Il Museo di Storia delle Scienze Biomediche dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti e Pescara ha organizzato un’esposizione documentaria per illustrare al grande pubblico i risultati di una importante ricerca svolta su alcuni dipinti di Leonardo da Vinci e, soprattutto, su molte pergamene manoscritte dal grande genio. La ricerca, iniziata nel 2002, ha avuto lo scopo di identificare – fra le migliaia di tracce presenti – le impronte digitali che Leonardo ha lasciato sulle opere che ha maneggiato. Si è partiti da alcune tracce certe: quelle che Leonardo lasciò sulla famosissima tela detta “La dama con l’ermellino”. Con sofisticate tecniche dattiloscopiche si è giunti finalmente, dopo oltre tre anni di ricerche, a ricostruire l’impronta di un intero polpastrello, forse del dito indice della mano sinistra. Questa impronta (in termine tecnico “dermatoglifo”) è stata pubblicata e brevettata e potrà essere utilizzata per eventuali autentiche di opere dubbie o non note del grande genio italiano. L’impronta dimostra caratteristiche “arabe” che trovano riscontro nell’ipotesi di Alessandro Vezzosi che la madre di Leonardo fosse di origini orientali. L’impronta è l’unica traccia “biologica” ad oggi conosciuta lasciata dal grande genio.

Il lavoro eseguito a Chieti è il frutto di una stretta e fattiva collaborazione fra la Sezione di Antropologia della Facoltà di Medicina dell’Università “G. d’Annunzio” (sotto la direzione del Prof. Luigi Capasso) ed il Museo Ideale Leonardo Da Vinci di Vinci (sotto la direzione del Prof. Alessandro Vezzosi, che fin dal 2000 ha istituito l’Archivio delle Impronte digitali di Leonardo, a seguito di ricerche iniziate nel 1977).