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Simone Morelli – L’Arte in Baracca
La riscoperta di un percorso artistico, vissuto ai margini del sistema espositivo e del mercato ma che ha nutrito di stimoli il Novecento artistico bergamasco
Comunicato stampa
Segnala l'evento
BERGAMO
8-23 settembre 2018
Ex chiesa della Maddalena, via S. Alessandro 39
Inaugurazione: sabato 8 settembre, ore 17.00
Presentazione di Fernando Noris
VERDELLO
9-30 settembre
Municipio di Verdello – Sala espositiva “Sorte”
Inaugurazione: domenica 9 settembre, ore 9.30
Presentazione di Amanzio Possenti
A cura di Riccardo Scotti
Promosso da ACCA - Associazione Culturale Creatività Artistica
Con il patrocinio e il contributo di: Comune di Bergamo, Comune di Verdello
La riscoperta di un percorso artistico, vissuto ai margini del sistema espositivo e del mercato ma che ha nutrito di stimoli il Novecento artistico bergamasco.
La storia di un fervido sodalizio umano e lavorativo con autori come Mario Cornali, Luigi Scarpanti, Franco Normanni e Alessandro Verdi.
Un laboratorio, che l’artista chiamava “Baracca”, che diventa cambusa dove si affastellano fogli, tele, sculture, colori, cenacolo dove conversare d’arte e scuola per i giovani desiderosi di apprendere le tecniche.
ACCA - Associazione Culturale Creatività Artistica promuove e realizza la prima esposizione antologica delle opere dell’artista di Verdello Simone Morelli (1931-2017), primo passo per una ricognizione sistematica del suo articolato itinerario e per la ridefinizione del ruolo di primo piano all’interno di quella generazione che nel Novecento seppe farsi interprete a Bergamo di una cultura artistica aggiornata e di una “cifra” inconfondibile cui ancora oggi gli artisti del territorio non hanno smesso di attingere, fondata su una solida conoscenza della tecnica, sulla ricerca plastica della forma e del colore e sull’attenzione all’elegia dei sentimenti e delle cose.
Promossa in parallelo al complesso lavoro di catalogazione delle opere di Morelli affidato dalla famiglia a Riccardo Scotti - che ha necessariamente preso il via dall’inventario delle numerose opere custodite nella Baracca per poi coinvolgere amministrazioni comunali, parrocchie, istituzioni pubbliche e collezionisti privati - l’antologica “Simone Morelli: l’Arte in Baracca” si sviluppa in due sedi espositive: a Bergamo, nell’ex chiesa della Maddalena trovano posto una settantina di opere, mentre al Municipio di Verdello 50 opere rinsaldno il legame con il paese di origine dell’artista.
Ad accompagnare la mostra, il catalogo edito da Grafica & Arte, con contributi di Roberto Invernici, Fernando Noris, Amanzio Possenti e Riccardo Scotti.
Nel 1946, il quattordicenne Simone Morelli era il più giovane allievo iscritto all’Accademia Carrara di Belle Arti guidata da Achille Funi il quale, riconoscendone il talento, due anni dopo lo coopta nella decorazione ad affresco della sala consigliare di Palazzo Frizzoni. Nelle esposizioni annuali degli allievi dell’Accademia, Morelli è ripetutamente premiato e, una volta terminati gli studi, partecipa ad esposizioni collettive e concorsi, dal primo “Premio Dalmine” al premio del Centro San Fedele di Milano.
Poi, il progressivo ritiro, ufficiale ma non esistenziale, nel suo laboratorio-Baracca, per dedicarsi a un’indefessa sperimentazione sulla tecnica e sui materiali da cui nasce una produzione articolatissima e vastissima che spazia tra pittura, scultura, grafica, affresco, ceramica, disegno, graffito, collage.
E’ questo il teatro di un quotidiano corpo a corpo per piegare alle proprie intenzioni poetiche i più disparati materiali artistici: la terra della sabbia e delle colle delle tavole dipinte, le pietre, i sassi, i cementi, l’aria delle velature dei colori acrilici, l’anilina dei ricalchi d’immagini, i liquidi inchiostri dei disegni, matite, carboncini, pastelli a cera, supporti dalla più varia, e non convenzionale provenienza come fogli di riviste, carte da parati, ritagli di calendari, campioni di tappezzerie, cartoni di recupero, frammenti di pubblicità.
E poi la passione per la carta che lo fece diventare negli anni il confidente-consulente più ricercato per i processi di stampa di molti artisti della sua generazione, di quella precedente e delle successive. Senza dimenticare l’intensa produzione di ceramiche, attività erede della sua giovanile esperienza in quel cenacolo-laboratorio di artisti che era stato il gruppo di “Arte Artigianato Orobico”, voluto da Luciano Rumi.
La mostra restituisce questa identità di Morelli sperimentatore permanente: figurativo “novecentesco” all’Accademia, curioso osservatore dell’informale e dell’astratto negli anni ’60, curioso esploratore della Pop Art e, infine, consolidato attore di un ritorno al figurativo, fino agli ultimi tempi quando, impossibilitato a dipingere, si dedicò al disegno con la china producendo migliaia di schizzi.
Vere e prorie icone del suo vissuto di libertà creativa sono i dipinti titolati “Angolo della Baracca” – una personalissima wunderkammer in cui si ammucchiano maschere esotiche, abbozzi di sculture, un orologio fuori uso, l’impronta rossa della mano della figlia, una radiolina a transistor, il ritratto dei genitori, l’effigie di una donna come allegoria della malinconia, attrezzi meccanici, un piatto rovesciato, fotografie di famiglia, un cavallino in ottone sospeso a un filo. C’è il gusto di accatastare un inventario delle cose essenziali da conservare per il lavoro e per la vita che si ritrova anche in opere come il “Carretto con masserizie” e la medesima elegia dell’affettuosa raffigurazione di quell’ometto anziano del “Poeta” che alza un fiore verso le nuvole. E poi gli altri soggetti prediletti: i bambini, le madri, gli anziani, la botanica, i temi sacri e le vedute e i paesaggi, con il suggestivo capitolo dedicato alle scene di archeologia industriale.
8-23 settembre 2018
Ex chiesa della Maddalena, via S. Alessandro 39
Inaugurazione: sabato 8 settembre, ore 17.00
Presentazione di Fernando Noris
VERDELLO
9-30 settembre
Municipio di Verdello – Sala espositiva “Sorte”
Inaugurazione: domenica 9 settembre, ore 9.30
Presentazione di Amanzio Possenti
A cura di Riccardo Scotti
Promosso da ACCA - Associazione Culturale Creatività Artistica
Con il patrocinio e il contributo di: Comune di Bergamo, Comune di Verdello
La riscoperta di un percorso artistico, vissuto ai margini del sistema espositivo e del mercato ma che ha nutrito di stimoli il Novecento artistico bergamasco.
La storia di un fervido sodalizio umano e lavorativo con autori come Mario Cornali, Luigi Scarpanti, Franco Normanni e Alessandro Verdi.
Un laboratorio, che l’artista chiamava “Baracca”, che diventa cambusa dove si affastellano fogli, tele, sculture, colori, cenacolo dove conversare d’arte e scuola per i giovani desiderosi di apprendere le tecniche.
ACCA - Associazione Culturale Creatività Artistica promuove e realizza la prima esposizione antologica delle opere dell’artista di Verdello Simone Morelli (1931-2017), primo passo per una ricognizione sistematica del suo articolato itinerario e per la ridefinizione del ruolo di primo piano all’interno di quella generazione che nel Novecento seppe farsi interprete a Bergamo di una cultura artistica aggiornata e di una “cifra” inconfondibile cui ancora oggi gli artisti del territorio non hanno smesso di attingere, fondata su una solida conoscenza della tecnica, sulla ricerca plastica della forma e del colore e sull’attenzione all’elegia dei sentimenti e delle cose.
Promossa in parallelo al complesso lavoro di catalogazione delle opere di Morelli affidato dalla famiglia a Riccardo Scotti - che ha necessariamente preso il via dall’inventario delle numerose opere custodite nella Baracca per poi coinvolgere amministrazioni comunali, parrocchie, istituzioni pubbliche e collezionisti privati - l’antologica “Simone Morelli: l’Arte in Baracca” si sviluppa in due sedi espositive: a Bergamo, nell’ex chiesa della Maddalena trovano posto una settantina di opere, mentre al Municipio di Verdello 50 opere rinsaldno il legame con il paese di origine dell’artista.
Ad accompagnare la mostra, il catalogo edito da Grafica & Arte, con contributi di Roberto Invernici, Fernando Noris, Amanzio Possenti e Riccardo Scotti.
Nel 1946, il quattordicenne Simone Morelli era il più giovane allievo iscritto all’Accademia Carrara di Belle Arti guidata da Achille Funi il quale, riconoscendone il talento, due anni dopo lo coopta nella decorazione ad affresco della sala consigliare di Palazzo Frizzoni. Nelle esposizioni annuali degli allievi dell’Accademia, Morelli è ripetutamente premiato e, una volta terminati gli studi, partecipa ad esposizioni collettive e concorsi, dal primo “Premio Dalmine” al premio del Centro San Fedele di Milano.
Poi, il progressivo ritiro, ufficiale ma non esistenziale, nel suo laboratorio-Baracca, per dedicarsi a un’indefessa sperimentazione sulla tecnica e sui materiali da cui nasce una produzione articolatissima e vastissima che spazia tra pittura, scultura, grafica, affresco, ceramica, disegno, graffito, collage.
E’ questo il teatro di un quotidiano corpo a corpo per piegare alle proprie intenzioni poetiche i più disparati materiali artistici: la terra della sabbia e delle colle delle tavole dipinte, le pietre, i sassi, i cementi, l’aria delle velature dei colori acrilici, l’anilina dei ricalchi d’immagini, i liquidi inchiostri dei disegni, matite, carboncini, pastelli a cera, supporti dalla più varia, e non convenzionale provenienza come fogli di riviste, carte da parati, ritagli di calendari, campioni di tappezzerie, cartoni di recupero, frammenti di pubblicità.
E poi la passione per la carta che lo fece diventare negli anni il confidente-consulente più ricercato per i processi di stampa di molti artisti della sua generazione, di quella precedente e delle successive. Senza dimenticare l’intensa produzione di ceramiche, attività erede della sua giovanile esperienza in quel cenacolo-laboratorio di artisti che era stato il gruppo di “Arte Artigianato Orobico”, voluto da Luciano Rumi.
La mostra restituisce questa identità di Morelli sperimentatore permanente: figurativo “novecentesco” all’Accademia, curioso osservatore dell’informale e dell’astratto negli anni ’60, curioso esploratore della Pop Art e, infine, consolidato attore di un ritorno al figurativo, fino agli ultimi tempi quando, impossibilitato a dipingere, si dedicò al disegno con la china producendo migliaia di schizzi.
Vere e prorie icone del suo vissuto di libertà creativa sono i dipinti titolati “Angolo della Baracca” – una personalissima wunderkammer in cui si ammucchiano maschere esotiche, abbozzi di sculture, un orologio fuori uso, l’impronta rossa della mano della figlia, una radiolina a transistor, il ritratto dei genitori, l’effigie di una donna come allegoria della malinconia, attrezzi meccanici, un piatto rovesciato, fotografie di famiglia, un cavallino in ottone sospeso a un filo. C’è il gusto di accatastare un inventario delle cose essenziali da conservare per il lavoro e per la vita che si ritrova anche in opere come il “Carretto con masserizie” e la medesima elegia dell’affettuosa raffigurazione di quell’ometto anziano del “Poeta” che alza un fiore verso le nuvole. E poi gli altri soggetti prediletti: i bambini, le madri, gli anziani, la botanica, i temi sacri e le vedute e i paesaggi, con il suggestivo capitolo dedicato alle scene di archeologia industriale.
08
settembre 2018
Simone Morelli – L’Arte in Baracca
Dall'otto al 23 settembre 2018
arte contemporanea
Location
EX CHIESA DELLA MADDALENA
Bergamo, Via Sant'alessandro, 39d, (Bergamo)
Bergamo, Via Sant'alessandro, 39d, (Bergamo)
Orario di apertura
feriali 16.30 – 19.30; sabato e domenica 10.00 -13.00 / 15.30 – 19.30
Chiuso lunedì
Vernissage
8 Settembre 2018, h 17 - 9 settembre ore 9.30 al Municipio di Verderio
Autore
Curatore