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Maurizio Mochetti
La mostra si svilupperà al piano terra della galleria: da Baka con punti laser, (1976) 2005 a Bluebird CN7 (1996) 2002
Comunicato stampa
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La galleria Giò Marconi il 7 ottobre prossimo inaugurerà una nuova mostra dell’artista Maurizio Mochetti.
La mostra si svilupperà al piano terra della galleria. All’entrata, volgendo lo sguardo verso l’alto potremo ammirare Baka con punti laser, (1976) 2005 [ la data tra parentesi indica la data di progettazione dell’opera, l’altra quella di realizzazione ]. Un aereo è come sospeso in volo; il prolungamento immaginario dell'asse dell'aereo nelle due direzioni opposte è visualizzato da un raggio di luce laser che congiunge idealmente gli ambienti in cui si articolano le altre installazioni presentate dall’artista.
Nell’ala sinistra della galleria troveremo Pinguini (1987) 2005: sette aerei-razzo Bachem Natter BA 349 B-1944 in scala 1:6 sono camuffati in altrettanti modi differenti. Gli aerei sono poggiati sul pavimento dello spazio, in posizione verticale, con il muso rivolto verso l'alto secondo un ordine casuale. L’opera fa parte di una serie di lavori in cui Mochetti ha utilizzato questo aereo come supporto. Gli aerei sono camuffati con il metodo gestaltico. Tale metodo, al contrario del naturalistico, che tende a confondere l’oggetto con l’ambiente, è un sistema che utilizza forme geometriche colorate con contorni netti e che tende a rompere la forma dell’aereo stesso. Il Bachem Natter è stato costruito dalla Luftwaffe alla fine della seconda guerra mondiale e Mochetti, con questa installazione, ipotizza in maniera ironica i possibili sviluppi della scienza gestaltica se la guerra fosse continuata. Al di là dell’aspetto ludico, elemento irrinunciabile dell’opera dell’artista, tale installazione ripropone uno dei temi centrali della problematica mochettiana: la decodificazione dei significati attraverso lo scardinamento delle nostre capacità percettive.
Negli ambienti situati nell’ala opposta della galleria il nostro sguardo verrà ipnoticamente catturato dalle asimmetriche velocità di un punto di luce laser che corre in trasparenza sul bordo esterno di forme installate sulle pareti e realizzate con materiale opalescente, Forme piene e laser (1987) 2005.
Verremo, quindi, risvegliati dallo stato di trance dall’inatteso rumore di un motore elettrico: un aereo Gee Bee R1 Racer del 1932 è vincolato ad un punto fisso tramite dei sottili cavi. Secondo uno schema del tutto casuale, il Gee Bee tenta di decollare ma viene trattenuto dai cavi. La durata di accensione del motore è altrettanto casuale ed imprevedibile, Gee Bee (1983) 2004.
Proseguendo questo insolito viaggio attraverso acustiche atmosfere approderemo, infine, nella dimensione tutta mochettiana del movimento-antimovimento, in cui il moto e la stasi coincidono nell’eterna infinità dello spazio. E’ lì che ci imbatteremo in Bluebird CN7 (1996) 2002: un’automobile da record Bluebird, con motore a getto, è posta nello spazio. Il motore è acceso, l'auto è ferma, il paracadute di frenata è aperto. Si tratta del prototipo realizzato dall’artista nel 2002 per lo studio dell’opera presentata in occasione della mostra antologica che si è tenuta presso il Palazzo Ducale di Sassuolo nel 2003 ed attualmente esposta permanentemente presso la Sala Maggiore del Palazzo Ducale stesso.
Il prototipo misura 1,40 m di lunghezza, 2,80 m con il paracadute aperto, mentre l’opera misura 6 m di lunghezza, 12 m con il paracadute aperto. “ Una cristallizzazione stupefacente che tende a sconfiggere la sedentarietà dell’arte per renderla continuamente migrante” *.
In occasione della mostra e per tutta la durata della stessa sarà proiettato il filmato Maurizio Mochetti. Bluebird CN7. Il filmato, diretto da Bianca Casadei, documenta la creazione dell´opera che si è protratta dal settembre del 2002 al settembre del 2003 e verrà presentato ufficialmente al Palazzo Ducale di Sassuolo il 23 settembre 2005, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2005.
* G. Celant, "Maurizio Mochetti: freccia, arciere e bersaglio", in Maurizio Mochetti, a cura di G. Celant e F. Trevisani, Skira, Milano, 2003, p. 8.
BIOGRAFIA MAURIZIO MOCHETTI
Maurizio Mochetti nasce nel 1940 a Roma dove vive e lavora. Sempre a Roma frequenta il Liceo Artistico e poi l'Accademia di Belle Arti. A partire dal 1964 l'interesse di Mochetti è orientato verso la luce intesa nella sua fisicità,come materia, senza alcun significato simbolico o mistico. Nel 1965 realizza Raggio di sole : sulla parete di uno spazio viene praticato un foro attraverso il quale penetra un raggio di sole che é reso visibile dal pulviscolo atmosferico mantenuto in sospensione tramite un sistema di ventilazione forzata. Il raggio di sole si sposta nel tempo: é "una retta di fotoni in movimento", come dichiarerà Mochetti in diverse interviste. Nel 1968 esordisce sul palcoscenico artistico romano con la sua prima esposizione personale a Roma, all’ormai storica Galleria "La Salita": espone 10 progetti. Per l’artista, infatti, "l'opera d'arte é l'idea, il progetto", mentre "la tecnologia è uno strumento che mi consente di realizzare opere sempre più vicine all'idea:in questo senso l'opera d'arte é perfettibile". Nel 1969 Mochetti vince il I premio Pascali a Polignano a Mare e nello stesso anno vince il premio scultura alla VI Biennale di Parigi. Nel 1970 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia cui seguiranno quelle del 1978,1982, 1986, 1988, 1997. Inoltre, sin dai primi anni '70 l’artista si affaccia sul panorama internazionale, esponendo,fra l'altro, allo Stedelijk Van Abbemuseum di Eindhooven in Olanda (1975), allo Stadtische Kunsthalle di Dusseldorf in Germania (1978), al Forum Kunst di Rottweil sempre in Germania (1982),al Museo Alvar Aalto in Finlandia (1985). Nel 1976 partecipa alla Biennale di Sidney, mentre nel 1991 é presente alla Biennale Internazionale di Nagoya in Giappone. Nel 1993 Mochetti partecipa alla mostra collettiva “Three Artistic Generations in Contemporary Italy” presso il Tel Aviv Museum of Art e nel 1998 viene designato a rappresentare l’Italia in occasione della XXIV Biennale di San Paolo del Brasile. Nel 1997 installa l’opera permanente “Arco laser” nel Parco di Scultura di Villa Glori a Roma. Nel 1999 partecipa alla mostra “Arte Futura. Opere e progetti del centro per le arti contemporanee a Roma” presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Nel 2000 tiene una mostra personale dal titolo Elica Infinita nei suggestivi ambienti del Centro Cultural del Conde Duque di Madrid. Partecipa ad importanti esposizioni collettive, tra cui: Vitalità del negativo nell’arte italiana:1960/70 (Roma, 1970), Linee della ricerca artistica in Italia: 1960/1980 (Roma, 1981); Arte italiana 1960-’82 (Londra, 1982); La otra escultura (Madrid, 1990): Roma anni ‘60 (Roma,1990), The Italian Metamorphosis (New York, 1994); Arte italiana: ultimi quarant’anni (Bologna, 1997); Minimalia. Da Giacomo Balla a.... (Venezia, 1997 - Roma, 1998). Infine, nel 2003 viene dedicata a Mochetti un’ ampia mostra antologica da uno spazio museale italiano, il Palazzo Ducale di Sassuolo.
A cura di Bianca Maria Casadei
La mostra si svilupperà al piano terra della galleria. All’entrata, volgendo lo sguardo verso l’alto potremo ammirare Baka con punti laser, (1976) 2005 [ la data tra parentesi indica la data di progettazione dell’opera, l’altra quella di realizzazione ]. Un aereo è come sospeso in volo; il prolungamento immaginario dell'asse dell'aereo nelle due direzioni opposte è visualizzato da un raggio di luce laser che congiunge idealmente gli ambienti in cui si articolano le altre installazioni presentate dall’artista.
Nell’ala sinistra della galleria troveremo Pinguini (1987) 2005: sette aerei-razzo Bachem Natter BA 349 B-1944 in scala 1:6 sono camuffati in altrettanti modi differenti. Gli aerei sono poggiati sul pavimento dello spazio, in posizione verticale, con il muso rivolto verso l'alto secondo un ordine casuale. L’opera fa parte di una serie di lavori in cui Mochetti ha utilizzato questo aereo come supporto. Gli aerei sono camuffati con il metodo gestaltico. Tale metodo, al contrario del naturalistico, che tende a confondere l’oggetto con l’ambiente, è un sistema che utilizza forme geometriche colorate con contorni netti e che tende a rompere la forma dell’aereo stesso. Il Bachem Natter è stato costruito dalla Luftwaffe alla fine della seconda guerra mondiale e Mochetti, con questa installazione, ipotizza in maniera ironica i possibili sviluppi della scienza gestaltica se la guerra fosse continuata. Al di là dell’aspetto ludico, elemento irrinunciabile dell’opera dell’artista, tale installazione ripropone uno dei temi centrali della problematica mochettiana: la decodificazione dei significati attraverso lo scardinamento delle nostre capacità percettive.
Negli ambienti situati nell’ala opposta della galleria il nostro sguardo verrà ipnoticamente catturato dalle asimmetriche velocità di un punto di luce laser che corre in trasparenza sul bordo esterno di forme installate sulle pareti e realizzate con materiale opalescente, Forme piene e laser (1987) 2005.
Verremo, quindi, risvegliati dallo stato di trance dall’inatteso rumore di un motore elettrico: un aereo Gee Bee R1 Racer del 1932 è vincolato ad un punto fisso tramite dei sottili cavi. Secondo uno schema del tutto casuale, il Gee Bee tenta di decollare ma viene trattenuto dai cavi. La durata di accensione del motore è altrettanto casuale ed imprevedibile, Gee Bee (1983) 2004.
Proseguendo questo insolito viaggio attraverso acustiche atmosfere approderemo, infine, nella dimensione tutta mochettiana del movimento-antimovimento, in cui il moto e la stasi coincidono nell’eterna infinità dello spazio. E’ lì che ci imbatteremo in Bluebird CN7 (1996) 2002: un’automobile da record Bluebird, con motore a getto, è posta nello spazio. Il motore è acceso, l'auto è ferma, il paracadute di frenata è aperto. Si tratta del prototipo realizzato dall’artista nel 2002 per lo studio dell’opera presentata in occasione della mostra antologica che si è tenuta presso il Palazzo Ducale di Sassuolo nel 2003 ed attualmente esposta permanentemente presso la Sala Maggiore del Palazzo Ducale stesso.
Il prototipo misura 1,40 m di lunghezza, 2,80 m con il paracadute aperto, mentre l’opera misura 6 m di lunghezza, 12 m con il paracadute aperto. “ Una cristallizzazione stupefacente che tende a sconfiggere la sedentarietà dell’arte per renderla continuamente migrante” *.
In occasione della mostra e per tutta la durata della stessa sarà proiettato il filmato Maurizio Mochetti. Bluebird CN7. Il filmato, diretto da Bianca Casadei, documenta la creazione dell´opera che si è protratta dal settembre del 2002 al settembre del 2003 e verrà presentato ufficialmente al Palazzo Ducale di Sassuolo il 23 settembre 2005, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2005.
* G. Celant, "Maurizio Mochetti: freccia, arciere e bersaglio", in Maurizio Mochetti, a cura di G. Celant e F. Trevisani, Skira, Milano, 2003, p. 8.
BIOGRAFIA MAURIZIO MOCHETTI
Maurizio Mochetti nasce nel 1940 a Roma dove vive e lavora. Sempre a Roma frequenta il Liceo Artistico e poi l'Accademia di Belle Arti. A partire dal 1964 l'interesse di Mochetti è orientato verso la luce intesa nella sua fisicità,come materia, senza alcun significato simbolico o mistico. Nel 1965 realizza Raggio di sole : sulla parete di uno spazio viene praticato un foro attraverso il quale penetra un raggio di sole che é reso visibile dal pulviscolo atmosferico mantenuto in sospensione tramite un sistema di ventilazione forzata. Il raggio di sole si sposta nel tempo: é "una retta di fotoni in movimento", come dichiarerà Mochetti in diverse interviste. Nel 1968 esordisce sul palcoscenico artistico romano con la sua prima esposizione personale a Roma, all’ormai storica Galleria "La Salita": espone 10 progetti. Per l’artista, infatti, "l'opera d'arte é l'idea, il progetto", mentre "la tecnologia è uno strumento che mi consente di realizzare opere sempre più vicine all'idea:in questo senso l'opera d'arte é perfettibile". Nel 1969 Mochetti vince il I premio Pascali a Polignano a Mare e nello stesso anno vince il premio scultura alla VI Biennale di Parigi. Nel 1970 partecipa alla sua prima Biennale di Venezia cui seguiranno quelle del 1978,1982, 1986, 1988, 1997. Inoltre, sin dai primi anni '70 l’artista si affaccia sul panorama internazionale, esponendo,fra l'altro, allo Stedelijk Van Abbemuseum di Eindhooven in Olanda (1975), allo Stadtische Kunsthalle di Dusseldorf in Germania (1978), al Forum Kunst di Rottweil sempre in Germania (1982),al Museo Alvar Aalto in Finlandia (1985). Nel 1976 partecipa alla Biennale di Sidney, mentre nel 1991 é presente alla Biennale Internazionale di Nagoya in Giappone. Nel 1993 Mochetti partecipa alla mostra collettiva “Three Artistic Generations in Contemporary Italy” presso il Tel Aviv Museum of Art e nel 1998 viene designato a rappresentare l’Italia in occasione della XXIV Biennale di San Paolo del Brasile. Nel 1997 installa l’opera permanente “Arco laser” nel Parco di Scultura di Villa Glori a Roma. Nel 1999 partecipa alla mostra “Arte Futura. Opere e progetti del centro per le arti contemporanee a Roma” presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Nel 2000 tiene una mostra personale dal titolo Elica Infinita nei suggestivi ambienti del Centro Cultural del Conde Duque di Madrid. Partecipa ad importanti esposizioni collettive, tra cui: Vitalità del negativo nell’arte italiana:1960/70 (Roma, 1970), Linee della ricerca artistica in Italia: 1960/1980 (Roma, 1981); Arte italiana 1960-’82 (Londra, 1982); La otra escultura (Madrid, 1990): Roma anni ‘60 (Roma,1990), The Italian Metamorphosis (New York, 1994); Arte italiana: ultimi quarant’anni (Bologna, 1997); Minimalia. Da Giacomo Balla a.... (Venezia, 1997 - Roma, 1998). Infine, nel 2003 viene dedicata a Mochetti un’ ampia mostra antologica da uno spazio museale italiano, il Palazzo Ducale di Sassuolo.
A cura di Bianca Maria Casadei
07
ottobre 2005
Maurizio Mochetti
Dal 07 ottobre al 19 novembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA GIO’ MARCONI
Milano, Via Alessandro Tadino, 20, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 20, (Milano)
Orario di apertura
da martedi a sabato 10,30-12,30 e 15,30-19
Vernissage
7 Ottobre 2005, ore 12-21
Ufficio stampa
CRISTINA PARISET
Autore