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Paolo Maggis – In nodum coacti
Dopo la mostra personale della primavera scorsa al museo Gesellschaft der Freunde Junger Kunst di Baden Baden, Paolo Maggis (Milano, 1978) torna in Italia alla Marena Rooms Gallery, dove un anno fa è stato ospitato per la collettiva dedicata a tre artisti berlinesi.
Comunicato stampa
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Il lavoro che presenta è un ciclo di tele di medio e grande formato incentrate sul tema della restrizione e della repressione di cui nel corso della storia l’uomo è stato più volte vittima.
A partire dalle civiltà del passato più evolute, come quella dell’antica Roma, la dialettica crudele e allo stesso tempo naturale dell’oppressore e dell’oppresso è declinata in veri e propri atti disumani.
Sotto varie dittature “moderne” l'uso di certe pratiche è stato ed è tuttora frequente. Le azioni costrittive, dal Cile all’Argentina, dalla Colombia all’Iraq - solo per fare il nome di qualche paese - hanno incluso e includono supplizi di ogni genere: scariche elettriche, ustioni, fratture del corpo, imposizione di posture dolorose…
Nonostante i suoi 60 anni di vita, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo continua ad essere testimone di barbarie purtroppo ancora oggi definibili come attuali.
Il colore denso e rabbioso impresso sulla tela a pennellate impazienti e sintetiche dei
quadri di Paolo Maggis esprimono un desiderio di denuncia ma anche di rivalsa e di superamento nei confronti dell’inenarrabile, rendendolo soggetto di una pièce dai risvolti ignoti ma che fan ben sperare dal momento in cui la prigionia e la costrizione vengono rese manifeste a tutti.
Il forte impatto emotivo riconferma l’attitudine dell’artista nell’incentrare la sua ricerca sul tema della figura umana vista attraverso una fisicità scomposta e un’interiorità indagata attraverso inquadrature ravvicinate, materia opulenta e tonalità acide.
A partire dalle civiltà del passato più evolute, come quella dell’antica Roma, la dialettica crudele e allo stesso tempo naturale dell’oppressore e dell’oppresso è declinata in veri e propri atti disumani.
Sotto varie dittature “moderne” l'uso di certe pratiche è stato ed è tuttora frequente. Le azioni costrittive, dal Cile all’Argentina, dalla Colombia all’Iraq - solo per fare il nome di qualche paese - hanno incluso e includono supplizi di ogni genere: scariche elettriche, ustioni, fratture del corpo, imposizione di posture dolorose…
Nonostante i suoi 60 anni di vita, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo continua ad essere testimone di barbarie purtroppo ancora oggi definibili come attuali.
Il colore denso e rabbioso impresso sulla tela a pennellate impazienti e sintetiche dei
quadri di Paolo Maggis esprimono un desiderio di denuncia ma anche di rivalsa e di superamento nei confronti dell’inenarrabile, rendendolo soggetto di una pièce dai risvolti ignoti ma che fan ben sperare dal momento in cui la prigionia e la costrizione vengono rese manifeste a tutti.
Il forte impatto emotivo riconferma l’attitudine dell’artista nell’incentrare la sua ricerca sul tema della figura umana vista attraverso una fisicità scomposta e un’interiorità indagata attraverso inquadrature ravvicinate, materia opulenta e tonalità acide.
18
settembre 2008
Paolo Maggis – In nodum coacti
Dal 18 settembre al 29 novembre 2008
arte contemporanea
Location
MARENA ROOMS GALLERY CONTEMPORARY ART
Torino, Via Dei Mille, 40/a, (Torino)
Torino, Via Dei Mille, 40/a, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15,30 - 19,30; sabato 10,00 - 13,00; 14,30 - 19,30
Vernissage
18 Settembre 2008, ore 19.00
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore