Giovanni Tamburelli, una bella mattina primaverile di alcuni anni fa, dopo essersi svegliato e alzato dal letto, si affacciò dalla finestra di casa che dava sul giardino e sull'officina del padre e disse: " devo battere il ferro finché è caldo...".
Si, disse proprio così o meglio, ad essere onesto, io, ne sono assolutamente convinto.
Giovanni proviene da una dinastia di fabbri e, facendo tesoro delle varie tecniche imparate da ragazzino lavorando con il padre e con il nonno, ad un certo punto della sua vita decide di usarle per forgiare vere e proprie sculture d'arte che oggi possiamo ammirare in grandi collezioni.
Nasce così la magia di dare vita ad animali inusuali, dai volti simpatici e curiosi che appartengono ad un mondo giocoso e colorato: un mondo fatto di rane, zanzare , lepri e lucertole che si rincorrono in un vortice infinito in un turbinio di colori.
Lo "scultore del ferro" capovolge le regole della natura con zanzare dalle dimensioni enormi che la fanno da padrone su rane decisamente più minute, creando questo paradosso che ci fa comprendere quanto fragile sia l'esistenza umana ancora basata su effimeri equilibri, dove il più grande vince sempre sul più piccolo.
E se, un bel giorno, si invertissero le parti?