Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
“…Shakespeare in Rome… I testi teatrali del grande drammaturgo inglese ambientati a Roma
La rassegna offre l’opportunità di esaminare più attentamente i cinque testi shakespeariani – Tito Andronico (1592), Giulio Cesare (1599/1600), Antonio e Cleopatra (1606/1607), Coriolano (1607/1608) e Cimbelino (1609/1610) – ambientati a Roma. Un percorso critico all’interno della creatività shakespeariana e della sua idea di Roma attraverso foto, registrazioni audio e video, citazioni e stralci di copioni
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 12 giugno al 28 settembre 2008 alla Casa dei Teatri di Roma la mostra “…Shakespeare in Rome… I testi teatrali del grande drammaturgo inglese ambientati a Roma” offre l’opportunità di esaminare più attentamente i cinque testi shakespeariani - Tito Andronico (1592), Giulio Cesare (1599/1600), Antonio e Cleopatra (1606/1607), Coriolano (1607/1608) e Cimbelino (1609/1610) - ambientati a Roma. Un percorso critico all’interno della creatività shakespeariana e della sua idea di Roma attraverso foto, registrazioni audio e video, citazioni e stralci di copioni.
La mostra, a cura di Nicola Fano per Eskimo, è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma d’intesa con il Municipio Roma XVI, dalle Biblioteche di Roma, dall’ETI-Ente Teatrale Italiano, con il contributo di Radio Scrigno, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura e Roma Multiservizi.
La Roma antica rappresentava per gli inglesi dell’epoca di Shakespeare uno dei modelli più articolati del rapporto “perfetto” fra società e politica. Così nella Roma che Shakespeare racconta si riflettono i temi eterni del conflitto fra interesse individuale e interessi collettivi.
È noto che Shakespeare costruì le sue trame romane basandosi sulle Vite parallele di Plutarco in una preziosa traduzione inglese della fine del Cinquecento. Grazie al raffronto tra la lettura di questi cinque testi e le parole di Plutarco si possono persino cogliere importanti particolari sul metodo creativo di Shakespeare e si può capire che uso egli facesse delle sue fonti e della sua fantasia.
In mostra si trovano alcune tra le battute più significative del repertorio e i riferimenti diretti e immediati ai testi di Plutarco. E ci sono anche le testimonianze iconografiche di alcuni fra gli allestimenti più significativi, realizzati dagli anni Cinquanta del secolo scorso a oggi. In questa galleria di immagini, in modo particolare, si rivela una stilizzazione di Roma (fra antico e postmoderno) molto caratteristica del mito che essa ha prodotto nell’immaginario di questi decenni. In una sorta di piccolo Globe Theatre simbolicamente ricostruito dentro la Casa dei Teatri, grazie ad un tecnologico tappeto di immagini al posto del palcoscenico, il visitatore ottiene l’immagine precisa del contrasto classico-postmoderno da cui l’esposizione prende il via.
Lungo il percorso della mostra è possibile ascoltare - grazie al contributo di Radioscrigno, struttura di Radio Rai che si occupa della diffusione dei documenti audio storici - un montaggio di brani dalle registrazioni di alcuni spettacoli: Giulio Cesare (regia di Giorgio Strehler. Registrazione effettuata nell’agosto del 1954. Interpreti: Ivo Garrani - Giulio Cesare, Giorgio De Lullo - Marco Antonio, Tino Carrano - Bruto, Romolo Valli – Cassio e Marcello Moretti - Pompilio Lena); Antonio e Cleopatra (regia di Virginio Puecher. Registrazione effettuata nel giugno del 1958. Interpreti: Tino Carrano - Antonio, Franco Graziosi - Ottavio, Valentina Fortunato - Cleopatra, Enzo Tarascio - Domizio Enobarbo, Cesare Polacco – Agrippa, Delia Bartolucci – Iras e Ferruccio Soleri - Eros); Coriolano (regia di Giorgio Strehler. Trasmissione effettuata nel gennaio del 1958. Interpreti: Tino Carrano - Coriolano, Antonio Battistella - Menenio Agrippa, Wanda Capodaglio - Volumnia, madre di Coriolano e Franco Graziosi - Tullio Aufidio).
Del canone shakespeariano fanno parte cinque drammi romani:
Tito Andronico. Ambientato nella Roma imperiale e ricco di richiami stilistici e tematici che rimandano a Ovidio e Seneca, fu il suo primo grande successo (scritto presumibilmente prima del 1592).
Giulio Cesare. Scritto presumibilmente tra il 1599 e il 1600, tratta la morte di Giulio Cesare prendendo spunto dalla Vita di Cesare e dalla Vita di Bruto di Plutarco.
Antonio e Cleopatra. Scritto presumibilmente fra il 1606 e il 1607, narra – sulla scia della Vita di Antonio e della Vita di Augusto di Plutarco – il dissidio finale fra Antonio e Ottaviano Augusto, dovuto alla relazione fra Antonio e Cleopatra e culminato con la sconfitta di Azio nel 31 a.C. e il conseguente duplice suicidio di Antonio e di Cleopatra.
Coriolano. Racconta la parabola di Caio Marzio, grande condottiero vincitore dei volsci a Corioli (da cui il soprannome Coriolano) e protagonista di una sfortunata carriera politica sia presso i romani sia presso i volsci (scritto presumibilmente tra il 1607 e il 1608 sulla traccia della Vita di Coriolano di Plutarco).
Cimbelino. Scritto presumibilmente fra 1609 e il 1610, è ambientato ai tempi di Augusto ed ha al centro della trama un raggiro – non dissimile a quello ordito da Iago contro Otello – di cui un romano si rende colpevole ai danni di un inglese. Sullo sfondo, il dissidio politico e militare fra l’Impero e i britanni.
William Shakespeare fu battezzato a Stratford-on-Avon il 26 aprile del 1564 (non si conosce la sua data di nascita precisa) e morì nella stessa cittadina dell’Inghilterra centrale il 23 aprile del 1616. Figlio di un guantaio molto influente nella vita amministrativa della città (John Shakespeare) e di Mary Arden, discendente – del ramo minore – di una nobile e antica famiglia sempre dei dintorni di Stratford, nel 1582 sposò Anne Hathaway da cui ebbe tre figli: Susanna e i gemelli Hamnet e Judith. Non si sa quando si sia trasferito a Londra e come e perché abbia cominciato a lavorare nel teatro: l’unico dato certo è che nel 1592 era già un autore teatrale famoso. La sua vita professionale è sempre rimasta legata a un’unica compagnia teatrale: i Lord Chamberlain’s Men, poi ribattezzati King’s Men quando, alla morte della Regina Elisabetta I, salì al trono Giacomo I. Oggi gli è riconosciuta la paternità di 37 testi teatrali fra commedie, drammi e tragedie, di due poemetti (Venere e Adone e Lucrezia violata) e di una raccolta di sonetti. Ma pare certo che abbia collaborato alla stesura di altri testi per la scena. Della sua vita esistono poche testimonianze certe, ma queste sono sufficienti a fugare ogni dubbio sulla sua effettiva identità e sul fatto che già in vita sia stato un autore di grande successo nonché un attore apprezzato in diversi ruoli minori. Dopo varie edizioni sparse (la pirateria editoriale era molto in voga nell’Inghilterra elisabettiana), le sue opere furono finalmente recuperate e ristampate in una celebre, pregiata antologia nel 1623 a cura di due ex sodali scenici: John Heminge e Henry Condell.
La mostra, a cura di Nicola Fano per Eskimo, è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma d’intesa con il Municipio Roma XVI, dalle Biblioteche di Roma, dall’ETI-Ente Teatrale Italiano, con il contributo di Radio Scrigno, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura e Roma Multiservizi.
La Roma antica rappresentava per gli inglesi dell’epoca di Shakespeare uno dei modelli più articolati del rapporto “perfetto” fra società e politica. Così nella Roma che Shakespeare racconta si riflettono i temi eterni del conflitto fra interesse individuale e interessi collettivi.
È noto che Shakespeare costruì le sue trame romane basandosi sulle Vite parallele di Plutarco in una preziosa traduzione inglese della fine del Cinquecento. Grazie al raffronto tra la lettura di questi cinque testi e le parole di Plutarco si possono persino cogliere importanti particolari sul metodo creativo di Shakespeare e si può capire che uso egli facesse delle sue fonti e della sua fantasia.
In mostra si trovano alcune tra le battute più significative del repertorio e i riferimenti diretti e immediati ai testi di Plutarco. E ci sono anche le testimonianze iconografiche di alcuni fra gli allestimenti più significativi, realizzati dagli anni Cinquanta del secolo scorso a oggi. In questa galleria di immagini, in modo particolare, si rivela una stilizzazione di Roma (fra antico e postmoderno) molto caratteristica del mito che essa ha prodotto nell’immaginario di questi decenni. In una sorta di piccolo Globe Theatre simbolicamente ricostruito dentro la Casa dei Teatri, grazie ad un tecnologico tappeto di immagini al posto del palcoscenico, il visitatore ottiene l’immagine precisa del contrasto classico-postmoderno da cui l’esposizione prende il via.
Lungo il percorso della mostra è possibile ascoltare - grazie al contributo di Radioscrigno, struttura di Radio Rai che si occupa della diffusione dei documenti audio storici - un montaggio di brani dalle registrazioni di alcuni spettacoli: Giulio Cesare (regia di Giorgio Strehler. Registrazione effettuata nell’agosto del 1954. Interpreti: Ivo Garrani - Giulio Cesare, Giorgio De Lullo - Marco Antonio, Tino Carrano - Bruto, Romolo Valli – Cassio e Marcello Moretti - Pompilio Lena); Antonio e Cleopatra (regia di Virginio Puecher. Registrazione effettuata nel giugno del 1958. Interpreti: Tino Carrano - Antonio, Franco Graziosi - Ottavio, Valentina Fortunato - Cleopatra, Enzo Tarascio - Domizio Enobarbo, Cesare Polacco – Agrippa, Delia Bartolucci – Iras e Ferruccio Soleri - Eros); Coriolano (regia di Giorgio Strehler. Trasmissione effettuata nel gennaio del 1958. Interpreti: Tino Carrano - Coriolano, Antonio Battistella - Menenio Agrippa, Wanda Capodaglio - Volumnia, madre di Coriolano e Franco Graziosi - Tullio Aufidio).
Del canone shakespeariano fanno parte cinque drammi romani:
Tito Andronico. Ambientato nella Roma imperiale e ricco di richiami stilistici e tematici che rimandano a Ovidio e Seneca, fu il suo primo grande successo (scritto presumibilmente prima del 1592).
Giulio Cesare. Scritto presumibilmente tra il 1599 e il 1600, tratta la morte di Giulio Cesare prendendo spunto dalla Vita di Cesare e dalla Vita di Bruto di Plutarco.
Antonio e Cleopatra. Scritto presumibilmente fra il 1606 e il 1607, narra – sulla scia della Vita di Antonio e della Vita di Augusto di Plutarco – il dissidio finale fra Antonio e Ottaviano Augusto, dovuto alla relazione fra Antonio e Cleopatra e culminato con la sconfitta di Azio nel 31 a.C. e il conseguente duplice suicidio di Antonio e di Cleopatra.
Coriolano. Racconta la parabola di Caio Marzio, grande condottiero vincitore dei volsci a Corioli (da cui il soprannome Coriolano) e protagonista di una sfortunata carriera politica sia presso i romani sia presso i volsci (scritto presumibilmente tra il 1607 e il 1608 sulla traccia della Vita di Coriolano di Plutarco).
Cimbelino. Scritto presumibilmente fra 1609 e il 1610, è ambientato ai tempi di Augusto ed ha al centro della trama un raggiro – non dissimile a quello ordito da Iago contro Otello – di cui un romano si rende colpevole ai danni di un inglese. Sullo sfondo, il dissidio politico e militare fra l’Impero e i britanni.
William Shakespeare fu battezzato a Stratford-on-Avon il 26 aprile del 1564 (non si conosce la sua data di nascita precisa) e morì nella stessa cittadina dell’Inghilterra centrale il 23 aprile del 1616. Figlio di un guantaio molto influente nella vita amministrativa della città (John Shakespeare) e di Mary Arden, discendente – del ramo minore – di una nobile e antica famiglia sempre dei dintorni di Stratford, nel 1582 sposò Anne Hathaway da cui ebbe tre figli: Susanna e i gemelli Hamnet e Judith. Non si sa quando si sia trasferito a Londra e come e perché abbia cominciato a lavorare nel teatro: l’unico dato certo è che nel 1592 era già un autore teatrale famoso. La sua vita professionale è sempre rimasta legata a un’unica compagnia teatrale: i Lord Chamberlain’s Men, poi ribattezzati King’s Men quando, alla morte della Regina Elisabetta I, salì al trono Giacomo I. Oggi gli è riconosciuta la paternità di 37 testi teatrali fra commedie, drammi e tragedie, di due poemetti (Venere e Adone e Lucrezia violata) e di una raccolta di sonetti. Ma pare certo che abbia collaborato alla stesura di altri testi per la scena. Della sua vita esistono poche testimonianze certe, ma queste sono sufficienti a fugare ogni dubbio sulla sua effettiva identità e sul fatto che già in vita sia stato un autore di grande successo nonché un attore apprezzato in diversi ruoli minori. Dopo varie edizioni sparse (la pirateria editoriale era molto in voga nell’Inghilterra elisabettiana), le sue opere furono finalmente recuperate e ristampate in una celebre, pregiata antologia nel 1623 a cura di due ex sodali scenici: John Heminge e Henry Condell.
12
giugno 2008
“…Shakespeare in Rome… I testi teatrali del grande drammaturgo inglese ambientati a Roma
Dal 12 giugno al 28 settembre 2008
Location
CASA DEI TEATRI – VILLINO CORSINI
Roma, Largo III Giugno 1849, 1849, (Roma)
Roma, Largo III Giugno 1849, 1849, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 19. Casa dei Teatri rimane chiusa dall’11 agosto al 1° settembre
Sito web
www.casadeiteatri.culturaroma.it
Ufficio stampa
ZETEMA
Curatore