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Chiara Dynys – In alto
Quattro grandi installazioni animeranno altrettanti punti con la forza energetica della luce. Le aureole su alcuni alberi, un bersaglio luminoso sul profilo centrale della palazzina, tre frecce sul balcone, una schiera di quattro diamanti luminosi sul pavimento di fronte all’ingresso. La palazzina storica del Museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese e il parco intorno ad essa entrano in sintonia con quattro grandi installazioni dell’artista milanese Chiara Dynys
Comunicato stampa
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Quattro grandi installazioni animeranno altrettanti punti con la forza energetica della luce. Le aureole su alcuni alberi, un bersaglio luminoso sul profilo centrale della palazzina, tre frecce sul balcone, una schiera di quattro diamanti luminosi sul pavimento di fronte all’ingresso. La palazzina storica del Museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese e il parco intorno ad essa entrano in sintonia con quattro grandi installazioni dell’artista milanese Chiara Dynys.
Il Museo Bilotti presenta – dal 16 maggio al 7 settembre 2008 – l’inedito progetto di Chiara Dynys - “In alto” - pensato appositamente per gli spazi esterni del museo Carlo Bilotti di Villa Borghese. La cura del coordinamento e del progetto è di Gianluca Marziani, la cura della mostra è di Maurizio Calvesi e Italo Tommasoni e l’evento è promosso dal Comune di Roma. È la prima volta in cui l’ex Casino dei Giochi d’acqua si apre allo spazio circostante, creando quel dialogo fecondo tra dentro e fuori che in origine la struttura aveva.
L’artista allestisce una partitura in quattro brani visuali, sfruttando gli alberi attorno alla palazzina ma anche alcuni punti anomali dell’edificio e il piazzale di fronte all’ingresso. I quattro momenti diventano punti cardinali di un percorso tra terra e trascendenza, feticcio e simbolo, realtà e metafora.
Le aureole di pura luce sono il momento di maggior impatto scenografico. Circondano la natura secolare attraverso le perle luminose di un complesso impianto tecnologico. La chioma superba della pianta prende così leggerezza estatica, librandosi oltre la fermezza cementata delle radici.
Un’aureola che ricorda un rosario, una collana di perle, un disco alieno: ma che rimane il segno sacrale su una città che ben conosce alchimie ed esoterismi.
Il bersaglio ci attende in posizione immobile ma mai minacciosa. È un magnete ottico che riflette il mondo circostante dentro la sua geografia vulnerabile. Ha il senso urbanistico della piazza tolemaica, un valore dagli echi architettonici che si lega alla storia planimetrica di Roma, alle sue metodologie storiche che riguardano la morale, il potere, le relazioni umane, lo scambio culturale. Un bersaglio che sfrutta la simbologia del numero, il legame tutto romano tra cultura laica e religiosa, fino a ribaltare la prosa urbana delle antenne da terrazzo deturpano le nostre città.
Le frecce luminose occupano un’altra porzione dello spazio museale, dialogando in maniera diretta col bersaglio. Indicano tre diverse direzioni, tre punti cardinali di un orientamento interiore che vola verso l’alto, nelle direttrici motorie del cielo. La freccia che storicamente trafiggeva i corpi esce oggi dal costato della pittura barocca, sfuggendo dalla carne aperta a favore di un’elevazione utopica del gesto simbolico.
I diamanti luminosi chiudono il nostro percorso. Spiccano nella loro fermezza monolitica e accecante, riportando l’attenzione sul suolo da cui spuntano come iceberg preziosi e inarrivabili. Diventano il Graal imprendibile del progetto, la parte più terrena e al contempo più metafisica delle quattro visioni dialoganti.
Chiara Dynys nasce a Mantova nel 1958. Formatasi negli anni Ottanta, si dedica inizialmente alla pittura figurativa, resa materica e cromatica dall'uso della sabbia, che ben presto si evolve in forme tridimensionali geometriche d'ordine matematico. Si serve di diversi materiali, come resine, cera, pigmenti, marmi, alabastro, seta, velluto, ceramica, cristallo, con i quali genera passaggi e mutazioni di luce e colore. Nel 1990 tiene la prima personale europea alla galleria Forum di Dùsseldorf. Nel 1992 è presente al XLIV Premio Michetti di Francavilla al Mare. Nel 1993 gli spazi pubblici della Stàdtische Galerie di Gòppingen e della Galerie de France a Parigi ospitano due importanti personali. Il progressivo aumento delle dimensioni installative trasforma la percezione dello spazio, coinvolgendo emotivamente lo spettatore nella creazione artistica. Nel 1996 esordisce a New York alla Gallery Cristinerose. In Svizzera espone al Centre d'Art Contemporain di Ginevra. Da ricordare la XII Quadriennale d'Arte di Roma, la personale del 1999 al milanese Palazzo delle Stelline, la personale del 2001 al Museo Cantonale d'Arte di Lugano, l’antologica del 2007 alla Rotonda della Besana di Milano. Ha partecipato ad importanti mostre presso il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, il PAC di Milano, le Scuderie Papali al Quirinale e i Mercati di Traiano di Roma, la Kunstmuseum di Bonn, il Palazzo Reale di Milano, il MART di Rovereto… Tra le gallerie italiane con cui ha collaborato si ricordino De Crescenzo & Viesti di Roma, Fumagalli di Bergamo, Monica De Cardenas di Milano. Vive e lavora a Milano.
Il Museo Bilotti presenta – dal 16 maggio al 7 settembre 2008 – l’inedito progetto di Chiara Dynys - “In alto” - pensato appositamente per gli spazi esterni del museo Carlo Bilotti di Villa Borghese. La cura del coordinamento e del progetto è di Gianluca Marziani, la cura della mostra è di Maurizio Calvesi e Italo Tommasoni e l’evento è promosso dal Comune di Roma. È la prima volta in cui l’ex Casino dei Giochi d’acqua si apre allo spazio circostante, creando quel dialogo fecondo tra dentro e fuori che in origine la struttura aveva.
L’artista allestisce una partitura in quattro brani visuali, sfruttando gli alberi attorno alla palazzina ma anche alcuni punti anomali dell’edificio e il piazzale di fronte all’ingresso. I quattro momenti diventano punti cardinali di un percorso tra terra e trascendenza, feticcio e simbolo, realtà e metafora.
Le aureole di pura luce sono il momento di maggior impatto scenografico. Circondano la natura secolare attraverso le perle luminose di un complesso impianto tecnologico. La chioma superba della pianta prende così leggerezza estatica, librandosi oltre la fermezza cementata delle radici.
Un’aureola che ricorda un rosario, una collana di perle, un disco alieno: ma che rimane il segno sacrale su una città che ben conosce alchimie ed esoterismi.
Il bersaglio ci attende in posizione immobile ma mai minacciosa. È un magnete ottico che riflette il mondo circostante dentro la sua geografia vulnerabile. Ha il senso urbanistico della piazza tolemaica, un valore dagli echi architettonici che si lega alla storia planimetrica di Roma, alle sue metodologie storiche che riguardano la morale, il potere, le relazioni umane, lo scambio culturale. Un bersaglio che sfrutta la simbologia del numero, il legame tutto romano tra cultura laica e religiosa, fino a ribaltare la prosa urbana delle antenne da terrazzo deturpano le nostre città.
Le frecce luminose occupano un’altra porzione dello spazio museale, dialogando in maniera diretta col bersaglio. Indicano tre diverse direzioni, tre punti cardinali di un orientamento interiore che vola verso l’alto, nelle direttrici motorie del cielo. La freccia che storicamente trafiggeva i corpi esce oggi dal costato della pittura barocca, sfuggendo dalla carne aperta a favore di un’elevazione utopica del gesto simbolico.
I diamanti luminosi chiudono il nostro percorso. Spiccano nella loro fermezza monolitica e accecante, riportando l’attenzione sul suolo da cui spuntano come iceberg preziosi e inarrivabili. Diventano il Graal imprendibile del progetto, la parte più terrena e al contempo più metafisica delle quattro visioni dialoganti.
Chiara Dynys nasce a Mantova nel 1958. Formatasi negli anni Ottanta, si dedica inizialmente alla pittura figurativa, resa materica e cromatica dall'uso della sabbia, che ben presto si evolve in forme tridimensionali geometriche d'ordine matematico. Si serve di diversi materiali, come resine, cera, pigmenti, marmi, alabastro, seta, velluto, ceramica, cristallo, con i quali genera passaggi e mutazioni di luce e colore. Nel 1990 tiene la prima personale europea alla galleria Forum di Dùsseldorf. Nel 1992 è presente al XLIV Premio Michetti di Francavilla al Mare. Nel 1993 gli spazi pubblici della Stàdtische Galerie di Gòppingen e della Galerie de France a Parigi ospitano due importanti personali. Il progressivo aumento delle dimensioni installative trasforma la percezione dello spazio, coinvolgendo emotivamente lo spettatore nella creazione artistica. Nel 1996 esordisce a New York alla Gallery Cristinerose. In Svizzera espone al Centre d'Art Contemporain di Ginevra. Da ricordare la XII Quadriennale d'Arte di Roma, la personale del 1999 al milanese Palazzo delle Stelline, la personale del 2001 al Museo Cantonale d'Arte di Lugano, l’antologica del 2007 alla Rotonda della Besana di Milano. Ha partecipato ad importanti mostre presso il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, il PAC di Milano, le Scuderie Papali al Quirinale e i Mercati di Traiano di Roma, la Kunstmuseum di Bonn, il Palazzo Reale di Milano, il MART di Rovereto… Tra le gallerie italiane con cui ha collaborato si ricordino De Crescenzo & Viesti di Roma, Fumagalli di Bergamo, Monica De Cardenas di Milano. Vive e lavora a Milano.
15
maggio 2008
Chiara Dynys – In alto
Dal 15 maggio al 07 settembre 2008
arte contemporanea
Location
MUSEO CARLO BILOTTI – ARANCIERA DI VILLA BORGHESE
Roma, Viale Fiorello La Guardia, 4, (Roma)
Roma, Viale Fiorello La Guardia, 4, (Roma)
Vernissage
15 Maggio 2008, ore 18.30
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore