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Giuseppe Capitano
personale
Comunicato stampa
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Sono passati due anni esatti dall’esordio di Giuseppe Capitano a l’Attico. Questa nuova personale è l’occasione di verificare la bontà dell’impressione lasciata dalla sua scultura agli albori.
Nella carriera di un artista la seconda mostra è paradossalmente più impegnativa della prima. Gli occhi ti sono puntati addosso, bisogna confermarsi all’altezza, mostrare coerenza nella strada intrapresa. La via maestra al traguardo dello stile non è lastricata di rose.
A me, che lo seguo da circa tre anni, sembra che Capitano stia maturando bene. Ho assistito passo passo alla genesi di ogni singola scultura e ne ho visto il travaglio. Non un parto indolore, tutt’altro, e nemmeno gemellare, dato che nessun pezzo è ripetuto furbescamente. Ogni opera brilla di luce propria.
La canapa resta il materiale privilegiato, da sola o abbinata a marmo, ferro, travertino. Essa è duttile, plasmabile: si fa chioma di donna fluente, mano che artiglia il vuoto, braccio tentacolare, tendaggio di un portale, bastone peloso...
Il lavoro visionario di Capitano rifiuta una logica da catena di montaggio. I pezzi in mostra sono pochi, ma intensi, passati al vaglio di una dura selezione, sua e mia.
Infine dò il benvenuto a due amici che tornano rispettivamente a scrivere e a fotografare per i cataloghi dell’Attico: Achille Bonito Oliva e Claudio Abate.
Siamo o non siamo, noi dell’avanguardia, per vocazione capitani di ventura?
Roma 23 ottobre 2006
Fabio Sargentini
Nella carriera di un artista la seconda mostra è paradossalmente più impegnativa della prima. Gli occhi ti sono puntati addosso, bisogna confermarsi all’altezza, mostrare coerenza nella strada intrapresa. La via maestra al traguardo dello stile non è lastricata di rose.
A me, che lo seguo da circa tre anni, sembra che Capitano stia maturando bene. Ho assistito passo passo alla genesi di ogni singola scultura e ne ho visto il travaglio. Non un parto indolore, tutt’altro, e nemmeno gemellare, dato che nessun pezzo è ripetuto furbescamente. Ogni opera brilla di luce propria.
La canapa resta il materiale privilegiato, da sola o abbinata a marmo, ferro, travertino. Essa è duttile, plasmabile: si fa chioma di donna fluente, mano che artiglia il vuoto, braccio tentacolare, tendaggio di un portale, bastone peloso...
Il lavoro visionario di Capitano rifiuta una logica da catena di montaggio. I pezzi in mostra sono pochi, ma intensi, passati al vaglio di una dura selezione, sua e mia.
Infine dò il benvenuto a due amici che tornano rispettivamente a scrivere e a fotografare per i cataloghi dell’Attico: Achille Bonito Oliva e Claudio Abate.
Siamo o non siamo, noi dell’avanguardia, per vocazione capitani di ventura?
Roma 23 ottobre 2006
Fabio Sargentini
10
novembre 2006
Giuseppe Capitano
Dal 10 novembre 2006 al 10 gennaio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA L’ATTICO – FABIO SARGENTINI
Roma, Via Del Paradiso, 41, (Roma)
Roma, Via Del Paradiso, 41, (Roma)
Orario di apertura
lun-sab 17-20
Vernissage
10 Novembre 2006, ore 19
Autore