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Enzo Cucchi – be.. be.. be… (all’ombra)
Tutto il progetto concepito per Quarter scaturisce da quel patrimonio di rimandi iconici che include le tradizioni popolari e i grandi apparati simbolici della storia dell’uomo
Comunicato stampa
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L’artista, forzando il suo estro iconografico, identifica la città con lo stesso patrimonio linguistico e formale italiano, che è anche patrimonio europeo e universale. Inoltre, come uno sciamano, intuisce visionariamente elementi iconografici di semplice potenza che appartengono al sostrato storico della città e della stessa terra toscana. Di queste immagini fa un messaggio visivo essenziale eppure capace come un mito o un sogno di parlare immediatamente ad ogni cittadino evocando o confermando ricordi, esperienze, visioni sia personali che collettive.
Su una vasta staccionata, costruita con semplici e primitivi materiali, Cucchi realizzerà una figura sottratta all’immaginario popolare, radunando sulla bidimensionalità della figurazione la tradizione, il suono arcaico, le realtà rurali e quelle intellettualmente inurbate del mondo mediterraneo.
L’immagine di un asino incappucciato da una bandiera italiana campeggerà sulla grande muraglia. L’animale, capace di evocare immaginari e fantasie assai diverse, avrà il ventre tempestato di lampadine accese. Su ogni lampadina sarà impresso un disegno inedito ispirato all’artista dall’inferno dantesco.
All’esterno, sul “sagrato” dello spazio espositivo, Cucchi affronterà la questione dello spazio pubblico, e del ruolo che l’artista può ancora assumere nella definizione del luogo condiviso, con un monumento di centinaia di lampadine. Una corona luminosa in cui ogni bulbo recherà impresso un disegno idealmente pensato per Firenze, per gli scenari idilliaci delle sue campagne, per certe atmosfere un po’ necrofile sfumate nelle chiese, nei cimiteri monumentali e in quelli bucolici, nelle aspre contraddizioni che caratterizzano la storia della città.
Tutto il progetto concepito per Quarter, quindi, scaturisce da quel patrimonio di rimandi iconici che include le tradizioni popolari e i grandi apparati simbolici della storia dell’uomo. La cultura cui fa riferimento Cucchi percorre le vie arcaiche del simbolo e delle sue proliferazioni, dall’ombra primitiva e insondabile in cui sorgono le immagini, al loro ritorno nelle diverse temperie storiche e antropologiche.
Quello adottato da Cucchi è un linguaggio che si muove in una dimensione sovrastorica, ed è il tramite per la rappresentazione di valori e immagini legati all’antichità mediterranea: dalle civiltà megalitiche alla cultura dell’ulivo.
Enzo Cucchi esordisce come poeta nella metà degli anni Settanta, in seguito, con l’immersione negli ambienti artistici capitolini di quegli anni, torna al suo originario interesse per la pittura. Da allora (è del 1977 il suo debutto nel mondo delle gallerie d’arte) non ha mai tralasciato di osservare le sperimentazioni in corso, traducendo in un alfabeto personalissimo i molti orizzonti cui guardavano le ricerche di quegli anni. Enzo Cucchi è uno degli esponenti della Transavaguardia, il movimento teorizzato da Achille Bonito Oliva e consacrato nella mostra ‘Aperto’ alla Biennale di Venezia del 1980. Con la Transavaguardia si supera il principio di avanguardia e si radicalizza l’opposizione alla configurazione degli stili e degli schieramenti ideologici e concettuali imposti alle pratiche dell’arte. Su questa linea si è sempre mosso Enzo Cucchi, adottando nel ritorno alla figurazione svariati stimoli culturali e sperimentali e riconducendoli alla prospettiva della sua visione, che è moderna e primitiva ad un tempo. Cucchi è stato in primo piano nell’ambito delle grandi rassegne internazionali, a Venezia, a Kassel, a Berlino, e protagonista di mostre personali e collettive in tutto il mondo, da Basilea a New York, da Amsterdam a San Paolo del Brasile, dal Guggenheim di Bilbao al Castello di Rivoli. Le sue opere si trovano nelle maggiori collezioni museali del mondo e nelle più prestigiose collezioni private nazionali e internazionali. Cucchi ha sempre dedicato particolare attenzione ai cataloghi che accompagnano le sue mostre realizzando una collezione di libri d’artista che sono stati anche protagonisti di mostre: al museo di Capodimonte a Napoli e all’Albertina di Vienna.
Su una vasta staccionata, costruita con semplici e primitivi materiali, Cucchi realizzerà una figura sottratta all’immaginario popolare, radunando sulla bidimensionalità della figurazione la tradizione, il suono arcaico, le realtà rurali e quelle intellettualmente inurbate del mondo mediterraneo.
L’immagine di un asino incappucciato da una bandiera italiana campeggerà sulla grande muraglia. L’animale, capace di evocare immaginari e fantasie assai diverse, avrà il ventre tempestato di lampadine accese. Su ogni lampadina sarà impresso un disegno inedito ispirato all’artista dall’inferno dantesco.
All’esterno, sul “sagrato” dello spazio espositivo, Cucchi affronterà la questione dello spazio pubblico, e del ruolo che l’artista può ancora assumere nella definizione del luogo condiviso, con un monumento di centinaia di lampadine. Una corona luminosa in cui ogni bulbo recherà impresso un disegno idealmente pensato per Firenze, per gli scenari idilliaci delle sue campagne, per certe atmosfere un po’ necrofile sfumate nelle chiese, nei cimiteri monumentali e in quelli bucolici, nelle aspre contraddizioni che caratterizzano la storia della città.
Tutto il progetto concepito per Quarter, quindi, scaturisce da quel patrimonio di rimandi iconici che include le tradizioni popolari e i grandi apparati simbolici della storia dell’uomo. La cultura cui fa riferimento Cucchi percorre le vie arcaiche del simbolo e delle sue proliferazioni, dall’ombra primitiva e insondabile in cui sorgono le immagini, al loro ritorno nelle diverse temperie storiche e antropologiche.
Quello adottato da Cucchi è un linguaggio che si muove in una dimensione sovrastorica, ed è il tramite per la rappresentazione di valori e immagini legati all’antichità mediterranea: dalle civiltà megalitiche alla cultura dell’ulivo.
Enzo Cucchi esordisce come poeta nella metà degli anni Settanta, in seguito, con l’immersione negli ambienti artistici capitolini di quegli anni, torna al suo originario interesse per la pittura. Da allora (è del 1977 il suo debutto nel mondo delle gallerie d’arte) non ha mai tralasciato di osservare le sperimentazioni in corso, traducendo in un alfabeto personalissimo i molti orizzonti cui guardavano le ricerche di quegli anni. Enzo Cucchi è uno degli esponenti della Transavaguardia, il movimento teorizzato da Achille Bonito Oliva e consacrato nella mostra ‘Aperto’ alla Biennale di Venezia del 1980. Con la Transavaguardia si supera il principio di avanguardia e si radicalizza l’opposizione alla configurazione degli stili e degli schieramenti ideologici e concettuali imposti alle pratiche dell’arte. Su questa linea si è sempre mosso Enzo Cucchi, adottando nel ritorno alla figurazione svariati stimoli culturali e sperimentali e riconducendoli alla prospettiva della sua visione, che è moderna e primitiva ad un tempo. Cucchi è stato in primo piano nell’ambito delle grandi rassegne internazionali, a Venezia, a Kassel, a Berlino, e protagonista di mostre personali e collettive in tutto il mondo, da Basilea a New York, da Amsterdam a San Paolo del Brasile, dal Guggenheim di Bilbao al Castello di Rivoli. Le sue opere si trovano nelle maggiori collezioni museali del mondo e nelle più prestigiose collezioni private nazionali e internazionali. Cucchi ha sempre dedicato particolare attenzione ai cataloghi che accompagnano le sue mostre realizzando una collezione di libri d’artista che sono stati anche protagonisti di mostre: al museo di Capodimonte a Napoli e all’Albertina di Vienna.
14
maggio 2005
Enzo Cucchi – be.. be.. be… (all’ombra)
Dal 14 maggio al 17 luglio 2005
arte contemporanea
Location
QUARTER – CENTRO PRODUZIONE ARTE
Firenze, Viale Donato Giannotti, 81, (Firenze)
Firenze, Viale Donato Giannotti, 81, (Firenze)
Orario di apertura
tutti i giorni, escluso il lunedì, 15-20
Vernissage
14 Maggio 2005, ore 18
Ufficio stampa
DAVIS & CO.
Ufficio stampa
STUDIO ESTER DI LEO
Autore
Curatore