La mostra personale di Piero Querques che si inaugura il 29 maggio all’ Associazione Culturale Renzo Cortina, è un’ interessante retrospettiva non solo dei suoi lavori più recenti ma dello studio di una vita; uno studio concentratosi sull’ironia dei contenuti e la matericità del mezzo estetico.
Le opere di Querques sono difatti sempre, o quasi composte in siffatta maniera: partendo da una base estremamente corporea, che coinvolge una variopinta moltitudine di oggetti anche non prettamente designati all’uso artistico, egli crea delle efficaci entità fisiche le quali si animano del suo vibrante ed irriverente senso dell’umorismo.
Tali architetture, che sfondano il bidimensionale paradigma dell’opera appesa, accludono in se stesse la partecipazione di un pubblico che deve reagire alle provocazioni riportate; non si tratta tuttavia di istigazioni esclusivamente dal carattere crudo o virulento, ma la provocazione sta anche nel suscitare qualcosa di tanto più semplice quanto più potente di una ormai banale indignazione: un sorriso.
Gesso, fili, chiodi, conchiglie, tessuti, viti e bulloni sono permeati da un senso di leggerezza contrastante con la loro natura pragmatica, questi oggetti sottratti al loro ruolo attivo all’interno della quotidianità diventano le rappresentazioni silenti di un diverso modo di osservare le cose, anche, e forse soprattutto, le più semplici.