Giustina Prestento per il suo linguaggio interdisciplinare in cui più codici comunicativi si fondono in un armonico equilibrio e Emilia Isabella per il lavoro scultoreo sulla superficie marmorea come immersione in un mondo pensato tra materia e luce, affrontano insieme, nella trasformazione dell’incommensurabile in qualcosa di palpabile, un dialogo impossibile, un gioco di sguardi, consonanze e “accordi”. Che si tratti della trasposizione su carta di frammenti musicali o della mano plasmante il marmo per ispirazione sonora, l’intento è trascrivere un suono all’interno della materia, dare forma a ciò che è ontologicamente privo di un corpo: la musica.