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Francesco Zizola / Emilio Gentilini
doppia personale di fotografia
Comunicato stampa
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BORN SOMEWHERE
Le condizioni dell’infanzia nel mondo,
dai bambini nelle zone di guerra allo sfruttamento
del lavoro minorile, sono raccontate attraverso 90 immagini di Francesco Zizola
Il Museo di Roma in Trastevere ospita dal 16 giugno al 24 settembre 2006, due importanti mostre, ognuna un racconto della vita e della storia attraverso i volti della gente comune: Born Somewhere fotografie di Francesco Zizola e Donne di Trastevere fotografie di Emilio Gentilini, promosse dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali Sovraintendenza ai Beni Culturali.
Born Somewhere racconta attraverso 90 fotografie le condizioni di vita di bambini di trenta paesi in cui Zizola, vincitore del World Press Photo nel 1995, 1997, 1998, 2002 e 2005, ha lavorato per tredici anni. Sono sguardi che provengono da nazioni distrutte dalla guerra (Angola, Sudan, Afghanistan e Iraq); dal Brasile e dall’Indonesia, dove si sfrutta sistematicamente il lavoro minorile; dal Mozambico e dal Kenya, dove molti bambini sono orfani a causa dell’AIDS. Ma anche da Giappone, Stati Uniti e Italia, denunciando l’uso irresponsabile dei più piccoli nel sistema del consumo e del benessere, fino ad arrivare alle immagini più recenti scattate in Uganda, dove migliaia di bambini dormono all’aperto per sfuggire ai rapimenti e al reclutamento forzato nella milizia, in Sud Africa e infine nel Chad, tra i campi di rifugiati del Darfur.
Una mostra che nasce dalla necessità di Zizola di raccontare importanti fatti internazionali attraverso la vita dei bambini, i soggetti più esposti ai grandi stravolgimenti dovuti alla guerra, alla fame e alla malattia. Una necessità che il fotografo ha maturato nei lunghi anni di lavoro come fotoreporter in Germania, nell’Europa dell’Est, a Mosca, in Albania e in Corea del Nord. Al ritorno da questi viaggi, ciò che restava erano immagini forti, molto più adatte di qualunque ricordo a raccontare quelle realtà: erano gli sguardi dei bambini, sguardi in cui si potevano leggere tutte le domande senza risposta.
Le fotografie esposte al Museo di Roma in Trastevere vogliono essere testimonianza di quei fatti ma, allo stesso tempo, trasfigurarli, restituendo all’infanzia la sua purezza e bellezza.
Born Somewhere, a cura di Deanna Richardson ed organizzata da Giuseppe Prode, è accompagnata da un volume edito da Fusi Orari che ha avuto importanti riconoscimenti al Festival di Fotogiornalismo di Perpignan (Francia) e al Photo District News (Stati Uniti).
_________________________________
LE DONNE DI TRASTEVERE
La Trastevere degli anni ’70 descritta dai volti
delle sue donne con oltre 100 fotografie di Emilio Gentilini
Il Museo di Roma in Trastevere ospita, dal 16 giugno al 24 settembre 2006, Donne di Trastevere, un omaggio poetico e malinconico a Trastevere e alle sue donne in una mostra che raccoglie oltre cento fotografie di Emilio Gentilini.
L’esposizione, promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali Sovraintendenza ai Beni Culturali, parte da un motivo, quello della centralità delle persone nella storia, che ritroviamo anche nell’altra mostra ospitata dal Museo: Born Somewhere, una raccolta di 90 fotografie di Francesco Zizola.
Donne di Trastevere, illustrata da un catalogo edito da Palombi, racconta la storia di Trastevere nel 1971 e 1972 attraverso i volti delle sue donne. Sono, questi, gli anni in cui la modernità incalza, in cui le ragazze di Trastevere in minigonna si affacciano idealmente sul mondo nuovo. Le piazze si stanno trasformando in monumenti e lo spirito del luogo si rifugia nei volti e nei gesti delle persone. Volti e corpi di donne precocemente ingrossati dalla maternità e dal duro lavoro, gesti solenni, quasi rituali nel loro ripetersi nel tempo. Sono gli anni in cui ancora resiste la rigorosa separazione dei sessi negli spazi pubblici, ma le donne, quasi rovesciando simbolicamente la servitù della casa patriarcale, ne sono le protagoniste, sono la voce del quartiere, le animatrici della vita quotidiana.
Gentilini girovagava giorno dopo giorno tra la gente, i vicoli, le osterie, cogliendo i segreti dei cortili, l’oscurità al di là dei portoni, le strade nascoste, i momenti e i “movimenti” delle donne rapite dai suoi scatti nell’intimità del loro quotidiano. La sua Nikon fermava quegli attimi, gli ultimi atti di una grande opera corale di cui è diventato il fotografo di scena.
Ma la poesia di Trastevere era alla fine: si avvicinava il tempo dei cambiamenti e del silenzio, il tessuto sociale del rione stava cambiando, i trasteverini cominciavano a lasciare i vicoli per vivere nei nuovi quartieri in costruzione, mentre nuovi volti, nuove lingue e culture si affacciavano nel cuore di Roma.
L’anno successivo Emilio Gentilini sarebbe partito per gli Stati Uniti. Ma le sue immagini restano una delle ultime testimonianze di una Trastevere che oggi, sempre più stanca, cerca di resistere e sopravvivere.
Le condizioni dell’infanzia nel mondo,
dai bambini nelle zone di guerra allo sfruttamento
del lavoro minorile, sono raccontate attraverso 90 immagini di Francesco Zizola
Il Museo di Roma in Trastevere ospita dal 16 giugno al 24 settembre 2006, due importanti mostre, ognuna un racconto della vita e della storia attraverso i volti della gente comune: Born Somewhere fotografie di Francesco Zizola e Donne di Trastevere fotografie di Emilio Gentilini, promosse dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali Sovraintendenza ai Beni Culturali.
Born Somewhere racconta attraverso 90 fotografie le condizioni di vita di bambini di trenta paesi in cui Zizola, vincitore del World Press Photo nel 1995, 1997, 1998, 2002 e 2005, ha lavorato per tredici anni. Sono sguardi che provengono da nazioni distrutte dalla guerra (Angola, Sudan, Afghanistan e Iraq); dal Brasile e dall’Indonesia, dove si sfrutta sistematicamente il lavoro minorile; dal Mozambico e dal Kenya, dove molti bambini sono orfani a causa dell’AIDS. Ma anche da Giappone, Stati Uniti e Italia, denunciando l’uso irresponsabile dei più piccoli nel sistema del consumo e del benessere, fino ad arrivare alle immagini più recenti scattate in Uganda, dove migliaia di bambini dormono all’aperto per sfuggire ai rapimenti e al reclutamento forzato nella milizia, in Sud Africa e infine nel Chad, tra i campi di rifugiati del Darfur.
Una mostra che nasce dalla necessità di Zizola di raccontare importanti fatti internazionali attraverso la vita dei bambini, i soggetti più esposti ai grandi stravolgimenti dovuti alla guerra, alla fame e alla malattia. Una necessità che il fotografo ha maturato nei lunghi anni di lavoro come fotoreporter in Germania, nell’Europa dell’Est, a Mosca, in Albania e in Corea del Nord. Al ritorno da questi viaggi, ciò che restava erano immagini forti, molto più adatte di qualunque ricordo a raccontare quelle realtà: erano gli sguardi dei bambini, sguardi in cui si potevano leggere tutte le domande senza risposta.
Le fotografie esposte al Museo di Roma in Trastevere vogliono essere testimonianza di quei fatti ma, allo stesso tempo, trasfigurarli, restituendo all’infanzia la sua purezza e bellezza.
Born Somewhere, a cura di Deanna Richardson ed organizzata da Giuseppe Prode, è accompagnata da un volume edito da Fusi Orari che ha avuto importanti riconoscimenti al Festival di Fotogiornalismo di Perpignan (Francia) e al Photo District News (Stati Uniti).
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LE DONNE DI TRASTEVERE
La Trastevere degli anni ’70 descritta dai volti
delle sue donne con oltre 100 fotografie di Emilio Gentilini
Il Museo di Roma in Trastevere ospita, dal 16 giugno al 24 settembre 2006, Donne di Trastevere, un omaggio poetico e malinconico a Trastevere e alle sue donne in una mostra che raccoglie oltre cento fotografie di Emilio Gentilini.
L’esposizione, promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali Sovraintendenza ai Beni Culturali, parte da un motivo, quello della centralità delle persone nella storia, che ritroviamo anche nell’altra mostra ospitata dal Museo: Born Somewhere, una raccolta di 90 fotografie di Francesco Zizola.
Donne di Trastevere, illustrata da un catalogo edito da Palombi, racconta la storia di Trastevere nel 1971 e 1972 attraverso i volti delle sue donne. Sono, questi, gli anni in cui la modernità incalza, in cui le ragazze di Trastevere in minigonna si affacciano idealmente sul mondo nuovo. Le piazze si stanno trasformando in monumenti e lo spirito del luogo si rifugia nei volti e nei gesti delle persone. Volti e corpi di donne precocemente ingrossati dalla maternità e dal duro lavoro, gesti solenni, quasi rituali nel loro ripetersi nel tempo. Sono gli anni in cui ancora resiste la rigorosa separazione dei sessi negli spazi pubblici, ma le donne, quasi rovesciando simbolicamente la servitù della casa patriarcale, ne sono le protagoniste, sono la voce del quartiere, le animatrici della vita quotidiana.
Gentilini girovagava giorno dopo giorno tra la gente, i vicoli, le osterie, cogliendo i segreti dei cortili, l’oscurità al di là dei portoni, le strade nascoste, i momenti e i “movimenti” delle donne rapite dai suoi scatti nell’intimità del loro quotidiano. La sua Nikon fermava quegli attimi, gli ultimi atti di una grande opera corale di cui è diventato il fotografo di scena.
Ma la poesia di Trastevere era alla fine: si avvicinava il tempo dei cambiamenti e del silenzio, il tessuto sociale del rione stava cambiando, i trasteverini cominciavano a lasciare i vicoli per vivere nei nuovi quartieri in costruzione, mentre nuovi volti, nuove lingue e culture si affacciavano nel cuore di Roma.
L’anno successivo Emilio Gentilini sarebbe partito per gli Stati Uniti. Ma le sue immagini restano una delle ultime testimonianze di una Trastevere che oggi, sempre più stanca, cerca di resistere e sopravvivere.
15
giugno 2006
Francesco Zizola / Emilio Gentilini
Dal 15 giugno al 24 settembre 2006
fotografia
Location
MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE
Roma, Piazza Di Sant'egidio, 1B, (Roma)
Roma, Piazza Di Sant'egidio, 1B, (Roma)
Biglietti
Mostre + Museo: intero € 5.50 - ridotto € 4.00
Orario di apertura
martedì – domenica 10.00 – 20.00 (la biglietteria chiude un'ora prima). Chiuso il lunedì
Vernissage
15 Giugno 2006, ore 18.30
Editore
PALOMBI
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore