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Robert Doisneau – «l’amore è …»
119 fotografie in bianco e nero che raccontano una Parigi splendida e inconsueta lontano dalle mode e dalle pubblicità
Comunicato stampa
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Il Comune di Milano - Assessorato Cultura e Musei - e Federico Motta Editore, presentano una mostra dedicata al grande fotografo francese.
119 fotografie in bianco e nero che raccontano una Parigi splendida e inconsueta lontano dalle mode e dalle pubblicità. La città della gente comune, della periferia, degli affetti e dei piccoli accadimenti privati.
La mostra si colloca all’interno di Estate Fotografia Milano 2005.
"Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere."
(Robert Doisneau)
L’amore è…innanzitutto “soggetto”, ancora più speciale se si colloca in un luogo privilegiato e splendido come Parigi. È proprio nei sobborghi della capitale francese che Robert Doisneau nasce nel 1912, un luogo che segnerà profondamente la sua estetica e il suo modo di guardare alla realtà.
Negli anni Trenta sceglie quale sarà la sua strada decidendo di donare valore e dignità alla fotografia svincolandola da un carattere meramente professionale e occupandosi di quei soggetti che non interessano a nessuno. Abbandona i suoi committenti di allora che si chiamavano Renault, Vogue, ecc. e inizia nel 1946 la sua collaborazione con l’agenzia Rapho che durerà tutta la vita.
Soggetto privilegiato del maestro: Parigi e i parigini. Gli scatti di Doisneau sono dominati da una forte carica sentimentale. Per questo viene ancora oggi considerato come il maggior rappresentante della cosiddetta fotografia umanista, ossia quel tipo di sensibilità che pone l’accento sulla condizione dell’uomo nella società.
Lo stile di Doisneau segna la storia della fotografia. Come lui stesso afferma, lo scatto è prima di tutto un bisogno privato, un “desiderio di registrare”. E le immagini “sono spesso la continuazione di un sogno”. Il tempo, il suo dilatarsi e il suo improvviso fissarsi è, insieme all’istinto, una delle note dominanti del suo lavoro di “pescatore di immagini”, come lui poeticamente amava definirsi.
La mostra presenta 119 immagini in bianco e nero di vario formato, di cui il celebre Bacio dell’Hôtel de Ville del 1950, una tra le foto più conosciute in assoluto, rappresenta l’immagine guida della comunicazione. Ritenuta per anni uno scatto spontaneo dell’autore, attento osservatore della vita quotidiana parigina del secondo dopoguerra, è stata il risultato dell’incontro del maestro con una giovane coppia di innamorati al caffè Villars.
Robert Doisneau nasce nel 1912 a Gentilly nella periferia parigina di cui diverrà poeta e cantore. Già durante gli anni Trenta, Doisneau è impegnato a documentare la vita della banlieue e dei suoi abitanti, il rapporto inscindibile tra l’ambiente e l’uomo, sui quali il suo sguardo si sofferma con eguale tenerezza.
Entrato a far parte dell’agenzia fotografica Rapho, nel 1946 lavora con Blaise Cendrars al suo primo libro, La banlieue de Paris (1949). Nello stesso periodo incontra Jacques Prévert. Sempre nel 1949 gli viene assegnato il premio Kodak.
L’occupazione tedesca della città segna la produzione di Doisneau durante la guerra, mentre i decenni successivi lo vedono spaziare dai servizi per “Life” e “ Vogue” ai ritratti di artisti (Queneau, Cendrars, Picasso, Braque), alla testimonianza dei grandi cambiamenti, come la distruzione di Les Halles. Nel 1956 vince il premio Niepce.
La fine degli anni Settanta riporta Doisneau alla sua periferia. Di particolare interesse è, a tale proposito, il vasto studio a colori, svolto nel 1984 nell’ambito del progetto sul paesaggio della D.A.T.A.R., sulla periferia e le nuove città della regione parigina.
Robert Doisneau è morto nell’aprile del 1994.
Robert Doisneau fotografo dell’agenzia Rapho è rappresentato in esclusiva per l’Italia dall’agenzia Grazia Neri © Rapho/Grazia Neri
___________________________________________
Robert Doisneau
testo di Agnès de Gouvion Saint-Cyr
Nato nel 1912 a Gentilly, vicino a Parigi, Robert Doisneau iniziò a dedicarsi alla fotografia nel 1929. Vedeva in quest’arte la possibilità di fissare, durante le sue passeggiate, la vita parigina. Come fotografo professionista debutta nel 1934 alla Renault, di cui è il fotografo aziendale e pubblicitario. Nel 1939 diventa fotogiornalista ma viene presto arruolato nell’esercito francese allo scoppio della guerra e poi entra nella resistenza. Nel 1949 inizia a lavorare per “Vogue”, entrando così in contatto con l’alta società.
Ma la fama di Doisneau è legata alle foto di strada, numerose istantanee ricche di umorismo o malinconia sulla vita delle periferie. Alcune di queste immagini sono diventate famosissime icone della vita francese, esempio su tutte Le baiser devant l’Hotel de Ville. Nel 1951 espone al Museum of Modern Art di New York, con Brassaï, Willy Ronis e Izis, Come Brassaï, Doisneau ama passeggiare nella Parigi notturna e fotografare le classi popolari e gli ambienti ai margini della società. Temi ricorrenti della sua opera sono i bambini, la periferia, gli umili, l’insolito, la solitudine.
Il volume presenta un’ampia antologica del lavoro di Robert Doisneau, raccogliendo, tra le altre, le sue fotografie più conosciute. Il testo di Agnès de Gouvion Saint-Cyr illustra con gusto impressionistico la figura del fotografo, la sua vita, le esperienze, i contatti e le conoscenze che ne hanno influenzato l’opera. Riaffiorano così, attraverso le foto giovanili del 1930 come Ammasso di selci o Manifesti, i vagabondaggi di Doisneau per le strade di Parigi e della sua periferia; sfilano i bimbi fragili e schiacciati dalla città di I piedi sul muro, La porta dei pioppi, I fratelli e I bambini con il latte. Scorrono gli anni della seconda guerra mondiale, con i simboli inequivocabili della miseria umana di Viaggiatori senza bagaglio, Il cavallo caduto, o Canaletto in piena. Nel dopoguerra è la volta del reportage che si allontana gradualmente dalla dimensione personale per tendere all’universale, come nel Bambino-farfalla o in “Au bon coin”. In questi anni il fotografo tenterà anche una nuova strada: realizzare fotografie preparate, messe cioè in scena a tavolino, come nel caso di Stretta intimità, La fuga degli sposi, I tatuati, o del celeberrimo Bacio dell’ Hôtel de Ville realizzato per “Life”. Negli anni Cinquanta, Doisneau rivela un’inaspettata corda umoristica di sapore evocativo e narrativo: ecco i piccoli mondi perduti di Monsieur Georges e Riton, L’Inferno, Mademoiselle Anita e L’ultimo valzer del 14 luglio. Arrivano gli anni Sessanta e portano il trionfo della televisione che minaccia la fortuna della fotografia: Doisneau, dopo una pausa, tornerà a difendere la memoria dell’istante con Bacio a tempo di valzer o Ballo dal barone de l’Espée, foto scattate per isolare un gesto o evidenziare un momento. Doisneau poeta e Doisneau cineasta, Doisneau umorista e Doisneau umanista, Doisneau cantore degli umili e Doisneau fotografo di moda: tanti aspetti indissolubili di un unico uomo, che riscopriamo tratteggiato con sorprendente nitidezza in queste pagine.
Biografia
Nato a Gentilly nel 1912, Robert Doisneau cresce in quella periferia parigina di cui diverrà poeta e cantore. Già durante gli anni Trenta Doisneau è impegnato a documentare la vita della banlieue e dei suoi abitanti, il rapporto inscindibile tra l’ambiente e l’uomo, sui quali il suo sguardo si sofferma con eguale tenerezza.
Entrato a far parte dell’agenzia fotografica Rapho, nel 1946 lavora con Blaise Cendrars al suo primo libro, La banlieue de Paris (1949). Nello stesso periodo incontra Jacques Prévert.
L’occupazione tedesca della città segna la produzione di Doisneau durante la guerra, mentre i decenni successivi lo vedono spaziare dai servizi per “Life” e “ Vogue” ai ritratti di artisti (Queneau, Cendrars, Picasso, Braque), alla testimonianza dei grandi cambiamenti, come la distruzione di Les Halles, che il centro di Parigi subisce nell’adattarsi alle esigenze della città moderna.
La fine degli anni Settanta riporta invece Doisneau alla sua periferia. Di particolare interesse è, a tale proposito, il vasto studio a colori, svolto nel 1984 nell’ambito del progetto sul paesaggio della D.A.T.A.R., sulla periferia e le nuove città della regione parigina.
Robert Doisneau è morto nell’aprile del 1994.
Dati tecnici:
Formato: 25,5 x 28,5
Pagine: 120
Illustrazioni: 90 bicromie
Confezione: cartonato con sovraccoperta
ISBN: 88-7179-291-2
Prezzo: € 46,48
119 fotografie in bianco e nero che raccontano una Parigi splendida e inconsueta lontano dalle mode e dalle pubblicità. La città della gente comune, della periferia, degli affetti e dei piccoli accadimenti privati.
La mostra si colloca all’interno di Estate Fotografia Milano 2005.
"Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere."
(Robert Doisneau)
L’amore è…innanzitutto “soggetto”, ancora più speciale se si colloca in un luogo privilegiato e splendido come Parigi. È proprio nei sobborghi della capitale francese che Robert Doisneau nasce nel 1912, un luogo che segnerà profondamente la sua estetica e il suo modo di guardare alla realtà.
Negli anni Trenta sceglie quale sarà la sua strada decidendo di donare valore e dignità alla fotografia svincolandola da un carattere meramente professionale e occupandosi di quei soggetti che non interessano a nessuno. Abbandona i suoi committenti di allora che si chiamavano Renault, Vogue, ecc. e inizia nel 1946 la sua collaborazione con l’agenzia Rapho che durerà tutta la vita.
Soggetto privilegiato del maestro: Parigi e i parigini. Gli scatti di Doisneau sono dominati da una forte carica sentimentale. Per questo viene ancora oggi considerato come il maggior rappresentante della cosiddetta fotografia umanista, ossia quel tipo di sensibilità che pone l’accento sulla condizione dell’uomo nella società.
Lo stile di Doisneau segna la storia della fotografia. Come lui stesso afferma, lo scatto è prima di tutto un bisogno privato, un “desiderio di registrare”. E le immagini “sono spesso la continuazione di un sogno”. Il tempo, il suo dilatarsi e il suo improvviso fissarsi è, insieme all’istinto, una delle note dominanti del suo lavoro di “pescatore di immagini”, come lui poeticamente amava definirsi.
La mostra presenta 119 immagini in bianco e nero di vario formato, di cui il celebre Bacio dell’Hôtel de Ville del 1950, una tra le foto più conosciute in assoluto, rappresenta l’immagine guida della comunicazione. Ritenuta per anni uno scatto spontaneo dell’autore, attento osservatore della vita quotidiana parigina del secondo dopoguerra, è stata il risultato dell’incontro del maestro con una giovane coppia di innamorati al caffè Villars.
Robert Doisneau nasce nel 1912 a Gentilly nella periferia parigina di cui diverrà poeta e cantore. Già durante gli anni Trenta, Doisneau è impegnato a documentare la vita della banlieue e dei suoi abitanti, il rapporto inscindibile tra l’ambiente e l’uomo, sui quali il suo sguardo si sofferma con eguale tenerezza.
Entrato a far parte dell’agenzia fotografica Rapho, nel 1946 lavora con Blaise Cendrars al suo primo libro, La banlieue de Paris (1949). Nello stesso periodo incontra Jacques Prévert. Sempre nel 1949 gli viene assegnato il premio Kodak.
L’occupazione tedesca della città segna la produzione di Doisneau durante la guerra, mentre i decenni successivi lo vedono spaziare dai servizi per “Life” e “ Vogue” ai ritratti di artisti (Queneau, Cendrars, Picasso, Braque), alla testimonianza dei grandi cambiamenti, come la distruzione di Les Halles. Nel 1956 vince il premio Niepce.
La fine degli anni Settanta riporta Doisneau alla sua periferia. Di particolare interesse è, a tale proposito, il vasto studio a colori, svolto nel 1984 nell’ambito del progetto sul paesaggio della D.A.T.A.R., sulla periferia e le nuove città della regione parigina.
Robert Doisneau è morto nell’aprile del 1994.
Robert Doisneau fotografo dell’agenzia Rapho è rappresentato in esclusiva per l’Italia dall’agenzia Grazia Neri © Rapho/Grazia Neri
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Robert Doisneau
testo di Agnès de Gouvion Saint-Cyr
Nato nel 1912 a Gentilly, vicino a Parigi, Robert Doisneau iniziò a dedicarsi alla fotografia nel 1929. Vedeva in quest’arte la possibilità di fissare, durante le sue passeggiate, la vita parigina. Come fotografo professionista debutta nel 1934 alla Renault, di cui è il fotografo aziendale e pubblicitario. Nel 1939 diventa fotogiornalista ma viene presto arruolato nell’esercito francese allo scoppio della guerra e poi entra nella resistenza. Nel 1949 inizia a lavorare per “Vogue”, entrando così in contatto con l’alta società.
Ma la fama di Doisneau è legata alle foto di strada, numerose istantanee ricche di umorismo o malinconia sulla vita delle periferie. Alcune di queste immagini sono diventate famosissime icone della vita francese, esempio su tutte Le baiser devant l’Hotel de Ville. Nel 1951 espone al Museum of Modern Art di New York, con Brassaï, Willy Ronis e Izis, Come Brassaï, Doisneau ama passeggiare nella Parigi notturna e fotografare le classi popolari e gli ambienti ai margini della società. Temi ricorrenti della sua opera sono i bambini, la periferia, gli umili, l’insolito, la solitudine.
Il volume presenta un’ampia antologica del lavoro di Robert Doisneau, raccogliendo, tra le altre, le sue fotografie più conosciute. Il testo di Agnès de Gouvion Saint-Cyr illustra con gusto impressionistico la figura del fotografo, la sua vita, le esperienze, i contatti e le conoscenze che ne hanno influenzato l’opera. Riaffiorano così, attraverso le foto giovanili del 1930 come Ammasso di selci o Manifesti, i vagabondaggi di Doisneau per le strade di Parigi e della sua periferia; sfilano i bimbi fragili e schiacciati dalla città di I piedi sul muro, La porta dei pioppi, I fratelli e I bambini con il latte. Scorrono gli anni della seconda guerra mondiale, con i simboli inequivocabili della miseria umana di Viaggiatori senza bagaglio, Il cavallo caduto, o Canaletto in piena. Nel dopoguerra è la volta del reportage che si allontana gradualmente dalla dimensione personale per tendere all’universale, come nel Bambino-farfalla o in “Au bon coin”. In questi anni il fotografo tenterà anche una nuova strada: realizzare fotografie preparate, messe cioè in scena a tavolino, come nel caso di Stretta intimità, La fuga degli sposi, I tatuati, o del celeberrimo Bacio dell’ Hôtel de Ville realizzato per “Life”. Negli anni Cinquanta, Doisneau rivela un’inaspettata corda umoristica di sapore evocativo e narrativo: ecco i piccoli mondi perduti di Monsieur Georges e Riton, L’Inferno, Mademoiselle Anita e L’ultimo valzer del 14 luglio. Arrivano gli anni Sessanta e portano il trionfo della televisione che minaccia la fortuna della fotografia: Doisneau, dopo una pausa, tornerà a difendere la memoria dell’istante con Bacio a tempo di valzer o Ballo dal barone de l’Espée, foto scattate per isolare un gesto o evidenziare un momento. Doisneau poeta e Doisneau cineasta, Doisneau umorista e Doisneau umanista, Doisneau cantore degli umili e Doisneau fotografo di moda: tanti aspetti indissolubili di un unico uomo, che riscopriamo tratteggiato con sorprendente nitidezza in queste pagine.
Biografia
Nato a Gentilly nel 1912, Robert Doisneau cresce in quella periferia parigina di cui diverrà poeta e cantore. Già durante gli anni Trenta Doisneau è impegnato a documentare la vita della banlieue e dei suoi abitanti, il rapporto inscindibile tra l’ambiente e l’uomo, sui quali il suo sguardo si sofferma con eguale tenerezza.
Entrato a far parte dell’agenzia fotografica Rapho, nel 1946 lavora con Blaise Cendrars al suo primo libro, La banlieue de Paris (1949). Nello stesso periodo incontra Jacques Prévert.
L’occupazione tedesca della città segna la produzione di Doisneau durante la guerra, mentre i decenni successivi lo vedono spaziare dai servizi per “Life” e “ Vogue” ai ritratti di artisti (Queneau, Cendrars, Picasso, Braque), alla testimonianza dei grandi cambiamenti, come la distruzione di Les Halles, che il centro di Parigi subisce nell’adattarsi alle esigenze della città moderna.
La fine degli anni Settanta riporta invece Doisneau alla sua periferia. Di particolare interesse è, a tale proposito, il vasto studio a colori, svolto nel 1984 nell’ambito del progetto sul paesaggio della D.A.T.A.R., sulla periferia e le nuove città della regione parigina.
Robert Doisneau è morto nell’aprile del 1994.
Dati tecnici:
Formato: 25,5 x 28,5
Pagine: 120
Illustrazioni: 90 bicromie
Confezione: cartonato con sovraccoperta
ISBN: 88-7179-291-2
Prezzo: € 46,48
15
giugno 2005
Robert Doisneau – «l’amore è …»
Dal 15 giugno al 25 settembre 2005
fotografia
Location
PALAZZO REALE DI MILANO
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Biglietti
Intero 8 euro; ridotto 6 euro
Orario di apertura
Martedì - domenica dalle ore 9.30 alle ore 20.00; Giovedì dalle ore 9.30 alle ore 22.30; Lunedì chiuso
Vernissage
15 Giugno 2005, ore 18
Editore
24 ORE CULTURA
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