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Francesco Bertelé – From my studio to my studio
Per gli spazi della galleria l’artista realizza un lavoro di “ingombro dello spazio”, costruito in stretta risonanza con l’architettura, e di riproposizione in una sede diversa di un elemento naturale da lui vissuto.
Comunicato stampa
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Venerdì 9 maggio la galleria Dino Morra Arte Contemporanea è lieta di presentare la mostra personale di Francesco Bertelé, dal titolo from my studio to my studio, a cura di Chiara Pirozzi.
Per gli spazi della galleria l’artista realizza un lavoro di “ingombro dello spazio”, costruito in stretta risonanza con l’architettura, e di riproposizione in una sede diversa di un elemento naturale da lui vissuto.
Le installazioni ambientali di Francesco Bertelé rappresentano nuovi scorci d’osservazione sul mondo, una prospettiva alternativa che parte dall’esplorazione dei luoghi e dal camminamento consapevole nei territori percorsi. Attraverso un procedimento di mappatura e di archiviazione di segni ed elementi presenti nel paesaggio naturale, l’artista produce nuove situazioni di apprendimento, per mezzo di tracce sul territorio che si elevano a condizioni personali e intime.
from my studio to my studio si costruisce in seguito a un lungo processo corporale ed esperienziale che l’artista compie a partire dall’individuazione di un masso erratico, visibile in prospettiva lineare dalla finestra del suo studio. Attraverso un percorso a piedi, Francesco Bertelé stringe una relazione fisica e mentale con la grande roccia in granito serpentino, depositata in modo inusuale sulla cresta del crinale di montagna di fronte alla casa-studio dell’artista, nella foresta regionale dei Corni di Canzo, trasportata dai ghiacciai in espansione durante le ere glaciali.
Il processo di conoscenza del masso, anche definito “trovante”, si compone attraverso un rapporto quotidiano, simbiotico e tattile, tra l’artista e la roccia, al punto da identificarsi come studio o rifugio d’appartenenza. L’installazione ambientale, realizzata appositamente per gli spazi della galleria attraverso un atto processuale e performativo, espone lo sviluppo di conoscenza del masso e di padronanza delle sue forme e volumi, misurazioni che l’artista realizza con strumenti tecnici atavici, presi a prestito dalle scienze e dall’archeologia. L’espansione della mappatura di-segnica del masso trovante diviene uno strumento inclusivo per gli spazi della galleria, che accoglie e introduce alla pesantezza ingombrante del masso riproposto.
Il progetto è contenitore di altre due opere autonome e inedite, parti di un diverso corpus dal titolo Assenza d'opera – respiro.
from my studio to my studio è un processo di rielaborazione conoscitiva, in cui la natura si fa introspezione, e l’abitato diviene abitante.
Un ringraziamento speciale a Diego e Giulia Gomiero.
Francesco Bertelé (1978). Vive e lavora a Canzo (CO). E’ direttore artistico di Carrozzeria Margot - casa di produzione d’arte contemporanea. [http://francescobertel.net - http://carrozzeriamargot.org]
Per gli spazi della galleria l’artista realizza un lavoro di “ingombro dello spazio”, costruito in stretta risonanza con l’architettura, e di riproposizione in una sede diversa di un elemento naturale da lui vissuto.
Le installazioni ambientali di Francesco Bertelé rappresentano nuovi scorci d’osservazione sul mondo, una prospettiva alternativa che parte dall’esplorazione dei luoghi e dal camminamento consapevole nei territori percorsi. Attraverso un procedimento di mappatura e di archiviazione di segni ed elementi presenti nel paesaggio naturale, l’artista produce nuove situazioni di apprendimento, per mezzo di tracce sul territorio che si elevano a condizioni personali e intime.
from my studio to my studio si costruisce in seguito a un lungo processo corporale ed esperienziale che l’artista compie a partire dall’individuazione di un masso erratico, visibile in prospettiva lineare dalla finestra del suo studio. Attraverso un percorso a piedi, Francesco Bertelé stringe una relazione fisica e mentale con la grande roccia in granito serpentino, depositata in modo inusuale sulla cresta del crinale di montagna di fronte alla casa-studio dell’artista, nella foresta regionale dei Corni di Canzo, trasportata dai ghiacciai in espansione durante le ere glaciali.
Il processo di conoscenza del masso, anche definito “trovante”, si compone attraverso un rapporto quotidiano, simbiotico e tattile, tra l’artista e la roccia, al punto da identificarsi come studio o rifugio d’appartenenza. L’installazione ambientale, realizzata appositamente per gli spazi della galleria attraverso un atto processuale e performativo, espone lo sviluppo di conoscenza del masso e di padronanza delle sue forme e volumi, misurazioni che l’artista realizza con strumenti tecnici atavici, presi a prestito dalle scienze e dall’archeologia. L’espansione della mappatura di-segnica del masso trovante diviene uno strumento inclusivo per gli spazi della galleria, che accoglie e introduce alla pesantezza ingombrante del masso riproposto.
Il progetto è contenitore di altre due opere autonome e inedite, parti di un diverso corpus dal titolo Assenza d'opera – respiro.
from my studio to my studio è un processo di rielaborazione conoscitiva, in cui la natura si fa introspezione, e l’abitato diviene abitante.
Un ringraziamento speciale a Diego e Giulia Gomiero.
Francesco Bertelé (1978). Vive e lavora a Canzo (CO). E’ direttore artistico di Carrozzeria Margot - casa di produzione d’arte contemporanea. [http://francescobertel.net - http://carrozzeriamargot.org]
09
maggio 2014
Francesco Bertelé – From my studio to my studio
Dal 09 maggio al 31 luglio 2014
arte contemporanea
Location
DINO MORRA
Napoli, Vico Belledonne A Chiaia, 6, (Napoli)
Napoli, Vico Belledonne A Chiaia, 6, (Napoli)
Vernissage
9 Maggio 2014, h 18.30
Autore
Curatore