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Israele. Arte e vita 1906-2006
la più ampia rassegna di arte israeliana mai realizzata in Italia
Comunicato stampa
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S’inaugura il 17 ottobre a Milano, nella sede di Palazzo Reale, la più ampia rassegna di arte israeliana mai realizzata in Italia.
Un grande evento per celebrare un secolo d’arte in Israele, raccontata attraverso le opere dei suoi maggiori protagonisti, e soprattutto per avvicinare il pubblico alla cultura di questo Paese. La mostra è infatti affiancata da un ricco calendario di incontri, conferenze, una rassegna cinematografica ed eventi collaterali che intendono approfondire la conoscenza della cultura israeliana e sfatare l’immaginario comune che vede Israele soltanto come un Paese di guerra e perennemente in guerra. In realtà questo Paese è molto altro: una sorprendente culla della tecnologia, all’avanguardia nel settore software e hi-tech, primeggia nella ricerca scientifica e medica, settori nei quali investe le migliori risorse. E’ una società d’avanguardia, aperta, internazionale e il livello culturale medio della popolazione è altissimo. Lo Stato di Israele è un piccolo miracolo contemporaneo da conoscere.
L’evento è promosso dal Comune di Milano e dall’Associazione Culturale senza scopo di lucro Ponte Azzurro, patrocinato dal Ministero dell’Istruzione e sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica.
Curatore della mostra è Amnon Barzel, noto storico dell’arte israeliana, già curatore e direttore del celebre Jewish Museum di Berlino e, in Italia, direttore fondatore del Museo Pecci di Prato.
La mostra Israele. Arte e vita 1906 – 2006 racconta Israele attraverso alcune delle opere più significative della sua arte, nata cento anni fa nel 1906 con l’apertura dell’Accademia d’Arte Bezalel a Gerusalemme, voluta per caratterizzare precocemente la cultura del futuro Paese, non ancora nato. E’ uno dei pochi casi, se non l’unico, in cui l’arte nasce prima dello Stato.
“L’arte israeliana è storica e contemporanea” spiega Barzel. “Tutta l’arte rilevante è testimone del luogo, del tempo e della società. E’ un’arte esistenziale, strettamente legata alla condizione dell’esistenza; un’arte eccezionale e radicale, ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e le nostre radici.”
Quest’arte è un laboratorio di sintesi fra culture di tutto il mondo, alla continua ricerca di un equilibrio tra l’Occidente e il Medio Oriente. In un secolo di vita l’arte israeliana, oggi apprezzata internazionalmente, pur nella varietà d’ispirazione, ha trovato la propria essenza, dando alle proprie produzioni un’impronta originale e un carattere comune. Racconta i luoghi, la società, la storia politica e religiosa del Paese, dimostrando come le difficoltà possano incrementare la creatività, ma in molti casi rappresenta semplicemente lo sforzo creativo di esprimere le grandi tematiche dell’arte e dell’uomo.
In mostra 150 opere provenienti dai principali musei e collezioni private di Israele, portate in Italia, nonostante la situazione di conflitto bellico, grazie alla tenacia del curatore Amnon Barzel. Pitture, sculture, installazioni, ma anche fotografie, testimonianze video e documentari storici, si sviluppano lungo un arco cronologico al contrario (si entra in mostra nel 2006, si esce nel 1906) segnato dai principali eventi del Paese, dal punto di vista artistico, storico e sociale.
L’obiettivo è raccontare Israele nella sua realtà quotidiana, da cui il titolo della mostra, attraverso il punto di vista privilegiato degli artisti che in questi 100 anni hanno saputo cogliere con attenzione unica e speciale la tragica e quotidiana realtà del Paese. Tra le opere spiccano quelle dei Fondatori dell’Accademia Bezalel, come Reuven Rubin e Nahum Gutman, e i dipinti degli artisti degli anni ‘20, che testimoniano la ricerca di una nuova arte per una nuova società. L’arte astratta degli anni ‘40 segna il modernismo israeliano parallelo alla creazione dello stato. Fino ad arrivare ai più contemporanei come Menashe Kadishman, Micha Ullman e Dani Karavan.
Il percorso espositivo si sviluppa lungo un filo cronologico al contrario: si accede alla mostra nel 2006 e si esce nel 1906. Un’opera di enorme significato morale dell’artista Menashe Kadishman, accoglie il visitatore. 2500 teste di metallo su cui camminare produrranno suoni evocativi della storia del popolo ebraico, richiamando l’eterno tema del sacrificio di Isacco. Otto metri di rotaie, tre video e un tragico numero, l’ultimo numero di immatricolazione tatuato ad Auschwitz, compongono l’installazione di Dani Karavan, noto per le sue audaci interpretazioni artistiche. E non mancherà Michal Rovner, la più ricercata tra le artiste israeliane contemporanee, arrivata a Milano direttamente da Tokyo dove è in corso una sua personale. La Rovner è conosciuta in tutto il mondo per le sue videoinstallazioni, presenti anche all’ultima Biennale di Venezia.
Principale prestatore delle opere è il Museo di Gerusalemme che, per la mostra Israele. Arte e vita. 1906 – 2006, ha concesso oltre cinquanta opere. Espone le più importanti collezioni d’arte dello Stato e conserva il documento storico più prezioso dell’intera Israele: i manoscritti di Qumran. Grazie alle infrastrutture messe a disposizione da Alvarion e Fastweb, Palazzo Reale e il Museo di Gerusalemme sono in collegamento diretto: sarà quindi possibile vedere in tempo reale cosa accade nelle sale dei due musei. La tecnologia si fa ponte tra i due Paesi, avvicinandoli in un abbraccio virtuale, grazie all’arte.
Numerosi i filmati e le testimonianze video presenti in mostra, ad arricchire e approfondire il percorso tracciato dalle opere d’arte. Di particolare interesse un film del 1913, ritrovato negli archivi dallo storico Gian Marco Cavallin, che mostra Israele prima della fondazione dello stato. Uno spaccato storico di vita in cui Tel Aviv è un insediamento di poche case bianche sulle dune, mostra il lavoro dei pionieri nei campi e le attività nell’Accademia d’Arte Bezalel. Il film verrà proiettato ogni giorno nella sala didattica lungo il percorso mostra. Saranno inoltre presenti testimonianze video che mettono in relazione la vita quotidiana in Israele con l’arte che da essa scaturisce, in un inscindibile percorso parallelo. Grazie a postazioni Internet dedicate, sarà possibile consultare on line l’archivio Spielberg della Hebrew University of Jerusalem. Il tutto correlato da una rassegna di film israeliani in calendario per quattro domeniche di ottobre e novembre.
Particolare attenzione è dedicata all’offerta didattica che prevede numerose attività educative dedicate alle scuole primarie e secondarie, coordinate dalla Sezione Didattica di Palazzo Reale. Un percorso guidato accompagnerà i più giovani durante la visita alla mostra, che può essere poi approfondita con attività specifiche, sulla storia di Israele e sulle mille culture che la compongono riflesse nell’arte del Paese. Una fusione che vede protagoniste, oltre all’arte, cucina e musica.
Per le scuole superiori sono in programma conversazioni su Israele con esperti: si parlerà di pace e di diritti dell’Uomo e del bambino, applicati alla società israeliana, unica democrazia compiuta del Medio Oriente. Inoltre, grazie al patrocinio della Provincia di Milano, ai ragazzi verranno donati i libri Democrazia e diritti umani in Israele e Israele e Palestina la lunga via verso la pace e agli insegnanti il testo I diritti del bambino, editi per l’occasione da Proedi Editore.
Il catalogo della mostra è a cura di Amnon Barzel e contiene un fondamentale saggio di Igal Zalmona, capo curatore del Museo di Gerusalemme, dedicato all’arte come ricerca di una nuova identità. Editore Proedi, euro 35.
L’organizzazione di questa ambiziosa iniziativa è stata possibile grazie al coinvolgimento di sponsor quali: Agnoli, Bernardi e Associati Studio Legale; Teva, Pharma Italia, Milano; Atlantis; Banca Arner; Gruppo Multimedica; Alvarion; Telit. Numerosi anche gli sponsor tecnici: ATM; Corriere della Sera; Fastweb; Hotel Principe di Savoia, Milano; Language Consulting Congressi; LG Electronics; Trimtec Sistemi, Naty’s e Mail Boxes Etc.
Un grande evento per celebrare un secolo d’arte in Israele, raccontata attraverso le opere dei suoi maggiori protagonisti, e soprattutto per avvicinare il pubblico alla cultura di questo Paese. La mostra è infatti affiancata da un ricco calendario di incontri, conferenze, una rassegna cinematografica ed eventi collaterali che intendono approfondire la conoscenza della cultura israeliana e sfatare l’immaginario comune che vede Israele soltanto come un Paese di guerra e perennemente in guerra. In realtà questo Paese è molto altro: una sorprendente culla della tecnologia, all’avanguardia nel settore software e hi-tech, primeggia nella ricerca scientifica e medica, settori nei quali investe le migliori risorse. E’ una società d’avanguardia, aperta, internazionale e il livello culturale medio della popolazione è altissimo. Lo Stato di Israele è un piccolo miracolo contemporaneo da conoscere.
L’evento è promosso dal Comune di Milano e dall’Associazione Culturale senza scopo di lucro Ponte Azzurro, patrocinato dal Ministero dell’Istruzione e sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica.
Curatore della mostra è Amnon Barzel, noto storico dell’arte israeliana, già curatore e direttore del celebre Jewish Museum di Berlino e, in Italia, direttore fondatore del Museo Pecci di Prato.
La mostra Israele. Arte e vita 1906 – 2006 racconta Israele attraverso alcune delle opere più significative della sua arte, nata cento anni fa nel 1906 con l’apertura dell’Accademia d’Arte Bezalel a Gerusalemme, voluta per caratterizzare precocemente la cultura del futuro Paese, non ancora nato. E’ uno dei pochi casi, se non l’unico, in cui l’arte nasce prima dello Stato.
“L’arte israeliana è storica e contemporanea” spiega Barzel. “Tutta l’arte rilevante è testimone del luogo, del tempo e della società. E’ un’arte esistenziale, strettamente legata alla condizione dell’esistenza; un’arte eccezionale e radicale, ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e le nostre radici.”
Quest’arte è un laboratorio di sintesi fra culture di tutto il mondo, alla continua ricerca di un equilibrio tra l’Occidente e il Medio Oriente. In un secolo di vita l’arte israeliana, oggi apprezzata internazionalmente, pur nella varietà d’ispirazione, ha trovato la propria essenza, dando alle proprie produzioni un’impronta originale e un carattere comune. Racconta i luoghi, la società, la storia politica e religiosa del Paese, dimostrando come le difficoltà possano incrementare la creatività, ma in molti casi rappresenta semplicemente lo sforzo creativo di esprimere le grandi tematiche dell’arte e dell’uomo.
In mostra 150 opere provenienti dai principali musei e collezioni private di Israele, portate in Italia, nonostante la situazione di conflitto bellico, grazie alla tenacia del curatore Amnon Barzel. Pitture, sculture, installazioni, ma anche fotografie, testimonianze video e documentari storici, si sviluppano lungo un arco cronologico al contrario (si entra in mostra nel 2006, si esce nel 1906) segnato dai principali eventi del Paese, dal punto di vista artistico, storico e sociale.
L’obiettivo è raccontare Israele nella sua realtà quotidiana, da cui il titolo della mostra, attraverso il punto di vista privilegiato degli artisti che in questi 100 anni hanno saputo cogliere con attenzione unica e speciale la tragica e quotidiana realtà del Paese. Tra le opere spiccano quelle dei Fondatori dell’Accademia Bezalel, come Reuven Rubin e Nahum Gutman, e i dipinti degli artisti degli anni ‘20, che testimoniano la ricerca di una nuova arte per una nuova società. L’arte astratta degli anni ‘40 segna il modernismo israeliano parallelo alla creazione dello stato. Fino ad arrivare ai più contemporanei come Menashe Kadishman, Micha Ullman e Dani Karavan.
Il percorso espositivo si sviluppa lungo un filo cronologico al contrario: si accede alla mostra nel 2006 e si esce nel 1906. Un’opera di enorme significato morale dell’artista Menashe Kadishman, accoglie il visitatore. 2500 teste di metallo su cui camminare produrranno suoni evocativi della storia del popolo ebraico, richiamando l’eterno tema del sacrificio di Isacco. Otto metri di rotaie, tre video e un tragico numero, l’ultimo numero di immatricolazione tatuato ad Auschwitz, compongono l’installazione di Dani Karavan, noto per le sue audaci interpretazioni artistiche. E non mancherà Michal Rovner, la più ricercata tra le artiste israeliane contemporanee, arrivata a Milano direttamente da Tokyo dove è in corso una sua personale. La Rovner è conosciuta in tutto il mondo per le sue videoinstallazioni, presenti anche all’ultima Biennale di Venezia.
Principale prestatore delle opere è il Museo di Gerusalemme che, per la mostra Israele. Arte e vita. 1906 – 2006, ha concesso oltre cinquanta opere. Espone le più importanti collezioni d’arte dello Stato e conserva il documento storico più prezioso dell’intera Israele: i manoscritti di Qumran. Grazie alle infrastrutture messe a disposizione da Alvarion e Fastweb, Palazzo Reale e il Museo di Gerusalemme sono in collegamento diretto: sarà quindi possibile vedere in tempo reale cosa accade nelle sale dei due musei. La tecnologia si fa ponte tra i due Paesi, avvicinandoli in un abbraccio virtuale, grazie all’arte.
Numerosi i filmati e le testimonianze video presenti in mostra, ad arricchire e approfondire il percorso tracciato dalle opere d’arte. Di particolare interesse un film del 1913, ritrovato negli archivi dallo storico Gian Marco Cavallin, che mostra Israele prima della fondazione dello stato. Uno spaccato storico di vita in cui Tel Aviv è un insediamento di poche case bianche sulle dune, mostra il lavoro dei pionieri nei campi e le attività nell’Accademia d’Arte Bezalel. Il film verrà proiettato ogni giorno nella sala didattica lungo il percorso mostra. Saranno inoltre presenti testimonianze video che mettono in relazione la vita quotidiana in Israele con l’arte che da essa scaturisce, in un inscindibile percorso parallelo. Grazie a postazioni Internet dedicate, sarà possibile consultare on line l’archivio Spielberg della Hebrew University of Jerusalem. Il tutto correlato da una rassegna di film israeliani in calendario per quattro domeniche di ottobre e novembre.
Particolare attenzione è dedicata all’offerta didattica che prevede numerose attività educative dedicate alle scuole primarie e secondarie, coordinate dalla Sezione Didattica di Palazzo Reale. Un percorso guidato accompagnerà i più giovani durante la visita alla mostra, che può essere poi approfondita con attività specifiche, sulla storia di Israele e sulle mille culture che la compongono riflesse nell’arte del Paese. Una fusione che vede protagoniste, oltre all’arte, cucina e musica.
Per le scuole superiori sono in programma conversazioni su Israele con esperti: si parlerà di pace e di diritti dell’Uomo e del bambino, applicati alla società israeliana, unica democrazia compiuta del Medio Oriente. Inoltre, grazie al patrocinio della Provincia di Milano, ai ragazzi verranno donati i libri Democrazia e diritti umani in Israele e Israele e Palestina la lunga via verso la pace e agli insegnanti il testo I diritti del bambino, editi per l’occasione da Proedi Editore.
Il catalogo della mostra è a cura di Amnon Barzel e contiene un fondamentale saggio di Igal Zalmona, capo curatore del Museo di Gerusalemme, dedicato all’arte come ricerca di una nuova identità. Editore Proedi, euro 35.
L’organizzazione di questa ambiziosa iniziativa è stata possibile grazie al coinvolgimento di sponsor quali: Agnoli, Bernardi e Associati Studio Legale; Teva, Pharma Italia, Milano; Atlantis; Banca Arner; Gruppo Multimedica; Alvarion; Telit. Numerosi anche gli sponsor tecnici: ATM; Corriere della Sera; Fastweb; Hotel Principe di Savoia, Milano; Language Consulting Congressi; LG Electronics; Trimtec Sistemi, Naty’s e Mail Boxes Etc.
17
ottobre 2006
Israele. Arte e vita 1906-2006
Dal 17 ottobre 2006 al 07 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO REALE DI MILANO
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Biglietti
Intero 9,00 €
Ridotto 7,50
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 9,30-19,30
Giovedì ore 9,30-22,30
Lunedì chiuso
Vernissage
17 Ottobre 2006, ore 18
Editore
PROEDI
Ufficio stampa
SPAINI & PARTNERS