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Graziella Vigo – Karabakh. Il giardino segreto
La Casa dei Tre Oci propone nell’autunno 2013 una mostra della giornalista e fotografa Graziella Vigo, che racconta con le sue foto, la bellezza, la cultura, la storia di un popolo e di un paese straordinario: il Karabakh.
A corredo della mostra, un volume in cinque lingue (italiano armeno inglese francese e russo) edito da Marsilio Editori e realizzato, come la mostra fortemente voluta da Joseph Oughourlian, con il sostegno di Amber Capital.
Comunicato stampa
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La Casa dei Tre Oci propone nell’autunno 2013 una mostra della giornalista e fotografa
Graziella Vigo, che racconta attraverso le sue foto, la bellezza, la cultura, la storia di un popolo
e di un paese straordinario: il Karabakh.
A corredo della mostra, un volume in cinque lingue – italiano armeno inglese francese e russo –
edito da Marsilio Editori e realizzato, come la mostra fortemente voluta da Joseph Oughourlian,
con il sostegno di Amber Capital.
Graziella Vigo:
“Mi fai un libro sull’Armenia?...
Semplicemente così, in un giorno di sole a New York, Joseph Oughourlian ha dato il via a una
delle più straordinarie esperienze della mia vita: l’incontro con la terra armena, la sua gente, la
sua bellezza, la sua fede e la straordinaria realtà di questa piccola parte del Paese che è il
Karabakh, arroccato su montagne verdissime, rimasto intatto nel corso dei secoli.
Io ho viaggiato tanto per il mondo, in tutti i continenti, viaggi di lavoro-conoscenza, sempre con
la macchina fotografica in mano e una grande curiosità davanti alle più diverse realtà ma
l’Armenia.... l’Armenia è stata un colpo al cuore, per non dire del Karabakh....un viaggio nella
storia e nel tempo, un viaggio dell'anima nel silenzio delle montagne, monasteri millenari,
tra gente semplice, generosa e gentile dall’ospitalità leggendaria. Un lungo viaggio di mesi in
Artsakh, come gli armeni chiamano il Karabakh, durante il passare delle stagioni, dalla
primavera del melograno all’uva dell’autunno, dall’alba al tramonto, per migliaia di chilometri, e
spesso nella notte illuminata solo dalla luna.
Questo libro e la mostra sono un atto di amore, di coraggio, di fede. Sono la testimonianza di una
realtà quasi sconosciuta, di una regione abbandonata dall’umanità perché il mondo finge di non
sapere che questo Paese esiste. Eppure è là, bellissimo, perso tra le montagne del Caucaso, verde
di boschi selvaggi e foreste inesplorate, più di trecento villaggi fuori dal tempo e solo due città,
capitali in tempi diversi. Un paese millenario, straordinario per la sua storia, la grande bellezza
della sua natura intatta , la sua profonda e autentica fede cristiana.
Il Karabakh (in turco persiano significa “giardino nero”, nascosto, segreto) è come un’isola
montagnosa che si alza sopra la steppa che conduce al mar Caspio. E’ la parte estrema orientale
del grande Impero Armeno di Tigran il Grande, 95-55 a.C. Con le cime dei suoi monti, a
migliaia di metri sul livello del mare, dà l’impressione di una enorme fortezza che si alza
inaccessibile sulle pianure steppose. Questo territorio costituisce con l’Ararat un simbolo per
gli armeni di tutto il mondo.
Nei secoli è stato oggetto di invasioni e di massacri. Da qui sono passati Tamerlano e le orde
nomadi di Gengis Khan venute dall’Est che preferivano trasformare giardini, orti e frutteti in
pascoli per le loro pecore e capre lasciandosi dietro le terre devastate. Ma questo popolo è
sempre rimasto qui , generazione dopo generazione, in mezzo ai laghi alle foreste ai torrenti alle
vallate di grano e alle vigne.
Tutti sappiamo il dolore che ha attraversato la storia dell'Armenia lungo il fiume dei
secoli, di un popolo fiero tante volte invaso, qualche volte sconfitto ma mai vinto.
Un popolo speciale che oggi vive il suo diritto alla speranza.”
Graziella Vigo, che racconta attraverso le sue foto, la bellezza, la cultura, la storia di un popolo
e di un paese straordinario: il Karabakh.
A corredo della mostra, un volume in cinque lingue – italiano armeno inglese francese e russo –
edito da Marsilio Editori e realizzato, come la mostra fortemente voluta da Joseph Oughourlian,
con il sostegno di Amber Capital.
Graziella Vigo:
“Mi fai un libro sull’Armenia?...
Semplicemente così, in un giorno di sole a New York, Joseph Oughourlian ha dato il via a una
delle più straordinarie esperienze della mia vita: l’incontro con la terra armena, la sua gente, la
sua bellezza, la sua fede e la straordinaria realtà di questa piccola parte del Paese che è il
Karabakh, arroccato su montagne verdissime, rimasto intatto nel corso dei secoli.
Io ho viaggiato tanto per il mondo, in tutti i continenti, viaggi di lavoro-conoscenza, sempre con
la macchina fotografica in mano e una grande curiosità davanti alle più diverse realtà ma
l’Armenia.... l’Armenia è stata un colpo al cuore, per non dire del Karabakh....un viaggio nella
storia e nel tempo, un viaggio dell'anima nel silenzio delle montagne, monasteri millenari,
tra gente semplice, generosa e gentile dall’ospitalità leggendaria. Un lungo viaggio di mesi in
Artsakh, come gli armeni chiamano il Karabakh, durante il passare delle stagioni, dalla
primavera del melograno all’uva dell’autunno, dall’alba al tramonto, per migliaia di chilometri, e
spesso nella notte illuminata solo dalla luna.
Questo libro e la mostra sono un atto di amore, di coraggio, di fede. Sono la testimonianza di una
realtà quasi sconosciuta, di una regione abbandonata dall’umanità perché il mondo finge di non
sapere che questo Paese esiste. Eppure è là, bellissimo, perso tra le montagne del Caucaso, verde
di boschi selvaggi e foreste inesplorate, più di trecento villaggi fuori dal tempo e solo due città,
capitali in tempi diversi. Un paese millenario, straordinario per la sua storia, la grande bellezza
della sua natura intatta , la sua profonda e autentica fede cristiana.
Il Karabakh (in turco persiano significa “giardino nero”, nascosto, segreto) è come un’isola
montagnosa che si alza sopra la steppa che conduce al mar Caspio. E’ la parte estrema orientale
del grande Impero Armeno di Tigran il Grande, 95-55 a.C. Con le cime dei suoi monti, a
migliaia di metri sul livello del mare, dà l’impressione di una enorme fortezza che si alza
inaccessibile sulle pianure steppose. Questo territorio costituisce con l’Ararat un simbolo per
gli armeni di tutto il mondo.
Nei secoli è stato oggetto di invasioni e di massacri. Da qui sono passati Tamerlano e le orde
nomadi di Gengis Khan venute dall’Est che preferivano trasformare giardini, orti e frutteti in
pascoli per le loro pecore e capre lasciandosi dietro le terre devastate. Ma questo popolo è
sempre rimasto qui , generazione dopo generazione, in mezzo ai laghi alle foreste ai torrenti alle
vallate di grano e alle vigne.
Tutti sappiamo il dolore che ha attraversato la storia dell'Armenia lungo il fiume dei
secoli, di un popolo fiero tante volte invaso, qualche volte sconfitto ma mai vinto.
Un popolo speciale che oggi vive il suo diritto alla speranza.”
16
ottobre 2013
Graziella Vigo – Karabakh. Il giardino segreto
Dal 16 ottobre al 10 novembre 2013
fotografia
Location
CASA DEI TRE OCI
Venezia, Fondamenta De Le Zitelle, 43, (Venezia)
Venezia, Fondamenta De Le Zitelle, 43, (Venezia)
Orario di apertura
Tutti i giorni 10.00 – 18.00
chiuso martedì
Editore
MARSILIO
Autore