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Chiara Dynys – Luce negli occhi
I lavori inducono a una riflessione sul concetto di spazio inteso come elemento geometrico, psicologico e storico
Comunicato stampa
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La luce che modifica la realtà e la percezione: questo il tema della mostra Chiara Dynys. Luce negli occhi promossa dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Milano nella suggestiva ambientazione della Rotonda di Via Besana a Milano, dal 31 marzo a fine giugno 2007. La mostra, a cura di Maurizio Sciaccaluga e Steve Della Casa, presenta opere significative del percorso artistico di Chiara Dynys. I lavori inducono a una riflessione sul concetto di spazio inteso come elemento geometrico, psicologico e storico. In tutte le installazioni la luce e il colore costituiscono elementi centrali e indispensabili per la percezione dell'ambiente, concepito dall'artista come zona mentale più che fisica.
Sedici installazioni, prodotte dagli inizi degli anni Novanta sino ad oggi, con cinque lavori inediti realizzati appositamente per questa mostra, costituiscono un percorso allestito all’interno della Rotonda, dando origine a una sequenza di ambienti che avvicinano il visitatore a una nuova dimensione sensoriale e mentale.
Si attraversano stanze che mutano colore secondo un ritmo che ognuno fa proprio, si interagisce con muri specchianti che recano impercettibili parole antitetiche e fondamentali, quali "tutto-niente" o "buio-luce". Ci si sofferma davanti a intere pareti contrassegnate da elementi lenticolari che cambiano col mutare del punto di vista, come avviene nella stanza Don’t move, in cui a ogni minimo spostamento corrisponde una radicale modifica percettiva dell'immagine: un ponte affollato di persone improvvisamente crolla e si ricostituisce, il tetto di una chiesa d’un tratto cade e poi si ricompone.
Maurizio Sciaccaluga commenta: "le stanze sono animate da oggetti semplici e misteriosi, noti e insieme ignoti, particolari eppure universali, le cui dimensioni risultano deformate da specchi, piramidi tronche, ali, suoni e immagini in mutamento". Il tema del mimetismo psicologico, insito nelle convenzioni sociali e interpersonali, emerge nei lavori degli ultimi anni: i Senza titolo del 2004 costituiti da superfici specchianti e colorate; Pesi Lievi del 2001, in cui la figura umana virtuale, ovvero il corpo dell'artista stessa nudo fluttuante nell’acqua, interagisce con la presenza fisica della materia; infine i più recenti, come Viaggio in Sicilia del 2004, una serie di piccole foto in bianco e nero su una parete specchiante e abbagliante. In una delle ultime opere, Panopticon del 2007, le forme architettoniche si muovono insieme ai colori, rappresentando un'utopia illuminista – ma anche reazionaria – sulla possibilità del controllo assoluto degli spazi umani. In Mikado, una foresta di enormi shanghai luminosi creato per l'occasione, luci al neon di diverso colore e intensità creano uno sbarramento che è anche un passaggio a una nuova dimensione dell'essere.
In mostra è proiettato il cortometraggio dal titolo Made in China, realizzato da Chiara Dynys nel 2005 con l'amichevole presenza dell'attrice Milena Vukotic.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Electa con testi di Maurizio Sciaccaluga, Steve Della Casa, Giorgio Verzotti, Dieter Ronte e Daniel Sherer.
Chiara Dynys ha partecipato a numerose mostre in spazi pubblici nazionali e internazionali. Tra le numerose personali e collettive realizzate si ricordano la sala personale permanente al MART di Rovereto, la partecipazione alla mostra "La scultura italiana del XX secolo" alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano e la sala personale al museo ZKM di Karlsruhe, Germania. Nata a Mantova nel 1958, si trasferisce a Milano nel 1986 dove attualmente opera. Il suo lavoro è caratterizzato da un eclettismo formale accentuato, ora geometrico e seriale, ora morbido e narrativo, come nella serie di lavori della seconda metà degli anni Novanta, ispirati dalle condizioni umani paradossali dei personaggi di Samuel Beckett o dalla tragicità reale dello stato dell’umanità, soprattutto femminile.
Sedici installazioni, prodotte dagli inizi degli anni Novanta sino ad oggi, con cinque lavori inediti realizzati appositamente per questa mostra, costituiscono un percorso allestito all’interno della Rotonda, dando origine a una sequenza di ambienti che avvicinano il visitatore a una nuova dimensione sensoriale e mentale.
Si attraversano stanze che mutano colore secondo un ritmo che ognuno fa proprio, si interagisce con muri specchianti che recano impercettibili parole antitetiche e fondamentali, quali "tutto-niente" o "buio-luce". Ci si sofferma davanti a intere pareti contrassegnate da elementi lenticolari che cambiano col mutare del punto di vista, come avviene nella stanza Don’t move, in cui a ogni minimo spostamento corrisponde una radicale modifica percettiva dell'immagine: un ponte affollato di persone improvvisamente crolla e si ricostituisce, il tetto di una chiesa d’un tratto cade e poi si ricompone.
Maurizio Sciaccaluga commenta: "le stanze sono animate da oggetti semplici e misteriosi, noti e insieme ignoti, particolari eppure universali, le cui dimensioni risultano deformate da specchi, piramidi tronche, ali, suoni e immagini in mutamento". Il tema del mimetismo psicologico, insito nelle convenzioni sociali e interpersonali, emerge nei lavori degli ultimi anni: i Senza titolo del 2004 costituiti da superfici specchianti e colorate; Pesi Lievi del 2001, in cui la figura umana virtuale, ovvero il corpo dell'artista stessa nudo fluttuante nell’acqua, interagisce con la presenza fisica della materia; infine i più recenti, come Viaggio in Sicilia del 2004, una serie di piccole foto in bianco e nero su una parete specchiante e abbagliante. In una delle ultime opere, Panopticon del 2007, le forme architettoniche si muovono insieme ai colori, rappresentando un'utopia illuminista – ma anche reazionaria – sulla possibilità del controllo assoluto degli spazi umani. In Mikado, una foresta di enormi shanghai luminosi creato per l'occasione, luci al neon di diverso colore e intensità creano uno sbarramento che è anche un passaggio a una nuova dimensione dell'essere.
In mostra è proiettato il cortometraggio dal titolo Made in China, realizzato da Chiara Dynys nel 2005 con l'amichevole presenza dell'attrice Milena Vukotic.
Accompagna la mostra un catalogo edito da Electa con testi di Maurizio Sciaccaluga, Steve Della Casa, Giorgio Verzotti, Dieter Ronte e Daniel Sherer.
Chiara Dynys ha partecipato a numerose mostre in spazi pubblici nazionali e internazionali. Tra le numerose personali e collettive realizzate si ricordano la sala personale permanente al MART di Rovereto, la partecipazione alla mostra "La scultura italiana del XX secolo" alla Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano e la sala personale al museo ZKM di Karlsruhe, Germania. Nata a Mantova nel 1958, si trasferisce a Milano nel 1986 dove attualmente opera. Il suo lavoro è caratterizzato da un eclettismo formale accentuato, ora geometrico e seriale, ora morbido e narrativo, come nella serie di lavori della seconda metà degli anni Novanta, ispirati dalle condizioni umani paradossali dei personaggi di Samuel Beckett o dalla tragicità reale dello stato dell’umanità, soprattutto femminile.
30
marzo 2007
Chiara Dynys – Luce negli occhi
Dal 30 marzo al 10 giugno 2007
arte contemporanea
Location
ROTONDA DELLA BESANA
Milano, Via Enrico Besana, 15, (Milano)
Milano, Via Enrico Besana, 15, (Milano)
Orario di apertura
9.30 – 19.00 tutti i giorni. Giovedì fino alle 21.00 . Chiuso il lunedì e il 1° maggio
Vernissage
30 Marzo 2007, ore 21-24
Editore
ELECTA
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore
Curatore