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Ironica. La leggerezza dell’ironia
L’esposizione si propone di analizzare la presenza di un particolare tipo di ironia nell’arte italiana degli ultimi decenni
Comunicato stampa
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Il 28 novembre inaugura la mostra Ironica. La leggerezza dell’ironia alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese di Milano a cura di Valerio Dehò ed Elena Pontiggia.
L'esposizione si propone di analizzare la presenza di un particolare tipo di ironia nell’arte italiana degli ultimi decenni. La parola ironia deriva dal greco "eironia", che significa "finzione" e può assumere diverse sfumature; esistono infatti infiniti generi di ironia, da quella clownesca a quella più sfuggente, che non appare a prima vista. La mostra si sofferma esclusivamente su quest’ultima, un'ironia leggera e sottile: un'ironia insomma che non si tramuta mai in smorfia accentuata, in irrisione aggressiva.
L’articolato percorso espositivo comprende tredici artisti, attivi tra gli anni '60 e '70 del secolo scorso, emblematici di questa linea espressiva: Gino De Dominicis, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Aldo Mondino, Piero Gilardi, Salvo, Vincenzo Agnetti, Luigi Ontani, Corrado Levi, Gian Marco Montesano, Tino Stefanoni, Aldo Damioli, Lisa Ponti.
Tra le opere più significative si segnalano: la spontaneità imprevedibile di Pino Pascali con "Bombe Bombe Bambù", esemplare lavoro in cui le armi assumono una dimensione quasi ludica e insieme visionaria; "Il difensore dell'arte" del 1968 di Gian Marco Montesano che recupera la storia affrontando l'iconografia di Hitler e di Stalin, cosa che non ha riscontri nell'arte contemporanea; "La risata" di Gino De Dominicis, un’installazione incentrata sul suono provocato dal riso; "Autoritratto
Ali Adil Sha" di Salvo, che ripensa ironicamente al mescolarsi della civiltà occidentale e orientale nell'autoritratto in cui si dipinge in veste di autoritario sapiente arabo; "14 Telegrammi" di Vincenzo Agnetti, in cui l'artista indirizza a se stesso una serie di telegrammi scritti con frasi che mettono in crisi le certezze del linguaggio; la "Vetrata" di Aldo Mondino, in cui l'arte della decorazione è realizzata con impercettibile leggerezza ludica; le "Composizioni" di Tino Stefanoni, che possono essere considerate una sorta di enciclopedia di oggetti ironici; "Venezia New York" di Aldo Damioli, interscambio figurativo con Venezia che diventa New York, e viceversa la Grande Mela che si fa Città sull'acqua; le "Composizioni" di Lisa Ponti, che presentano famiglie di personaggi pudicamente fiabeschi; e l'installazione Denti dal Marocco di Corrado Levi, con i denti applicati su carta che giocano sull'idea di corporeità.
La mostra fa emergere il saper fare arte con velata e tagliente ironia, un'arte intelligente che si confronta sorridendo col passato, e nello stesso tempo esprime poeticità totale. L'ironia si propone quindi come gioco mentale, necessario per cogliere la profondità di uno sguardo critico sulla realtà che sta alla base di questi lavori. Il sorriso viene così a far parte dell’opera, privilegiando un rapporto diretto con lo spettatore, un suo coinvolgimento, anche se del tutto spontaneo, come protagonista: è un lavoro concettuale che parte dalla fisicità dell'opera per raggiungere l'intelletto dell'osservatore.
"Ironica. La leggerezza dell’ironia" è una raccolta di opere, anche poco conosciute al grande pubblico, di artisti sui generis, che attraverso tecniche diverse e spesso estremamente personali forzano l’uso del linguaggio tradizionale dell'arte fino a limiti inconsueti quanto divertenti.
Accompagna la mostra un catalogo con saggi dei curatori Valerio Dehò ed Elena Pontiggia e la riproduzione di tutte le opere in mostra
L'esposizione si propone di analizzare la presenza di un particolare tipo di ironia nell’arte italiana degli ultimi decenni. La parola ironia deriva dal greco "eironia", che significa "finzione" e può assumere diverse sfumature; esistono infatti infiniti generi di ironia, da quella clownesca a quella più sfuggente, che non appare a prima vista. La mostra si sofferma esclusivamente su quest’ultima, un'ironia leggera e sottile: un'ironia insomma che non si tramuta mai in smorfia accentuata, in irrisione aggressiva.
L’articolato percorso espositivo comprende tredici artisti, attivi tra gli anni '60 e '70 del secolo scorso, emblematici di questa linea espressiva: Gino De Dominicis, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Aldo Mondino, Piero Gilardi, Salvo, Vincenzo Agnetti, Luigi Ontani, Corrado Levi, Gian Marco Montesano, Tino Stefanoni, Aldo Damioli, Lisa Ponti.
Tra le opere più significative si segnalano: la spontaneità imprevedibile di Pino Pascali con "Bombe Bombe Bambù", esemplare lavoro in cui le armi assumono una dimensione quasi ludica e insieme visionaria; "Il difensore dell'arte" del 1968 di Gian Marco Montesano che recupera la storia affrontando l'iconografia di Hitler e di Stalin, cosa che non ha riscontri nell'arte contemporanea; "La risata" di Gino De Dominicis, un’installazione incentrata sul suono provocato dal riso; "Autoritratto
Ali Adil Sha" di Salvo, che ripensa ironicamente al mescolarsi della civiltà occidentale e orientale nell'autoritratto in cui si dipinge in veste di autoritario sapiente arabo; "14 Telegrammi" di Vincenzo Agnetti, in cui l'artista indirizza a se stesso una serie di telegrammi scritti con frasi che mettono in crisi le certezze del linguaggio; la "Vetrata" di Aldo Mondino, in cui l'arte della decorazione è realizzata con impercettibile leggerezza ludica; le "Composizioni" di Tino Stefanoni, che possono essere considerate una sorta di enciclopedia di oggetti ironici; "Venezia New York" di Aldo Damioli, interscambio figurativo con Venezia che diventa New York, e viceversa la Grande Mela che si fa Città sull'acqua; le "Composizioni" di Lisa Ponti, che presentano famiglie di personaggi pudicamente fiabeschi; e l'installazione Denti dal Marocco di Corrado Levi, con i denti applicati su carta che giocano sull'idea di corporeità.
La mostra fa emergere il saper fare arte con velata e tagliente ironia, un'arte intelligente che si confronta sorridendo col passato, e nello stesso tempo esprime poeticità totale. L'ironia si propone quindi come gioco mentale, necessario per cogliere la profondità di uno sguardo critico sulla realtà che sta alla base di questi lavori. Il sorriso viene così a far parte dell’opera, privilegiando un rapporto diretto con lo spettatore, un suo coinvolgimento, anche se del tutto spontaneo, come protagonista: è un lavoro concettuale che parte dalla fisicità dell'opera per raggiungere l'intelletto dell'osservatore.
"Ironica. La leggerezza dell’ironia" è una raccolta di opere, anche poco conosciute al grande pubblico, di artisti sui generis, che attraverso tecniche diverse e spesso estremamente personali forzano l’uso del linguaggio tradizionale dell'arte fino a limiti inconsueti quanto divertenti.
Accompagna la mostra un catalogo con saggi dei curatori Valerio Dehò ed Elena Pontiggia e la riproduzione di tutte le opere in mostra
28
novembre 2006
Ironica. La leggerezza dell’ironia
Dal 28 novembre 2006 al 31 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA GRUPPO CREDITO VALTELLINESE
Milano, Corso Magenta, 59, (Milano)
Milano, Corso Magenta, 59, (Milano)
Orario di apertura
12.00 – 19.00 da lunedì a sabato. Chiuso domenica e festivi
Vernissage
28 Novembre 2006, ore 18,30
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore
Curatore