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Tre arazzi per il futuro museo
Creazioni della manifattura medicea, di quella fiamminga di Bruxelles e di quella francese dei Gobelins, i tre arazzi esposti in mostra in Sala Bianca sono stati così selezionati in rappresentanza dei tre nuclei portanti della collezione fiorentina di arazzi appartenente alle Gallerie degli Uffizi, che conta novecentocinquanta esemplari.
Comunicato stampa
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Creazioni della manifattura medicea, di quella fiamminga di Bruxelles e di quella francese dei Gobelins, i tre arazzi esposti in mostra in Sala Bianca sono stati così selezionati in rappresentanza dei tre nuclei portanti della collezione fiorentina di arazzi appartenente alle Gallerie degli Uffizi, che conta novecentocinquanta esemplari.
In attesa dell’apertura del museo dedicato a questa collezione, la mostra costituisce un richiamo a un articolato e ampio patrimonio di opere che sapeva unire alla monumentalità decorativa il pregio di una tecnica tanto preziosa quanto fragile.
Motivi conservativi ne impongono quindi una esposizione per singoli pezzi o piccoli nuclei e per periodi limitati, corrispondendo a una buona pratica d’uso storico che prevedeva il dispiegamento degli arazzi per stagioni circoscritte e specifiche occasioni, alternato al loro ricovero negli spazi destinati a magazzino dalla Guardaroba Granducale.
Questo è ciò che accade ancora oggi e nella fase apparentemente silente e di assenza le opere sono in realtà oggetto di monitoraggio, manutenzione programmata a rotazione e restauro, operazione complesse e impegnative, anche da un punto di vista economico, effettuate con la collaborazione di maestranze specializzate per competenza e attrezzature.
Se i ‘panni’ conservati in depositi confinati e protetti rappresentano la maggior parte della collezione, nel tempo una minima percentuale di questa è confluita in allestimenti permanenti in alcuni ambienti di Palazzo Pitti che tuttavia, per le ragioni descritte, sono oscurati per quasi tutto l’anno. È questo il caso dell’Appartamento degli Arazzi, adiacente alla Sala Bianca, che nel mese di maggio sarà parzialmente aperto, in via straordinaria, al pubblico.
In attesa dell’apertura del museo dedicato a questa collezione, la mostra costituisce un richiamo a un articolato e ampio patrimonio di opere che sapeva unire alla monumentalità decorativa il pregio di una tecnica tanto preziosa quanto fragile.
Motivi conservativi ne impongono quindi una esposizione per singoli pezzi o piccoli nuclei e per periodi limitati, corrispondendo a una buona pratica d’uso storico che prevedeva il dispiegamento degli arazzi per stagioni circoscritte e specifiche occasioni, alternato al loro ricovero negli spazi destinati a magazzino dalla Guardaroba Granducale.
Questo è ciò che accade ancora oggi e nella fase apparentemente silente e di assenza le opere sono in realtà oggetto di monitoraggio, manutenzione programmata a rotazione e restauro, operazione complesse e impegnative, anche da un punto di vista economico, effettuate con la collaborazione di maestranze specializzate per competenza e attrezzature.
Se i ‘panni’ conservati in depositi confinati e protetti rappresentano la maggior parte della collezione, nel tempo una minima percentuale di questa è confluita in allestimenti permanenti in alcuni ambienti di Palazzo Pitti che tuttavia, per le ragioni descritte, sono oscurati per quasi tutto l’anno. È questo il caso dell’Appartamento degli Arazzi, adiacente alla Sala Bianca, che nel mese di maggio sarà parzialmente aperto, in via straordinaria, al pubblico.
25
aprile 2017
Tre arazzi per il futuro museo
Dal 25 aprile al 21 maggio 2017
arte antica
Location
PALAZZO PITTI
Firenze, Piazza Dei Pitti, (Firenze)
Firenze, Piazza Dei Pitti, (Firenze)
Ufficio stampa
CIVITA GROUP