Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Premio Vasto 2004 – Metamorfosi. Le ambiguità della visione
La mostra “Metamorfosi” spazia tra tutti i linguaggi presenti nell’arte contremporanea, dalla fotografia digitale a quella più tradizionale, dalla pittura fino all’installazione e alla scultura intesa in senso più classico.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il progetto della mostra nasce dalla volontà di documentare quell’ambiguità naturalmente connaturata all’opera d’arte, che fa si che le immagini e i “manufatti” d’arte non siano mai interpretabili (e interpretati) in maniera univoca e coerente, ma conservino al contrario una perenne molteplicità di letture possibili, in modo da consentire svariate (e a volte anche opposte) interpretazioni.
Al contempo, “Metamorfosi” intende muoversi all’interno di quel vasto campionario di opere d’arte che sul tema dell’ambiguità e della trasformazione del corpo e della visione giocano da sempre, tra ironia, divertissement concettuale e sapiente calembour visivo.
La mostra “Metamorfosi” spazia tra tutti i linguaggi presenti nell’arte contremporanea, dalla fotografia digitale a quella più tradizionale, dalla pittura fino all’installazione e alla scultura intesa in senso pià classico, ma in particolare si concentra su quella zona grigia, volutamente ambigua del linguaggio artistico, nella quale i vari linguaggi si intersecano tra di loro, si scambiano i ruoili e si imitano o si citano vicendevolmente, mandando in tilt la visione tradizionale dell’opera d’arte.
Fotografie digitali che imitano la pittura, quadri a olio che fanno il verso alla fotografia, installazioni che giocano con tutte le tecnologie e i riferimenti possibili, dal design all’arredamento all’architettura.
“Metamorfosi” si concentra particolarmente sulle nuove generazioni di artisti italiani (o comunque che abitano e lavorano in Italia), che hanno fatto propri gli strumenti dell’ambiguità consapevole e raffinata del linguaggio e dei riferimenti concettuali.
Ecco allora, tra gli altri, i lavori del napoletano Christian Leperino, o quelli del milanese Matteo Bergamasco, che giocano con irriverenza su una visione volutamente “sporca” e poco politicamente corretta della pittura; quelli divertiti e scanzonati, ricchi di riferimenti a un design immaginario, della milanese Antonella Bersani o del palermitano Andrea Buglisi; i quadri che mescolano figurazione e astrazione di Paolo Maggis, o quelli che imitano volutamente la tecnica fotografica di Leonida De Filippi, e le ambigue stanze e le enigmatiche figure di Emanuele Gregolin, e ancora i grafismi nervosi e vitalistici della pittrice abruzzese Giulietta Spadaccini. Ecco le foto, tra astrazione realismo, di Alessandro Belgiojoso, di Simone Bergantini o di Alessandro Grisoni. Ecco le ambigue raffinatezze pittoriche, solo all’apparenza realiste, del palermitano Andrea Di Marco, del milanese Andrea Zucchi o ancora le avventure strapaesane (e padane) di Mario Salina, o le figure misteriose, dal sapore insieme classico e ipercontemporaneo, di Paolo Consorti. Ecco le foto dal sapore fortemente simbolico e spiazzante del giovane Nicola Vinci e le ambigue sculture in terracotta di Livio Scarpella; i lavori in bilico tra sottile gioco concettuale di Adalberto Abbate o del gruppo Laboratorio Saccardi (tutti palermitani), o le installazioni di Monica Palumbo, o ancora le elegantissime, e altamente ambigue, sculture di luce di Carlo Bernardini, realizzate con il neon; o ancora le opere della giovane artista abruzzese Marina Bolmini, che gioca in maniera intelligente con i diversi linguaggi, dalla ceramica al ricamo. Ecco infine le ambigue terracotte dal sapore manga del giapponese (che lavora in Italia) Hiroto Kitagawa, o i quadri dell’americano (naturalizzato a Firenze) Paul Beel. E ancora i quadri inquietanti ed enigmatici di Danilo Bucella, le foto digitali di Gino Armuzzi e quelle di Carlo Galfione, o quelle su acetato di Luca Piovaccari, o ancora i folli, ingarbugliati e originalissimi collage-rompicapi visivi del milanese Lorenzo Pietrantoni.
Al contempo, “Metamorfosi” intende muoversi all’interno di quel vasto campionario di opere d’arte che sul tema dell’ambiguità e della trasformazione del corpo e della visione giocano da sempre, tra ironia, divertissement concettuale e sapiente calembour visivo.
La mostra “Metamorfosi” spazia tra tutti i linguaggi presenti nell’arte contremporanea, dalla fotografia digitale a quella più tradizionale, dalla pittura fino all’installazione e alla scultura intesa in senso pià classico, ma in particolare si concentra su quella zona grigia, volutamente ambigua del linguaggio artistico, nella quale i vari linguaggi si intersecano tra di loro, si scambiano i ruoili e si imitano o si citano vicendevolmente, mandando in tilt la visione tradizionale dell’opera d’arte.
Fotografie digitali che imitano la pittura, quadri a olio che fanno il verso alla fotografia, installazioni che giocano con tutte le tecnologie e i riferimenti possibili, dal design all’arredamento all’architettura.
“Metamorfosi” si concentra particolarmente sulle nuove generazioni di artisti italiani (o comunque che abitano e lavorano in Italia), che hanno fatto propri gli strumenti dell’ambiguità consapevole e raffinata del linguaggio e dei riferimenti concettuali.
Ecco allora, tra gli altri, i lavori del napoletano Christian Leperino, o quelli del milanese Matteo Bergamasco, che giocano con irriverenza su una visione volutamente “sporca” e poco politicamente corretta della pittura; quelli divertiti e scanzonati, ricchi di riferimenti a un design immaginario, della milanese Antonella Bersani o del palermitano Andrea Buglisi; i quadri che mescolano figurazione e astrazione di Paolo Maggis, o quelli che imitano volutamente la tecnica fotografica di Leonida De Filippi, e le ambigue stanze e le enigmatiche figure di Emanuele Gregolin, e ancora i grafismi nervosi e vitalistici della pittrice abruzzese Giulietta Spadaccini. Ecco le foto, tra astrazione realismo, di Alessandro Belgiojoso, di Simone Bergantini o di Alessandro Grisoni. Ecco le ambigue raffinatezze pittoriche, solo all’apparenza realiste, del palermitano Andrea Di Marco, del milanese Andrea Zucchi o ancora le avventure strapaesane (e padane) di Mario Salina, o le figure misteriose, dal sapore insieme classico e ipercontemporaneo, di Paolo Consorti. Ecco le foto dal sapore fortemente simbolico e spiazzante del giovane Nicola Vinci e le ambigue sculture in terracotta di Livio Scarpella; i lavori in bilico tra sottile gioco concettuale di Adalberto Abbate o del gruppo Laboratorio Saccardi (tutti palermitani), o le installazioni di Monica Palumbo, o ancora le elegantissime, e altamente ambigue, sculture di luce di Carlo Bernardini, realizzate con il neon; o ancora le opere della giovane artista abruzzese Marina Bolmini, che gioca in maniera intelligente con i diversi linguaggi, dalla ceramica al ricamo. Ecco infine le ambigue terracotte dal sapore manga del giapponese (che lavora in Italia) Hiroto Kitagawa, o i quadri dell’americano (naturalizzato a Firenze) Paul Beel. E ancora i quadri inquietanti ed enigmatici di Danilo Bucella, le foto digitali di Gino Armuzzi e quelle di Carlo Galfione, o quelle su acetato di Luca Piovaccari, o ancora i folli, ingarbugliati e originalissimi collage-rompicapi visivi del milanese Lorenzo Pietrantoni.
18
luglio 2004
Premio Vasto 2004 – Metamorfosi. Le ambiguità della visione
Dal 18 luglio al 16 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
MUSEI CIVICI DI PALAZZO D’AVALOS
Vasto, Piazza R.v.pudente, (Chieti)
Vasto, Piazza R.v.pudente, (Chieti)
Curatore