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Linda Carrara / Francesco Snote – Restless
Una bi-personale che chiude la rassegna che Rita Urso dedica alla giovane arte italiana. Restless allude all’irriducibile irrequietezza della sostanza, che ognuno dei due artisti interpreta in maniera del tutto personale facendosi portavoce di un diverso sguardo sul “fare arte”.
Comunicato stampa
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RITA URSO artopiagallery è lieta di presentare un doppio progetto espositivo che vede dialogare i lavori di Linda Carrara e Francesco Snote.
I due artisti mettono a confronto le proprie ricerche in una mostra bi-personale allestita su entrambi i piani dello spazio, chiudendo così la rassegna che la galleria ha dedicato alla giovane arte italiana.
Pur con intenzioni ed esiti formali differenti, gli artisti condividono innanzitutto un profondo interesse per la materia – intesa nel suo senso più concreto. Il titolo stesso della mostra, ‘Restless’, allude all’irriducibile irrequietezza della sostanza: chi lavora con i materiali si fa veicolo di un’ incessante trasformazione di stato e di forma, quasi a rinno- vare continuamente la pulsione naturale degli elementi che, infine, assumono forma di opera d’arte. Ciascuno dei due interpreta questa attitudine in maniera del tutto personale, facendosi al tempo stesso portavoce di un modo differente di ‘guardare’ all’atto del fare arte.
Linda Carrara (Bergamo, 1984) esplora le potenzialità della pittura e del disegno su superfici diverse, interro- gando i limiti della bidimensionalità per andare a creare ‘illusioni’ marmoree. La texture del marmo viene riprodotta con un perfetto mimetismo nelle sue serie di disegni a grafite, come è visibile in mostra, oppure con una tecnica pittorica quasi gestuale e fatta di strati velati, che le permette di trasformare la materia pittorica quasi a emulare la metamorfosi naturale della pietra. La compenetrazione tra legno e ‘marmo’ crea un cortocircuito nell’occhio di chi guarda, generando uno scarto visivo e intellettivo di cui la materia è protagonista. Una simile operazione si riscontra nei suoi sassi disegnati su tavole di piccole dimensioni: la figura sembra fluttuare nello spazio, creando nella spettatore l’idea di una reale consistenza spaziale di fatto inesistente. Anche la sua pittura su tela – in cui si ritrovano echi della tradizione europea moderna e contemporanea – è volta a un mimetismo attento, che riproduce elementi vegetali su sfondi monocromatici. La cornice è significativamente montata su piccoli supporti che pog- giano a terra: nelle sue esplorazioni tra bidimensione e tridimensione, Carrara pone l’attenzione sullo spazio che circonda l’opera, a volte invadendolo, e spostando immediatamente la pittura al limite dell’installazione scultorea.
Questa attitudine a esplorare il confine tra dimensioni diverse si ritrova nelle sculture a parete di Franceso Snote (Biella, 1991): al piano inferiore della galleria l’artista presenta un trittico di largo formato, in cui il gesso crea un continuo scarto tra volume e superficie. Sullo sfondo dei tre elementi, una griglia metallica pone delle direttrici di prospettiva: Snote esplora del resto una forma del ‘guardare’ all’arte che recupera larga parte dell’attitudine romantica di fronte al sublime. Nei suoi lavori, la polarità tra spettatore e opera crea - e oltrepassa - una soglia che non è solo quella tra due diverse porzioni di mondo, ma anche quella tra due mondi diversi. La stessa idea si ritrova nella scultura proposta al piano superiore, insieme a una serie di disegni inediti in cui la figura umana, di spalle, si pone di fronte a una dimensione ‘altra’ – mai del tutto raggiungibile per definizione. Un’attitudine che è quasi titanismo, come osserva Michele Bertolino nel testo critico a lui dedicato.
Se dunque per Linda Carrara l’atto del guardare è un ‘vedere da vicino’, quasi al microscopio – nel gesto certosino del riportare il dettaglio sulla superficie, per Snote al contrario la vista assume il respiro immenso dello sguardo rivolto all’infinito, dall’umano verso il cosmico. Ed è in ciascuno di questi due gesti, complementari e opposti, che risiede l’atto stesso del fare arte.
I due artisti mettono a confronto le proprie ricerche in una mostra bi-personale allestita su entrambi i piani dello spazio, chiudendo così la rassegna che la galleria ha dedicato alla giovane arte italiana.
Pur con intenzioni ed esiti formali differenti, gli artisti condividono innanzitutto un profondo interesse per la materia – intesa nel suo senso più concreto. Il titolo stesso della mostra, ‘Restless’, allude all’irriducibile irrequietezza della sostanza: chi lavora con i materiali si fa veicolo di un’ incessante trasformazione di stato e di forma, quasi a rinno- vare continuamente la pulsione naturale degli elementi che, infine, assumono forma di opera d’arte. Ciascuno dei due interpreta questa attitudine in maniera del tutto personale, facendosi al tempo stesso portavoce di un modo differente di ‘guardare’ all’atto del fare arte.
Linda Carrara (Bergamo, 1984) esplora le potenzialità della pittura e del disegno su superfici diverse, interro- gando i limiti della bidimensionalità per andare a creare ‘illusioni’ marmoree. La texture del marmo viene riprodotta con un perfetto mimetismo nelle sue serie di disegni a grafite, come è visibile in mostra, oppure con una tecnica pittorica quasi gestuale e fatta di strati velati, che le permette di trasformare la materia pittorica quasi a emulare la metamorfosi naturale della pietra. La compenetrazione tra legno e ‘marmo’ crea un cortocircuito nell’occhio di chi guarda, generando uno scarto visivo e intellettivo di cui la materia è protagonista. Una simile operazione si riscontra nei suoi sassi disegnati su tavole di piccole dimensioni: la figura sembra fluttuare nello spazio, creando nella spettatore l’idea di una reale consistenza spaziale di fatto inesistente. Anche la sua pittura su tela – in cui si ritrovano echi della tradizione europea moderna e contemporanea – è volta a un mimetismo attento, che riproduce elementi vegetali su sfondi monocromatici. La cornice è significativamente montata su piccoli supporti che pog- giano a terra: nelle sue esplorazioni tra bidimensione e tridimensione, Carrara pone l’attenzione sullo spazio che circonda l’opera, a volte invadendolo, e spostando immediatamente la pittura al limite dell’installazione scultorea.
Questa attitudine a esplorare il confine tra dimensioni diverse si ritrova nelle sculture a parete di Franceso Snote (Biella, 1991): al piano inferiore della galleria l’artista presenta un trittico di largo formato, in cui il gesso crea un continuo scarto tra volume e superficie. Sullo sfondo dei tre elementi, una griglia metallica pone delle direttrici di prospettiva: Snote esplora del resto una forma del ‘guardare’ all’arte che recupera larga parte dell’attitudine romantica di fronte al sublime. Nei suoi lavori, la polarità tra spettatore e opera crea - e oltrepassa - una soglia che non è solo quella tra due diverse porzioni di mondo, ma anche quella tra due mondi diversi. La stessa idea si ritrova nella scultura proposta al piano superiore, insieme a una serie di disegni inediti in cui la figura umana, di spalle, si pone di fronte a una dimensione ‘altra’ – mai del tutto raggiungibile per definizione. Un’attitudine che è quasi titanismo, come osserva Michele Bertolino nel testo critico a lui dedicato.
Se dunque per Linda Carrara l’atto del guardare è un ‘vedere da vicino’, quasi al microscopio – nel gesto certosino del riportare il dettaglio sulla superficie, per Snote al contrario la vista assume il respiro immenso dello sguardo rivolto all’infinito, dall’umano verso il cosmico. Ed è in ciascuno di questi due gesti, complementari e opposti, che risiede l’atto stesso del fare arte.
13
dicembre 2018
Linda Carrara / Francesco Snote – Restless
Dal 13 dicembre 2018 all'otto febbraio 2019
arte contemporanea
Location
ARTOPIA GALLERY
Milano, Via Lazzaro Papi, 2, (Milano)
Milano, Via Lazzaro Papi, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15-19
Vernissage
13 Dicembre 2018, ore 18.30
Autore