Palazzo Monti è un edificio risalente al 1200, inizialmente di proprietà della famiglia Maggi. In seguito ha ospitato l’Ospedale di Brescia e successivamente fu acquistato prima dalla famiglia Cassago e negli anni Cinquanta dalla famiglia Monti.
Al suo interno custodisce splendidi affreschi neoclassici del 1750, nel cortile un pozzo del 1500 e una fontana di marmo del 1700.

Palazzo Monti Residency Program - lanciato nel Marzo 2017 da Edoardo Monti
dopo 8 anni passati tra New York e Londra - è una residenza per artisti che ha sede all’interno dell'antico Palazzo nel cuore di Brescia.
Il progetto - indipendente da istituzioni e autofinanziato - seleziona artisti di ogni Paese supportati da un team curatoriale internazionale, composto da membri provenienti da New York, Seoul e varie parti d’Italia.
Il programma mette a disposizione degli artisti i suggestivi ambienti del palazzo, nell’ottica di favorire nuove dinamiche di scambio, di confronto e forme di promozione per l’arte contemporanea.

Per la sua seconda edizione, Palazzo Monti Residency Program è lieto di ospitare ‘Represent’, la mostra di fine residenza di Francesco De Prezzo.

Nella sua accezione più letterale, il termine rappresentazione prende il significato di ripresentazione, ossia rendere di nuovo presente. 
Il titolo della mostra Represent fa riferimento sia all'atto del rappresentare e sia al contenuto stesso dell'azione rappresentativa, inteso come immagine che si fa oggetto per essere comunicata a terzi.
I lavori di Francesco De Prezzo (*1994) sono il risultato di un’azione che copia dal vero elementi presi in prestito dall’ambiente circostante e porzioni del suo studio.
I suoi soggetti trasmigrano sulla tela dando vita a riproduzioni fedeli che si interrogano sul rapporto spaziale tra di essi e tra osservatore e oggetto osservato.
A questa prima fase segue un successivo intervento di copertura, attraverso cui le immagini risolvono la loro autenticità mediante un processo di auto-negazione: strati spessi di smalto bianco o di solvente applicati sulle forme finite ne annullano in larga parte la comprensione, preservando l’integrità solo di alcuni frammenti.
Le grosse campiture di colore a rullo che vanno a sovrascrivere l’immagine preesistente - così come il colore sciolto - rendono la tela uno spazio aperto e pieno di possibilità dove nulla sembra mettere in crisi le circostanze del divenire.
De Prezzo ripensa il rapporto tra spazio e dimensione e pone quesiti sulle dinamiche di fruizione dell’opera, fornendone una nuova lettura.
Il suo è un gesto quieto e silenzioso che trasforma l’eloquenza dell’oggetto riprodotto in punto di raccordo tra occultamento e manifestazione. Esso rifugge l’enfasi pittorica, ricercando una naturale conclusione nell’assenza di rumore, la quale appunto maschera svelando. E nel fare questo, invita infine l’osservatore a una muta complicità.