In mostra una collettiva che offre una panoramica sui principali artisti trattati in permanenza dalla Galleria.
Si avrà dunque l’occasione di vedere in un unico allestimento, svincolati da una tematica comune, i paesaggi del francese Henry Maurice Cahours (1889 – 1974), in particolare le suggestive marine dalle tonalità e dalla luce inconfondibili, le nature morte del fiorentino Enzo Faraoni (1920 – 2017), la cui “semplicità” è così intensa da sfociare in un disarmante lirismo e naturalmente i rappresentanti delle scuole di Mosca e San Pietroburgo del cosiddetto Impressionismo sovietico. Saranno esposte le potenti e materiche tele di Georgij Moroz (1937 – 2015), la cui forza espressiva riesce a coniugarsi con un’inaspettata delicatezza poetica, come nella neve dal titolo Pettirossi, le accoglienti atmosfere di Gleb Savinov (1915 – 2000), ben rappresentate da Il racconto della fiaba o Dacia illuminata, e altri lavori dei principali esponenti delle due scuole, tra cui Boris Lavrenko (1920 – 2001) e Aleksej e Sergej Tkacev (rispettivamente 1925 e 1922). Saranno in oltre presenti opere del russo Igor Smekalov (1965), della danese Birgitte Lykke Madsen (1960) e del novarese Andrea Pescio (1972).