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Ezio Gribaudo – La materia e i simboli
La mostra comprende una cinquantina di lavori e prende le mosse dalle giovanili opere informali di Gribaudo, per includere poi alcuni degli esempi più significativi della ricerca successiva, con particolare attenzione alle fondamentali serie dei Flani,Logogrifi,Teatri della memoria e sculture
Comunicato stampa
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L’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino conferisce la medaglia di accademico d’onore a Ezio Gribaudo
Lunedì 5 maggio 2008 alle ore 18
Ezio Gribaudo (Torino, 1929), uno dei più interessanti artisti italiani contemporanei, come per la maggior parte degli artisti della sua generazione è stato inizialmente influenzato dal movimento dell’arte informale.
La mostra comprende una cinquantina di lavori e prende le mosse dalle giovanili opere informali di Gribaudo, per includere poi alcuni degli esempi più significativi della ricerca successiva, con particolare attenzione alle fondamentali serie dei Flani,Logogrifi,Teatri della memoria e sculture.
Michel Tapié - il critico francese che coniò la definizione di “art informel” - presentò la personale di Gribaudo alla Galleria del Cavallino di Venezia nel 1961, dove comparvero per la prima volta i famosi “flani”, oggetti tratti dal mondo della tipografia, valorizzati come ready-made. Dall’idea dei “flani” si sviluppa infatti tutta la sua ricerca successiva. A cominciare dai Logogrifi - che gli valsero il premio per la grafica alla Biennale di Venezia del 1966 e lo resero celebre: scritture cifrate esoteriche e “magiche”, impresse e rilevate bianco su bianco su carta buvard, assorbente e porosa. I Bianchi sono levariazioni tridimensionali, realizzate dal 1965 ad oggi, prevalentemente in polistirolo e sabbia, degli originali Logogrifi bidimensionali.
Sempre nel 1966 Pierre Restany, includendo l’artista nel movimento del “Nouveau Réalisme”, aveva scritto che “Il mondo di Ezio Gribaudo è il mondo della tipografia, dell'impressione, dell'edizione”, che egli ha saputo usare “come una fonte inesauribile di immagini poetiche e nuove”. Questo vale specialmente per quella sorta di borgesiana biblioteca di Babele costituita dalla serie dei Teatri della memoria (tecnica mista e collage), iniziata a metà degli anni ’60 e tuttora in progress, dove il fascino dei flani tipografici si sposa a uno straordinario, sapiente e sensuale uso del colore. Qui troviamo cavalli e dinosauri, scarabei e farfalle, la Torre di Tatlin e la Mole Antonelliana, bassorilievi egizi e statue classiche: un sorprendente repertorio-assemblage di immagini, dove la natura si fonde con la cultura e con la storia, la memoria individuale s’intreccia a quella collettiva, e insieme s’incrociano con l’utopia, il sogno, l’immaginazione: un po’ come avveniva nelle antiche Wunderkammer - le “stanze delle meraviglie” - frutto dell’aristocratico e bizzarro collezionismo dell’era pre-moderna, favolose antesignane dei moderni e assai più asettici musei .
In catalogo SKIRA testi di Luigi Cavadini,Silvia Pegoraro e Maria Teresa Roberto
.
Nota biografica. Gribaudo è nato nel 1929 a Torino, dove vive e lavora. Le tappe della sua carriera artistica sono segnate dall’intensa attività espositiva che dal 1953 ad oggi lo hanno reso protagonista della scena culturale con importanti mostre personali e collettive in gallerie e musei in Italia e all’estero. Tra i numerosi riconoscimenti alla sua attività creativa ricordiamo nel 1955 il premio alla Biennale Giovani di Gorizia, quello alla IX Quadriennale d’arte nel 1965, il premio alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966 e alla Biennale di San Paolo del Brasile nel 1967. Nel 2003 riceve la medaglia d’oro ai benemeriti della Cultura e dell’Arte dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e il Premio Torino Libera del Centro Pannunzio.
Nel 2005 è stato nominato presidente dell’Accademia Albertina di Torino.
Lunedì 5 maggio 2008 alle ore 18
Ezio Gribaudo (Torino, 1929), uno dei più interessanti artisti italiani contemporanei, come per la maggior parte degli artisti della sua generazione è stato inizialmente influenzato dal movimento dell’arte informale.
La mostra comprende una cinquantina di lavori e prende le mosse dalle giovanili opere informali di Gribaudo, per includere poi alcuni degli esempi più significativi della ricerca successiva, con particolare attenzione alle fondamentali serie dei Flani,Logogrifi,Teatri della memoria e sculture.
Michel Tapié - il critico francese che coniò la definizione di “art informel” - presentò la personale di Gribaudo alla Galleria del Cavallino di Venezia nel 1961, dove comparvero per la prima volta i famosi “flani”, oggetti tratti dal mondo della tipografia, valorizzati come ready-made. Dall’idea dei “flani” si sviluppa infatti tutta la sua ricerca successiva. A cominciare dai Logogrifi - che gli valsero il premio per la grafica alla Biennale di Venezia del 1966 e lo resero celebre: scritture cifrate esoteriche e “magiche”, impresse e rilevate bianco su bianco su carta buvard, assorbente e porosa. I Bianchi sono levariazioni tridimensionali, realizzate dal 1965 ad oggi, prevalentemente in polistirolo e sabbia, degli originali Logogrifi bidimensionali.
Sempre nel 1966 Pierre Restany, includendo l’artista nel movimento del “Nouveau Réalisme”, aveva scritto che “Il mondo di Ezio Gribaudo è il mondo della tipografia, dell'impressione, dell'edizione”, che egli ha saputo usare “come una fonte inesauribile di immagini poetiche e nuove”. Questo vale specialmente per quella sorta di borgesiana biblioteca di Babele costituita dalla serie dei Teatri della memoria (tecnica mista e collage), iniziata a metà degli anni ’60 e tuttora in progress, dove il fascino dei flani tipografici si sposa a uno straordinario, sapiente e sensuale uso del colore. Qui troviamo cavalli e dinosauri, scarabei e farfalle, la Torre di Tatlin e la Mole Antonelliana, bassorilievi egizi e statue classiche: un sorprendente repertorio-assemblage di immagini, dove la natura si fonde con la cultura e con la storia, la memoria individuale s’intreccia a quella collettiva, e insieme s’incrociano con l’utopia, il sogno, l’immaginazione: un po’ come avveniva nelle antiche Wunderkammer - le “stanze delle meraviglie” - frutto dell’aristocratico e bizzarro collezionismo dell’era pre-moderna, favolose antesignane dei moderni e assai più asettici musei .
In catalogo SKIRA testi di Luigi Cavadini,Silvia Pegoraro e Maria Teresa Roberto
.
Nota biografica. Gribaudo è nato nel 1929 a Torino, dove vive e lavora. Le tappe della sua carriera artistica sono segnate dall’intensa attività espositiva che dal 1953 ad oggi lo hanno reso protagonista della scena culturale con importanti mostre personali e collettive in gallerie e musei in Italia e all’estero. Tra i numerosi riconoscimenti alla sua attività creativa ricordiamo nel 1955 il premio alla Biennale Giovani di Gorizia, quello alla IX Quadriennale d’arte nel 1965, il premio alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966 e alla Biennale di San Paolo del Brasile nel 1967. Nel 2003 riceve la medaglia d’oro ai benemeriti della Cultura e dell’Arte dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e il Premio Torino Libera del Centro Pannunzio.
Nel 2005 è stato nominato presidente dell’Accademia Albertina di Torino.
05
maggio 2008
Ezio Gribaudo – La materia e i simboli
Dal 05 maggio al 05 giugno 2008
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA ALBERTINA DI BELLE ARTI
Torino, Via Dell'accademia Albertina, 6, (Torino)
Torino, Via Dell'accademia Albertina, 6, (Torino)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì 15.00-18.30
Vernissage
5 Maggio 2008, ore 18
Editore
SKIRA
Autore