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Eugenio Carmi – Armonie dell’invisibile. La bellezza immaginaria (opere 1948- 2009)
La rassegna propone circa 100 opere che documentano il percorso creativo di Eugenio Carmi (Genova 1920), uno dei più sensibili interpreti dell’astrattismo geometrico contemporaneo che ha sempre amato definirsi “fabbricante di immagini”.
Comunicato stampa
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La rassegna curata da Claudio Cerritelli propone circa 100 opere che documentano il percorso creativo di Eugenio Carmi (Genova 1920), uno dei più sensibili interpreti dell’astrattismo geometrico contemporaneo che ha sempre amato definirsi “fabbricante di immagini”.
La mostra prende avvio dai paesaggi e dai ritratti della fine degli anni Quaranta in cui emergono i valori costruttivi della forma che il giovane artista assimila mentre studia a Torino sotto la guida di Felice Casorati.
Un selezionato gruppo di opere realizzate tra il 1958 e il 1963 mette in luce la ricerca sul segno e sul valore tattile delle materie che Carmi elabora in sintonia con gli umori dell’informale, vissuti come “appunti del nostro tempo”, percorsi e tracce della memoria rivolte al futuro.
L’esperienza di responsabile dell’immagine dell’Italsider ( dal 1956 al 1965) influenza una serie di ricerche sul rapporto arte-industria come possibilità di sperimentare macchine ottiche basate sulla combinazione di varie stimolazioni cromatiche delle facoltà recettive dello spettatore.
Nel 1966 è invitato alla Biennale di Venezia.
Dagli anni Settanta in avanti l’interesse di Carmi è totalmente rivolto allo spazio della pittura, dapprima sognata come città immaginaria, luogo di segnali e intersezioni geometriche in divenire, in seguito captata nelle sue tensioni dinamiche, tramiti immaginativi per intuire gli spiragli dell’altrove. Negli anni Ottanta e Novanta lo spazio diventa lirico e il colore risponde al senso di rivelazione di realtà segrete, sempre più interiori e cariche di mistero.
La geometria viene esplorata come modello di conoscenza poetica che vola alla scoperta di nuove fantasie cromatiche, rinnovando opera dopo opera il desiderio di svelare l’invisibile, di incontrare la bellezza di un mondo armonico e sereno.
Nel recente periodo di ricerca Carmi gioca sulla libera interpretazione dei temi strutturali che costituiscono il suo stile inconfondibile, dallo sdoppiamento dell’immagine ai piani inclinati, dall’ossessione irradiante del cerchio agli sconfinamenti dalla superficie, privilegiando situazioni che rompono lo schema simmetrico della composizione. L’ombra e la luce sono valori dialettici con cui l’artista interroga il mistero dell’universo, convinto che la strada migliore è quella che non ha confini stabiliti ma territori percorribili con quel senso di libertà che l’utopia della pittura comunica nel suo divenire spaziale.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo edizioni Silvana con introduzione di Claudio Spadoni, saggio critico di Claudio Cerritelli, riproduzione delle opere esposte e apparati bio-bibliografici.
La mostra prende avvio dai paesaggi e dai ritratti della fine degli anni Quaranta in cui emergono i valori costruttivi della forma che il giovane artista assimila mentre studia a Torino sotto la guida di Felice Casorati.
Un selezionato gruppo di opere realizzate tra il 1958 e il 1963 mette in luce la ricerca sul segno e sul valore tattile delle materie che Carmi elabora in sintonia con gli umori dell’informale, vissuti come “appunti del nostro tempo”, percorsi e tracce della memoria rivolte al futuro.
L’esperienza di responsabile dell’immagine dell’Italsider ( dal 1956 al 1965) influenza una serie di ricerche sul rapporto arte-industria come possibilità di sperimentare macchine ottiche basate sulla combinazione di varie stimolazioni cromatiche delle facoltà recettive dello spettatore.
Nel 1966 è invitato alla Biennale di Venezia.
Dagli anni Settanta in avanti l’interesse di Carmi è totalmente rivolto allo spazio della pittura, dapprima sognata come città immaginaria, luogo di segnali e intersezioni geometriche in divenire, in seguito captata nelle sue tensioni dinamiche, tramiti immaginativi per intuire gli spiragli dell’altrove. Negli anni Ottanta e Novanta lo spazio diventa lirico e il colore risponde al senso di rivelazione di realtà segrete, sempre più interiori e cariche di mistero.
La geometria viene esplorata come modello di conoscenza poetica che vola alla scoperta di nuove fantasie cromatiche, rinnovando opera dopo opera il desiderio di svelare l’invisibile, di incontrare la bellezza di un mondo armonico e sereno.
Nel recente periodo di ricerca Carmi gioca sulla libera interpretazione dei temi strutturali che costituiscono il suo stile inconfondibile, dallo sdoppiamento dell’immagine ai piani inclinati, dall’ossessione irradiante del cerchio agli sconfinamenti dalla superficie, privilegiando situazioni che rompono lo schema simmetrico della composizione. L’ombra e la luce sono valori dialettici con cui l’artista interroga il mistero dell’universo, convinto che la strada migliore è quella che non ha confini stabiliti ma territori percorribili con quel senso di libertà che l’utopia della pittura comunica nel suo divenire spaziale.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo edizioni Silvana con introduzione di Claudio Spadoni, saggio critico di Claudio Cerritelli, riproduzione delle opere esposte e apparati bio-bibliografici.
28
agosto 2009
Eugenio Carmi – Armonie dell’invisibile. La bellezza immaginaria (opere 1948- 2009)
Dal 28 agosto al 25 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
MAR – MUSEO D’ARTE DELLA CITTA’
Ravenna, Via Di Roma, 13, (Ravenna)
Ravenna, Via Di Roma, 13, (Ravenna)
Orario di apertura
martedì, giovedì e venerdì: 9.00-13.30 / 15.00-18.00 mercoledì e sabato: 9.00-13.30 domenica 15.00-18.00 lunedì: chiuso
Vernissage
28 Agosto 2009, ore 18
Editore
SILVANA EDITORIALE
Autore
Curatore