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Eliseo Mattiacci – Danza di Astri e di Stelle
Nell’ambito del progetto Invito a
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nell’ambito del progetto Invito a: Luciano Fabro, Sol LeWitt, Eliseo
Mattiacci, Robert Morris, Richard Serra, ideato dall’artista Claudio
Parmiggiani e promosso dal Comune di Reggio Emilia, con il contributo di
Max Mara, il prossimo 10 giugno, a Reggio Emilia, nel parco dell’Ex
Fonderia Lombardini, si inaugura “Danza di Astri e di Stelle”, la nuova
opera di Eliseo Mattiacci.
Con il progetto Invito a il Comune di Reggio Emilia ha inteso privilegiare
come una delle linee strategiche dell’intervento in campo culturale la
riflessione sulle trasformazioni in atto nella città e la valorizzare dei
luoghi storici, intesi come memoria della comunità, riproponendo il
rapporto tra arte contemporanea e architettura, tra artista e luoghi della
città, come operazione durevole di riqualificazione del tessuto urbano
anziché nei termini di un intervento temporaneo.
Reggio Emilia ha così rivolto ad alcuni protagonisti dell’arte
contemporanea l’invito a visitare la città e a progettare in uno spazio da
loro scelto un’opera permanente, pensata e creata appositamente per
quell’area, che si apre così a nuovi orizzonti interpretativi. L’invito ha
coinvolto Luciano Fabro, Sol LeWitt, Eliseo Mattiacci, Robert Morris e
Richard Serra, artisti la cui riconosciuta importanza internazionale si
accompagna da sempre ad una profonda consapevolezza etica in particolare
quando alla loro opera venga richiesto di riflettersi dentro il corpo
delicato di una città.
Ora, dopo Whirls and Twirls 1 di Sol LeWitt per la volta della Sala di
Lettura della Biblioteca Panizzi, Less Than di Robert Morris nel complesso
dei Chiostri di San Domenico e L’Araba Fenice di Luciano Fabro per la sede
dell’Università di Modena e Reggio Emilia (ex caserma Zucchi), è la volta
di Danza di Astri e Stelle, un’opera cruciale di Eliseo Mattiacci, pensata
appositamente per il parco dell’Ex Fonderia Lombardini, da alcuni anni sede
della Fondazione Nazionale della Danza- Aterballetto, la compagnia più
importante di danza italiana, guidata da
Mauro Bigonzetti, molto apprezzata anche all’estero.
Danza di Astri e di Stelle
Con questo ultimo lavoro dal titolo Danza di Astri e di Stelle di Eliseo
Mattiacci prosegue la ricerca che ha preso il via negli anni Ottanta e
che si è sviluppata nella direzione di opere che si ispirano alle energie
cosmiche dei corpi celesti, di installazioni che testimoniano un’idea di
spazio tesa senza limiti tra cielo e terra. La nuova opera di Mattiacci è
stata creata appositamente per l’ampia distesa verde che si estende a sud
dell’Ex Fonderia, attuale sede della Fondazione Nazionale della Danza –
Aterballetto.
“Ho visionato vari luoghi in città - chiarisce Mattiacci - e all’ultimo
quando mi si è posato l’occhio su questa Fonderia che comprendeva anche un
bel prato adiacente, è scattato qualcosa che mi ha fatto pensare
immediatamente all’opera nelle sue dimensioni reali ed anche al titolo:
Danza di Astri e di Stelle.
In questo luogo mi si è chiarita la realizzazione dell’opera, tre grandi
lastre, dieci metri per due che comunicano con l’infinito.
Le tre grandi lastre sono, esattamente, tre tavole di acciaio, materiale
che amo molto sia per l’energia che sprigiona che per la capacità di
integrarsi con l’ambiente.
Esse possono essere paragonate ad un antico libro di astronomia su cui sono
incisi segni che ci espongono ad una visione misteriosa del cosmo in
continua esplorazione.
Fare l’artista non comporta solo l’approccio con il materiale; l’intuizione
porta in un campo aperto e aiuta a risolvere sempre tutto. Manualità e
tecnica vanno conosciute per sublimarle non per dimostrarle. Lavorare mi
piace, voglio dirigere i lavori per realizzare le mie opere; mi voglio
divertire e cerco sempre la soluzione più vicina possibile a ciò che cerco
di ottenere. Il mistero deve essere nell’opera in sé in modo tale che chi
riesce a sintonizzarsi può avvertirlo e riflettere. La mia opera, Danza di
Astri e di Stelle, verrà posizionata nello spazio adicente alla Ex Fonderia
dove oggi esiste la Fondazione Nazionale della Danza-Aterballetto, diretta
da Mauro Bigonzetti: mi piace pensare ai danzatori sempre vicini al mio
lavoro.
Il 10 giugno in concomitanza con l’inaugurazione della nuova opera di
Eliseo Mattiacci, l’Aterballetto presenterà uno spettacolo di danza di
Mauro Bigonzetti.
Un catalogo in edizione bilingue (italiano-inglese), edito dalla casa
editrice GLI ORI (Prato) comprende un saggio introduttivo di Fabrizio
D’Amico e un’intervista, rilasciata dall’artista a Paolo Fabbri, offre
un’ampia e dettagliata documentazione fotografica dell’opera.
Eliseo Mattiacci nasce a Cagli (Pesaro) nel 1940. Si diploma all’Istituto
di Belle Arti di Pesaro nel 1959. La sua prima personale si tiene alla
Galleria La Tartaruga (Roma, 1967), dove un Tubo flessibile giallo, lungo
150 metri, occupa la galleria ed invade le vie della città. Nello stesso
anno espone con Pino Pascali alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma
e nel 1968 ottiene i suoi primi riconoscimenti all’estero con la mostra
Extra: Bignardi, Kounellis, Lombardo, Mattiacci, Pascali (Wiesbaden,
Städtisches Museum).
Alla fine degli anni Sessanta l’artista estende il proprio lavoro ad azioni
e performances condotte in prima persona: Percorso e Esperienza fisiologica
(Roma, Galleria L’Attico, rispettivamente nel 1969 e 1970); Assistere
intensamente al processo di crescita (Lucerna, Kunstmuseum, 1970); Pensare
il pensiero e Rifarsi (Milano, Galleria Jolas, 1972).
Partecipa con una sala personale alla Biennale di Venezia del 1972 e del
1988.
Di taglio marcatamente antropologico sono i lavori: Alfabeti primari,
Cultura mummificata, Planisfero con fusi orari e Progetto totale, tutte
esposte alla Biennale di Venezia nel 1972.
Negli anni Ottanta il suo lavoro si sviluppa nella direzione di opere di
ispirazione spaziale, astronomica e cosmica con strutture-sculture di forme
metalliche. Sono di questo periodo: Alta tensione astronomica al Kunstforum
di Monaco (1984), e Torre dei Filosofi (1984), realizzata nella campagna di
Monteluro (PS), Scultura stratosferica (1986) e Carro Solare del
Montefeltro (1986/2003). Del 1988 è l’installazione permanente Porta del
Sole a Lancenigo (TV).
Nel 1987 fonda il Centro per la Scultura Contemporanea con sede nella Torre
di Francesco di Giorgio Martini a Cagli dove sono presenti, oltre a suoi
lavori, opere di Coletta, Gastini, Pascali, Nagasawa, Nunzio.
Dagli anni Novanta le installazioni di Eliseo Mattiacci, sempre di grandi
dimensioni e nelle quali si rinnova l’equilibrio plastico formale tra gli
elementi e i materiali, sono caratterizzate dall’uso di lastre di ferro,
acciaio corten, sfere di ghisa sulla cui superficie, soprattutto nei lavori
dell’ultimo decennio, sono segnate le rotte dei pianeti, le ellissi delle
traiettorie celesti, i centri degli ordini cosmici: opere che interagiscono
con lo spazio delineando percorsi e captando energie tra uomo e cosmo.
Molte di queste opere occupano spazi aperti: Un ascolto di vuoto (1992)
presso la cava di S. Anna – Passo del Furlo; Riflesso cosmico-dall’alba al
sorgere del sole (1994) sulla pista di pattinaggio di Cervinia; Le vie del
cielo (1994) nell’alveo del fiume Bidente (Forlì); Equilibrio compresso
nella rocca di S. Giminiano (1995), Dove circolano le idee (con la quale ha
vinto il premio speciale conferito da The Hakone Open Air Museum di Tokyo
nel 1995); Riflesso dell’ordine cosmico, nel porto della città di Pesaro
(1996); Ordine (1995) nel Parco di Villa Glori a Roma (1997); Dentro il
Cosmo nei Mercati di Traiano a Roma (2000-2001), Porta di Castelgirone a
Brufa (2003), Occhio del Cielo all’Università di Los Angeles (2005).
Mattiacci, Robert Morris, Richard Serra, ideato dall’artista Claudio
Parmiggiani e promosso dal Comune di Reggio Emilia, con il contributo di
Max Mara, il prossimo 10 giugno, a Reggio Emilia, nel parco dell’Ex
Fonderia Lombardini, si inaugura “Danza di Astri e di Stelle”, la nuova
opera di Eliseo Mattiacci.
Con il progetto Invito a il Comune di Reggio Emilia ha inteso privilegiare
come una delle linee strategiche dell’intervento in campo culturale la
riflessione sulle trasformazioni in atto nella città e la valorizzare dei
luoghi storici, intesi come memoria della comunità, riproponendo il
rapporto tra arte contemporanea e architettura, tra artista e luoghi della
città, come operazione durevole di riqualificazione del tessuto urbano
anziché nei termini di un intervento temporaneo.
Reggio Emilia ha così rivolto ad alcuni protagonisti dell’arte
contemporanea l’invito a visitare la città e a progettare in uno spazio da
loro scelto un’opera permanente, pensata e creata appositamente per
quell’area, che si apre così a nuovi orizzonti interpretativi. L’invito ha
coinvolto Luciano Fabro, Sol LeWitt, Eliseo Mattiacci, Robert Morris e
Richard Serra, artisti la cui riconosciuta importanza internazionale si
accompagna da sempre ad una profonda consapevolezza etica in particolare
quando alla loro opera venga richiesto di riflettersi dentro il corpo
delicato di una città.
Ora, dopo Whirls and Twirls 1 di Sol LeWitt per la volta della Sala di
Lettura della Biblioteca Panizzi, Less Than di Robert Morris nel complesso
dei Chiostri di San Domenico e L’Araba Fenice di Luciano Fabro per la sede
dell’Università di Modena e Reggio Emilia (ex caserma Zucchi), è la volta
di Danza di Astri e Stelle, un’opera cruciale di Eliseo Mattiacci, pensata
appositamente per il parco dell’Ex Fonderia Lombardini, da alcuni anni sede
della Fondazione Nazionale della Danza- Aterballetto, la compagnia più
importante di danza italiana, guidata da
Mauro Bigonzetti, molto apprezzata anche all’estero.
Danza di Astri e di Stelle
Con questo ultimo lavoro dal titolo Danza di Astri e di Stelle di Eliseo
Mattiacci prosegue la ricerca che ha preso il via negli anni Ottanta e
che si è sviluppata nella direzione di opere che si ispirano alle energie
cosmiche dei corpi celesti, di installazioni che testimoniano un’idea di
spazio tesa senza limiti tra cielo e terra. La nuova opera di Mattiacci è
stata creata appositamente per l’ampia distesa verde che si estende a sud
dell’Ex Fonderia, attuale sede della Fondazione Nazionale della Danza –
Aterballetto.
“Ho visionato vari luoghi in città - chiarisce Mattiacci - e all’ultimo
quando mi si è posato l’occhio su questa Fonderia che comprendeva anche un
bel prato adiacente, è scattato qualcosa che mi ha fatto pensare
immediatamente all’opera nelle sue dimensioni reali ed anche al titolo:
Danza di Astri e di Stelle.
In questo luogo mi si è chiarita la realizzazione dell’opera, tre grandi
lastre, dieci metri per due che comunicano con l’infinito.
Le tre grandi lastre sono, esattamente, tre tavole di acciaio, materiale
che amo molto sia per l’energia che sprigiona che per la capacità di
integrarsi con l’ambiente.
Esse possono essere paragonate ad un antico libro di astronomia su cui sono
incisi segni che ci espongono ad una visione misteriosa del cosmo in
continua esplorazione.
Fare l’artista non comporta solo l’approccio con il materiale; l’intuizione
porta in un campo aperto e aiuta a risolvere sempre tutto. Manualità e
tecnica vanno conosciute per sublimarle non per dimostrarle. Lavorare mi
piace, voglio dirigere i lavori per realizzare le mie opere; mi voglio
divertire e cerco sempre la soluzione più vicina possibile a ciò che cerco
di ottenere. Il mistero deve essere nell’opera in sé in modo tale che chi
riesce a sintonizzarsi può avvertirlo e riflettere. La mia opera, Danza di
Astri e di Stelle, verrà posizionata nello spazio adicente alla Ex Fonderia
dove oggi esiste la Fondazione Nazionale della Danza-Aterballetto, diretta
da Mauro Bigonzetti: mi piace pensare ai danzatori sempre vicini al mio
lavoro.
Il 10 giugno in concomitanza con l’inaugurazione della nuova opera di
Eliseo Mattiacci, l’Aterballetto presenterà uno spettacolo di danza di
Mauro Bigonzetti.
Un catalogo in edizione bilingue (italiano-inglese), edito dalla casa
editrice GLI ORI (Prato) comprende un saggio introduttivo di Fabrizio
D’Amico e un’intervista, rilasciata dall’artista a Paolo Fabbri, offre
un’ampia e dettagliata documentazione fotografica dell’opera.
Eliseo Mattiacci nasce a Cagli (Pesaro) nel 1940. Si diploma all’Istituto
di Belle Arti di Pesaro nel 1959. La sua prima personale si tiene alla
Galleria La Tartaruga (Roma, 1967), dove un Tubo flessibile giallo, lungo
150 metri, occupa la galleria ed invade le vie della città. Nello stesso
anno espone con Pino Pascali alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma
e nel 1968 ottiene i suoi primi riconoscimenti all’estero con la mostra
Extra: Bignardi, Kounellis, Lombardo, Mattiacci, Pascali (Wiesbaden,
Städtisches Museum).
Alla fine degli anni Sessanta l’artista estende il proprio lavoro ad azioni
e performances condotte in prima persona: Percorso e Esperienza fisiologica
(Roma, Galleria L’Attico, rispettivamente nel 1969 e 1970); Assistere
intensamente al processo di crescita (Lucerna, Kunstmuseum, 1970); Pensare
il pensiero e Rifarsi (Milano, Galleria Jolas, 1972).
Partecipa con una sala personale alla Biennale di Venezia del 1972 e del
1988.
Di taglio marcatamente antropologico sono i lavori: Alfabeti primari,
Cultura mummificata, Planisfero con fusi orari e Progetto totale, tutte
esposte alla Biennale di Venezia nel 1972.
Negli anni Ottanta il suo lavoro si sviluppa nella direzione di opere di
ispirazione spaziale, astronomica e cosmica con strutture-sculture di forme
metalliche. Sono di questo periodo: Alta tensione astronomica al Kunstforum
di Monaco (1984), e Torre dei Filosofi (1984), realizzata nella campagna di
Monteluro (PS), Scultura stratosferica (1986) e Carro Solare del
Montefeltro (1986/2003). Del 1988 è l’installazione permanente Porta del
Sole a Lancenigo (TV).
Nel 1987 fonda il Centro per la Scultura Contemporanea con sede nella Torre
di Francesco di Giorgio Martini a Cagli dove sono presenti, oltre a suoi
lavori, opere di Coletta, Gastini, Pascali, Nagasawa, Nunzio.
Dagli anni Novanta le installazioni di Eliseo Mattiacci, sempre di grandi
dimensioni e nelle quali si rinnova l’equilibrio plastico formale tra gli
elementi e i materiali, sono caratterizzate dall’uso di lastre di ferro,
acciaio corten, sfere di ghisa sulla cui superficie, soprattutto nei lavori
dell’ultimo decennio, sono segnate le rotte dei pianeti, le ellissi delle
traiettorie celesti, i centri degli ordini cosmici: opere che interagiscono
con lo spazio delineando percorsi e captando energie tra uomo e cosmo.
Molte di queste opere occupano spazi aperti: Un ascolto di vuoto (1992)
presso la cava di S. Anna – Passo del Furlo; Riflesso cosmico-dall’alba al
sorgere del sole (1994) sulla pista di pattinaggio di Cervinia; Le vie del
cielo (1994) nell’alveo del fiume Bidente (Forlì); Equilibrio compresso
nella rocca di S. Giminiano (1995), Dove circolano le idee (con la quale ha
vinto il premio speciale conferito da The Hakone Open Air Museum di Tokyo
nel 1995); Riflesso dell’ordine cosmico, nel porto della città di Pesaro
(1996); Ordine (1995) nel Parco di Villa Glori a Roma (1997); Dentro il
Cosmo nei Mercati di Traiano a Roma (2000-2001), Porta di Castelgirone a
Brufa (2003), Occhio del Cielo all’Università di Los Angeles (2005).
10
giugno 2006
Eliseo Mattiacci – Danza di Astri e di Stelle
10 giugno 2006
arte contemporanea
Location
FONDERIA – FONDAZIONE NAZIONALE DELLA DANZA
Reggio Nell'emilia, Via Della Costituzione, 39, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Della Costituzione, 39, (Reggio Nell'emilia)
Vernissage
10 Giugno 2006, ore 18
Sito web
www.musei.re.it
Editore
GLI ORI
Autore
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