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Nostoi. Capolavori ritrovati
Mostra di manufatti di eccezionale valore storico-artistico, esposti per anni presso il Getty Museum di Los Angeles, il Metropolitan di New York e il Museum of Fine Arts di Boston, ma di fatto appartenenti a pieno titolo al patrimonio culturale del nostro Paese.
Comunicato stampa
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Il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli e il Presidente della Regione della Lazio, Pietro Marrazzo inaugureranno il prossimo sabato 29 marzo alle ore 11.30 nella prestigiosa sede di Palazzo Poli, Sala Dante, la mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati”, che dopo lo straordinario successo di pubblico e di critica nazionale e internazionale ottenuto al Palazzo del Quirinale, si presenta arricchita da nuovi straordinari manufatti che rientrano in Italia provenienti dalla Collezione Shelby White di New York, tra i quali vanno ricordati il Cratere a calice a figure rosse con Zeus e Ganimede, Hydria cerretana con la fuga di Ulisse dall’antro di Polifemo e l’Anfora calcidese con cavalcata di giovani.
Per oltre trent’anni un fenomeno di incredibile gravità e ferocia ha investito il nostro Paese: tra gli anni 1970 e i primi anni del Duemila l’Italia ha vissuto un’epoca che viene definita la “Grande Razzia”. Un numero incredibile di opere d’arte di inestimabile valore sono state trafugate dagli scavi archeologici del nostro Paese, soprattutto dal Sud e dal Centro Italia, da spregiudicati mercanti d’arte che seguendo percorsi clandestini le hanno poi vendute a collezionisti privati e a grandi istituzioni museali internazionali.
L’esposizione allestita presso l’Istituto Nazionale per la Grafica consentirà alle migliaia di turisti che affolleranno la città nei prossimi mesi di ammirare gratuitamente fino al 7 settembre p.v., opere d’arte che non sono un bene soltanto per la finezza o la genialità con la quale sono state eseguite ma per il forte significato che le contraddistinguono. Realizzata con la collaborazione della Regione Lazio, la mostra è a cura del Prof. Louis Godart, Consigliere del Presidente della Repubblica per la Conservazione del Patrimonio Artistico, ed è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
Oggi possiamo celebrare con questa bellissima mostra il risultato dello sforzo congiunto tra il Corpo dell’Arma, la Magistratura, la Diplomazia Culturale voluto dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli, a favore della lotta al traffico illecito di opere d’arte trafugate: un lavoro d’equipe che ha visto negli ultimi anni e in particolar modo negli ultimi mesi il ritorno in Italia di meravigliosi capolavori che appartengono di diritto al patrimonio nazionale.
Genesi della mostra
La parola greca “Nostoi”, legata ai poemi epici che raccontavano il ritorno degli eroi greci in Patria dopo la distruzione di Troia, si riferisce a lunghi e faticosi viaggi affrontati per tornare a casa.
“Nostoi. Capolavori ritrovati” testimonia la tenace volontà dell’Italia di recuperare sul piano internazionale l’unicità del nostro patrimonio culturale, per riportare il commercio dell’arte e dell’archeologia sotto i numi tutelari dei principi etici. Tra gli anni 1970 e i primi anni 2000 molti bacini archeologici del nostro Paese sono stati depredati di incommensurabili ricchezze: seguendo percorsi clandestini e traffici illeciti i reperti ritrovati da scavatori clandestini venivano venduti a mercanti senza scrupoli e tramite questi finalmente ceduti a importanti musei europei, americani e giapponesi e anche a ricchi collezionisti privati. La “decontestualizzazione” che subiscono i reperti scavati clandestinamente li rende “muti”: non forniscono più informazioni agli studiosi sulla loro provenienza, sul corredo di cui eventualmente facevano parte, sugli oggetti da cui erano accompagnati. Lo scavo clandestino cancella tutta la Storia che gli oggetti recano con sé e di cui sono impregnati. Giulio Carlo Argan diceva che “distruggere l’arte è un tal peccato che, se si riscrivessero le Tavole della Legge, dovrebbe di certo esservi ricompreso”; l’attività dell’Arma dei Carabinieri, della Magistratura, le trattative condotte dalla Diplomazia Culturale e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’impegno profuso dalle Istituzioni internazionali vogliono portare, come può dimostrare la mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati”, alla condanna e alla totale interruzione di queste pratiche illecite.
Una grande battaglia etica a livello internazionale trova dunque suggello nella mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati” che apre le porte a nuove “restituzioni” e a una rinnovata e rinvigorita stagione di scambi sul piano di studi scientifici e di collaborazioni culturali con le Istituzioni Culturali dei Paesi coinvolti. Fondamentale il nuovo condiviso atteggiamento internazionale che vede l’Italia e gli Stati esteri uniti nella responsabilità di garantire e tutelare pubblico accesso al patrimonio artistico dell’umanità contro gli scavi clandestini e l’illegale “fuga” delle opere d’arte. Con questo metodo si sono conclusi con successo i negoziati con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Museum of Fine Arts di Boston e il Princeton University Art Musem.
È da ricordare che la mostra è allestita nella Sala Dante, il luogo più significativo di Palazzo Poli, non solo per le eccezionali dimensioni e per l’esclusiva visuale su Fontana di Trevi, ma anche per le diverse importanti destinazioni assegnatale nel corso di quasi tre secoli. Per l’inaugurazione della Sala fu eseguita da Giovanni Sgambati la Sinfonia Dantesca di Liszt per grande orchestra e cori, alla presenza del Musicista. Nell’occasione furono declamati un erudito discorso e nuovi versi composti su ispirazione delle scene della Divina Commedia.
Per oltre trent’anni un fenomeno di incredibile gravità e ferocia ha investito il nostro Paese: tra gli anni 1970 e i primi anni del Duemila l’Italia ha vissuto un’epoca che viene definita la “Grande Razzia”. Un numero incredibile di opere d’arte di inestimabile valore sono state trafugate dagli scavi archeologici del nostro Paese, soprattutto dal Sud e dal Centro Italia, da spregiudicati mercanti d’arte che seguendo percorsi clandestini le hanno poi vendute a collezionisti privati e a grandi istituzioni museali internazionali.
L’esposizione allestita presso l’Istituto Nazionale per la Grafica consentirà alle migliaia di turisti che affolleranno la città nei prossimi mesi di ammirare gratuitamente fino al 7 settembre p.v., opere d’arte che non sono un bene soltanto per la finezza o la genialità con la quale sono state eseguite ma per il forte significato che le contraddistinguono. Realizzata con la collaborazione della Regione Lazio, la mostra è a cura del Prof. Louis Godart, Consigliere del Presidente della Repubblica per la Conservazione del Patrimonio Artistico, ed è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
Oggi possiamo celebrare con questa bellissima mostra il risultato dello sforzo congiunto tra il Corpo dell’Arma, la Magistratura, la Diplomazia Culturale voluto dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli, a favore della lotta al traffico illecito di opere d’arte trafugate: un lavoro d’equipe che ha visto negli ultimi anni e in particolar modo negli ultimi mesi il ritorno in Italia di meravigliosi capolavori che appartengono di diritto al patrimonio nazionale.
Genesi della mostra
La parola greca “Nostoi”, legata ai poemi epici che raccontavano il ritorno degli eroi greci in Patria dopo la distruzione di Troia, si riferisce a lunghi e faticosi viaggi affrontati per tornare a casa.
“Nostoi. Capolavori ritrovati” testimonia la tenace volontà dell’Italia di recuperare sul piano internazionale l’unicità del nostro patrimonio culturale, per riportare il commercio dell’arte e dell’archeologia sotto i numi tutelari dei principi etici. Tra gli anni 1970 e i primi anni 2000 molti bacini archeologici del nostro Paese sono stati depredati di incommensurabili ricchezze: seguendo percorsi clandestini e traffici illeciti i reperti ritrovati da scavatori clandestini venivano venduti a mercanti senza scrupoli e tramite questi finalmente ceduti a importanti musei europei, americani e giapponesi e anche a ricchi collezionisti privati. La “decontestualizzazione” che subiscono i reperti scavati clandestinamente li rende “muti”: non forniscono più informazioni agli studiosi sulla loro provenienza, sul corredo di cui eventualmente facevano parte, sugli oggetti da cui erano accompagnati. Lo scavo clandestino cancella tutta la Storia che gli oggetti recano con sé e di cui sono impregnati. Giulio Carlo Argan diceva che “distruggere l’arte è un tal peccato che, se si riscrivessero le Tavole della Legge, dovrebbe di certo esservi ricompreso”; l’attività dell’Arma dei Carabinieri, della Magistratura, le trattative condotte dalla Diplomazia Culturale e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’impegno profuso dalle Istituzioni internazionali vogliono portare, come può dimostrare la mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati”, alla condanna e alla totale interruzione di queste pratiche illecite.
Una grande battaglia etica a livello internazionale trova dunque suggello nella mostra “Nostoi. Capolavori ritrovati” che apre le porte a nuove “restituzioni” e a una rinnovata e rinvigorita stagione di scambi sul piano di studi scientifici e di collaborazioni culturali con le Istituzioni Culturali dei Paesi coinvolti. Fondamentale il nuovo condiviso atteggiamento internazionale che vede l’Italia e gli Stati esteri uniti nella responsabilità di garantire e tutelare pubblico accesso al patrimonio artistico dell’umanità contro gli scavi clandestini e l’illegale “fuga” delle opere d’arte. Con questo metodo si sono conclusi con successo i negoziati con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Museum of Fine Arts di Boston e il Princeton University Art Musem.
È da ricordare che la mostra è allestita nella Sala Dante, il luogo più significativo di Palazzo Poli, non solo per le eccezionali dimensioni e per l’esclusiva visuale su Fontana di Trevi, ma anche per le diverse importanti destinazioni assegnatale nel corso di quasi tre secoli. Per l’inaugurazione della Sala fu eseguita da Giovanni Sgambati la Sinfonia Dantesca di Liszt per grande orchestra e cori, alla presenza del Musicista. Nell’occasione furono declamati un erudito discorso e nuovi versi composti su ispirazione delle scene della Divina Commedia.
29
marzo 2008
Nostoi. Capolavori ritrovati
Dal 29 marzo al 07 settembre 2008
archeologia
arte antica
arte antica
Location
ISTITUTO NAZIONALE PER LA GRAFICA – CALCOGRAFIA
Roma, Via Della Stamperia, 6, (Roma)
Roma, Via Della Stamperia, 6, (Roma)
Orario di apertura
tutti giorni escluso il lunedì dalle 10.00 alle 19.00
Vernissage
29 Marzo 2008, ore 11.30
Ufficio stampa
INTESA & C.P.