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Viaggio in Oriente. L’avventura di Enrico Cernuschi (1821-1896), patriota, finanziere, collezionista
Al Serrone della Villa Reale, 180 opere di arte asiatica provenienti dal Museo Cernuschi di Parigi e materiale documentario (foto, scritti autografi, cimeli del 1848) ricostruiscono l’avventura di Enrico Cernuschi, patriota, protagonista del Risorgimento, finanziere e raffinato collezionista d’arte orientale
Comunicato stampa
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Dal 2 dicembre 2005 al 19 febbraio 2006, al Serrone della Villa Reale di Monza, una mostra dal titolo VIAGGIO IN ORIENTE, analizzerà l’eclettica figura di Enrico Cernuschi (1821-1896), milanese di origini monzesi, patriota, protagonista delle “Cinque giornate” di Milano, ma anche finanziere e raffinato collezionista d’arte orientale.
Promossa dalla Regione Lombardia – Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie e dal Comune di Monza – Assessorato alla Cultura, con la collaborazione del Museo Cernuschi di Parigi, del Comune di Milano - Assessorato alla Cultura, Musei e Mostre, delle Civiche Raccolte d’Arte Applicata ed Incisioni – Archivio Fotografico del Castello Sforzesco, delle Civiche Raccolte Storiche del Comune di Milano, con il contributo di Fondiaria SAI, Milano Assicurazioni e Progestim s.p.a., l’esposizione presenta 180 oggetti provenienti dal Museo Cernuschi di Parigi, che conserva al suo interno una delle collezioni più importanti di arte asiatica, recentemente riaperto dopo tre anni di restauro, ed è curata da un comitato scientifico composto da Ettore A. Albertoni, Pietro Amadini, Gilles Béguin, Giuseppe Bognetti, Maria Grazia Curletti, Roberto Guerri, Michel Maucuer, Angelo Moioli, Carolina Orsini, Silvia Paoli, Rosanna Pavoni, Claudio Salsi, Paola Zatti.
Il percorso espositivo si compone di tre sezioni; nella prima, materiale fotografico, quadri, scritti autografi e cimeli del 1848, provenienti dal Museo del Risorgimento di Milano, dalle Civiche Raccolte d'Arte Applicata ed Incisioni e Archivio Fotografico del Castello Sforzesco, dall'Archivio fotografico Musée Carnavalet di Parigi, oltre che dal Museo Cernuschi di Parigi, ripercorreranno le tappe cruciali della vita di Enrico Cernuschi, tra Monza, Milano e Parigi.
Nel 1848, Cernuschi aderì ai moti insurrezionali di Lombardia per l’indipendenza dell’Austria e, insieme a Carlo Cattaneo, Giulio Terzaghi e Giorgio Clerici, formò la "commissione delle barricate e del consiglio di guerra". Caduto a Milano il Governo provvisorio, partecipò a Roma all’insurrezione contro lo Stato Pontificio. Dopo la destituzione di Pio IX e la proclamazione della Repubblica, ottenne la cittadinanza romana ed entrò nell'assemblea nazionale prendendo parte con Giuseppe Mazzini alla Commissione incaricata dell'elaborazione del Progetto di Costituzione. Combatté, sulle barricate, contro i francesi del generale Oudinot. La disfatta del nuovo stato repubblicano portò Enrico Cernuschi a rifugiarsi a Parigi. Nella capitale francese si dimostrò un eccellente uomo d’affari al punto di diventare l’intermediario in numerose e importanti operazioni bancarie tra la Francia e altri paesi europei. Questi successi gli consentirono di essere tra i fondatori della Banque de Paris.
Nel 1869, l’ideale repubblicano che da sempre lo animava, lo costrinse a un esilio temporaneo per aver contrastato l'ultimo plebiscito del regno di Napoleone III. Pur non partecipando alla rivolta della "Comune", si adoperò incautamente nella mediazione tra i comunardi e il nuovo governo di Versailles e per questo fu costretto a ritirarsi dalla scena politica. Minacciato d'arresto e di morte decise opportunamente di realizzare un lungo viaggio meditato da tempo. Tra la fine del 1871 e l'inizio del 1873, soggiornò in Cina, Giappone e India. Progressivamente acquistò numerosi oggetti che, spediti in Francia, permisero la costituzione del suo museo. L'arte asiatica rappresenta il carattere distintivo di questa collezione formata all'origine da circa 5 000 pezzi, di cui 2500 bronzi, 2000 ceramiche e per il restante da libri, sculture in legno e in pietra e dipinti.
La seconda sezione, in cui si incontra il nucleo di opere provenienti dal Museo Cernuschi di Parigi, si sviluppa intorno al viaggio verso la scoperta dell'arte orientale, seguendo le tappe descritte da Théodore Duret nel suo diario, Voyage en Asie, del 1874. Sono bronzi, ceramiche, oggetti rituali, fotografie, stampe e disegni, disposti secondo i criteri espositivi e il gusto ottocenteschi. Tra questi, spiccano per importanza, una scultura in legno con doratura raffigurante una tigre, appartenuta alla grande attrice Sarah Bernhardt, un libro illustrato da Hokusai, pubblicato in Giappone nel 1849, una raccolta di stampe giapponesi di scuola Utaqawa del XIX secolo, delle pitture e dei bronzi del periodo Edo; e ancora dei vasi e oggetti di porcellana d’epoca Ming, dei vasi in bronzo dell’epoca Song del sud e il dipinto Paranirvana che rappresenta la morte del Budda.
Il percorso si chiude con una riflessione sul collezionismo d'arte orientale contemporaneo a Cernuschi, rendendo omaggio ad alcuni illustri personaggi milanesi, quali Carlo Giussani, Giovanni Lucini Passalacqua, Lydia Morando Attendolo e Ferdinando Meazza, attraverso 30 opere - lacche, tessuti e armi - provenienti dalle Civiche Raccolte d'Arte Applicata ed Incisioni - Archivio Fotografico del Castello Sforzesco.
Accompagna la mostra, un catalogo pubblicato da Federico Motta Editore.
ENRICO CERNUSCHI (1821-1896). Cenni biografici
Enrico Cernuschi nacque a Milano il 19 febbraio 1821. Il padre Claudio dirigeva dal 1814 un negozio di importazione coloniali a Milano e i due zii furono i fondatori nel 1840 di un’impresa tessile, la Cernuschi e Gos, una delle più notevoli dell’area monzese, specializzata nella produzione di “coperte con cascami di seta e cotone”.
Dopo gli studi di giurisprudenza a Pavia, Enrico Cernuschi partecipò in modo attivo agli atti insurrezionali di Milano del 1848. Caduto a Milano il Governo provvisorio, partecipò a Roma alla insurrezione contro lo Stato Pontificio. La disfatta del nuovo stato repubblicano provocò la dispersione di numerosi patrioti, tra i quali lo stesso Cernuschi che fu imprigionato a Civitavecchia. Difendendosi davanti al "Consiglio di Guerra", chiese di essere esiliato in Francia in quanto proscritto sia dall'Austria che dal Governo Pontificio.
A Parigi, inizialmente, si mantenne con lavori di traduzione e copiatura, ottenendo nel 1852 un impiego al Crédit Mobilier, dove dimostrò a pieno le sue qualità e il suo valore e da cui nacquero le premesse della sua successiva fortuna finanziaria. Fu tra i protagonisti nel periodo di trasformazione del mondo bancario. Nei dodici anni in cui Cernuschi lavorò al Crédit Mobilier vennero effettuate operazioni finanziarie prodigiose, che fruttarono enormi ricchezze, di cui beneficiò anche Cernuschi.
La carriera di Cernuschi si interruppe nel 1859 probabilmente a seguito dell’attentato a Napoleone III da parte di Felice Orsini, ex carbonaro e ex mazziniano che Cernuschi aveva conosciuto ai tempi della repubblica Romana.
Dal 1859 al 1870 visse un’intensa attività di uomo d’affari e d’impegno civile. Approfondisce gli studi di economia e pubblica la sua prima opera “la Meccanica degli Scambi” Tra il 1869 e 1870 fonda la Banque de Paris; nel 1871 si alleò con la Banque de crédit et depôt des Pays Bas, che nel 1872 si fusero in Paribas. Nel 1870 ottenne la cittadinanza francese.
Rientrato in politica nel 1871, acquistò un consistente pacchetto di azioni del giornale “Le Siècle”, di ispirazione democratica per combattere il plebiscito. Espulso dalla Francia, si recò in Svizzera, per rientrarvi solo dopo il crollo dell’Impero e la proclamazione della Repubblica. Nel corso della battaglia in difesa della Comune divenne membro di rilievo della sussistenza e profuse intensa attività giornalistica. Nel 1871 Cernuschi lasciò la Francia con Theodore Duret, critico d’arte legato agli Impressionisti, e raggiunse il Giappone nel 1872, punto di partenza di un lungo viaggio in Cina, Mongolia, Giava e India. Cernuschi acquistò bronzi, sete dipinte, porcellane, libri illustrati, oggetti d’arte. Ritornato a Parigi organizzò tra il 1873 e il 1874 una grande mostra di opere orientali al Palais de l’Industrie, che accompagnò il primo congresso internazionale degli orientalisti. Fece costruire in Avenue Velasquez, nel Parc Monceau, un palazzo in stile rinascimentale dove abitò e in cui ospitò le collezioni d’arte giapponese e cinese, e le collezioni d’arte europea, ora disperse.
Dal 1873 Enrico Cernuschi si dedicò all’amministrazione del patrimonio accumulato, e alle questioni economico monetarie, impiegandosi in una battaglia per il bimetallismo sorretta da decine di pubblicazioni. Fu invitato come oratore in Inghilterra, Germania, Stati Uniti e altri paesi del mondo, tra cui l’Italia. Nel 1881 fu designato dalla Francia come rappresentante della Repubblica alla conferenza monetaria internazionale di Parigi.
Alla sua morte avvenuta a Mentone l’11 maggio 1896, Enrico Cernuschi nominò suo erede il fratello Costantino, ma lasciò la casa di Avenue Velasquez con le collezioni d’arte che conteneva alla Città di Parigi, il cui valore fu stimato in allora in un milione e 113 mila franchi. Lasciò ai Martinitt 100.000 lire italiane.
Promossa dalla Regione Lombardia – Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie e dal Comune di Monza – Assessorato alla Cultura, con la collaborazione del Museo Cernuschi di Parigi, del Comune di Milano - Assessorato alla Cultura, Musei e Mostre, delle Civiche Raccolte d’Arte Applicata ed Incisioni – Archivio Fotografico del Castello Sforzesco, delle Civiche Raccolte Storiche del Comune di Milano, con il contributo di Fondiaria SAI, Milano Assicurazioni e Progestim s.p.a., l’esposizione presenta 180 oggetti provenienti dal Museo Cernuschi di Parigi, che conserva al suo interno una delle collezioni più importanti di arte asiatica, recentemente riaperto dopo tre anni di restauro, ed è curata da un comitato scientifico composto da Ettore A. Albertoni, Pietro Amadini, Gilles Béguin, Giuseppe Bognetti, Maria Grazia Curletti, Roberto Guerri, Michel Maucuer, Angelo Moioli, Carolina Orsini, Silvia Paoli, Rosanna Pavoni, Claudio Salsi, Paola Zatti.
Il percorso espositivo si compone di tre sezioni; nella prima, materiale fotografico, quadri, scritti autografi e cimeli del 1848, provenienti dal Museo del Risorgimento di Milano, dalle Civiche Raccolte d'Arte Applicata ed Incisioni e Archivio Fotografico del Castello Sforzesco, dall'Archivio fotografico Musée Carnavalet di Parigi, oltre che dal Museo Cernuschi di Parigi, ripercorreranno le tappe cruciali della vita di Enrico Cernuschi, tra Monza, Milano e Parigi.
Nel 1848, Cernuschi aderì ai moti insurrezionali di Lombardia per l’indipendenza dell’Austria e, insieme a Carlo Cattaneo, Giulio Terzaghi e Giorgio Clerici, formò la "commissione delle barricate e del consiglio di guerra". Caduto a Milano il Governo provvisorio, partecipò a Roma all’insurrezione contro lo Stato Pontificio. Dopo la destituzione di Pio IX e la proclamazione della Repubblica, ottenne la cittadinanza romana ed entrò nell'assemblea nazionale prendendo parte con Giuseppe Mazzini alla Commissione incaricata dell'elaborazione del Progetto di Costituzione. Combatté, sulle barricate, contro i francesi del generale Oudinot. La disfatta del nuovo stato repubblicano portò Enrico Cernuschi a rifugiarsi a Parigi. Nella capitale francese si dimostrò un eccellente uomo d’affari al punto di diventare l’intermediario in numerose e importanti operazioni bancarie tra la Francia e altri paesi europei. Questi successi gli consentirono di essere tra i fondatori della Banque de Paris.
Nel 1869, l’ideale repubblicano che da sempre lo animava, lo costrinse a un esilio temporaneo per aver contrastato l'ultimo plebiscito del regno di Napoleone III. Pur non partecipando alla rivolta della "Comune", si adoperò incautamente nella mediazione tra i comunardi e il nuovo governo di Versailles e per questo fu costretto a ritirarsi dalla scena politica. Minacciato d'arresto e di morte decise opportunamente di realizzare un lungo viaggio meditato da tempo. Tra la fine del 1871 e l'inizio del 1873, soggiornò in Cina, Giappone e India. Progressivamente acquistò numerosi oggetti che, spediti in Francia, permisero la costituzione del suo museo. L'arte asiatica rappresenta il carattere distintivo di questa collezione formata all'origine da circa 5 000 pezzi, di cui 2500 bronzi, 2000 ceramiche e per il restante da libri, sculture in legno e in pietra e dipinti.
La seconda sezione, in cui si incontra il nucleo di opere provenienti dal Museo Cernuschi di Parigi, si sviluppa intorno al viaggio verso la scoperta dell'arte orientale, seguendo le tappe descritte da Théodore Duret nel suo diario, Voyage en Asie, del 1874. Sono bronzi, ceramiche, oggetti rituali, fotografie, stampe e disegni, disposti secondo i criteri espositivi e il gusto ottocenteschi. Tra questi, spiccano per importanza, una scultura in legno con doratura raffigurante una tigre, appartenuta alla grande attrice Sarah Bernhardt, un libro illustrato da Hokusai, pubblicato in Giappone nel 1849, una raccolta di stampe giapponesi di scuola Utaqawa del XIX secolo, delle pitture e dei bronzi del periodo Edo; e ancora dei vasi e oggetti di porcellana d’epoca Ming, dei vasi in bronzo dell’epoca Song del sud e il dipinto Paranirvana che rappresenta la morte del Budda.
Il percorso si chiude con una riflessione sul collezionismo d'arte orientale contemporaneo a Cernuschi, rendendo omaggio ad alcuni illustri personaggi milanesi, quali Carlo Giussani, Giovanni Lucini Passalacqua, Lydia Morando Attendolo e Ferdinando Meazza, attraverso 30 opere - lacche, tessuti e armi - provenienti dalle Civiche Raccolte d'Arte Applicata ed Incisioni - Archivio Fotografico del Castello Sforzesco.
Accompagna la mostra, un catalogo pubblicato da Federico Motta Editore.
ENRICO CERNUSCHI (1821-1896). Cenni biografici
Enrico Cernuschi nacque a Milano il 19 febbraio 1821. Il padre Claudio dirigeva dal 1814 un negozio di importazione coloniali a Milano e i due zii furono i fondatori nel 1840 di un’impresa tessile, la Cernuschi e Gos, una delle più notevoli dell’area monzese, specializzata nella produzione di “coperte con cascami di seta e cotone”.
Dopo gli studi di giurisprudenza a Pavia, Enrico Cernuschi partecipò in modo attivo agli atti insurrezionali di Milano del 1848. Caduto a Milano il Governo provvisorio, partecipò a Roma alla insurrezione contro lo Stato Pontificio. La disfatta del nuovo stato repubblicano provocò la dispersione di numerosi patrioti, tra i quali lo stesso Cernuschi che fu imprigionato a Civitavecchia. Difendendosi davanti al "Consiglio di Guerra", chiese di essere esiliato in Francia in quanto proscritto sia dall'Austria che dal Governo Pontificio.
A Parigi, inizialmente, si mantenne con lavori di traduzione e copiatura, ottenendo nel 1852 un impiego al Crédit Mobilier, dove dimostrò a pieno le sue qualità e il suo valore e da cui nacquero le premesse della sua successiva fortuna finanziaria. Fu tra i protagonisti nel periodo di trasformazione del mondo bancario. Nei dodici anni in cui Cernuschi lavorò al Crédit Mobilier vennero effettuate operazioni finanziarie prodigiose, che fruttarono enormi ricchezze, di cui beneficiò anche Cernuschi.
La carriera di Cernuschi si interruppe nel 1859 probabilmente a seguito dell’attentato a Napoleone III da parte di Felice Orsini, ex carbonaro e ex mazziniano che Cernuschi aveva conosciuto ai tempi della repubblica Romana.
Dal 1859 al 1870 visse un’intensa attività di uomo d’affari e d’impegno civile. Approfondisce gli studi di economia e pubblica la sua prima opera “la Meccanica degli Scambi” Tra il 1869 e 1870 fonda la Banque de Paris; nel 1871 si alleò con la Banque de crédit et depôt des Pays Bas, che nel 1872 si fusero in Paribas. Nel 1870 ottenne la cittadinanza francese.
Rientrato in politica nel 1871, acquistò un consistente pacchetto di azioni del giornale “Le Siècle”, di ispirazione democratica per combattere il plebiscito. Espulso dalla Francia, si recò in Svizzera, per rientrarvi solo dopo il crollo dell’Impero e la proclamazione della Repubblica. Nel corso della battaglia in difesa della Comune divenne membro di rilievo della sussistenza e profuse intensa attività giornalistica. Nel 1871 Cernuschi lasciò la Francia con Theodore Duret, critico d’arte legato agli Impressionisti, e raggiunse il Giappone nel 1872, punto di partenza di un lungo viaggio in Cina, Mongolia, Giava e India. Cernuschi acquistò bronzi, sete dipinte, porcellane, libri illustrati, oggetti d’arte. Ritornato a Parigi organizzò tra il 1873 e il 1874 una grande mostra di opere orientali al Palais de l’Industrie, che accompagnò il primo congresso internazionale degli orientalisti. Fece costruire in Avenue Velasquez, nel Parc Monceau, un palazzo in stile rinascimentale dove abitò e in cui ospitò le collezioni d’arte giapponese e cinese, e le collezioni d’arte europea, ora disperse.
Dal 1873 Enrico Cernuschi si dedicò all’amministrazione del patrimonio accumulato, e alle questioni economico monetarie, impiegandosi in una battaglia per il bimetallismo sorretta da decine di pubblicazioni. Fu invitato come oratore in Inghilterra, Germania, Stati Uniti e altri paesi del mondo, tra cui l’Italia. Nel 1881 fu designato dalla Francia come rappresentante della Repubblica alla conferenza monetaria internazionale di Parigi.
Alla sua morte avvenuta a Mentone l’11 maggio 1896, Enrico Cernuschi nominò suo erede il fratello Costantino, ma lasciò la casa di Avenue Velasquez con le collezioni d’arte che conteneva alla Città di Parigi, il cui valore fu stimato in allora in un milione e 113 mila franchi. Lasciò ai Martinitt 100.000 lire italiane.
01
dicembre 2005
Viaggio in Oriente. L’avventura di Enrico Cernuschi (1821-1896), patriota, finanziere, collezionista
Dal primo dicembre 2005 al 19 febbraio 2006
arte etnica
Location
SERRONE DELLA VILLA REALE
Monza, Viale Brianza, 2, (Milano)
Monza, Viale Brianza, 2, (Milano)
Biglietti
5 euro intero, 3 euro ridotto
Orario di apertura
da martedì a domenica 10-13 e 15-19. Chiuso il lunedì
Editore
24 ORE CULTURA
Ufficio stampa
CLP