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Anton Zoran Music – L’opera su carta
circa ottanta tra acquerelli, disegni colorati, olii su carta, a coprire un arco di tempo che va dal 1945 al 2001
Comunicato stampa
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A due anni dalla scomparsa del grande artista sloveno, la Fondazione “Dozza Città d’Arte” rende omaggio ad Anton Zoran Music con una mostra, a cura di Marilena Pasquali, dedicata alle sue opere su carta. Dal 23 di giugno per tutta l’estate, nella Pinacoteca della Rocca Sforzesca, saranno esposti circa ottanta tra acquerelli, disegni colorati, olii su carta, a coprire un arco di tempo che va dal 1945 al 2001.
Zoran Music. L’opera su carta, questo il titolo della mostra, mette a fuoco una parte rilevantissima della produzione dell’artista, meno nota – almeno in Italia – rispetto alla sua pittura su tela, cui non ha nulla da invidiare per profondità di significato, forza espressiva e intensità cromatica. L’opera su carta riveste un ruolo di primo piano nella produzione di Zoran Music: se la pittura su tela può essere vista come un insieme, una partitura sinfonica dove ogni pennellata è strettamente correlata alle altre, le opere su carte – che siano acquerelli, tempere o disegni – sono come degli ‘assoli’ musicali dove ogni tratto di matita, penna o pennello, diventa portatore di senso e non può essere sostituito o cancellato.
Zoran Music. L’opera su carta è la prima mostra pubblica in Italia dopo la grande antologica del 1992 a Villa Medici a Roma, introdotta da Jean Clair e Roberto Tassi, e si ricollega alla ricerca sull’opera su carta di Music, iniziata dalla curatrice nel biennio 1997-98 con due rassegne presentate al Museo Morandi di Bologna (Gli acquerelli veneziani 1947-1949 e La Donazione Music), e approfondita nel 2005 con la mostra delle Piccole carte della Raccolta Zanei, allestita prima alla Biblioteca Nazionale di Gorizia e poi al Çankariev Dom di Lubljana.
Zoran Music, figlio del XX secolo e suo protagonista dai primi anni Quaranta fino al volgere del nuovo secolo, è cittadino d’Europa per scelta e per destino, mantenendo salde le sue radici carsiche. E’ un grande viandante della pittura anche se non giunge prestissimo all’individuazione del suo peculiare linguaggio espressivo: soltanto a 36 anni, durante e dopo la straziante esperienza del campo di concentramento di Dachau, dove è imprigionato per cinque mesi nell’inverno-primavera 1944-45, Music inizia quel lungo, difficile e mai concluso percorso che lo porterà – come sottolinea Marilena Pasquali – fino alle larve di immagine, alle impronte visive, alle figure cariche di echi e pathos che emergono dalla brace consumata delle sue ultime opere. La mostra alla Rocca Sforzesca di Dozza parte infatti da due rarissimi disegni della serie realizzata dal giovane Music a Dachau, per giungere – attraverso i suoi notissimi Cavallini, Paesaggi del Carso, Venezie, Nudi e Ritratti e Autoritratti – alle sue ultimissime opere del 2001, visioni fortemente interiorizzate della figura umana nel suo inarrestabile dissolvimento nell’ombra. Né sarà dimenticato, come centro ideale di un percorso difficile quanto affascinante nel profondo dell’uomo, l’intensissimo e sconvolgente ciclo del 1970-71, Nous ne sommes pas les derniers.
Music è un artista che lavora per cicli, concentrando la sua attenzione, di volta in volta, su specifici nuclei di emozione e pensiero che grazie al suo sguardo e alla sua mano diventano immagini. Qui, in questa sede, si ripercorreranno tutti i cicli della sue stagioni artistiche, le sue ossessioni, tutto l’orrore del lager, il silenzio e la solitudine dei suoi paesaggi, la luce e l’incanto della sua Venezia, i movimenti fluidi dei suoi animali fino alle ultime rappresentazioni del suo corpo nell’aspra e difficile stagione della vecchiaia. Anche in queste ultime opere si avverte potentissimo, fino alla fine, il desiderio di luce, la voglia di immergersi ancora nel mondo con lo stupore intatto della prima scoperta, del primo sguardo.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo illustrato, pubblicato da Noèdizioni, introdotto da un nuovo saggio critico di Marilena Pasquali a cui seguiranno riflessioni e contributi di poeti e filosofi italiani contemporanei.
Zoran Music. L’opera su carta, questo il titolo della mostra, mette a fuoco una parte rilevantissima della produzione dell’artista, meno nota – almeno in Italia – rispetto alla sua pittura su tela, cui non ha nulla da invidiare per profondità di significato, forza espressiva e intensità cromatica. L’opera su carta riveste un ruolo di primo piano nella produzione di Zoran Music: se la pittura su tela può essere vista come un insieme, una partitura sinfonica dove ogni pennellata è strettamente correlata alle altre, le opere su carte – che siano acquerelli, tempere o disegni – sono come degli ‘assoli’ musicali dove ogni tratto di matita, penna o pennello, diventa portatore di senso e non può essere sostituito o cancellato.
Zoran Music. L’opera su carta è la prima mostra pubblica in Italia dopo la grande antologica del 1992 a Villa Medici a Roma, introdotta da Jean Clair e Roberto Tassi, e si ricollega alla ricerca sull’opera su carta di Music, iniziata dalla curatrice nel biennio 1997-98 con due rassegne presentate al Museo Morandi di Bologna (Gli acquerelli veneziani 1947-1949 e La Donazione Music), e approfondita nel 2005 con la mostra delle Piccole carte della Raccolta Zanei, allestita prima alla Biblioteca Nazionale di Gorizia e poi al Çankariev Dom di Lubljana.
Zoran Music, figlio del XX secolo e suo protagonista dai primi anni Quaranta fino al volgere del nuovo secolo, è cittadino d’Europa per scelta e per destino, mantenendo salde le sue radici carsiche. E’ un grande viandante della pittura anche se non giunge prestissimo all’individuazione del suo peculiare linguaggio espressivo: soltanto a 36 anni, durante e dopo la straziante esperienza del campo di concentramento di Dachau, dove è imprigionato per cinque mesi nell’inverno-primavera 1944-45, Music inizia quel lungo, difficile e mai concluso percorso che lo porterà – come sottolinea Marilena Pasquali – fino alle larve di immagine, alle impronte visive, alle figure cariche di echi e pathos che emergono dalla brace consumata delle sue ultime opere. La mostra alla Rocca Sforzesca di Dozza parte infatti da due rarissimi disegni della serie realizzata dal giovane Music a Dachau, per giungere – attraverso i suoi notissimi Cavallini, Paesaggi del Carso, Venezie, Nudi e Ritratti e Autoritratti – alle sue ultimissime opere del 2001, visioni fortemente interiorizzate della figura umana nel suo inarrestabile dissolvimento nell’ombra. Né sarà dimenticato, come centro ideale di un percorso difficile quanto affascinante nel profondo dell’uomo, l’intensissimo e sconvolgente ciclo del 1970-71, Nous ne sommes pas les derniers.
Music è un artista che lavora per cicli, concentrando la sua attenzione, di volta in volta, su specifici nuclei di emozione e pensiero che grazie al suo sguardo e alla sua mano diventano immagini. Qui, in questa sede, si ripercorreranno tutti i cicli della sue stagioni artistiche, le sue ossessioni, tutto l’orrore del lager, il silenzio e la solitudine dei suoi paesaggi, la luce e l’incanto della sua Venezia, i movimenti fluidi dei suoi animali fino alle ultime rappresentazioni del suo corpo nell’aspra e difficile stagione della vecchiaia. Anche in queste ultime opere si avverte potentissimo, fino alla fine, il desiderio di luce, la voglia di immergersi ancora nel mondo con lo stupore intatto della prima scoperta, del primo sguardo.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo illustrato, pubblicato da Noèdizioni, introdotto da un nuovo saggio critico di Marilena Pasquali a cui seguiranno riflessioni e contributi di poeti e filosofi italiani contemporanei.
23
giugno 2007
Anton Zoran Music – L’opera su carta
Dal 23 giugno al 30 agosto 2007
disegno e grafica
Location
ROCCA SFORZESCA – PINACOTECA
Dozza, Piazzale Rocca, (Bologna)
Dozza, Piazzale Rocca, (Bologna)
Biglietti
€ 5
Orario di apertura
tutti i giorni, escluso il lunedì
10 – 12.30 e 15 – 18.30
la domenica, 10 – 13 e 15 – 19.30
Vernissage
23 Giugno 2007, ore 18
Ufficio stampa
DAVIS & CO.
Autore
Curatore