Museo d'Arte Moderna di Bogotà. Pietro Fortuna ha esposto poi alla Galleria d'Arte
Moderna di San Marino (1983), alla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma (1997) e al museo
Pecci di Prato (1998). Nel 1996 come emanazione delle sue teorie sull'idea di comunità fonda "Opera Paese", un luogo
in cui si incontrano importanti figure dell'arte, della musica, e del pensiero. Dal 2000 al 2010 seguono molte personali e
la partecipazione alla XII Biennale Internazionale della Scultura di Carrara, la Fondazione Mora di Napoli e il Tramway di
Glasgow.
La mostra “Pietro Fortuna. Glory II, le lacrime dell’angelo” è promossa da Roma Capitale,
Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali.
24
giugno 2011
Pietro Fortuna – Glory II. Le lacrime dell’angelo
Dal 24 giugno al 30 ottobre 2011
arte contemporanea
Location
MACRO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Biglietti
Biglietto: MACROTICKET: MACRO + MACROTestaccio, Intero: € 11,00; Ridotto: € 9,00. Valido 7 giorni (acquistando il biglietto al MACRO si ha la possibilità di visitare anche il MACRO TESTACCIO nell'arco di 7 giorni). Per i cittadini residenti nel Comune di Roma: Intero € 10,00; Ridotto € 8,00
Orario di apertura
martedì - domenica 11-22 (la biglietteria chiude alle 21) Chiuso il lunedì
Vernissage
24 Giugno 2011, ore 19
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore