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Laurent Grasso
Nella serie di fotografie e nel video inedito presentati da Laurent Grasso (Mulhouse, 1972) in occasione della sua prima personale in Italia, una nuvola avanza strisciando lentamente per le strade di una città
Comunicato stampa
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Una nuvola che avanza strisciando per le strade di una città è la protagonista di una serie di opere inedite (video-installazione, neon-installazione, video-scultura e fotografie) che Laurent Grasso (Mulhouse, 1972) presenta in occasione della sua prima personale in Italia nella galleria e x t r a s p a z i o. La mostra è introdotta da un testo di Marcello Smarrelli.
Projection
“L’enorme massa scura si muoveva come la nave dei morti di una leggenda norrena, scortata nella notte da creature con armature e ali a spirale. Non sapevamo bene come reagire. Era una cosa tremenda da vedere, così bassa, zeppa di cloruri, benzine, fenoli, idrocarburi o quale che ne fosse di preciso il contenuto tossico. Ma era anche spettacolare, parte della grandiosità di un evento travolgente…”.
L’evento tossico aereo che Don DeLillo descrive in White Noise è la concretizzazione della miriade di eventi tossici a cui siamo sottoposti ogni giorno, la proiezione suscitata dai continui stimoli neuronali provocati dall’insistente massa di suoni, rumori, onde magnetiche in cui siamo costantemente immersi. Ma è anche l’immagine mentale dell’angoscia profonda che tormenta il protagonista, la sua paura della morte, del vuoto, dell’incognito.
Aristotele aveva intuito molto prima dei neurobiologi che i suoni presenti nella voce sono simboli delle affezioni che sono nell’anima e i segni scritti lo sono dei suoni che sono nella voce. Le icones simbolicae, che oggi più modernamente chiamiamo immagini mentali, vengono prodotte dagli stimoli e denominate primarie per distinguerle da quelle secondarie generate dal rapporto fra gli stimoli e le espressioni corporee conseguenti, che costituiscono la materia di cui sono fatte le emozioni e i sentimenti. Il pensiero e la formazione della coscienza partono dall’archiviazione e dal successivo richiamo delle immagini mentali, dalla loro libera associazione, dal processo di scomposizione e ricomposizione che porta a formarne sempre di nuove. Dall’organizzazione delle immagini primarie e secondarie, coscienti e inconsce, passate e future, si costituisce la biografia dell’individuo, la sua identità. Siamo la somma totale dei nostri dati, così come siamo la somma totale dei nostri impulsi chimici.
Su questo terreno sdrucciolevole, da cui è facile sconfinare nella fantasia, si sviluppa il corpus delle opere di Laurent Grasso. Du soleil dans les Yeux (2001), uno dei suoi primi video, è l’immagine di una montagna che si muove lentamente, su cui scorrono messaggi che descrivono la possibilità di agire sulla materia, il corpo e il cervello, attraverso onde elettriche. Il suono è costituito da onde basse scelte per la loro capacità di far vibrare l’ambiente dove il video è proiettato. Le temps manquant (2002) si riferisce ai fenomeni di abductions aliene, storie di rapimenti alieni rivelati alle vittime attraverso l’ipnosi regressiva. Missing time, il tempo mancante o vuoto temporale, è quella forma di amnesia, della durata di circa un’ora, che si riscontra negli addotti dopo l’avvistamento di un UFO e compare associato al fenomeno della screen memory, la sostituzione del ricordo originale con un ricordo-schermo, costituito da immagini realistiche relative ad un evento fittizio e banale che copre il vuoto temporale durante il quale è avvenuto il rapimento. Nel film Radio Ghost (2003) la città di Hong Kong, vista attraverso una ripresa aerea, diventa lo scenario surreale in cui si materializzano voci narranti storie metropolitane di fantasmi.
Paranoie, ossessioni, fobie, stati marginali di coscienza, uniti a slittamenti semantici, metafore, decontestualizzazioni e straniamenti, sono gli elementi di cui si avvale il linguaggio di Laurent Grasso.
Così la sagoma della nuvola al neon con la scritta PROJECTION, uno degli elementi presenti nella mostra di e x t r a s p a z i o, può essere sovrapposta a quella del cervello e la scritta riferirsi, oltre che alla videoinstallazione, al sistema di proiezione delle immagini mentali che costituiscono il fondamento dell’esperienza reale e della coscienza. La traslitterazione ottenuta attraverso l’ambiguità della forma, il riferimento della scritta ad un termine usato in neuropsichiatria, la materia gassosa di cui è composta la luce al neon, sono tutti elementi che avviano un meccanismo di pensiero che l’artista materializza nel particolare circuito sistemico caratteristico di tutte le sue installazioni. Dispositivi simili a circuiti elettrici, predisposti per catturare e manipolare onde sonore e magnetiche, variazioni delle dimensioni spazio–temporali, mondi paralleli, immagini inconsce, tutte quelle energie immateriali e misteriose che permeano e definiscono il suo universo.
- Marcello Smarrelli –
e x t r a s p a z i o e Laurent Grasso ringraziano l’Académie de France, Villa Medici per la gentile collaborazione.
Projection
“L’enorme massa scura si muoveva come la nave dei morti di una leggenda norrena, scortata nella notte da creature con armature e ali a spirale. Non sapevamo bene come reagire. Era una cosa tremenda da vedere, così bassa, zeppa di cloruri, benzine, fenoli, idrocarburi o quale che ne fosse di preciso il contenuto tossico. Ma era anche spettacolare, parte della grandiosità di un evento travolgente…”.
L’evento tossico aereo che Don DeLillo descrive in White Noise è la concretizzazione della miriade di eventi tossici a cui siamo sottoposti ogni giorno, la proiezione suscitata dai continui stimoli neuronali provocati dall’insistente massa di suoni, rumori, onde magnetiche in cui siamo costantemente immersi. Ma è anche l’immagine mentale dell’angoscia profonda che tormenta il protagonista, la sua paura della morte, del vuoto, dell’incognito.
Aristotele aveva intuito molto prima dei neurobiologi che i suoni presenti nella voce sono simboli delle affezioni che sono nell’anima e i segni scritti lo sono dei suoni che sono nella voce. Le icones simbolicae, che oggi più modernamente chiamiamo immagini mentali, vengono prodotte dagli stimoli e denominate primarie per distinguerle da quelle secondarie generate dal rapporto fra gli stimoli e le espressioni corporee conseguenti, che costituiscono la materia di cui sono fatte le emozioni e i sentimenti. Il pensiero e la formazione della coscienza partono dall’archiviazione e dal successivo richiamo delle immagini mentali, dalla loro libera associazione, dal processo di scomposizione e ricomposizione che porta a formarne sempre di nuove. Dall’organizzazione delle immagini primarie e secondarie, coscienti e inconsce, passate e future, si costituisce la biografia dell’individuo, la sua identità. Siamo la somma totale dei nostri dati, così come siamo la somma totale dei nostri impulsi chimici.
Su questo terreno sdrucciolevole, da cui è facile sconfinare nella fantasia, si sviluppa il corpus delle opere di Laurent Grasso. Du soleil dans les Yeux (2001), uno dei suoi primi video, è l’immagine di una montagna che si muove lentamente, su cui scorrono messaggi che descrivono la possibilità di agire sulla materia, il corpo e il cervello, attraverso onde elettriche. Il suono è costituito da onde basse scelte per la loro capacità di far vibrare l’ambiente dove il video è proiettato. Le temps manquant (2002) si riferisce ai fenomeni di abductions aliene, storie di rapimenti alieni rivelati alle vittime attraverso l’ipnosi regressiva. Missing time, il tempo mancante o vuoto temporale, è quella forma di amnesia, della durata di circa un’ora, che si riscontra negli addotti dopo l’avvistamento di un UFO e compare associato al fenomeno della screen memory, la sostituzione del ricordo originale con un ricordo-schermo, costituito da immagini realistiche relative ad un evento fittizio e banale che copre il vuoto temporale durante il quale è avvenuto il rapimento. Nel film Radio Ghost (2003) la città di Hong Kong, vista attraverso una ripresa aerea, diventa lo scenario surreale in cui si materializzano voci narranti storie metropolitane di fantasmi.
Paranoie, ossessioni, fobie, stati marginali di coscienza, uniti a slittamenti semantici, metafore, decontestualizzazioni e straniamenti, sono gli elementi di cui si avvale il linguaggio di Laurent Grasso.
Così la sagoma della nuvola al neon con la scritta PROJECTION, uno degli elementi presenti nella mostra di e x t r a s p a z i o, può essere sovrapposta a quella del cervello e la scritta riferirsi, oltre che alla videoinstallazione, al sistema di proiezione delle immagini mentali che costituiscono il fondamento dell’esperienza reale e della coscienza. La traslitterazione ottenuta attraverso l’ambiguità della forma, il riferimento della scritta ad un termine usato in neuropsichiatria, la materia gassosa di cui è composta la luce al neon, sono tutti elementi che avviano un meccanismo di pensiero che l’artista materializza nel particolare circuito sistemico caratteristico di tutte le sue installazioni. Dispositivi simili a circuiti elettrici, predisposti per catturare e manipolare onde sonore e magnetiche, variazioni delle dimensioni spazio–temporali, mondi paralleli, immagini inconsce, tutte quelle energie immateriali e misteriose che permeano e definiscono il suo universo.
- Marcello Smarrelli –
e x t r a s p a z i o e Laurent Grasso ringraziano l’Académie de France, Villa Medici per la gentile collaborazione.
22
settembre 2005
Laurent Grasso
Dal 22 settembre al 15 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
EXTRASPAZIO
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 16A, (Roma)
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 16A, (Roma)
Orario di apertura
mar_sab 15.30-19.30
Vernissage
22 Settembre 2005, ore 19
Autore