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Ugo Marano – Sette vasi per la casa sacra
Riaprirà ufficialmente sabato 11 febbraio 2006, in concomitanza con la prima giornata di gare dei XX Giochi Olimpici Invernali, l’eccentrico MIAAO, il primo museo internazionale dedicato alla “eccellenza dell’eccellenza” artigiana, che promuove il capoluogo piemontese a capitale italiana ed europea delle arti applicate
Comunicato stampa
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Riaprirà ufficialmente sabato 11 febbraio 2006, in concomitanza con la prima giornata di gare dei XX Giochi Olimpici Invernali, l’eccentrico MIAAO, il primo museo internazionale dedicato alla “eccellenza dell’eccellenza” artigiana, che promuove il capoluogo piemontese a capitale italiana ed europea delle arti applicate.
Ospitato nel complesso monumentale juvarriano di San Filippo Neri, il nuovo museo delle arti applicate riproporrà, parzialmente riordinata e integrata, una selezione della collezione permanente del museo all’interno della galleria al primo piano, solo brevemente pregustata durante l’affollatissima pre-view del 12 e 13 novembre 2005.
Ma l’apertura di febbraio offrirà anche la possibilità di visitare la prima tra le mostre personali temporanee previste nella galleria del piano terra del bene architettonico. Si tratta di una installazione, realizzata appositamente da Ugo Marano, intitolata Sette vasi per la casa sacra: quella torinese di San Filippo e dei Padri dell’Oratorio. Dunque, a soli due anni di distanza dalla manifestazione Artigiano metropolitano, diventa un’attiva realtà la prima istituzione culturale nel nostro Paese esclusivamente dedicata alle arti applicate contemporanee.
Costituito per volontà della Regione Piemonte, del Comune di Torino e della Congregazione dell’Oratorio dei padri Filippini, e diretto da Enzo Biffi Gentili, il MIAAO rappresenta un nuovo punto di riferimento obbligatorio nel nostro paese.
La preview del 12 e 13 novembre, intitolata Supercraft, è stata l’occasione per ammirare, oltre ad alcuni tra i maggiori capolavori di arte applicata europea, i restauri della prima delle due gallerie che costituiranno il futuro museo, realizzati in gran parte da artigiani piemontesi con l’utilizzo di materiali storici e contemporanei locali: dal recupero delle lastre di quarzite di Barge residuate dal cantiere settecentesco di San Filippo, al nuovo pavimento in cotto appositamente realizzato dalla Fornace di Sezzadio che ancora adotta tecniche tradizionali di foggiatura e cottura delle piastrelle. E ancora, come elemento di assoluta novità per questo tipo di intervento, l’utilizzo di un materiale e una tecnica primordiale come la terra cruda battuta, nella quale sono stati impressi i simboli della stella juvarriana e del logo del museo. Persino i bagni, al MIAAO, divengono installazioni d’arte applicata: alla riapertura di febbraio se ne presenterà una inedita: la Real Man Rest Room…
Un progetto ricco di sfaccettature che, una volta ultimato, proporrà il MIAAO come una Kunsthandwerk Halle, articolata in due gallerie: la prima destinata a esporre a rotazione gli artefatti della collezione permanente di proprietà della Regione Piemonte o conferiti in comodato da privati; l’altra a ospitare mostre temporanee, un bar e uno shop. Inoltre, sempre all’interno di San Filippo, verrà realizzato un Albergo delle Arti Applicate, un sofisticato Meublé di San Filippo con venticinque camere tutte diversamente arredate, sotto l’art direction del MIAAO.
LA PRIMA MEDAGLIA D’ORO ITALIANA AI GIOCHI OLIMPICI INVERNALI TORINO 2006 SARA’ QUELLA PER LA CERAMICA, ASSEGNATA AL MIAAO
La mostra personale di Ugo Marano Sette vasi per la casa sacra è il risultato di una straordinaria performance estetica e tecnica: i sette vasi “maestosi” sono stati cotti, insieme, in un “forno epocale”, appositamente costruito a Vietri sul Mare sulla Costiera Amalfitana da Enzo Santoriello, il virtuoso giovane “faenzaro” che ha già realizzato opere ceramiche maiuscole, teoricamente “impossibili”, per Miquel Barceló ed Enzo Cucchi. I vasi, tutti foggiati e decorati personalmente da Marano con l’assistenza della giovane figlia Enrica, sono spessi sette millimetri: il primo, il più grande, è alto tre metri e tre centimetri; l’ultimo, reclinato e dalla forma di un lacrimatoio, è intitolato Quando muore un filosofo, ed è stato ispirato dalla scomparsa di Norberto Bobbio. Ma non è ‘occasionale’ questa profonda relazione di Marano con la cultura piemontese. Nel recente passato sono state notevolissime le sue collaborazioni con il Direttore del MIAAO Enzo Biffi Gentili per gli allestimenti, nel 1997, de Il tempio ceramico alla Rotonda Antonelliana di Castellamonte e, nel 2002, di una Sala pompeiana al Palazzo Bricherasio di Torino per la mostra Masterpieces nell’ambito di Artigiano metropolitano. Attualmente, Ugo Marano collabora con Peter Latz, Gerd Pfarré e altri architetti italiani del gruppo progettuale STS vincitore del concorso per la realizzazione del nuovo Parco Dora Spina 3 del Piano Regolatore di Torino. La scelta di Ugo Marano come primus inter pares tra gli artisti che saranno chiamati a tenere una personale al MIAAO non discende tuttavia solamente dal suo oggettivo “record” tecnico vascolare (di certo più coerente con il clima olimpico di mostre sui temi del “bianco” o sulla “neve”) o dalle sue frequentazioni subalpine. Si deve infatti a un celebre studioso di estetica, Gillo Dorfles, il giudizio su Marano come artista del nuovo secolo, capace di riflessione simbolica e concettuale ma anche di sofisticata perizia artigianale, in un nuovo “trionfo della manualità”, e tutto ciò, a febbraio, proprio in una città nella quale “l’arte povera vive di rendita”, perché artisti “come Pistoletto o Kounellis, Merz o Paolini, ripropongono quel che facevano 20 anni fa”. (M. Baudino, Anni ’90 l’arte timida. Intervista con Gillo Dorfles, in “La Stampa”, 27 maggio 1998). La mostra di Marano è promossa dal MIAAO di concerto con la Fondazione Cargaleiro di Vietri sul Mare e con l’AICC. Associazione Italiana Città della Ceramica, che riconosce nei Sette vasi per la casa sacra la massima espressione attuale dell’arte vascolare italiana, e come tale ha voluto ufficialmente presentarla al pubblico internazionale giunto a Torino per i Giochi Olimpici Invernali.
****
Il MIAAO nasce con l’intento ambizioso di garantire il futuro e il prestigio delle arti applicate contemporanee, e di promuovere quella più moderna figura di artiere che Enzo Biffi Gentili definisce “artigiano metropolitano”. Si intitolava infatti proprio Artigiano metropolitano la manifestazione, da lui diretta, e organizzata dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura a Torino tra il dicembre del 2002 e il febbraio 2003, articolata in otto mostre in altrettanti palazzi barocchi nel centro storico della città per celebrare il Centenario dell’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna del 1902 svoltasi proprio nel capoluogo piemontese, la prima al mondo dedicata esclusivamente alle arti applicate.
Un grande successo di pubblico e di critica premiò l’iniziativa, unica a livello europeo, e come tale riconosciuta e ufficialmente sostenuta dal World Crafts Council Europe. Da quel momento alcuni Enti Pubblici decisero di rafforzare questa nuova frontiera delle arti applicate attraverso diverse azioni non più eccezionali ma strutturali. L’Assessorato ai Beni e Sistemi Culturali della Regione Piemonte ha acquisito cinquanta masterpieces, ovvero ‘capolavori’ di arte applicata europea esposti ad Artigiano metropolitano e, con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, deciso di finanziare il restauro di due gallerie site nel complesso juvarriano di San Filippo Neri -nel quale dall’inizio degli anni Novanta i Padri dell’Oratorio e alcuni laici come Toni Cordero ed Enzo Biffi Gentili avevano progettato importanti imprese di ‘arte e industria’- da destinarsi a sede di un nuovo Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi. Che oggi avvia, con un ulteriore contributo dell’Assessorato all’Artigianato della Regione, la sua programmazione espositiva: quindi Ciao, Miaao.
Si ringrazia DROME magazine media partner dell’evento.
Ospitato nel complesso monumentale juvarriano di San Filippo Neri, il nuovo museo delle arti applicate riproporrà, parzialmente riordinata e integrata, una selezione della collezione permanente del museo all’interno della galleria al primo piano, solo brevemente pregustata durante l’affollatissima pre-view del 12 e 13 novembre 2005.
Ma l’apertura di febbraio offrirà anche la possibilità di visitare la prima tra le mostre personali temporanee previste nella galleria del piano terra del bene architettonico. Si tratta di una installazione, realizzata appositamente da Ugo Marano, intitolata Sette vasi per la casa sacra: quella torinese di San Filippo e dei Padri dell’Oratorio. Dunque, a soli due anni di distanza dalla manifestazione Artigiano metropolitano, diventa un’attiva realtà la prima istituzione culturale nel nostro Paese esclusivamente dedicata alle arti applicate contemporanee.
Costituito per volontà della Regione Piemonte, del Comune di Torino e della Congregazione dell’Oratorio dei padri Filippini, e diretto da Enzo Biffi Gentili, il MIAAO rappresenta un nuovo punto di riferimento obbligatorio nel nostro paese.
La preview del 12 e 13 novembre, intitolata Supercraft, è stata l’occasione per ammirare, oltre ad alcuni tra i maggiori capolavori di arte applicata europea, i restauri della prima delle due gallerie che costituiranno il futuro museo, realizzati in gran parte da artigiani piemontesi con l’utilizzo di materiali storici e contemporanei locali: dal recupero delle lastre di quarzite di Barge residuate dal cantiere settecentesco di San Filippo, al nuovo pavimento in cotto appositamente realizzato dalla Fornace di Sezzadio che ancora adotta tecniche tradizionali di foggiatura e cottura delle piastrelle. E ancora, come elemento di assoluta novità per questo tipo di intervento, l’utilizzo di un materiale e una tecnica primordiale come la terra cruda battuta, nella quale sono stati impressi i simboli della stella juvarriana e del logo del museo. Persino i bagni, al MIAAO, divengono installazioni d’arte applicata: alla riapertura di febbraio se ne presenterà una inedita: la Real Man Rest Room…
Un progetto ricco di sfaccettature che, una volta ultimato, proporrà il MIAAO come una Kunsthandwerk Halle, articolata in due gallerie: la prima destinata a esporre a rotazione gli artefatti della collezione permanente di proprietà della Regione Piemonte o conferiti in comodato da privati; l’altra a ospitare mostre temporanee, un bar e uno shop. Inoltre, sempre all’interno di San Filippo, verrà realizzato un Albergo delle Arti Applicate, un sofisticato Meublé di San Filippo con venticinque camere tutte diversamente arredate, sotto l’art direction del MIAAO.
LA PRIMA MEDAGLIA D’ORO ITALIANA AI GIOCHI OLIMPICI INVERNALI TORINO 2006 SARA’ QUELLA PER LA CERAMICA, ASSEGNATA AL MIAAO
La mostra personale di Ugo Marano Sette vasi per la casa sacra è il risultato di una straordinaria performance estetica e tecnica: i sette vasi “maestosi” sono stati cotti, insieme, in un “forno epocale”, appositamente costruito a Vietri sul Mare sulla Costiera Amalfitana da Enzo Santoriello, il virtuoso giovane “faenzaro” che ha già realizzato opere ceramiche maiuscole, teoricamente “impossibili”, per Miquel Barceló ed Enzo Cucchi. I vasi, tutti foggiati e decorati personalmente da Marano con l’assistenza della giovane figlia Enrica, sono spessi sette millimetri: il primo, il più grande, è alto tre metri e tre centimetri; l’ultimo, reclinato e dalla forma di un lacrimatoio, è intitolato Quando muore un filosofo, ed è stato ispirato dalla scomparsa di Norberto Bobbio. Ma non è ‘occasionale’ questa profonda relazione di Marano con la cultura piemontese. Nel recente passato sono state notevolissime le sue collaborazioni con il Direttore del MIAAO Enzo Biffi Gentili per gli allestimenti, nel 1997, de Il tempio ceramico alla Rotonda Antonelliana di Castellamonte e, nel 2002, di una Sala pompeiana al Palazzo Bricherasio di Torino per la mostra Masterpieces nell’ambito di Artigiano metropolitano. Attualmente, Ugo Marano collabora con Peter Latz, Gerd Pfarré e altri architetti italiani del gruppo progettuale STS vincitore del concorso per la realizzazione del nuovo Parco Dora Spina 3 del Piano Regolatore di Torino. La scelta di Ugo Marano come primus inter pares tra gli artisti che saranno chiamati a tenere una personale al MIAAO non discende tuttavia solamente dal suo oggettivo “record” tecnico vascolare (di certo più coerente con il clima olimpico di mostre sui temi del “bianco” o sulla “neve”) o dalle sue frequentazioni subalpine. Si deve infatti a un celebre studioso di estetica, Gillo Dorfles, il giudizio su Marano come artista del nuovo secolo, capace di riflessione simbolica e concettuale ma anche di sofisticata perizia artigianale, in un nuovo “trionfo della manualità”, e tutto ciò, a febbraio, proprio in una città nella quale “l’arte povera vive di rendita”, perché artisti “come Pistoletto o Kounellis, Merz o Paolini, ripropongono quel che facevano 20 anni fa”. (M. Baudino, Anni ’90 l’arte timida. Intervista con Gillo Dorfles, in “La Stampa”, 27 maggio 1998). La mostra di Marano è promossa dal MIAAO di concerto con la Fondazione Cargaleiro di Vietri sul Mare e con l’AICC. Associazione Italiana Città della Ceramica, che riconosce nei Sette vasi per la casa sacra la massima espressione attuale dell’arte vascolare italiana, e come tale ha voluto ufficialmente presentarla al pubblico internazionale giunto a Torino per i Giochi Olimpici Invernali.
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Il MIAAO nasce con l’intento ambizioso di garantire il futuro e il prestigio delle arti applicate contemporanee, e di promuovere quella più moderna figura di artiere che Enzo Biffi Gentili definisce “artigiano metropolitano”. Si intitolava infatti proprio Artigiano metropolitano la manifestazione, da lui diretta, e organizzata dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura a Torino tra il dicembre del 2002 e il febbraio 2003, articolata in otto mostre in altrettanti palazzi barocchi nel centro storico della città per celebrare il Centenario dell’Esposizione Internazionale d’Arte Decorativa Moderna del 1902 svoltasi proprio nel capoluogo piemontese, la prima al mondo dedicata esclusivamente alle arti applicate.
Un grande successo di pubblico e di critica premiò l’iniziativa, unica a livello europeo, e come tale riconosciuta e ufficialmente sostenuta dal World Crafts Council Europe. Da quel momento alcuni Enti Pubblici decisero di rafforzare questa nuova frontiera delle arti applicate attraverso diverse azioni non più eccezionali ma strutturali. L’Assessorato ai Beni e Sistemi Culturali della Regione Piemonte ha acquisito cinquanta masterpieces, ovvero ‘capolavori’ di arte applicata europea esposti ad Artigiano metropolitano e, con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Torino, deciso di finanziare il restauro di due gallerie site nel complesso juvarriano di San Filippo Neri -nel quale dall’inizio degli anni Novanta i Padri dell’Oratorio e alcuni laici come Toni Cordero ed Enzo Biffi Gentili avevano progettato importanti imprese di ‘arte e industria’- da destinarsi a sede di un nuovo Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi. Che oggi avvia, con un ulteriore contributo dell’Assessorato all’Artigianato della Regione, la sua programmazione espositiva: quindi Ciao, Miaao.
Si ringrazia DROME magazine media partner dell’evento.
11
febbraio 2006
Ugo Marano – Sette vasi per la casa sacra
Dall'undici febbraio al 19 marzo 2006
design
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
MIAAO – MUSEO INTERNAZIONALE DELLE ARTI APPLICATE OGGI
Torino, Via Maria Vittoria, 5, (Torino)
Torino, Via Maria Vittoria, 5, (Torino)
Orario di apertura
12-19 tranne il lunedì
Vernissage
11 Febbraio 2006, ore 17
Ufficio stampa
STUDIO DE ANGELIS
Autore
Curatore