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L’altra realtà: le nature morte di Osvaldo Licini
Esito di un percorso di studio, è la prima mostra sulle nature morte di Osvaldo Licini: esposti alcuni dipinti significativi e poco conosciuti – uno, “Fiori”, ritrovato dopo decenni- utili per ricostruire le diverse cifre stilistiche sperimentate dall’artista nella fase figurativa degli anni venti.
Comunicato stampa
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In continuità con l’attività di studio e di approfondimento della conoscenza della figura e dell’opera di Osvaldo Licini, all’indomani della grande mostra monografica sull’artista che si è tenuta alla Fondazione Guggenheim di Venezia, a cura di Luca Massimo Barbero, che ha posto Licini sotto i riflettori della critica e del pubblico internazionale, il Comune di Monte Vidon Corrado e il Centro Studi Osvaldo Licini, con il supporto della Regione Marche e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, organizzano una mostra sulle nature morte di Osvaldo Licini, la prima focalizzata su questo genere che è rimasto escluso dalle importanti mostre dedicate a Licini in questo ultimo decennio.
Il genere della natura morta, svuotato della valenza simbolica attribuitogli dalla tradizione, ha avuto una grande fortuna nel corso del XX secolo e anche Osvaldo Licini nella fase figurativa degli anni venti si è dedicato molto alla natura morta: il catalogo redatto da Marchiori nel 1968 ne comprende 23, inoltre l’artista ha spesso scelto di esporre dipinti su questo tema in occasione di mostre, in particolare di quelle legate al Novecento Italiano.
Questa è la prima esposizione tematica sulla natura morta nel corpus liciniano: sono in mostra alcuni dipinti significativi riguardo al percorso artistico di Licini; un caso particolare è costituito da “Natura morta (fiori)” del 1926, uno delle otto opere di cui l’artista aveva mandato le fotografie a Scheiwiller nel 1929 a corredo del Questionario per la redazione del libro “Art Italien Moderne”. Il dipinto, ritenuto dunque dallo stesso Licini tra quelli più importanti della sua produzione degli anni ’20, era considerato perduto, quindi sono assolutamente rilevanti il ritrovamento e l’esposizione in mostra.
La rassegna costituisce un’eccezionale occasione di vedere alcuni dipinti di grande intensità e poco esposti. È possibile ricostruire le diverse cifre stilistiche – vicine a Cézanne, Van Gogh, De Pisis, al Novecento italiano – sperimentate da Licini nella fase figurativa. Il titolo della mostra fa riferimento a “l’altra realtà” in quanto l’interpretazione che l’artista dà al tema della natura morta è tutt’altro che oggettiva e naturalistica: non una resa meramente visiva ma fortemente interiorizzata, un percorso verso l’astrazione.
Le opere – tranne due, Natura morta con uva del Museo Novecento di Firenze e la grande Natura morta del Comune di Moncalvo – sono di collezione privata.
La mostra è curata da Daniela Simoni, che dal 2007 dirige il Centro Studi Osvaldo Licini, con la collaborazione del comitato scientifico composto da Stefano Bracalente e Nunzio Giustozzi del Centro Studi Licini e da Mattia Patti dell’Università di Pisa.
Accompagna l’esposizione un catalogo ed. Ephemeria con saggi critici sulla natura morta e la ricostruzione del percorso di Licini attraverso questo genere pittorico.
Il genere della natura morta, svuotato della valenza simbolica attribuitogli dalla tradizione, ha avuto una grande fortuna nel corso del XX secolo e anche Osvaldo Licini nella fase figurativa degli anni venti si è dedicato molto alla natura morta: il catalogo redatto da Marchiori nel 1968 ne comprende 23, inoltre l’artista ha spesso scelto di esporre dipinti su questo tema in occasione di mostre, in particolare di quelle legate al Novecento Italiano.
Questa è la prima esposizione tematica sulla natura morta nel corpus liciniano: sono in mostra alcuni dipinti significativi riguardo al percorso artistico di Licini; un caso particolare è costituito da “Natura morta (fiori)” del 1926, uno delle otto opere di cui l’artista aveva mandato le fotografie a Scheiwiller nel 1929 a corredo del Questionario per la redazione del libro “Art Italien Moderne”. Il dipinto, ritenuto dunque dallo stesso Licini tra quelli più importanti della sua produzione degli anni ’20, era considerato perduto, quindi sono assolutamente rilevanti il ritrovamento e l’esposizione in mostra.
La rassegna costituisce un’eccezionale occasione di vedere alcuni dipinti di grande intensità e poco esposti. È possibile ricostruire le diverse cifre stilistiche – vicine a Cézanne, Van Gogh, De Pisis, al Novecento italiano – sperimentate da Licini nella fase figurativa. Il titolo della mostra fa riferimento a “l’altra realtà” in quanto l’interpretazione che l’artista dà al tema della natura morta è tutt’altro che oggettiva e naturalistica: non una resa meramente visiva ma fortemente interiorizzata, un percorso verso l’astrazione.
Le opere – tranne due, Natura morta con uva del Museo Novecento di Firenze e la grande Natura morta del Comune di Moncalvo – sono di collezione privata.
La mostra è curata da Daniela Simoni, che dal 2007 dirige il Centro Studi Osvaldo Licini, con la collaborazione del comitato scientifico composto da Stefano Bracalente e Nunzio Giustozzi del Centro Studi Licini e da Mattia Patti dell’Università di Pisa.
Accompagna l’esposizione un catalogo ed. Ephemeria con saggi critici sulla natura morta e la ricostruzione del percorso di Licini attraverso questo genere pittorico.
20
luglio 2019
L’altra realtà: le nature morte di Osvaldo Licini
Dal 20 luglio al 03 novembre 2019
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO CASA LICINI – CENTRO STUDI OSVALDO LICINI
Monte Vidon Corrado, Corso G.Garibaldi, 3, (Ascoli Piceno)
Monte Vidon Corrado, Corso G.Garibaldi, 3, (Ascoli Piceno)
Biglietti
€ 4 intero e € 3 ridotto (comprensivo della visita della casa museo e del centro studi Licini)
Orario di apertura
21 luglio – 15 agosto venerdì 21-23, sabato e domenica 17-19.30; 16 agosto – 30 settembre sabato e domenica 17-19.30; 1 ottobre – 3 novembre sabato e domenica 16.30-19.
Altri giorni: su prenotazione (per scuole e gruppi) 3349276790
Vernissage
20 Luglio 2019, ore 21
Autore
Curatore