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Omaggio a Venturino
La scelta di Venturino Venturi si collega idealmente ad artisti come Maccari e Marcucci, a cui sono state dedicate le precedenti esposizioni: tutti e tre rappresentano tre generazioni accomunate da un intimo morale rarissimo ai giorni nostri
Comunicato stampa
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La Galleria Pananti inaugura giovedì 10 maggio, nella Saletta Espositiva di via Condotta a Firenze, la mostra Omaggio a Venturino. La scelta di Venturino Venturi si collega idealmente ad artisti come Maccari e Marcucci, a cui sono state dedicate le precedenti esposizioni: tutti e tre rappresentano tre generazioni accomunate da un intimo morale rarissimo ai giorni nostri.
Con Venturino Venturi viene riproposta al pubblico degli appassionati questa figura tanto cara ai letterati fiorentini come Mario Luzi, Romano Bilenchi e Giovanni Michelucci, ma anche a un personaggio come Roberto Benigni di cui sul catalogo della rassegna, con prefazione di Emanuele Castellani, viene riproposta una divertente intervista rilasciata a Giuseppe Cecconi per le Edizioni Pananti nel 1995. Benigni aveva conosciuto di persona Venturino Venturi e, come dichiara, lo ammirava moltissimo: “L’impressione che mi fece Venturino Venturi fu quella di una persona che la si conosce e nello stesso tempo la si desidererebbe aver conosciuta sempre. Tant’è vero che dopo che l’ebbi conosciuto mosso dalla gelosia per quel tipo di emozioni e di genialità nel fantasticare mondi (il mio desiderio segreto era di fare lo scultore ma non ci avevo il fisico!) avevo deciso di cambiare nome in Benignino Benigni!” e prosegue “Diciamo così, nella mia biografia ogni tanto ci metto qualcosa di Venturino Venturi, perché la scultura è una delle arti che si avvicina di più alla recitazione.” Di Venturino, Benigni amava la riservatezza “un incanto che è un grande incanto”.
Venturino Venturi era un caso raro di artista maturo, come ha avuto modo di scrivere Mario Luzi, a cui la cultura non ha sottratto niente della sua integrità primordiale. In mostra saranno esposti dipinti, disegni, xilografie, mosaici e sculture, forme semplici e piane, quasi elementari, che riflettono i sentimenti di un uomo comune e modesto che ha vissuto con umiltà ma con un animo capace di carpire i segreti della vita. Essere uomo e scultore rappresentò per lui l’unico modo di vivere. “Scolpire per me è come partorire” aveva dichiarato e le sue opere celebrano sempre la vita: “ho l’impressione che mentre io rinasco, gli altri stiano morendo. E allora io rinasco per farli vivere, cioè con la speranza di dargli la vita.”
Venturino Venturi (1918-2002) nasce a Loro Ciuffenna, ma ben presto emigra insieme ai genitori prima in Francia e poi in Lussemburgo; torna in Italia per studiare presso l'Accademia di Belle Arti a Firenze.
A parte la parentesi della guerra, durante la quale viene ferito, la sua vita è interamente dedicata alla scultura ed alla pittura. Espone sia in Italia sia all'estero, in particolare sono frequenti i suoi contatti con la Francia ed il Lussemburgo, dove si reca spesso ed esegue alcune delle sue opere maggiori. Molti sono i lavori che realizza in città italiane, come nella stessa Loro, ad Arezzo, a Firenze, ecc., e fra queste una delle più degne di nota è il monumento a Pinocchio di Collodi. Una parte significativa delle sue opere è raccolta nel Museo che la città di Loro Ciuffenna gli ha dedicato, e in Casa Venturi.
Con Venturino Venturi viene riproposta al pubblico degli appassionati questa figura tanto cara ai letterati fiorentini come Mario Luzi, Romano Bilenchi e Giovanni Michelucci, ma anche a un personaggio come Roberto Benigni di cui sul catalogo della rassegna, con prefazione di Emanuele Castellani, viene riproposta una divertente intervista rilasciata a Giuseppe Cecconi per le Edizioni Pananti nel 1995. Benigni aveva conosciuto di persona Venturino Venturi e, come dichiara, lo ammirava moltissimo: “L’impressione che mi fece Venturino Venturi fu quella di una persona che la si conosce e nello stesso tempo la si desidererebbe aver conosciuta sempre. Tant’è vero che dopo che l’ebbi conosciuto mosso dalla gelosia per quel tipo di emozioni e di genialità nel fantasticare mondi (il mio desiderio segreto era di fare lo scultore ma non ci avevo il fisico!) avevo deciso di cambiare nome in Benignino Benigni!” e prosegue “Diciamo così, nella mia biografia ogni tanto ci metto qualcosa di Venturino Venturi, perché la scultura è una delle arti che si avvicina di più alla recitazione.” Di Venturino, Benigni amava la riservatezza “un incanto che è un grande incanto”.
Venturino Venturi era un caso raro di artista maturo, come ha avuto modo di scrivere Mario Luzi, a cui la cultura non ha sottratto niente della sua integrità primordiale. In mostra saranno esposti dipinti, disegni, xilografie, mosaici e sculture, forme semplici e piane, quasi elementari, che riflettono i sentimenti di un uomo comune e modesto che ha vissuto con umiltà ma con un animo capace di carpire i segreti della vita. Essere uomo e scultore rappresentò per lui l’unico modo di vivere. “Scolpire per me è come partorire” aveva dichiarato e le sue opere celebrano sempre la vita: “ho l’impressione che mentre io rinasco, gli altri stiano morendo. E allora io rinasco per farli vivere, cioè con la speranza di dargli la vita.”
Venturino Venturi (1918-2002) nasce a Loro Ciuffenna, ma ben presto emigra insieme ai genitori prima in Francia e poi in Lussemburgo; torna in Italia per studiare presso l'Accademia di Belle Arti a Firenze.
A parte la parentesi della guerra, durante la quale viene ferito, la sua vita è interamente dedicata alla scultura ed alla pittura. Espone sia in Italia sia all'estero, in particolare sono frequenti i suoi contatti con la Francia ed il Lussemburgo, dove si reca spesso ed esegue alcune delle sue opere maggiori. Molti sono i lavori che realizza in città italiane, come nella stessa Loro, ad Arezzo, a Firenze, ecc., e fra queste una delle più degne di nota è il monumento a Pinocchio di Collodi. Una parte significativa delle sue opere è raccolta nel Museo che la città di Loro Ciuffenna gli ha dedicato, e in Casa Venturi.
10
maggio 2007
Omaggio a Venturino
Dal 10 maggio al 04 giugno 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA PANANTI ARCHIVI DEL NOVECENTO (sede chiusa)
Firenze, Viale Del Poggio Imperiale, 32, (Firenze)
Firenze, Viale Del Poggio Imperiale, 32, (Firenze)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato, ore 10-13 e 15.30-19.30
Vernissage
10 Maggio 2007, ore 18
Ufficio stampa
DAVIS & CO.
Autore