«Marcello Ercole è innegabilmente un artista non nuovo all’intimità con i grandi temi proposti dalla Chiesa. Nella sua lunga esperienza di pittore, il confronto con il Divino si rivela particolarmente congeniale, perché espresso all’interno di una dimensione poetica fertile, già integralmente votata a dare forma e sostanza all’invisibile, alle cose come appaiono soltanto nella spazialità della mente. Intendo con ciò sottolineare proprio quel valore di surrealtà che in Ercole conduce alle opere migliori, quelle che marcano la riconoscibilità di una esperienza pittorica convalidata attraverso gli anni e non certamente di matrice realistica. Coniugare, questa surrealtà alla dimensione cristiana, e farla diventare un possibile sinonimo di spiritualità - si pensi ai suggestivi esempi forniti dal grande Salvator Dalì che reinventa, in una maniera unica e fantastica, l’iconografia cristiana della devozione catalana - costituisce la sfida stimolante che da anni Ercole conduce in Abruzzo, nell’ impegno profuso alla realizzazione di suggestivi cicli pittorici, pale d’altare e numerose vetrate istoriate per molti luoghi di culto fra cui la Chiesa della Santa Trinità di Avezzano (“eucaristia”), la Chiesa di San Giuseppe a Capistrello (“Esodo degli ebrei”), la Chiesa di san Giovanni Battista a Luco dei Marsi (“I dieci comandamenti”, “Simbologie dei Vangeli”), la Chiesa di San Nicola ad Alba Fucens, il Santuario della Madonna di Pietraquaria in Avezzano (“Cantico delle creature” e “ Vita della Madonna”), la Chiesa Madre di Massa D’Albe».

Brano tratto dal testo di presentazione in catalogo Il concerto infinito di Marcello Ercole

di Maria Cristina Ricciardi