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Gianni Berengo Gardin / Marcello Mariani – Percorsi di luce
Presentazione del libro, che raccoglie una settantina di splendide foto che Berengo Gardin (uno dei miti della fotografia contemporanea internazionale) ha voluto dedicare alla figura e all’opera del pittore aquilano Marcello Mariani, realizzando così una monografia che segue quelle già dedicate a Lucio Fontana, Giorgio de Chirico, Emilio Vedova, Henry Moore.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
lunedì 17 marzo 2008 alle ore 18.30 presso la Fondazione Antonio Mazzotta a Milano
verrà presentato il volume fotografico di Gianni Berengo Gardin Marcello Mariani - Percorsi di luce, a cura di Silvia Pegoraro, di recentissima uscita nell’ambito della collana di Fotografia delle Edizioni Gabriele Mazzotta.
Saranno presenti
Silvia Pegoraro, Gianni Berengo Gardin, Marcello Mariani e Roberto Mutti
Il libro raccoglie una settantina di splendide foto che Berengo Gardin (uno dei miti della fotografia contemporanea internazionale) ha voluto dedicare alla figura e all’opera del pittore aquilano Marcello Mariani, realizzando così una monografia che segue quelle già dedicate a Lucio Fontana, Giorgio de Chirico, Emilio Vedova, Henry Moore.
Oltre a un saggio di Silvia Pegoraro, autrice e curatrice del progetto editoriale, il volume contiene testi di: Daniele Mariani, Presidente dell’Associazione “Angelo ribelle” di L’Aquila, a cui si deve l’iniziativa e l’opera organizzativa per la realizzazione del progetto,
Ottaviano Del Turco, Sergio Zavoli, Roberto Mutti, Roberto Gramiccia, Gabriele Simongini.
Il progetto è stato realizzato con la collaborazione e il contributo della Regione Abruzzo, della Provincia di L’Aquila, del Comune di L’Aquila.
Main sponsor: Fondazione della Cassa di Risparmio dell’Aquila e Cassa di Risparmio dell’Aquila.
Altri sponsor: Sanofi Aventis, Comunità Montana Amiternina, Medialink Communications.
Media Partners dell’iniziativa sono la RAI, il quotidiano “Il Tempo” e la rivista “Italy Down Under”.
La fotografia contemporanea – che ormai è soprattutto digitale - si concentra sempre di più su modelli della realtà: ci mostra scene, situazioni, eventi che sembrano reali o verosimili.
In questo panorama, Gianni Berengo Gardin è decisamente controcorrente: è un testimone vivo e attento, che crede nella realtà delle persone e delle cose, nell’esperienza, nel fascino e nella difficoltà di viverla. E’ un autore nutrito di onestà intellettuale, che di quest’esperienza si fa carico, e si assume tutta la responsabilità di interpretarla, raccontarla, trasmetterla attraverso la sua mano e il suo sguardo.
La fotografia italiana del secondo dopoguerra vedeva opporsi al formalismo grafico caro ai fotoamatori (ancorato a un'idea di arte ideale, essenziale piuttosto che esistenziale), il Neorealismo dei fotoreporter, supportato dalle teorie di Cesare Zavattini e veicolato dalle pagine illustrate del “Politecnico” di Elio Vittorini e de “Il Mondo” di Mario Pannunzio : ed è proprio presso questa rivista che Berengo Gardin ha cominciato, nel 1954, la sua attività di fotoreporter professionista, pronto sin dall’inizio a mescolarsi alla realtà, a discendere nell'esistenza, benché già dotato di una sapienza compositiva che orienta i suoi frammenti fotografici di realtà verso una “forma” esteticamente affascinante. Nondimeno, nei suoi reportage, questa presenza formale risulta “velata”, ridimensionata dalla priorità del soggetto, dell’evento da documentare.
“Ho sempre fotografato l´Italia, perchè bisogna raccontare ciò che si conosce - ha detto Berengo Gardin - Non sono un creativo e neanche un artista, ma uno che registra quello che vede. Sono solo un manovale dello sguardo”. In realtà , se la scelta e l’interpretazione del soggetto sono una parte importante di qualsiasi vera arte, Gianni Berengo Gardin è uno straordinario artista, che in un’epoca in cui troppe immagini ci bombardano, ottundendo la nostra capacità di vedere, ci offre la più alta lezione di arte visiva, nella sua inflessibile deontologia e in quell’inimitabile empatia col soggetto che rende luminosamente autentiche e uniche le sue foto.
In questo caso il soggetto è un uomo, un artista, un pittore: l’aquilano Marcello Mariani. Berengo Gardin racconta in questo libro - attraverso una settantina di splendide foto - gli orizzonti, l’“aria” e l’”aura” di questo artista , i paesaggi e i luoghi in cui cammina e libera il suo pensiero (L’Aquila con il suo territorio è l’altro grande protagonista del libro), la sua persona e il suo volto, i suoi spazi, la sua vita quotidiana, i suoi affetti, i suoi oggetti e strumenti, i gesti attraverso i quali si compie la sua arte…
A Marcello Mariani, dunque, dopo Lucio Fontana, Giorgio de Chirico, Emilio Vedova, Henry Moore Berengo Gardin dedica un altro capitolo fondamentale della sua testimonianza-riflessione sul mondo dell’arte.
Gianni Berengo Gardin è un indiscusso maestro del bianco e nero, e questo maestro del bianco e nero s’inoltra, paradossalmente, lungo la via che segue il cammino di un maestro del colore, noto proprio per il suo colore infinito, rigoglioso, imprevedibile e inesauribile come Marcello Mariani. Questo racconto è un emozionante percorso di avvicinamento all’artista e alla sua opera – e alla pittura tout-court – che parte dai vastissimi orizzonti e dalle alture selvagge e solitarie del paesaggio abruzzese che circonda L’Aquila, sino a giungere al cuore fisico e metafisico di quest’avventura: lo studio di Marcello Mariani, lungo l’antica Via Sassa, nella settecentesca ex chiesa di Santa Caterina.
Marcello Mariani è senza dubbio un illustre erede dell’Informale storico, che egli interpreta secondo un’accezione del tutto originale, dando però grande risalto a entrambi i “fulcri” della poetica informale: il gesto e la materia. Arte, per Mariani, non è dunque tanto la pittura eseguita, quanto l'atto di eseguirla: il valore artistico sta in primo luogo nel gesto stesso, un gesto che interviene a modificare e combinare materiali diversi (tela, carta, juta, legno, tessuti vari), investendoli di esplosioni di luce-colore azzurra, rossa, gialla, viola, arancio… Il racconto visivo del grande fotografo ci svela questa pittura come luogo instabile di un intreccio in cui visibile e invisibile paiono entrare in contatto tra di loro.
verrà presentato il volume fotografico di Gianni Berengo Gardin Marcello Mariani - Percorsi di luce, a cura di Silvia Pegoraro, di recentissima uscita nell’ambito della collana di Fotografia delle Edizioni Gabriele Mazzotta.
Saranno presenti
Silvia Pegoraro, Gianni Berengo Gardin, Marcello Mariani e Roberto Mutti
Il libro raccoglie una settantina di splendide foto che Berengo Gardin (uno dei miti della fotografia contemporanea internazionale) ha voluto dedicare alla figura e all’opera del pittore aquilano Marcello Mariani, realizzando così una monografia che segue quelle già dedicate a Lucio Fontana, Giorgio de Chirico, Emilio Vedova, Henry Moore.
Oltre a un saggio di Silvia Pegoraro, autrice e curatrice del progetto editoriale, il volume contiene testi di: Daniele Mariani, Presidente dell’Associazione “Angelo ribelle” di L’Aquila, a cui si deve l’iniziativa e l’opera organizzativa per la realizzazione del progetto,
Ottaviano Del Turco, Sergio Zavoli, Roberto Mutti, Roberto Gramiccia, Gabriele Simongini.
Il progetto è stato realizzato con la collaborazione e il contributo della Regione Abruzzo, della Provincia di L’Aquila, del Comune di L’Aquila.
Main sponsor: Fondazione della Cassa di Risparmio dell’Aquila e Cassa di Risparmio dell’Aquila.
Altri sponsor: Sanofi Aventis, Comunità Montana Amiternina, Medialink Communications.
Media Partners dell’iniziativa sono la RAI, il quotidiano “Il Tempo” e la rivista “Italy Down Under”.
La fotografia contemporanea – che ormai è soprattutto digitale - si concentra sempre di più su modelli della realtà: ci mostra scene, situazioni, eventi che sembrano reali o verosimili.
In questo panorama, Gianni Berengo Gardin è decisamente controcorrente: è un testimone vivo e attento, che crede nella realtà delle persone e delle cose, nell’esperienza, nel fascino e nella difficoltà di viverla. E’ un autore nutrito di onestà intellettuale, che di quest’esperienza si fa carico, e si assume tutta la responsabilità di interpretarla, raccontarla, trasmetterla attraverso la sua mano e il suo sguardo.
La fotografia italiana del secondo dopoguerra vedeva opporsi al formalismo grafico caro ai fotoamatori (ancorato a un'idea di arte ideale, essenziale piuttosto che esistenziale), il Neorealismo dei fotoreporter, supportato dalle teorie di Cesare Zavattini e veicolato dalle pagine illustrate del “Politecnico” di Elio Vittorini e de “Il Mondo” di Mario Pannunzio : ed è proprio presso questa rivista che Berengo Gardin ha cominciato, nel 1954, la sua attività di fotoreporter professionista, pronto sin dall’inizio a mescolarsi alla realtà, a discendere nell'esistenza, benché già dotato di una sapienza compositiva che orienta i suoi frammenti fotografici di realtà verso una “forma” esteticamente affascinante. Nondimeno, nei suoi reportage, questa presenza formale risulta “velata”, ridimensionata dalla priorità del soggetto, dell’evento da documentare.
“Ho sempre fotografato l´Italia, perchè bisogna raccontare ciò che si conosce - ha detto Berengo Gardin - Non sono un creativo e neanche un artista, ma uno che registra quello che vede. Sono solo un manovale dello sguardo”. In realtà , se la scelta e l’interpretazione del soggetto sono una parte importante di qualsiasi vera arte, Gianni Berengo Gardin è uno straordinario artista, che in un’epoca in cui troppe immagini ci bombardano, ottundendo la nostra capacità di vedere, ci offre la più alta lezione di arte visiva, nella sua inflessibile deontologia e in quell’inimitabile empatia col soggetto che rende luminosamente autentiche e uniche le sue foto.
In questo caso il soggetto è un uomo, un artista, un pittore: l’aquilano Marcello Mariani. Berengo Gardin racconta in questo libro - attraverso una settantina di splendide foto - gli orizzonti, l’“aria” e l’”aura” di questo artista , i paesaggi e i luoghi in cui cammina e libera il suo pensiero (L’Aquila con il suo territorio è l’altro grande protagonista del libro), la sua persona e il suo volto, i suoi spazi, la sua vita quotidiana, i suoi affetti, i suoi oggetti e strumenti, i gesti attraverso i quali si compie la sua arte…
A Marcello Mariani, dunque, dopo Lucio Fontana, Giorgio de Chirico, Emilio Vedova, Henry Moore Berengo Gardin dedica un altro capitolo fondamentale della sua testimonianza-riflessione sul mondo dell’arte.
Gianni Berengo Gardin è un indiscusso maestro del bianco e nero, e questo maestro del bianco e nero s’inoltra, paradossalmente, lungo la via che segue il cammino di un maestro del colore, noto proprio per il suo colore infinito, rigoglioso, imprevedibile e inesauribile come Marcello Mariani. Questo racconto è un emozionante percorso di avvicinamento all’artista e alla sua opera – e alla pittura tout-court – che parte dai vastissimi orizzonti e dalle alture selvagge e solitarie del paesaggio abruzzese che circonda L’Aquila, sino a giungere al cuore fisico e metafisico di quest’avventura: lo studio di Marcello Mariani, lungo l’antica Via Sassa, nella settecentesca ex chiesa di Santa Caterina.
Marcello Mariani è senza dubbio un illustre erede dell’Informale storico, che egli interpreta secondo un’accezione del tutto originale, dando però grande risalto a entrambi i “fulcri” della poetica informale: il gesto e la materia. Arte, per Mariani, non è dunque tanto la pittura eseguita, quanto l'atto di eseguirla: il valore artistico sta in primo luogo nel gesto stesso, un gesto che interviene a modificare e combinare materiali diversi (tela, carta, juta, legno, tessuti vari), investendoli di esplosioni di luce-colore azzurra, rossa, gialla, viola, arancio… Il racconto visivo del grande fotografo ci svela questa pittura come luogo instabile di un intreccio in cui visibile e invisibile paiono entrare in contatto tra di loro.
17
marzo 2008
Gianni Berengo Gardin / Marcello Mariani – Percorsi di luce
17 marzo 2008
presentazione
Location
FAM – FONDAZIONE ANTONIO MAZZOTTA
Milano, Foro Buonaparte, 50, (Milano)
Milano, Foro Buonaparte, 50, (Milano)
Vernissage
17 Marzo 2008, ore 18.30
Editore
MAZZOTTA