Nell'entroterra veneziano, a Marcon, nella nuova, vastissima superficie (3.000 mq.) di SPAZIOEVENTI ORLER, sarà allestita una grande mostra sul Futurismo, quale prodromo del centenario della nascita del Movimento marinettiano nel 1909, che dall'Italia ebbe diffusione in tutto il mondo. Nel 1986, proprio a Venezia, a Palazzo Grassi, venne allestita un'imponente rassegna che rilanciò la più significativa avanguardia artistica del Novecento. A due anni dalle celebrazioni già annunciate in Italia e nel mondo, SPAZIOEVENTI ha voluto organizzare un evento eminentemente culturale, senza altra pretesa che quella di ricordare il Futurismo in tutta la sua estensione temporale e tematica, presentando duecentotrenta opere che concorsero a rappresentare quel movimento dai primi anni Dieci alla metà dei Quaranta. Uno degli obiettivi della proposta espositiva è quello di sottolineare come il Futurismo, abbia toccato ambiti di interesse molteplici: oltre la pittura e la scultura, il muralismo, l'architettura, la scenografia, il teatro, il design, la moda, l'arredamento, senza dimenticare la letteratura, la poesia, la musica, il cinema, la cucina. Frutto di una approfondita ricerca fra gli eredi degli artisti, fra i maggiori collezionisti e loro associazioni, Musei e Fondazioni, la rassegna di Spazioeventi, è stata affidata alle cure di Massimo Duranti, che da lunghi anni si occupa di Futurismo. Questo paziente lavoro, svolto in un ambiente spesso "minato" da numerosi falsi o, comunque, da opere di dubbia autenticità, ha dato frutti sorprendenti. Verranno infatti presentati inediti di Giacomo Balla, di Gerardo Dottori, di Thayaht, Mario Guido Dal Monte e quelli di autori sconosciuti ai più come Nino Vitali, Chittocapac, Uberto Bonetti, Luigi Calanzano. Altra originalità di questa mostra è la suddivisione in ambiti di interesse, che non necessariamente coincidono con le scansioni delle stagioni futuriste, ma che le attraversano spesso temporalmente. Una lettura "trasversale" che analizza nel primo ambito i dinamismi della macchina, del corpo, della città e della natura, nella stagione esaltante dei primi anni Dieci con i fondatori Boccioni, Balla, Carrà, Severini e Soffici, ma che si rinnova nei Venti e anche nei Trenta con Depero, Pannaggi ed altri. Nel secondo ambito c'è un'ampia rappresentazione delle visioni dalla prospettiva aerea e cosmica di Dottori, Crali, Tato, Benedetta, Prampolini, Fillia ed altri. Il terzo ambito, finora poco esplorato, è dedicato ai rapporti fra i futuristi e il Sacro, dunque non soltanto all'Arte Sacra Futurista di Fillia, di Dottori e di altri. Largo spazio il quarto ambito dedica alla "Ricostruzione Futurista dell'Universo" e dunque agli interessi, vastissimi, toccati dai futuristi nell'arredo, la moda, lo spettacolo, la pubblicità, mancando volutamente l'architettura già ampiamente riletta in altre rassegne.