Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Nanni Valentini – Il canto della terra
In mostra circa 50 opere tra disegni, sculture e installazioni ceramiche inedite illustrano il percorso artistico dagli esordi degli anni ’50 all’ultima produzione degli anni ’80.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, in collaborazione con l’Archivio Nanni Valentini, propone la retrospettiva Nanni Valentini: il canto della terra, curata da Paolo Campiglio.
In mostra circa 50 opere tra disegni, sculture e installazioni ceramiche inedite illustrano il percorso artistico dagli esordi degli anni ’50 all’ultima produzione degli anni ’80.
L’esaustiva antologica presenta l’intensa attività scultorea di Nanni Valentini (Sant’Angelo in Vado, 1932- Vimercate 1985), artista dal grande spessore intellettuale e artistico.
La rassegna è realizzata con il patrocinio della Regione Lombardia, Culture Identità e Autonomie della Lombardia, della Provincia di Brescia, Assessorato alle Attività e Beni Culturali Valorizzazione delle Identità, Culture e Lingue locali, e del Comune di Palazzolo sull’Oglio, Assessorato alla Cultura.
L’esposizione è organizzata seguendo le tappe emblematiche della ricerca del maestro e si articola in quattro momenti principali: gli esordi, dal 1955 al 1958, quando l’artista inizia a lavorare a Milano ed entra in contatto con la ricerca di Lucio Fontana (con cui collabora, tra l’altro, ad una monumentale opera in ceramica a Faenza tra il 1959 e il 1960); i disegni e le sculture degli anni Sessanta legati alle ricerche della fine del decennio che preludono alla svolta degli anni Settanta; i disegni e le sculture degli anni Settanta, che lo portano a interpretare lo spazio come paesaggio, in una ricerca simbiotica con gli archetipi della terra e del mondo; infine l’attività risalente agli anni Ottanta, in cui la ricerca sugli archetipi e sulle matrici antropologiche della civiltà occidentale si accentua in una singolare ipotesi plastica tra immanenza e trascendenza della materia.
Al periodo giovanile appartengono alcuni vasi, graffiti e piastre spesso realizzate con la tecnica dell'ingobbio, rivestimento formato da un velo di terra applicato sull’argilla parzialmente essiccata: Valentini trasforma così la superficie del pezzo ceramico in un campo su cui il grès si esprime in quanto "materia" prima.
Connesse al concetto della casa come abitazione dell'uomo, in senso antropologico, sono invece le serie di pezzi in ceramica dedicate alla Casa, come le celebri Case di Barcellona: la dimora dell'uomo è per Valentini come il tempio di una divinità pagana, la cella a lui destinata dall'uomo. Sempre legate a questo tema, seppure in accezione poetica, sono le opere come Portale del 1979, installazioni ambientali costituite da numerose tavolette in grès, irregolari e di differenti dimensioni montate a parete, che alludono a una soglia, un’apertura su uno spazio "altro".
Per quanto riguarda il periodo degli anni Ottanta la mostra ricostruisce gran parte dell’attività espositiva del maestro e presenta per la prima volta al pubblico alcune installazioni ceramiche mai proposte dopo la precoce scomparsa del maestro. Tra queste si citano opere come Endimione e I volti di Selene, in cui l'aggancio mitico appare un pretesto per un racconto fatto di grandi frammenti che rimandano a una sacralità antica.
L’esposizione raduna, inoltre, una serie importante di disegni, di cui alcuni mai esposti, che seguono l'intera produzione del maestro, in un costante richiamo tra disegno e scultura. In alcuni casi il disegno è infatti arricchito dell'elemento plastico secondo un criterio di circolarità tra idea grafica, colore e frammento plastico, che viene a collocarsi in un percorso di ricerca del colore e della forma.
Formatosi nella Milano di Lucio Fontana, dei fratelli Giò e Arnaldo Pomodoro e di Emilio Scanavino, Nanni Valentini dalla seconda metà degli anni Cinquanta si afferma come personalità di spicco nella ceramica d’autore, sviluppando una vena che, nel segno inciso e graffiato delle ceramiche del 1957-’59, si ricollega all’informale. In questo breve ma intenso periodo si pone in linea con un azzeramento del colore e una semplificazione della forma che caratterizza le nuove ricerche pittoriche e scultoree degli anni Sessanta.
La povertà della materia, la progressiva tendenza installativa e ambientale che caratterizza l’opera di Valentini, conduce l’immaginazione creativa dello scultore, nel corso degli anni Settanta, a un ripensamento sulle origini e sul frammento: la sua ceramica, sempre più rivolta a interpretare lo spazio circostante connotandolo di segni, si arricchisce di elementi archetipici e antropologici, anche con riferimento al paesaggio.
Accompagna la mostra un catalogo edito dalla Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea in collaborazione con Silvana Editoriale e con il contributo della Fondazione Banca Popolare di Bergamo onlus.
In mostra circa 50 opere tra disegni, sculture e installazioni ceramiche inedite illustrano il percorso artistico dagli esordi degli anni ’50 all’ultima produzione degli anni ’80.
L’esaustiva antologica presenta l’intensa attività scultorea di Nanni Valentini (Sant’Angelo in Vado, 1932- Vimercate 1985), artista dal grande spessore intellettuale e artistico.
La rassegna è realizzata con il patrocinio della Regione Lombardia, Culture Identità e Autonomie della Lombardia, della Provincia di Brescia, Assessorato alle Attività e Beni Culturali Valorizzazione delle Identità, Culture e Lingue locali, e del Comune di Palazzolo sull’Oglio, Assessorato alla Cultura.
L’esposizione è organizzata seguendo le tappe emblematiche della ricerca del maestro e si articola in quattro momenti principali: gli esordi, dal 1955 al 1958, quando l’artista inizia a lavorare a Milano ed entra in contatto con la ricerca di Lucio Fontana (con cui collabora, tra l’altro, ad una monumentale opera in ceramica a Faenza tra il 1959 e il 1960); i disegni e le sculture degli anni Sessanta legati alle ricerche della fine del decennio che preludono alla svolta degli anni Settanta; i disegni e le sculture degli anni Settanta, che lo portano a interpretare lo spazio come paesaggio, in una ricerca simbiotica con gli archetipi della terra e del mondo; infine l’attività risalente agli anni Ottanta, in cui la ricerca sugli archetipi e sulle matrici antropologiche della civiltà occidentale si accentua in una singolare ipotesi plastica tra immanenza e trascendenza della materia.
Al periodo giovanile appartengono alcuni vasi, graffiti e piastre spesso realizzate con la tecnica dell'ingobbio, rivestimento formato da un velo di terra applicato sull’argilla parzialmente essiccata: Valentini trasforma così la superficie del pezzo ceramico in un campo su cui il grès si esprime in quanto "materia" prima.
Connesse al concetto della casa come abitazione dell'uomo, in senso antropologico, sono invece le serie di pezzi in ceramica dedicate alla Casa, come le celebri Case di Barcellona: la dimora dell'uomo è per Valentini come il tempio di una divinità pagana, la cella a lui destinata dall'uomo. Sempre legate a questo tema, seppure in accezione poetica, sono le opere come Portale del 1979, installazioni ambientali costituite da numerose tavolette in grès, irregolari e di differenti dimensioni montate a parete, che alludono a una soglia, un’apertura su uno spazio "altro".
Per quanto riguarda il periodo degli anni Ottanta la mostra ricostruisce gran parte dell’attività espositiva del maestro e presenta per la prima volta al pubblico alcune installazioni ceramiche mai proposte dopo la precoce scomparsa del maestro. Tra queste si citano opere come Endimione e I volti di Selene, in cui l'aggancio mitico appare un pretesto per un racconto fatto di grandi frammenti che rimandano a una sacralità antica.
L’esposizione raduna, inoltre, una serie importante di disegni, di cui alcuni mai esposti, che seguono l'intera produzione del maestro, in un costante richiamo tra disegno e scultura. In alcuni casi il disegno è infatti arricchito dell'elemento plastico secondo un criterio di circolarità tra idea grafica, colore e frammento plastico, che viene a collocarsi in un percorso di ricerca del colore e della forma.
Formatosi nella Milano di Lucio Fontana, dei fratelli Giò e Arnaldo Pomodoro e di Emilio Scanavino, Nanni Valentini dalla seconda metà degli anni Cinquanta si afferma come personalità di spicco nella ceramica d’autore, sviluppando una vena che, nel segno inciso e graffiato delle ceramiche del 1957-’59, si ricollega all’informale. In questo breve ma intenso periodo si pone in linea con un azzeramento del colore e una semplificazione della forma che caratterizza le nuove ricerche pittoriche e scultoree degli anni Sessanta.
La povertà della materia, la progressiva tendenza installativa e ambientale che caratterizza l’opera di Valentini, conduce l’immaginazione creativa dello scultore, nel corso degli anni Settanta, a un ripensamento sulle origini e sul frammento: la sua ceramica, sempre più rivolta a interpretare lo spazio circostante connotandolo di segni, si arricchisce di elementi archetipici e antropologici, anche con riferimento al paesaggio.
Accompagna la mostra un catalogo edito dalla Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea in collaborazione con Silvana Editoriale e con il contributo della Fondazione Banca Popolare di Bergamo onlus.
11
dicembre 2008
Nanni Valentini – Il canto della terra
Dall'undici dicembre 2008 al 12 marzo 2009
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE AMBROSETTI – PALAZZO PANELLA
Palazzolo Sull'oglio, Via Giacomo Matteotti, 53, (Brescia)
Palazzolo Sull'oglio, Via Giacomo Matteotti, 53, (Brescia)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 14,30 alle 18,30; il sabato dalle 15,00 alle 19,00; le domeniche 1 e 8 marzo solo su appuntamento fissato entro il venerdì precedente la domenica scelta tra quelle indicate.
Vernissage
11 Dicembre 2008, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
IRMA BIANCHI
Autore
Curatore