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Bruno Munari: il disegno, il design
Oltre quattrocento opere del Fondo Bruno Munari nell’Archivio del CSAC di Parma che documentano il percorso artistico ed umano dell’artista
Comunicato stampa
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Dal 16 febbraio al 30 marzo 2008 nel Salone delle Scuderie in Pilotta a Parma, per la prima volta dopo trent’anni, saranno esposte al pubblico le oltre quattrocento opere del Fondo Bruno Munari nell’Archivio del CSAC di Parma che documentano il percorso artistico ed umano dell’artista: dalla partecipazione alla grande cultura dell’astrattismo milanese fino alle sperimentazioni della fine degli anni Settanta. Il CSAC e il Festival Minimondi di Parma ricordano Munari, proponendo anche alle giovani generazioni le opere da lui stesso selezionate nel 1978 perché fossero conservate e in qualche modo lo rappresentassero in un archivio che si stava costruendo con i protagonisti della cultura italiana dagli anni Trenta in avanti.
Nel 1978 il Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma, CSAC, creato dal prof. Arturo Carlo Quintavalle, apriva alla consultazione degli studiosi con l’inaugurazione di una mostra dedicata a Bruno Munari. Oggi, a trenta anni di distanza, CSAC e Festival di Letteratura e Illustrazione per ragazzi Minimondi di Parma, in collaborazione con Ass.ne Bruno Munari, Edizioni Corraini,Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti, in occasione del centenario della nascita e a dieci anni dalla scomparsa del designer milanese, rinnova l’omaggio a chi fu fra i primi ad aderire ad un’iniziativa nuova e coraggiosa, donando il suo archivio, con la mostra ”Bruno Munari: il disegno, il design. Il Fondo Bruno Munari nell’Archivio del CSAC di Parma”, curata da Gloria Bianchino, direttore CSAC.
Sostengono la manifestazione Assessorato alle Politiche Culturali e Creatività Giovanile del Comune di Parma, Fondazione Cassa di Risparmio Parma, Gazzetta di Parma.
Corraini edizioni realizza il catalogo e un percorso interno dedicato ai giovani.
Il Fondo Bruno Munari donato al CSAC dell’Università di Parma comprende 440 pezzi tra disegni, menabò, oggetti, pubblicazioni che illustrano la sua attività dagli anni Trenta al 1978. Un materiale progettuale di particolare rilievo anche sul piano del percorso storico e delle diverse esperienze di Munari come la progettazione legata alla Bauhaus, la creazione di oggetti minimali per l’arredo, l’attenzione al gioco infantile, il dialogo coi linguaggi della prima infanzia, la reinvenzione delle scritture e delle illustrazioni di libri, il rapporto con la fotografia di avanguardia, l’indagine sul tempo e sulla durata delle immagini.
In mostra, oltre a un acquarello del 1914-15, gli studi per i Dipinti astratti e per Macchine inutili della seconda metà degli anni Trenta, le prime pubblicazioni di libri per bambini, quali Che cosa è il termometro e Che cosa è l’orologio del 1940 e Mai contenti del 1945, bozzetti per copertine di libri del 1951, le prime prove di Libro Illeggibile del 1952.
L’attività di Munari negli anni Cinquanta è documentata anche da studi per la Carrozzeria di una motocicletta (1952), dagli studi per Gatto flessibile, da vari bozzetti per manifesti, da lavori per l’editoria, dalla ricerca sulle Sculture da viaggio in cartoncino stampato e ripiegato, dalla serie Sequenze, 1951-52.
Degli anni Sessanta e Settanta Ricerca proiezione luce polarizzata, 1966, Variazioni sul tema del viso umano, 1966, schizzi e struttura Flexy, 1967-68, diversi progetti per oggetti e allestimenti, la collaborazione con la Einaudi e con Danese, della cui committenza il Fondo Munari del CSAC conserva studi, disegni progettuali, i giochi realizzati, illustrazioni, quali ad esempio Lampada Capri, Candeliere Stromboli e Portaritratti Galapagos,1961; Il gioco di Danese di ABC, 1960; Il libro della natura, 1963; Progetto di esposizione della lampada tubolare da Danese, 1963; Lampada tubolare Falkland, 1964; Presenza degli antenati, 1970; Guardiamoci negli occhi, 1970; Cappuccetto giallo, 1971; Cappuccetto verde, 1972; Più o meno, 1970; Metti le foglie, 1973; Il labirinto trasformabile in mille altri giochi, 1973; Immagini della realtà, 1977.
Dell’ultimo periodo, tra gli altri, bozzetti per copertine come Disegnare un albero, 1977, Marchio adesivo per Einaudi , 1974; schizzi per Lampada di filanca,1977; Lampada Dattilo, 1978.
“L’importanza di Bruno Munari nella storia della progettazione di oggetti ma anche sul piano della ricerca teorica -così Gloria Bianchino- si rileva dall’attualità di libri pubblicati da Laterza e da altri editori, fondamentali dagli anni ’50 ai ’70, sulla progettazione, sulla percezione visiva, sul rapporto fra insegnamento anche e proprio ai bambini e consapevolezza della funzione educativa delle immagini.
Munari è stato, proprio nel campo del design, non solo l’inventore di un nuovo modello di racconto, denso di ironia, allusivo, ma anche il contraltare fin dagli anni ’30 del secondo futurismo che aveva aderito troppe volte in modo succubo al fascismo: suggerire un’arte ironica, disimpegnata, densa di invenzione, ma anche fragile, pieghevole, giocosa come nel caso delle sue sculture di carta, tralicci mobili da appendere, sensibili al primo sbattere di una porta, al respiro di una finestra, voleva dire proporre una “rivoluzione” nella percezione seriosa e troppo impegnata della funzione dell’arte nel Ventennio. Nel dopoguerra quella sua passione per il gioco si trasforma, in decine di progetti, in suggerimenti per lo spazio di casa, per un abitare più agevole e ironico, con invenzioni che restano nella storia del progetto e che hanno avuto molti imitatori.
Ma forse l’aspetto che più colpisce in Munari è il suo modo di comprendere l’informale e di trasformarlo; Munari nei suoi libri parla molte volte di textures, le pitture informali che vede attorno a sé e che dominano negli anni ’50 il mercato dell’arte e suggerisce una specie di ironico fai da te, insegnando nei libri, nelle sperimentazioni, nei laboratori, a costruire le textures, a farsi un informale casalingo, un luogo però che non si lega alle filosofie dell’esistenzialismo ma semmai ad Arnheim e agli altri teorici della percezione visiva.
Munari è stato anche un grande progettista di grafica, libri, copertine, e ha reinventato l’illustrazione dei libri per l’infanzia ma anche degli altri libri, scoprendo un’arte che sta fra Matisse e Melotti, fra Paul Klee e Itten. Insomma la Bauhaus rivista a Milano a attraverso la Galleria de Il Milione”.
A cura di Edizioni Corraini un percorso interno per i giovani con postazioni dove “vivere” i libri, toccandoli e leggendoli, altre postazioni per proiezioni dirette da inventare con diapositive e il racconto in prima persona di Munari della sua vita e delle sue opere, attraverso grandi teli stampati.
Il Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti in collaborazione con compagnia Tpo di Prato presenta “Rubava dalla coda dei buoi..." omaggio creativo a Munari per accompagnare i giovani visitatori: in apertura alcuni giochi d’infanzia di Munari, nel ricordo scritto nel 1990 dall’artista maturo; in chiusura, un piccolo viaggio nelle Macchine di Munari, un classico del 1942 per scoprire meravigliose macchine inutili.
Nel 1978 il Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma, CSAC, creato dal prof. Arturo Carlo Quintavalle, apriva alla consultazione degli studiosi con l’inaugurazione di una mostra dedicata a Bruno Munari. Oggi, a trenta anni di distanza, CSAC e Festival di Letteratura e Illustrazione per ragazzi Minimondi di Parma, in collaborazione con Ass.ne Bruno Munari, Edizioni Corraini,Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti, in occasione del centenario della nascita e a dieci anni dalla scomparsa del designer milanese, rinnova l’omaggio a chi fu fra i primi ad aderire ad un’iniziativa nuova e coraggiosa, donando il suo archivio, con la mostra ”Bruno Munari: il disegno, il design. Il Fondo Bruno Munari nell’Archivio del CSAC di Parma”, curata da Gloria Bianchino, direttore CSAC.
Sostengono la manifestazione Assessorato alle Politiche Culturali e Creatività Giovanile del Comune di Parma, Fondazione Cassa di Risparmio Parma, Gazzetta di Parma.
Corraini edizioni realizza il catalogo e un percorso interno dedicato ai giovani.
Il Fondo Bruno Munari donato al CSAC dell’Università di Parma comprende 440 pezzi tra disegni, menabò, oggetti, pubblicazioni che illustrano la sua attività dagli anni Trenta al 1978. Un materiale progettuale di particolare rilievo anche sul piano del percorso storico e delle diverse esperienze di Munari come la progettazione legata alla Bauhaus, la creazione di oggetti minimali per l’arredo, l’attenzione al gioco infantile, il dialogo coi linguaggi della prima infanzia, la reinvenzione delle scritture e delle illustrazioni di libri, il rapporto con la fotografia di avanguardia, l’indagine sul tempo e sulla durata delle immagini.
In mostra, oltre a un acquarello del 1914-15, gli studi per i Dipinti astratti e per Macchine inutili della seconda metà degli anni Trenta, le prime pubblicazioni di libri per bambini, quali Che cosa è il termometro e Che cosa è l’orologio del 1940 e Mai contenti del 1945, bozzetti per copertine di libri del 1951, le prime prove di Libro Illeggibile del 1952.
L’attività di Munari negli anni Cinquanta è documentata anche da studi per la Carrozzeria di una motocicletta (1952), dagli studi per Gatto flessibile, da vari bozzetti per manifesti, da lavori per l’editoria, dalla ricerca sulle Sculture da viaggio in cartoncino stampato e ripiegato, dalla serie Sequenze, 1951-52.
Degli anni Sessanta e Settanta Ricerca proiezione luce polarizzata, 1966, Variazioni sul tema del viso umano, 1966, schizzi e struttura Flexy, 1967-68, diversi progetti per oggetti e allestimenti, la collaborazione con la Einaudi e con Danese, della cui committenza il Fondo Munari del CSAC conserva studi, disegni progettuali, i giochi realizzati, illustrazioni, quali ad esempio Lampada Capri, Candeliere Stromboli e Portaritratti Galapagos,1961; Il gioco di Danese di ABC, 1960; Il libro della natura, 1963; Progetto di esposizione della lampada tubolare da Danese, 1963; Lampada tubolare Falkland, 1964; Presenza degli antenati, 1970; Guardiamoci negli occhi, 1970; Cappuccetto giallo, 1971; Cappuccetto verde, 1972; Più o meno, 1970; Metti le foglie, 1973; Il labirinto trasformabile in mille altri giochi, 1973; Immagini della realtà, 1977.
Dell’ultimo periodo, tra gli altri, bozzetti per copertine come Disegnare un albero, 1977, Marchio adesivo per Einaudi , 1974; schizzi per Lampada di filanca,1977; Lampada Dattilo, 1978.
“L’importanza di Bruno Munari nella storia della progettazione di oggetti ma anche sul piano della ricerca teorica -così Gloria Bianchino- si rileva dall’attualità di libri pubblicati da Laterza e da altri editori, fondamentali dagli anni ’50 ai ’70, sulla progettazione, sulla percezione visiva, sul rapporto fra insegnamento anche e proprio ai bambini e consapevolezza della funzione educativa delle immagini.
Munari è stato, proprio nel campo del design, non solo l’inventore di un nuovo modello di racconto, denso di ironia, allusivo, ma anche il contraltare fin dagli anni ’30 del secondo futurismo che aveva aderito troppe volte in modo succubo al fascismo: suggerire un’arte ironica, disimpegnata, densa di invenzione, ma anche fragile, pieghevole, giocosa come nel caso delle sue sculture di carta, tralicci mobili da appendere, sensibili al primo sbattere di una porta, al respiro di una finestra, voleva dire proporre una “rivoluzione” nella percezione seriosa e troppo impegnata della funzione dell’arte nel Ventennio. Nel dopoguerra quella sua passione per il gioco si trasforma, in decine di progetti, in suggerimenti per lo spazio di casa, per un abitare più agevole e ironico, con invenzioni che restano nella storia del progetto e che hanno avuto molti imitatori.
Ma forse l’aspetto che più colpisce in Munari è il suo modo di comprendere l’informale e di trasformarlo; Munari nei suoi libri parla molte volte di textures, le pitture informali che vede attorno a sé e che dominano negli anni ’50 il mercato dell’arte e suggerisce una specie di ironico fai da te, insegnando nei libri, nelle sperimentazioni, nei laboratori, a costruire le textures, a farsi un informale casalingo, un luogo però che non si lega alle filosofie dell’esistenzialismo ma semmai ad Arnheim e agli altri teorici della percezione visiva.
Munari è stato anche un grande progettista di grafica, libri, copertine, e ha reinventato l’illustrazione dei libri per l’infanzia ma anche degli altri libri, scoprendo un’arte che sta fra Matisse e Melotti, fra Paul Klee e Itten. Insomma la Bauhaus rivista a Milano a attraverso la Galleria de Il Milione”.
A cura di Edizioni Corraini un percorso interno per i giovani con postazioni dove “vivere” i libri, toccandoli e leggendoli, altre postazioni per proiezioni dirette da inventare con diapositive e il racconto in prima persona di Munari della sua vita e delle sue opere, attraverso grandi teli stampati.
Il Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti in collaborazione con compagnia Tpo di Prato presenta “Rubava dalla coda dei buoi..." omaggio creativo a Munari per accompagnare i giovani visitatori: in apertura alcuni giochi d’infanzia di Munari, nel ricordo scritto nel 1990 dall’artista maturo; in chiusura, un piccolo viaggio nelle Macchine di Munari, un classico del 1942 per scoprire meravigliose macchine inutili.
16
febbraio 2008
Bruno Munari: il disegno, il design
Dal 16 febbraio al 30 marzo 2008
design
arte contemporanea
disegno e grafica
arte contemporanea
disegno e grafica
Location
PILOTTA
Parma, Piazzale della Pilotta, 15, (PR)
Parma, Piazzale della Pilotta, 15, (PR)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 9,00-18,30/domenica 10,00-20,00 / lunedì riposo
Vernissage
16 Febbraio 2008, ore 18
Editore
CORRAINI
Autore
Curatore