Venezia, 29 gennaio 2005 - “Semper eadem – Sempre la stessa” è il motto della Fenice, uccello mitologico che ha attraversato, nei millenni, tutte le culture, di tutti i Paesi, in Oriente e in Occidente. A questo mito, tra i più diffusi ma anche tra i più misteriosi per la molteplicità dei significati e l’uso che ne è stato fatto, la Fondazione Teatro La Fenice, tornata in piena attività dopo l’incendio del 29 gennaio 1996 che l’ha interamente distrutta, e la Fondazione Giorgio Cini, hanno voluto dedicare una mostra.

Dal 29 gennaio al 2 aprile 2005, nelle Sale Apollinee del Nuovo Teatro La Fenice saranno esposte opere provenienti da enti ed istituzioni italiani e stranieri, grazie agli sforzi congiunti della Fenice e della Fondazione Giorgio Cini e in collaborazione con gli Amici della Fenice e del Teatro Malibran, il Rotary Club e Lions Club veneziani e le Assicurazioni Generali di Venezia.

Il mito della fenice sarà ricostruito nelle sue varianti occidentali e in quelle orientali, attraverso l’esposizione di raffigurazioni (in originale o in riproduzione fotografica) provenienti da ogni parte del mondo.La mostra è articolata in due sezioni. Nella sezione occidentale saranno esposti geroglifici o pitture egiziane, statue, mosaici, monete e sigilli antichi, bestiari cristiani miniati, libri di alchimia, opere letterarie o erudite, stemmi, vessilli, locandine, marchi tipografici. La sezione orientale comprenderà sculture, pitture e disegni, miniature, stampe, arazzi, tappeti, bronzi, maschere e tamburi rituali, specchi, vasi, piatti e altra oggettistica.

I curatori della mostra e del catalogo, edito da Marsilio, sono Francesco Zambon, direttore dell’Istituto per le Lettere, il Teatro ed il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini, nonché docente di filologia romanza presso l’Università di Trento ed Alessandro Grossato, docente di storia e cultura dei Paesi Islamici presso l’Università di Padova.