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L’identità dell’effigiato. Cesare Tallone e Antonio Mancini: un enigma tra Milano e Roma
Un’eccezionale proposta espositiva: L’identità dell’effigiato. La mostra propone un solo doppio dipinto realizzato da due maestri dell’ ‘800 che è stato ed è tuttora al centro di complesse riflessioni connesse alla identificazione e rappresentazione della figura umana nella pittura italiana.
Comunicato stampa
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La storica Galleria Bolzani di Milano apre la stagione espositiva nella nuova sede all’interno del prestigioso Palazzo Marchetti Bergamasco in via Morone 2, all’angolo con piazza Belgiojoso di fronte alla casa del Manzoni, con un’eccezionale proposta espositiva:
L’identità dell’effigiato. Cesare Tallone e Antonio Mancini: un’enigma tra Milano e Roma.
Una riflessione sulla rappresentazione della figura umana nella pittura italiana dall’Unità d’Italia alla I Guerra Mondiale.
Negli interventi collegati alla mostra saranno ricordati i pittori che ebbero Cesare Tallone come Maestro a Milano alla Accademia di Brera e a Bergamo alla Accademia Carrara:
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Ermenegildo Agazzi, Aldo Carpi, Ambrogio Alciati, Aroldo Bonzagni, Carlo Carrà, Giannino Grossi, Umberto Lilloni, Lodovico Zambeletti e molti altri. Albert Bolzani intende continuare a contribuire alla rivalutazione dell’arte figurativa e in particolare della pittura italiana a cavallo del XIX e XX secolo.
Interventi di Gigliola Tallone, curatrice dell’Archivio Tallone "Cesare Tallone e Antonio Mancini", Elisa Tallone, docente di Lettere "Un patriarca a Brera mentre l’Italia sta crescendo",
Roberto Mottadelli, storico dell’arte "L’identità dell’effigiato – Tra sogno e realtà", Luca Schieppati, musicista "Dalla pittura alla musica" e Nicola Tallone al violoncello
**
La storica Galleria Bolzani di Milano apre la stagione espositiva nella nuova sede all’interno del prestigioso Palazzo Marchetti Bergamasco in via Morone 2, all’angolo con piazza Belgiojoso proprio di fronte alla casa del Manzoni, con un’eccezionale esposizione dal titolo: “L’identità dell’effigiato. Cesare Tallone e Antonio Mancini: un’enigma tra Milano e Roma”.
In programma da Giovedì 6 a Sabato 22 Ottobre, la mostra propone un solo grande capolavoro, la cui realizzazione è stata ed è tuttora al centro di complesse riflessioni e dibattiti connessi alla identificazione e rappresentazione della figura umana nella pittura a cavallo tra il XIX e XX secolo.
Protagonisti di questo curioso enigma due pittori che nel ritratto riuscirono ad esprimere il meglio della propria arte: il savoiardo milanese Cesare Tallone (Savona 1853 – Milano 1919) e il romano napoletano Antonio Mancini (Roma 1852 – Roma 1930).
L’opera che la Galleria Bolzani presenta al pubblico consiste in unica tela dipinta ad olio su entrambi i lati: nella fronte del quadro si trova il “Ritratto virile” di Cesare Tallone, mentre sul retro compare una variopinta figura femminile di Antonio Mancini.
La singolarità di quest’opera è duplice: se da un lato è ancora ignota l’identità del soggetto rappresentato da Cesare Tallone, dall’altro non si sa neppure quando Antonio Mancini ne dipinse il retro. L’unico dato certo è che nel 1934, quando esce dalla Raccolta Della Beffa - Bisleri la tela è già nota per essere dipinta su entrambe le facce.
Il ritratto di Cesare Tallone è datato Roma, 1885, e raffigura un uomo che sembra colto all’improvviso, quasi in una sorta di ‘istantanea pittorica’. Tallone non inserisce elementi utili ad identificare l’effigiato, rimarcando invece la spontaneità della sua esecuzione.
Il “Ritratto virile” ricompare nel 1938, esposto a Pavia nella mostra dedicata a Tranquillo Cremona.
Dal 1885 al 1934 la storia del quadro si avvolge di un alone di mistero. Le sole certezze riguardano gli spostamenti di Cesare Tallone. Nel 1883 è a Roma per presentare i suoi lavori alla fastosa inaugurazione del Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale, nelle stesse sale dove espone Antonio Mancini. I due pittori sono ancora insieme nel biennio ’84 – ’85, frequentandosi e rimanendo amici anche negli anni seguenti.
Diventa allora alquanto significativo che il ‘Ritratto virile’ faccia la sua ricomparsa con il retro dipinto proprio da Antonio Mancini.
A prescindere dall’identificazione finale dell’effigiato, l’opera “doppia” Tallone – Mancini testimonia il profondo sodalizio artistico tra i due pittori.
L’esposizione alla Galleria Bolzani è quindi un’occasione unica per riscoprire un capolavoro che riunisce il talento artistico di due grandi ritrattisti italiani immerso in un sottile gioco di somiglianze, coincidenze e misteri.
L’identità dell’effigiato. Cesare Tallone e Antonio Mancini: un’enigma tra Milano e Roma.
Una riflessione sulla rappresentazione della figura umana nella pittura italiana dall’Unità d’Italia alla I Guerra Mondiale.
Negli interventi collegati alla mostra saranno ricordati i pittori che ebbero Cesare Tallone come Maestro a Milano alla Accademia di Brera e a Bergamo alla Accademia Carrara:
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Ermenegildo Agazzi, Aldo Carpi, Ambrogio Alciati, Aroldo Bonzagni, Carlo Carrà, Giannino Grossi, Umberto Lilloni, Lodovico Zambeletti e molti altri. Albert Bolzani intende continuare a contribuire alla rivalutazione dell’arte figurativa e in particolare della pittura italiana a cavallo del XIX e XX secolo.
Interventi di Gigliola Tallone, curatrice dell’Archivio Tallone "Cesare Tallone e Antonio Mancini", Elisa Tallone, docente di Lettere "Un patriarca a Brera mentre l’Italia sta crescendo",
Roberto Mottadelli, storico dell’arte "L’identità dell’effigiato – Tra sogno e realtà", Luca Schieppati, musicista "Dalla pittura alla musica" e Nicola Tallone al violoncello
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La storica Galleria Bolzani di Milano apre la stagione espositiva nella nuova sede all’interno del prestigioso Palazzo Marchetti Bergamasco in via Morone 2, all’angolo con piazza Belgiojoso proprio di fronte alla casa del Manzoni, con un’eccezionale esposizione dal titolo: “L’identità dell’effigiato. Cesare Tallone e Antonio Mancini: un’enigma tra Milano e Roma”.
In programma da Giovedì 6 a Sabato 22 Ottobre, la mostra propone un solo grande capolavoro, la cui realizzazione è stata ed è tuttora al centro di complesse riflessioni e dibattiti connessi alla identificazione e rappresentazione della figura umana nella pittura a cavallo tra il XIX e XX secolo.
Protagonisti di questo curioso enigma due pittori che nel ritratto riuscirono ad esprimere il meglio della propria arte: il savoiardo milanese Cesare Tallone (Savona 1853 – Milano 1919) e il romano napoletano Antonio Mancini (Roma 1852 – Roma 1930).
L’opera che la Galleria Bolzani presenta al pubblico consiste in unica tela dipinta ad olio su entrambi i lati: nella fronte del quadro si trova il “Ritratto virile” di Cesare Tallone, mentre sul retro compare una variopinta figura femminile di Antonio Mancini.
La singolarità di quest’opera è duplice: se da un lato è ancora ignota l’identità del soggetto rappresentato da Cesare Tallone, dall’altro non si sa neppure quando Antonio Mancini ne dipinse il retro. L’unico dato certo è che nel 1934, quando esce dalla Raccolta Della Beffa - Bisleri la tela è già nota per essere dipinta su entrambe le facce.
Il ritratto di Cesare Tallone è datato Roma, 1885, e raffigura un uomo che sembra colto all’improvviso, quasi in una sorta di ‘istantanea pittorica’. Tallone non inserisce elementi utili ad identificare l’effigiato, rimarcando invece la spontaneità della sua esecuzione.
Il “Ritratto virile” ricompare nel 1938, esposto a Pavia nella mostra dedicata a Tranquillo Cremona.
Dal 1885 al 1934 la storia del quadro si avvolge di un alone di mistero. Le sole certezze riguardano gli spostamenti di Cesare Tallone. Nel 1883 è a Roma per presentare i suoi lavori alla fastosa inaugurazione del Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale, nelle stesse sale dove espone Antonio Mancini. I due pittori sono ancora insieme nel biennio ’84 – ’85, frequentandosi e rimanendo amici anche negli anni seguenti.
Diventa allora alquanto significativo che il ‘Ritratto virile’ faccia la sua ricomparsa con il retro dipinto proprio da Antonio Mancini.
A prescindere dall’identificazione finale dell’effigiato, l’opera “doppia” Tallone – Mancini testimonia il profondo sodalizio artistico tra i due pittori.
L’esposizione alla Galleria Bolzani è quindi un’occasione unica per riscoprire un capolavoro che riunisce il talento artistico di due grandi ritrattisti italiani immerso in un sottile gioco di somiglianze, coincidenze e misteri.
06
ottobre 2011
L’identità dell’effigiato. Cesare Tallone e Antonio Mancini: un enigma tra Milano e Roma
Dal 06 al 22 ottobre 2011
arte moderna
Location
GALLERIA BOLZANI
Milano, Via Gerolamo Morone, 2, (Milano)
Milano, Via Gerolamo Morone, 2, (Milano)
Orario di apertura
da Martedì a Sabato 10,30/13 e 16/19 Domenica e Lunedì 16/19
Vernissage
6 Ottobre 2011, ore 18
Ufficio stampa
STUDIO DE ANGELIS
Autore