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Mola e il suo tempo. Pittura di Figura a Roma dalla Collezione Koelliker
La mostra vuole mettere a fuoco la figura di Pierfrancesco Mola (1612–1666) e dell’ambiente artistico romano a lui collegato attraverso un gruppo omogeneo di dipinti facenti parte della più importante collezione privata italiana di nuova formazione
Comunicato stampa
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La mostra “Mola e il suo tempo. Pittura di Figura a Roma dalla Collezione Koelliker” ospitata dal 22 gennaio al 23 aprile 2005 nella sontuosa cornice di Palazzo Chigi ad Ariccia, vuole mettere a fuoco la figura di Pierfrancesco Mola (1612–1666) e dell’ambiente artistico romano a lui collegato attraverso un gruppo omogeneo di dipinti facenti parte della più importante collezione privata italiana di nuova formazione, la raccolta del mecenate milanese Luigi Koelliker.
L’esposizione, a cura di Francesco Petrucci, si avvale di un prestigioso Comitato scientifico composto da Andrea De Marchi, Dieter Graf, Mina Gregori, Arnaul Brejon de Lavergnée, François M. Macè de Lépinay, Francesco Petrucci, Pierre Rosenberg, Herwart Röttgen, Stella Rudolph, Claudio Strinati.
Dopo la retrospettiva di Roma e Lugano del 1989-1990, gli studi sul Mola, pittore ticinese di nascita ma romano di formazione, hanno registrato significativi progressi che la mostra “Mola e il suo tempo. Pittura di Figura a Roma dalla Collezione Koelliker” vuole documentare anche nell’ambito della conoscenza della bottega del pittore, dei suoi allievi e del significativo influsso esercitato dal maestro sull’arte del Seicento.
Attraverso una sessantina di opere esposte, la rassegna testimonia l’estrema modernità della pittura di Pierfrancesco Mola: il suo, infatti, è un dipingere di forza impressionista, tutto giocato sul colore “neoveneziano” e guercinesco, in cui gli effetti pittorici a “macchia” sembrano anticipare la pittura realista dell’800. Emblematico il fatto che Delacroix, innamorato della potenza del colore, della materia pittorica densa e luminosa, consigliasse agli allievi di copiare proprio le opere del Mola.
In mostra figurano molte novità, tra cui uno splendido Dio Padre, dipinto di rara potenza naturalistica ed espressiva, una nuova versione del Suonatore di viola da gamba, uno splendido Endimione ed alcune teste di carattere.
I maestri di Pierfrancesco Mola
L’esposizione “Mola e il suo tempo. Pittura di Figura a Roma dalla Collezione Koelliker” ospita anche dipinti dei maestri del Mola: il Guercino, il Cavalier d’Arpino e, figura centrale del Barocco Romano nonchè ulteriore punto di riferimento per il pittore seicentesco, Gian Lorenzo Bernini. Del grande scultore, pittore ed architetto, spiccano per forza espressiva lo spirituale ritratto del poeta Virginio Cesarini, uno dei grandi intellettuali del pontificato Barberini, recentemente entrato nella collezione Koelliker, come pure l’originale Autoritratto nel quale Bernini coglie sè stesso di spalle con l’aiuto di uno specchio mentre è intento a disegnare.
L’ambiente artistico romano
L’ambiente artistico romano è rappresentato in mostra da opere del Lanfranco, Salvator Rosa, Carlo Maratta, Baciccio, Schonfeld, fino ad arrivare ad Andrea Pozzo; tutti artisti accumunati da quel filone “neoveneziano” di vivace pittoricismo che caratterizza la pittura romana tra la metà degli anni ‘20 e l’ultimo quarto del Seicento di cui Mola è esponente di primo piano e grande caposcuola. Si possono inoltre ammirare inediti ritratti di Ferdinand Voet, ritrattista di vivo interesse naturalistico, e Alessandro Mattia, pittore classicista ma di forte spirito introspettivo e di grande sensibilità al vero.
Tra i tanti capolavori esposti, spicca l’intenso ritratto della moglie realizzato da Carlo Maratta che dopo la morte di Mola e del Cortona divenne il caposcuola della pittura tardobarocca romana. Il Ritratto di Francesca Gommi, scultoreo ed inedito, diviene un caposaldo che riscrive la storia della grande ritrattistica romana del Seicento.
Gli allievi di Pierfrancesco Mola
Sono presenti anche varie opere di ambito moliano o di allievi del pittore, che dimostrano la sua fama in vita e dopo la scomparsa. Tutti dipinti inediti o mai esposti al pubblico.
Tra le nuove acquisizione critiche nell’ambito della scuola del Mola, l’Elia con l’angelo di Giovan Battista Boncori, artista oggi dimenticato ma che nella seconda metà del Seicento fu molto apprezzato fino a divenire principe dell’Accademia di San Luca; un Ercole e Onfale di Antonio Gherardi, altro grande allievo, recentemente tornato alla ribalta nella mostra di Rieti; opere di Francesco Giovane, altro discepolo da riscoprire.
Tra gli artisti influenzati dal Mola sono presenti in mostra Guglielmo Cortese, detto Il Borgognone, che fu suo collaboratore nelle opere per i Pamphilj, come pure Giacinto Brandi, Giovan Battista Beinaschi e Gerolamo Troppa.
Uno strepitoso ed inedito Sant’Antonio e San Paolo di Mattia Preti, databile poco prima dell’ultimo suo soggiorno romano (1660-’61), ci ricorda la commissione ottenuta dal pittore calabrese a scapito del Mola per il completamento della decorazione nel Palazzo Pamphilj di Valmontone.
L’esposizione, a cura di Francesco Petrucci, si avvale di un prestigioso Comitato scientifico composto da Andrea De Marchi, Dieter Graf, Mina Gregori, Arnaul Brejon de Lavergnée, François M. Macè de Lépinay, Francesco Petrucci, Pierre Rosenberg, Herwart Röttgen, Stella Rudolph, Claudio Strinati.
Dopo la retrospettiva di Roma e Lugano del 1989-1990, gli studi sul Mola, pittore ticinese di nascita ma romano di formazione, hanno registrato significativi progressi che la mostra “Mola e il suo tempo. Pittura di Figura a Roma dalla Collezione Koelliker” vuole documentare anche nell’ambito della conoscenza della bottega del pittore, dei suoi allievi e del significativo influsso esercitato dal maestro sull’arte del Seicento.
Attraverso una sessantina di opere esposte, la rassegna testimonia l’estrema modernità della pittura di Pierfrancesco Mola: il suo, infatti, è un dipingere di forza impressionista, tutto giocato sul colore “neoveneziano” e guercinesco, in cui gli effetti pittorici a “macchia” sembrano anticipare la pittura realista dell’800. Emblematico il fatto che Delacroix, innamorato della potenza del colore, della materia pittorica densa e luminosa, consigliasse agli allievi di copiare proprio le opere del Mola.
In mostra figurano molte novità, tra cui uno splendido Dio Padre, dipinto di rara potenza naturalistica ed espressiva, una nuova versione del Suonatore di viola da gamba, uno splendido Endimione ed alcune teste di carattere.
I maestri di Pierfrancesco Mola
L’esposizione “Mola e il suo tempo. Pittura di Figura a Roma dalla Collezione Koelliker” ospita anche dipinti dei maestri del Mola: il Guercino, il Cavalier d’Arpino e, figura centrale del Barocco Romano nonchè ulteriore punto di riferimento per il pittore seicentesco, Gian Lorenzo Bernini. Del grande scultore, pittore ed architetto, spiccano per forza espressiva lo spirituale ritratto del poeta Virginio Cesarini, uno dei grandi intellettuali del pontificato Barberini, recentemente entrato nella collezione Koelliker, come pure l’originale Autoritratto nel quale Bernini coglie sè stesso di spalle con l’aiuto di uno specchio mentre è intento a disegnare.
L’ambiente artistico romano
L’ambiente artistico romano è rappresentato in mostra da opere del Lanfranco, Salvator Rosa, Carlo Maratta, Baciccio, Schonfeld, fino ad arrivare ad Andrea Pozzo; tutti artisti accumunati da quel filone “neoveneziano” di vivace pittoricismo che caratterizza la pittura romana tra la metà degli anni ‘20 e l’ultimo quarto del Seicento di cui Mola è esponente di primo piano e grande caposcuola. Si possono inoltre ammirare inediti ritratti di Ferdinand Voet, ritrattista di vivo interesse naturalistico, e Alessandro Mattia, pittore classicista ma di forte spirito introspettivo e di grande sensibilità al vero.
Tra i tanti capolavori esposti, spicca l’intenso ritratto della moglie realizzato da Carlo Maratta che dopo la morte di Mola e del Cortona divenne il caposcuola della pittura tardobarocca romana. Il Ritratto di Francesca Gommi, scultoreo ed inedito, diviene un caposaldo che riscrive la storia della grande ritrattistica romana del Seicento.
Gli allievi di Pierfrancesco Mola
Sono presenti anche varie opere di ambito moliano o di allievi del pittore, che dimostrano la sua fama in vita e dopo la scomparsa. Tutti dipinti inediti o mai esposti al pubblico.
Tra le nuove acquisizione critiche nell’ambito della scuola del Mola, l’Elia con l’angelo di Giovan Battista Boncori, artista oggi dimenticato ma che nella seconda metà del Seicento fu molto apprezzato fino a divenire principe dell’Accademia di San Luca; un Ercole e Onfale di Antonio Gherardi, altro grande allievo, recentemente tornato alla ribalta nella mostra di Rieti; opere di Francesco Giovane, altro discepolo da riscoprire.
Tra gli artisti influenzati dal Mola sono presenti in mostra Guglielmo Cortese, detto Il Borgognone, che fu suo collaboratore nelle opere per i Pamphilj, come pure Giacinto Brandi, Giovan Battista Beinaschi e Gerolamo Troppa.
Uno strepitoso ed inedito Sant’Antonio e San Paolo di Mattia Preti, databile poco prima dell’ultimo suo soggiorno romano (1660-’61), ci ricorda la commissione ottenuta dal pittore calabrese a scapito del Mola per il completamento della decorazione nel Palazzo Pamphilj di Valmontone.
22
gennaio 2005
Mola e il suo tempo. Pittura di Figura a Roma dalla Collezione Koelliker
Dal 22 gennaio al 23 aprile 2005
arte antica
Location
PALAZZO CHIGI – MUSEO DEL BAROCCO ROMANO
Ariccia, Piazza Di Corte, 14, (Roma)
Ariccia, Piazza Di Corte, 14, (Roma)
Biglietti
€ 7,00 intero - € 4,00 ridotto - € 2,00 scolaresche
Orario di apertura
10,00 – 19,00, chiuso il lunedì, orario della biglietteria 9,45 – 18,30
Editore
SKIRA
Autore
Curatore