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Yoko Ono – Anton’s memory
La mostra è pensata appositamente per gli ambienti di Palazzetto Tito e comprende un gran numero di nuovi lavori tra cui: film, composizioni sonore, sculture, disegni e dipinti, oltre ad alcune installazioni interattive che coinvolgeranno il pubblico stesso.
Comunicato stampa
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A prison is made of ice Una prigione fatta di ghiaccio
It melts in the spring Si scioglie nella primavera
A castle is made of clay Un castello fatto di argilla
Il crumbles in time Si polverizza nel tempo
Welcome to time Benvenuti nel tempo
The great equalizer Il grande bilanciere
Of all things. Di tutte le cose.
Comunicato stampa
La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia è lieta di ospitare, dal 28 maggio con una inaugurazione alla presenza dell'artista, la mostra personale di Yoko Ono ANTON’S MEMORY.
Ono, che il 6 giugno riceverà il Leone d'Oro alla Carriera dalla Biennale di Venezia, ha costruito una esposizione che vuole essere un vasto affresco della sua pratica artistica.
il titolo della mostra, ANTON’S MEMORY, rimanda alla ”vita di una donna vista attraverso gli occhi del figlio, con la sua debole memoria”, come dice Yoko Ono stessa.
La mostra è pensata appositamente per gli ambienti di Palazzetto Tito e comprende un gran numero di nuovi lavori tra cui: film, composizioni sonore, sculture, disegni e dipinti, oltre ad alcune installazioni interattive che coinvolgeranno il pubblico stesso.
In mostra anche opere degli ultimi quarant'anni, che creeranno un dialogo tra vecchi e nuovi lavori, lungo tutto il percorso creativo dell'artista.
Saranno presenti, tra l'altro, molti accenni alla materia del corpo e al senso del tatto: per esempio una scultura conterrà, come stipati in cassetti preziosi, dei frammenti di corpo femminile.
Al centro dell'allestimento compariranno due versioni, una recente e quella originale, della perfomance ”Cut Piece”, realizzata nel 1964, quando rappresentò un evento eccezionalmente audace soprattutto per una ragazza giapponese: in essa, l'artista concede al pubblico di tagliare progressivamente parti del suo abito lasciandola infine tra i brandelli e ferendo il suo senso del pudore.
Nelle due versioni si mostra una donna giovane e la medesima donna ormai matura, dando il senso di quali tracce lasci su di noi il passare della vita e delle relazioni umane.
Elmetti militari con dentro pezzi di cielo e una colonna sonora commovente completeranno il percorso, punteggiato anche dalla mano dell'artista che scriverà sui muri, di suo pugno, parole e poesie.
L’intero allestimento negli ambienti di Palazzetto Tito formerà un insieme unitario che evoca la memoria di Anton. Qualcosa che possiamo vedere come una storia codificata, cioè la vicenda di un figlio adulto che ripensa, attraverso segni e reperti, alla vicenda esistenziale di sua madre.
Nelle parole della curatrice del progetto, Nora Halpern: “ANTON’S MEMORY rimanda al pensiero di Yoko Ono sull’universo, un luogo in cui ogni cosa è connessa al resto, e il regno del tempo in cui tutti viviamo. Attraverso la sua installazione alla Bevilacqua La Masa l’artista evoca memorie che appartengono al vissuto personale, così come ai desideri e alle relazioni collettive”.
In occasione della mostra sarà pubblicato un libro d'artista che racconta il progetto espositivo. Oltre a questo, una brochure con i testi della curatrice Nora Halpern e di Angela Vettese,
Presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa.
Sull’artista: Nata nel 1933 a Tokyo, Yoko Ono è una delle pioniere dell’Arte Concettuale, e una delle artiste più influenti del Ventesimo secolo.
Nel 1952 è fra le prime donne in Giappone a studiare filosofia. Dalla metà degli anni Cinquanta si trasferisce a New York, dove prende parte alla vibrante scena artistica che include, fra gli altri, il compositore John Cage e artisti del calibro di La Monte Young. E’ proprio con Young che nel 1960 Yoko Ono dà vita a una serie di incontri nel suo loft vicino a Canal Street, a cui partecipano non solo giovani artisti e musicisti come Jasper Johns, George Maciunas – poi fondatori del movimento Fluxus – e Robert Rauschenberg, ma anche icone del mondo artistico come Marcel Duchamp, Max Ernst, Peggy Guggenheim e Isamu Noguchi.
Dall’inizio della sua carriera ad oggi, l’opera di Yoko Ono non ha mai smesso di influire sulle generazioni di artisti seguenti.
Il suo impegno per la pace, iniziato col marito John Lennon, non si è mai interrotto, neanche dopo la sua morte.
In occasione della 53ma Biennale di Arti Visive Yoko Ono riceverà il Leone d’Oro alla Carriera.
It melts in the spring Si scioglie nella primavera
A castle is made of clay Un castello fatto di argilla
Il crumbles in time Si polverizza nel tempo
Welcome to time Benvenuti nel tempo
The great equalizer Il grande bilanciere
Of all things. Di tutte le cose.
Comunicato stampa
La Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia è lieta di ospitare, dal 28 maggio con una inaugurazione alla presenza dell'artista, la mostra personale di Yoko Ono ANTON’S MEMORY.
Ono, che il 6 giugno riceverà il Leone d'Oro alla Carriera dalla Biennale di Venezia, ha costruito una esposizione che vuole essere un vasto affresco della sua pratica artistica.
il titolo della mostra, ANTON’S MEMORY, rimanda alla ”vita di una donna vista attraverso gli occhi del figlio, con la sua debole memoria”, come dice Yoko Ono stessa.
La mostra è pensata appositamente per gli ambienti di Palazzetto Tito e comprende un gran numero di nuovi lavori tra cui: film, composizioni sonore, sculture, disegni e dipinti, oltre ad alcune installazioni interattive che coinvolgeranno il pubblico stesso.
In mostra anche opere degli ultimi quarant'anni, che creeranno un dialogo tra vecchi e nuovi lavori, lungo tutto il percorso creativo dell'artista.
Saranno presenti, tra l'altro, molti accenni alla materia del corpo e al senso del tatto: per esempio una scultura conterrà, come stipati in cassetti preziosi, dei frammenti di corpo femminile.
Al centro dell'allestimento compariranno due versioni, una recente e quella originale, della perfomance ”Cut Piece”, realizzata nel 1964, quando rappresentò un evento eccezionalmente audace soprattutto per una ragazza giapponese: in essa, l'artista concede al pubblico di tagliare progressivamente parti del suo abito lasciandola infine tra i brandelli e ferendo il suo senso del pudore.
Nelle due versioni si mostra una donna giovane e la medesima donna ormai matura, dando il senso di quali tracce lasci su di noi il passare della vita e delle relazioni umane.
Elmetti militari con dentro pezzi di cielo e una colonna sonora commovente completeranno il percorso, punteggiato anche dalla mano dell'artista che scriverà sui muri, di suo pugno, parole e poesie.
L’intero allestimento negli ambienti di Palazzetto Tito formerà un insieme unitario che evoca la memoria di Anton. Qualcosa che possiamo vedere come una storia codificata, cioè la vicenda di un figlio adulto che ripensa, attraverso segni e reperti, alla vicenda esistenziale di sua madre.
Nelle parole della curatrice del progetto, Nora Halpern: “ANTON’S MEMORY rimanda al pensiero di Yoko Ono sull’universo, un luogo in cui ogni cosa è connessa al resto, e il regno del tempo in cui tutti viviamo. Attraverso la sua installazione alla Bevilacqua La Masa l’artista evoca memorie che appartengono al vissuto personale, così come ai desideri e alle relazioni collettive”.
In occasione della mostra sarà pubblicato un libro d'artista che racconta il progetto espositivo. Oltre a questo, una brochure con i testi della curatrice Nora Halpern e di Angela Vettese,
Presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa.
Sull’artista: Nata nel 1933 a Tokyo, Yoko Ono è una delle pioniere dell’Arte Concettuale, e una delle artiste più influenti del Ventesimo secolo.
Nel 1952 è fra le prime donne in Giappone a studiare filosofia. Dalla metà degli anni Cinquanta si trasferisce a New York, dove prende parte alla vibrante scena artistica che include, fra gli altri, il compositore John Cage e artisti del calibro di La Monte Young. E’ proprio con Young che nel 1960 Yoko Ono dà vita a una serie di incontri nel suo loft vicino a Canal Street, a cui partecipano non solo giovani artisti e musicisti come Jasper Johns, George Maciunas – poi fondatori del movimento Fluxus – e Robert Rauschenberg, ma anche icone del mondo artistico come Marcel Duchamp, Max Ernst, Peggy Guggenheim e Isamu Noguchi.
Dall’inizio della sua carriera ad oggi, l’opera di Yoko Ono non ha mai smesso di influire sulle generazioni di artisti seguenti.
Il suo impegno per la pace, iniziato col marito John Lennon, non si è mai interrotto, neanche dopo la sua morte.
In occasione della 53ma Biennale di Arti Visive Yoko Ono riceverà il Leone d’Oro alla Carriera.
28
maggio 2009
Yoko Ono – Anton’s memory
Dal 28 maggio al 20 settembre 2009
arte contemporanea
performance - happening
disegno e grafica
performance - happening
disegno e grafica
Location
FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA – PALAZZETTO TITO
Venezia, Dorsoduro, 2826, (Venezia)
Venezia, Dorsoduro, 2826, (Venezia)
Biglietti
€ 3,00 intero | € 2,00 ridotto
Orario di apertura
Da mercoledì a domenica dalle ore 10.30 alle ore 17.30
1 e 2 giugno ore 10.30 – 17.30
Dal 3 al 7 giugno ore 10.30 – 20.00
Vernissage
28 Maggio 2009, ore 16
Editore
CHARTA
Ufficio stampa
STUDIO PESCI
Autore
Curatore