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Mancini | El-Azma | El Ansari – Transit 1
I lavori, unificati concettualmente dall’utilizzo meta-temporale del simbolo, inteso come segno analogico e intersoggettivo che comunica per via emozionale un messaggio comprensibile alla collettività, indagano il potere della rappresentazione attraverso i media e la sottile linea tra reale e virtuale, soggettivo e oggettivo, presente e passato.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Transit 1 e' la prima tranche dell'omonimo progetto e si disloca in due spazi e due tempi diversi: la prima tappa nella Project Room del Museo Madre giovedi' 26 marzo, la seconda al Cairo con la riapertura della stessa mostra, negli spazi della Townhouse Gallery, il prossimo 24 maggio.
La mostra nasce dall'incontro tra un giovane artista napoletano Domenico Antonio Mancini e i due artisti egiziani Sherif El-Azma e Nermine El Ansari, i quali hanno trascorso un breve periodo di residenza a Napoli cosi' come Mancini ha potuto realizzare al Cairo la medesima esperienza. Le opere realizzate, tutte rigorosamente site-specific, traggono spunto da considerazioni su realtà socio-culturali geograficamente circoscritte che si universalizzano attivando una serie di cortocircuiti sulla storia, sul presente e il passato con la sua pesante eredità.
I lavori, unificati concettualmente dall'utilizzo meta-temporale del simbolo, inteso come segno analogico e intersoggettivo che comunica per via emozionale un messaggio comprensibile alla collettività, indagano il potere della rappresentazione attraverso i media e la sottile linea tra reale e virtuale, soggettivo e oggettivo, presente e passato.
L'aquila, emblema del potere e del comando attraversa tutta la storia - dall'impero romano a Saladino, dagli imperi asburgico e zarista ai regimi totalitari - e' adesso ribaltata di segno nell'installazione di Mancini, il cui intervento si vaporizza nella mostra di Alighiero&Boetti al terzo piano del museo, proponendo un excursus metaforico che trae spunto dall'attitudine peregrina di Boetti e collega la sua ricerca sull'alterità al frame teorico della Project Room. Mancini attiva un'amara riflessione sul neocolonialismo, strisciante eredità eurocentrica frutto di una dominazione meno palese di quella militare ma egualmente subdola.
La polisemia evocativa del simbolo atta a superare i confini culturali, storici, sociali e linguistici torna anche nella ricerca di El-Azma | El Ansari che giustappone allo stadio San Paolo di Napoli il suo antecedente ideale: l'anfiteatro romano di Pompei. Due strutture emblematiche ridotte a simulacro in un lavoro che riflette sul senso degli eventi e sulla loro mitizzazione, sulla dislocazione temporale e la proiezione universale di un desiderio di appartenenza ad una collettività, ieri come oggi.
Domenico Antonio Mancini e' nato nel 1980 a Napoli dove vive e lavora. Ha partecipato a numerose mostre, tra cui: Same Democracy (neon>campobase, Bologna); Sistema Binario (Stazione di Mergellina, Napoli / Stazione ferroviaria, Belgrado); CLASSROOM#1 (Museo Madre, Napoli); Dai Tempo al Tempo (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene), 2008.
Sherif El-Azma (1975) e Nermine El Ansari (1975) vivono e lavorano al Cairo. Hanno lavorato insieme al progetto -The psychogeography of loose associations-, performato tra gli altri al KVS Brussels, Bethanien Berlin, HAU Berlin, CIC Cairo, Alexandria library, The modern art museum in Kiel Germany, Ashkal Alwan Beirut. Loro opere sono state esposte in numerosi spazi tra cui Espace Karim Francis e la Townhouse Gallery Cairo; Witte de Witte Rotterdam; Zico House Beirut; Camden Arts Centre Londra.
Il progetto TRANSITS inaugura la stagione espositiva della Project Room del Museo MADRE, affidata per il 2009/20010 a due giovani curatori napoletani: Adriana Rispoli/Eugenio Viola.
Già anticipata con il progetto di Mariangela Levita Empathy attualmente in corso, la programmazione dello spazio del museo napoletano, nata all'insegna di una vocazione pluridisciplinare e trasversale, punterà per l'anno in corso alla creazione di network, al fine di dare la possibilità ai giovani artisti operanti sul territorio di potersi confrontare con un contesto piu' ampio.
La programmazione e' costituita da tre specifici momenti distinti, Transits, Spots e Tangenze e seguirà una serie di linee guida basate sull'attraversamento, la de-territorializzazione, il dislocamento.
TRANSITS e' il progetto principale che dà il titolo all'intera programmazione, riflette sulla posizione geopolitica e sul sostrato antropologico di Napoli, sul ruolo centrale che da sempre la città occupa in quello che una volta era definito il Mare Internum. Il network che Transits si prefigge riattiva simbolicamente le antiche rotte mediterranee, parte dal passato dei luoghi per riflettere sul loro presente e sui delicati equilibri sociali e ambientali, sulla storia con la sua eredità di conflitti e lacerazioni; indaga le complessità e le stratificazioni di quelle che con una espressione presa in prestito da Georg Simmel potremmo definire le -città palinsesto-. -Nel nord il sud e nel sud il nord-.
Una indicazione lapidaria con la quale Nietzsche ben evidenzia quello che i grandi viaggiatori, da Goethe a Benjamin, hanno riconosciuto come il carattere peculiare di Napoli, ultima città europea e prima città mediterranea. La città sul limite, che vive al limite. Napoli come città-frontiera, dal carattere simbolico di città-soglia. Una caratteristica che riassume la sua storia antica e allo stesso tempo riflette la sua vocazione meridiana di porto aperto sulla koine' mediterranea. Il Cairo, Istanbul, Tel Aviv, Beirut e Atene le città scelte questo primo anno da gemellare con Napoli. Città diverse tra loro ma accomunate dall'essere tutte città soglia, luoghi di transito abituati ad integrare nelle proprie viscere, fisiche e culturali, costantemente nuovi conflitti, contraddizioni e dinamiche.
Transits mira a connettere giovani artisti napoletani con giovani artisti provenienti da queste città del bacino mediorientale, tutte -eccentriche-, nel senso etimologico del termine, alle grandi capitali del sistema dell'arte. Avvalendosi della collaborazione di curatori e istituzioni individuati in queste città, il progetto propone una serie di bi-personali (1 artista napoletano - 1 artista straniero) presentate in due tempi: il primo con progetti site-specific nella Project Room del Museo, e il secondo spostando la mostra nell'istituzione della città di provenienza dell'artista straniero invitato. SPOTS si inserisce nella cornice principale di Transits. Il progetto consta di una serie di appuntamenti espositivi dedicati alla giovane creatività napoletana emergente e non ancora inserita nel sistema dell'arte. Un modo di accendere per periodi piu' brevi i riflettori su uno scenario spesso ancora sommerso, per favorire una maggiore osmosi tra il museo e il territorio, in ossequio alla mission della Project Room che si trasforma in un laboratorio sperimentale di idee, proposte, progetti, analogamente a quanto accade nelle realtà europee col sistema delle kunsthalle.
TANGENZE nasce all'insegna dello sconfinamento tra le arti. Il mese di giugno e' interamente dedicato ad un programma di performance e proiezioni di materiali d'archivio, realizzato in collaborazione col Napoli Teatro Festival. Nel variegato panorama della performance si e' scelto di indagare alcune esperienze legate al progressivo riaffermarsi delle tematiche corporali nei territori dell'arte a partire dalla metà degli anni novanta; poetiche indagate nella loro accezione piu' estrema, connesse al fenomeno del cosiddetto -neoprimitivismo-. Un altro filone diverso ma complementare analizza la performance nella sua accezione piu' trasversale, caratterizzata da una serie di tangenze e sconfinamenti tra arti visive, musica e teatro. Esperienze che vedono il corpo, il Leib husserliano, nella duplice veste di protagonista e deuteragonista, come attore e come opera, attitudine che da sempre mette in relazione le poetiche corporali con le frange piu' avanguardiste delle sperimentazioni teatrali.
Preview per la stampa giovedi 26 marzo alle 12
Inaugurazione alle 19
................english
curated by Adriana Rispoli Eugenio Viola William Wells
Transit 1 is the first phase of the homonymous project presented in two locations and at two different times: the first stage in the Project Room of the Museo Madre on Thursday 26 March, the second at Cairo with the reopening of the same exhibition, on the premises of the Townhouse Gallery, 24 May next.
The exhibition grew out of the meeting between the young Neapolitan artist Domenico Antonio Mancini with the two Egyptian artists Sherif El-Azma and Nermine El Ansari, who spent a short period of residence in Naples, just as Mancini was enabled to have the same experience in Cairo. The works produced, all rigorously site-specific, derive their inspiration from reflections on geographically circumscribed socio-cultural situations which become universalized by activating a series of short-circuits in history, the present and the past with its weighty inheritance.
The works are unified conceptually by the meta-temporal use of symbol, understood as an analogic and inter-subjective sign which communicates a message comprehensible to the community through an emotional path. They investigate the power of representation through the media and the narrow boundary line between real and virtual, subjective and objective, past and present.
The eagle, the emblem of power and dominion which traverses the whole of history, from the Roman empire to Saladin, from the Habsburg and Tsarist empires to the totalitarian regimes, is inverted in its significance in Mancini's installation, an intervention that extends into Alighiero&Boetti's exhibit on the third floor of the museum, presenting a metaphorical excursus that takes its cue from Boetti's singular attitude and links his research into otherness to the theoretical setting of the Project Room. Mancini presents a bitter reflection on neocolonialism, the subtle Eurocentric influence of a less obvious domination than military intervention but one that is equally deleterious.
The evocative polisemy of the symbol, capable of superseding cultural, historical, social and linguistic boundaries, returns in the work of El-Azma | El Ansari, who juxtapose the San Paolo soccer stadium in Naples with its ideal predecessor: the Roman amphitheater in Pompeii. Two symbolic structures reduced to a simulacrum in a work that reflects on the meaning of events and their mythicization, on the temporal collocation and universal projection of a desire to belong to a community, in the past as in the present.
Domenico Antonio Mancini was born in Naples where he lives and works. He has taken part in numerous exhibitions including: Same Democracy (neon>campobase, Bologna); Sistema Binario (Stazione di Mergellina, Naples / Railway Station, Belgrade); CLASSROOM#1 (Museo Madre, Naples); Dai Tempo al Tempo (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene), 2008.
Sherif El-Azma (1975) and Nermine El Ansari (1975) live and work in Cairo. They worked together on the project "The Psychogeography of Loose Associations", performed at venues which included the KVS Brussels, Bethanien Berlin, HAU Berlin, CIC Cairo, Alexandria Library, The Modern Art Museum in Kiel Germany, Ashkal Alwan Beirut. Their works have been exhibited in numerous spaces including the Espace Karim Francis and the Townhouse Gallery Cairo; Witte De Witte Rotterdam; Zico House Beirut; Camden Arts Centre, London.
La mostra nasce dall'incontro tra un giovane artista napoletano Domenico Antonio Mancini e i due artisti egiziani Sherif El-Azma e Nermine El Ansari, i quali hanno trascorso un breve periodo di residenza a Napoli cosi' come Mancini ha potuto realizzare al Cairo la medesima esperienza. Le opere realizzate, tutte rigorosamente site-specific, traggono spunto da considerazioni su realtà socio-culturali geograficamente circoscritte che si universalizzano attivando una serie di cortocircuiti sulla storia, sul presente e il passato con la sua pesante eredità.
I lavori, unificati concettualmente dall'utilizzo meta-temporale del simbolo, inteso come segno analogico e intersoggettivo che comunica per via emozionale un messaggio comprensibile alla collettività, indagano il potere della rappresentazione attraverso i media e la sottile linea tra reale e virtuale, soggettivo e oggettivo, presente e passato.
L'aquila, emblema del potere e del comando attraversa tutta la storia - dall'impero romano a Saladino, dagli imperi asburgico e zarista ai regimi totalitari - e' adesso ribaltata di segno nell'installazione di Mancini, il cui intervento si vaporizza nella mostra di Alighiero&Boetti al terzo piano del museo, proponendo un excursus metaforico che trae spunto dall'attitudine peregrina di Boetti e collega la sua ricerca sull'alterità al frame teorico della Project Room. Mancini attiva un'amara riflessione sul neocolonialismo, strisciante eredità eurocentrica frutto di una dominazione meno palese di quella militare ma egualmente subdola.
La polisemia evocativa del simbolo atta a superare i confini culturali, storici, sociali e linguistici torna anche nella ricerca di El-Azma | El Ansari che giustappone allo stadio San Paolo di Napoli il suo antecedente ideale: l'anfiteatro romano di Pompei. Due strutture emblematiche ridotte a simulacro in un lavoro che riflette sul senso degli eventi e sulla loro mitizzazione, sulla dislocazione temporale e la proiezione universale di un desiderio di appartenenza ad una collettività, ieri come oggi.
Domenico Antonio Mancini e' nato nel 1980 a Napoli dove vive e lavora. Ha partecipato a numerose mostre, tra cui: Same Democracy (neon>campobase, Bologna); Sistema Binario (Stazione di Mergellina, Napoli / Stazione ferroviaria, Belgrado); CLASSROOM#1 (Museo Madre, Napoli); Dai Tempo al Tempo (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene), 2008.
Sherif El-Azma (1975) e Nermine El Ansari (1975) vivono e lavorano al Cairo. Hanno lavorato insieme al progetto -The psychogeography of loose associations-, performato tra gli altri al KVS Brussels, Bethanien Berlin, HAU Berlin, CIC Cairo, Alexandria library, The modern art museum in Kiel Germany, Ashkal Alwan Beirut. Loro opere sono state esposte in numerosi spazi tra cui Espace Karim Francis e la Townhouse Gallery Cairo; Witte de Witte Rotterdam; Zico House Beirut; Camden Arts Centre Londra.
Il progetto TRANSITS inaugura la stagione espositiva della Project Room del Museo MADRE, affidata per il 2009/20010 a due giovani curatori napoletani: Adriana Rispoli/Eugenio Viola.
Già anticipata con il progetto di Mariangela Levita Empathy attualmente in corso, la programmazione dello spazio del museo napoletano, nata all'insegna di una vocazione pluridisciplinare e trasversale, punterà per l'anno in corso alla creazione di network, al fine di dare la possibilità ai giovani artisti operanti sul territorio di potersi confrontare con un contesto piu' ampio.
La programmazione e' costituita da tre specifici momenti distinti, Transits, Spots e Tangenze e seguirà una serie di linee guida basate sull'attraversamento, la de-territorializzazione, il dislocamento.
TRANSITS e' il progetto principale che dà il titolo all'intera programmazione, riflette sulla posizione geopolitica e sul sostrato antropologico di Napoli, sul ruolo centrale che da sempre la città occupa in quello che una volta era definito il Mare Internum. Il network che Transits si prefigge riattiva simbolicamente le antiche rotte mediterranee, parte dal passato dei luoghi per riflettere sul loro presente e sui delicati equilibri sociali e ambientali, sulla storia con la sua eredità di conflitti e lacerazioni; indaga le complessità e le stratificazioni di quelle che con una espressione presa in prestito da Georg Simmel potremmo definire le -città palinsesto-. -Nel nord il sud e nel sud il nord-.
Una indicazione lapidaria con la quale Nietzsche ben evidenzia quello che i grandi viaggiatori, da Goethe a Benjamin, hanno riconosciuto come il carattere peculiare di Napoli, ultima città europea e prima città mediterranea. La città sul limite, che vive al limite. Napoli come città-frontiera, dal carattere simbolico di città-soglia. Una caratteristica che riassume la sua storia antica e allo stesso tempo riflette la sua vocazione meridiana di porto aperto sulla koine' mediterranea. Il Cairo, Istanbul, Tel Aviv, Beirut e Atene le città scelte questo primo anno da gemellare con Napoli. Città diverse tra loro ma accomunate dall'essere tutte città soglia, luoghi di transito abituati ad integrare nelle proprie viscere, fisiche e culturali, costantemente nuovi conflitti, contraddizioni e dinamiche.
Transits mira a connettere giovani artisti napoletani con giovani artisti provenienti da queste città del bacino mediorientale, tutte -eccentriche-, nel senso etimologico del termine, alle grandi capitali del sistema dell'arte. Avvalendosi della collaborazione di curatori e istituzioni individuati in queste città, il progetto propone una serie di bi-personali (1 artista napoletano - 1 artista straniero) presentate in due tempi: il primo con progetti site-specific nella Project Room del Museo, e il secondo spostando la mostra nell'istituzione della città di provenienza dell'artista straniero invitato. SPOTS si inserisce nella cornice principale di Transits. Il progetto consta di una serie di appuntamenti espositivi dedicati alla giovane creatività napoletana emergente e non ancora inserita nel sistema dell'arte. Un modo di accendere per periodi piu' brevi i riflettori su uno scenario spesso ancora sommerso, per favorire una maggiore osmosi tra il museo e il territorio, in ossequio alla mission della Project Room che si trasforma in un laboratorio sperimentale di idee, proposte, progetti, analogamente a quanto accade nelle realtà europee col sistema delle kunsthalle.
TANGENZE nasce all'insegna dello sconfinamento tra le arti. Il mese di giugno e' interamente dedicato ad un programma di performance e proiezioni di materiali d'archivio, realizzato in collaborazione col Napoli Teatro Festival. Nel variegato panorama della performance si e' scelto di indagare alcune esperienze legate al progressivo riaffermarsi delle tematiche corporali nei territori dell'arte a partire dalla metà degli anni novanta; poetiche indagate nella loro accezione piu' estrema, connesse al fenomeno del cosiddetto -neoprimitivismo-. Un altro filone diverso ma complementare analizza la performance nella sua accezione piu' trasversale, caratterizzata da una serie di tangenze e sconfinamenti tra arti visive, musica e teatro. Esperienze che vedono il corpo, il Leib husserliano, nella duplice veste di protagonista e deuteragonista, come attore e come opera, attitudine che da sempre mette in relazione le poetiche corporali con le frange piu' avanguardiste delle sperimentazioni teatrali.
Preview per la stampa giovedi 26 marzo alle 12
Inaugurazione alle 19
................english
curated by Adriana Rispoli Eugenio Viola William Wells
Transit 1 is the first phase of the homonymous project presented in two locations and at two different times: the first stage in the Project Room of the Museo Madre on Thursday 26 March, the second at Cairo with the reopening of the same exhibition, on the premises of the Townhouse Gallery, 24 May next.
The exhibition grew out of the meeting between the young Neapolitan artist Domenico Antonio Mancini with the two Egyptian artists Sherif El-Azma and Nermine El Ansari, who spent a short period of residence in Naples, just as Mancini was enabled to have the same experience in Cairo. The works produced, all rigorously site-specific, derive their inspiration from reflections on geographically circumscribed socio-cultural situations which become universalized by activating a series of short-circuits in history, the present and the past with its weighty inheritance.
The works are unified conceptually by the meta-temporal use of symbol, understood as an analogic and inter-subjective sign which communicates a message comprehensible to the community through an emotional path. They investigate the power of representation through the media and the narrow boundary line between real and virtual, subjective and objective, past and present.
The eagle, the emblem of power and dominion which traverses the whole of history, from the Roman empire to Saladin, from the Habsburg and Tsarist empires to the totalitarian regimes, is inverted in its significance in Mancini's installation, an intervention that extends into Alighiero&Boetti's exhibit on the third floor of the museum, presenting a metaphorical excursus that takes its cue from Boetti's singular attitude and links his research into otherness to the theoretical setting of the Project Room. Mancini presents a bitter reflection on neocolonialism, the subtle Eurocentric influence of a less obvious domination than military intervention but one that is equally deleterious.
The evocative polisemy of the symbol, capable of superseding cultural, historical, social and linguistic boundaries, returns in the work of El-Azma | El Ansari, who juxtapose the San Paolo soccer stadium in Naples with its ideal predecessor: the Roman amphitheater in Pompeii. Two symbolic structures reduced to a simulacrum in a work that reflects on the meaning of events and their mythicization, on the temporal collocation and universal projection of a desire to belong to a community, in the past as in the present.
Domenico Antonio Mancini was born in Naples where he lives and works. He has taken part in numerous exhibitions including: Same Democracy (neon>campobase, Bologna); Sistema Binario (Stazione di Mergellina, Naples / Railway Station, Belgrade); CLASSROOM#1 (Museo Madre, Naples); Dai Tempo al Tempo (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene), 2008.
Sherif El-Azma (1975) and Nermine El Ansari (1975) live and work in Cairo. They worked together on the project "The Psychogeography of Loose Associations", performed at venues which included the KVS Brussels, Bethanien Berlin, HAU Berlin, CIC Cairo, Alexandria Library, The Modern Art Museum in Kiel Germany, Ashkal Alwan Beirut. Their works have been exhibited in numerous spaces including the Espace Karim Francis and the Townhouse Gallery Cairo; Witte De Witte Rotterdam; Zico House Beirut; Camden Arts Centre, London.
26
marzo 2009
Mancini | El-Azma | El Ansari – Transit 1
Dal 26 marzo al 04 maggio 2009
arte contemporanea
Location
MADRE – MUSEO D’ARTE DONNA REGINA
Napoli, Via Luigi Settembrini, 79, (Napoli)
Napoli, Via Luigi Settembrini, 79, (Napoli)
Biglietti
Intero: € 7.00
Ridotto: € 3.50 –
Gratuito tutti i lunedì
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 10.00 – 21.00
sabato e domenica ore 10.00 – 24.00
Giorno di chiusura: martedì
Vernissage
26 Marzo 2009, ore 19
Ufficio stampa
ELECTA
Ufficio stampa
ELECTA NAPOLI
Autore
Curatore