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Il museo parla. A chi?
Un incontro di esperti nel settore, italiani ed europei, per confrontare esperienze e studi portati avanti in differenti organismi culturali – musei e università – ognuno dei quali contribuisce all’approfondimento con propri strumenti di analisi e conoscenza.
Comunicato stampa
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Codice, canale, contesto: queste alcune delle chiavi per facilitare l’accesso alla comunicazione. Un codice il più possibile condiviso tra emittente e destinatario, un canale mezzo pratico attraverso il quale avviene la percezione sensoriale del messaggio e il contesto cioè la situazione di riferimento nella quale avviene la comunicazione.
Gli interventi che saranno presentati nell’incontro Il museo parla. A chi? intendono fornire elementi di riflessione su questi aspetti. In ambito museale queste regole generali sono soggette a variabili mutevoli e difficili da definire ed è appunto questo tipo di comunicazione, tra il museo e il suo pubblico, l’argomento centrale della giornata di studi internazionale del 16 ottobre 2009 all’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma. Un incontro di esperti nel settore, italiani ed europei, per confrontare esperienze e studi portati avanti in differenti organismi culturali – musei e università - ognuno dei quali contribuisce all’approfondimento con propri strumenti di analisi e conoscenza.
Emma Nardi - esperta di Pedagogia sperimentale dell’Università degli Studi Roma Tre - presenterà l’incontro e i suoi vari temi d’indagine. Gli strumenti da usare nella comunicazione tra giovani e museo saranno al centro dell’intervento di Hana Gottesdiener dell’Universita di Avignone; le risposte del pubblico saranno esaminate da Viviana Giovannozzi Sermanni - responsabile customer care e qualità di Zètema Progetto Cultura - attraverso commenti e suggerimenti dei visitatori rilevati con interviste, reclami o suggerimenti raccolti nei musei. Laura Corcione esporrà l’analisi dei libri di commenti - tema della sua tesi di dottorato - dai quali è possibile ricavare dati interessanti sui problemi comunicativi delle strutture museali.
L’intervento di Francesco Agrusti si occuperà invece delle prove automatizzate per la comprensione dei testi museali che riveste un ruolo fondamentale nell’estrarre informazioni dai repertori testuali, anche grazie all’avvicendarsi dell’era digitale a quella analogica.
Catherine Guillou - Direttrice dei Servizi per il Pubblico del Museo del Louvre – racconterà i nuovi progetti del museo parigino e come questi possano modificare i rapporti tradizionali con il pubblico.
Sempre nell’ottica del confronto con altre istituzioni culturali europee gli interventi di Dolores Vidal-Casellas – dell’Università spagnola di Girona – e Jean Davallon – dell’Università di Avignon – sul Museo come elemento di comunicazione turistica.
Infine Benedetto Vertecchi – dell’Università degli Studi Roma Tre – si occuperà delle vie da perseguire per migliorare la comprensione dei messaggi per il pubblico dei musei.
Conclusioni e prospettive future sono affidate a Maria Elisa Tittoni, Dirigente dei Musei d’Arte Medievale e Moderna.
Così Emma Nardi sintetizza l’intento dell’incontro Il Museo parla a chi?: “E’ dunque legittimo da un lato chiedersi a chi il museo parli e come ipotizzi il profilo dei propri destinatari, dall’altro interrogarsi sul contributo che la ricerca in campo educativo può fornire alla definizione dei problemi “.
9-9.30 Registrazione
Prima sessione
Presiede Maria Elisa Tittoni
9.30 - 10 Saluti delle autorità
10 - 10.30 Presentazione della giornata di studi Emma Nardi
10.30 - 11 Quand le musée s'adresse aux jeunes. L'évaluation des outils de médiation Hana Gottesdiener
11 - 11.30 Le risposte del pubblico Viviana Giovannozzi-Sermanni
11.30 - 12
Indirizzi di ricerca
Analisi dei libri di commenti
(CDM – Zètema)
Prove automatizzate per la comprensione dei testi museali
(CDM – LPS)
Laura Corcione
(dottoranda)
Francesco Agrusti
(dottorando)
12 – 12.30 En quoi les nouveaux projets du Louvre modifient-ils ses rapports traditionnels aux publics et à la médiation ? Catherine Guillou
12.30 - 13 Discussione
13 – 14.30 Pausa pranzo
Seconda sessione
Presiede Roberta Biglino
14.30 – 15 L'exposition est-elle muette : l'écriture de l'exposition ? Jean Davallon
15 - 15.30 Verso la definizione di un messaggio sostenibile Benedetto Vertecchi
15.30 - 16 Comunicazione turistica: il museo nella pubblicazione turistica Barcellona Atracción 1910-1936. Dolores Vidal-Casellas
16 – 16.30 Discussione
16.30 - 17 Conclusioni Maria Elisa Tittoni
INTERVENTI
Giornata di studi internazionale
IL MUSEO PARLA. A CHI?
Venerdì 16 ottobre 2009
Auditorium del Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta – Roma
Emma Nardi - Università degli Studi Roma Tre
Presentazione della giornata di studi
Secondo lo schema classico del processo comunicativo, la formulazione del messaggio linguistico richiede che siano rispettate alcune condizioni fondamentali: l’emittente o codificatore seleziona, nell’ambito di un determinato codice, i segnali che devono costituire il messaggio. Tali segnali devono essere organizzati in modo da rispettare le regole della selezione, ossia della coerenza semantica, e quelle della combinazione, ossia del rispetto delle regole grammaticali e sintattiche. Il destinatario o decodificatore può interpretare il messaggio solo se conosce il codice dell’emittente: maggiore è la condivisione del codice tra emittente e destinatario, migliore la comprensione del messaggio. Per poter essere trasmesso il messaggio deve passare attraverso un canale, ossia attraverso un mezzo fisico che ne consenta la percezione sensoriale. Il contesto, ossia la situazione di riferimento nella quale avviene la comunicazione, orienta la decodifica del messaggio delimitandone il campo.
Se lo schema della comunicazione viene applicato alla mediazione culturale in ambito museale, ci si rende conto di quanto le variabili implicate siano numerose, mutevoli, difficili da definire. Il messaggio del museo può concretizzarsi attraverso testi scritti di varia natura, messaggi orali registrati, discorsi affidati a mediatori dal profilo culturale eterogeneo. La condivisione del codice tra emittente e destinatario non può essere data per scontata, soprattutto sul piano della ricchezza lessicale. Definire le caratteristiche dei destinatari è sempre disagevole e pressoché impossibile per ciò che riguarda la grande massa dei non visitatori. E’ dunque legittimo da un lato chiedersi a chi il museo parli e come ipotizzi il profilo dei propri destinatari, dall’altro interrogarsi sul contributo che la ricerca in campo educativo può fornire alla definizione dei problemi. Gli interventi che saranno presentati nel corso della giornata di studio Il museo parla. A chi? forniranno elementi di riflessione su entrambi gli aspetti.
Hana Gottesdiener - Université d'Avignon et des Pays des Vaucluse
Quand le musée s'adresse aux jeunes. L'évaluation des outils de médiation
La présentation sera organisée autour de trois questionnements :
- Chaque fois que l’on propose un outil de médiation on dit quelque chose du musée et de son rapport au visiteur. L’évaluation permet de réfléchir à la médiation; la question centrale est celle des objectifs poursuivis par les médiateurs et leur explicitation.
- Quand un médiateur doit produire un outil de médiation il s’inspire le plus souvent d’outils vus dans d'autres institutions : comment adopter une démarche d’analyse critique?
-Les formes et usages de l'évaluation, son intérêt et ses limites.
Viviana Giovannozzi-Sermanni – Zètema Progetto Cultura
Le risposte del pubblico
Dal 2005 Zètema Progetto Cultura Srl, in seguito alla pubblicazione della Carta della Qualità dei Servizi, rileva e controlla la soddisfazione espressa dal pubblico riguardo a tutti i servizi museali.
In questa sede verranno illustrati i commenti e suggerimenti dei visitatori rilevati attraverso le interviste e i reclami-suggerimenti raccolti nei musei.
Infine verranno presentati i risultati delle indagini di customer satisfaction relative alle visite didattiche rivolte alle classi medie superiori offerte presso i siti del Sistema Musei Civici e dell’indagine qualitativa (focus group) condotta sulla stessa fascia di età.
Laura Corcione – Dottoranda di ricerca
Analisi dei libri di commenti
Uno dei modi utilizzati dal visitatore di musei e mostre per comunicare le proprie impressioni è il livre d’or: generalmente posizionato al termine del percorso di visita, contiene commenti, impressioni personali, considerazioni o consigli, scritti a mano dai visitatori. Anche se la sua analisi pone diversi problemi interpretativi, è possibile ricavarne dati interessanti. Nella mia tesi di dottorato sono stati analizzati i commenti dei visitatori di 20 musei civici romani, rilasciati nel corso del 2008, con l’obiettivo di rilevare le competenze linguistiche del pubblico che scrive.
Francesco Agrusti – Dottorando di ricerca
Prove automatizzate per la comprensione dei testi museali
L’analisi automatizzata riveste un ruolo fondamentale nell’estrarre informazioni dai repertori testuali, anche grazie all’avvicendarsi dell’era digitale a quella analogica. Le procedure per la categorizzazione di documenti, l’analisi di una trascrizione di una intervista, o la semplice classificazione delle risposte ad una domanda aperta di un questionario, per essere replicabili devono rispettare precise regole formali. Questo lavoro è parzialmente coadiuvato dalla sempre crescente quantità di testi disponibili in forma digitalizzata, ma il valore aggiunto nell’uso dell’analisi testuale automatizzata è da ricercarsi, non tanto nella sua facilità di applicazione, quanto nella possibilità di limitare al minimo gli adempimenti ripetitivi per l’utente, ampliando lo spazio per la creazione di indicatori sintetici e la loro interpretazione. A queste esigenze si è cercato di dare risposta attraverso la realizzazione di un software ossia di una soluzione automatizzata per creare prove di comprensione della lettura organizzate secondo varie tipologie.
Catherine Guillou – Direttrice dei Servizi per il Pubblico – Museo del Louvre
En quoi les nouveaux projets du Louvre modifient-ils ses rapports traditionnels aux publics et à la médiation ?
Le musée du Louvre, institution pluriséculaire, a assis sa notoriété non seulement sur son histoire et ses spécificités palatiales, sur l’extraordinaire richesse de ses collections, bien sûr, qui font de lui un musée universel et encyclopédique mais aussi sur sa manière de se présenter comme un musée très « contemporain », au cœur de la globalisation et décidément, ouvert à tous les publics. En témoignent les trois énormes projets auxquels il s’attelle actuellement : le Louvre-Abou Dabi qui va être confronté assurément au difficile sujet de l’interculturalité puisque 80 % de la population est non-émirienne et que la représentation de ce qu’est un musée s’avère, aux dires des premières études, plus qu’incertaine. Quel sens a alors l’émergence d’un « complexe » muséal éminemment occidental dans un tel contexte de refonte profonde de la société émirienne ? De son côté le Louvre-Lens se place dans une logique de développement culturel sur le territoire national ; territoire qui en l’occurrence correspond à une des régions françaises les plus sinistrées sur les plans de l’emploi et du niveau d’éducation. Comment opérer alors une véritable greffe avec une population dont une étude récente menée par le Louvre indique sa fierté réelle d’accueillir le musée tout en avouant sa «certitude» de ne jamais le visiter !? Enfin l’exemple particulier d’un partenariat triennal avec le High Museum of Arts d’Atlanta aura permis d’interroger des processus de travail qui placent le public au cœur du projet, dès sa conception, dans une forme de co-conception qui révolutionne ainsi les modalités traditionnelles de la médiation.
Dolores Vidal-Casellas – Universitat de Girona
Comunicazione turistica: il museo nella pubblicazione turistica Barcellona Atracción 1910-1936.
La Sociedad de Atracción de Forasteros de Barcelona se creó en 1908.
Su objectivo era comunicar al turismo internacional lo mejor que tenia Barcelona. Para logar este objetivo, se impulsa una revista, Barcelona Atracción, con periodicidad mensual que se distribuye des del primer año -1910- a los cinco continentes. La atmosfera artística de la ciudad y el Museo como elemento de comunicación turística es el tema más trabajado des de 1910 hasta 1936, año de inicio de la guerra civil española.
En esta comunicación se expone el resultado de un análisis cuantitativo y otro cualitativo en la relación Museo-Turismo Cultural y pone de manifiesto el convencimiento de los analistas políticos del momento que declararon que el prestigio de un estado, de una nación, está vinculado a su prestigio turístico.
Jean Davallon - Université d'Avignon et des Pays des Vaucluse
L'exposition est-elle muette : l'écriture de l'exposition ?
L'exposition est un agencement d'objets dans l'espace : à quelles conditions peut-elle "dire" quelque chose au visiteur ? A partir de quelques exemple, nous essayerons de repérer les procédures qui permettent de présenter un propos. En allant au-delà de ce que les différentes manières dont on aborde généralement la conception de l'exposition. Scénographie, muséographie, muséologie, expographie, etc., il s'agit d'autant de façons de penser l'écriture de l'exposition. Sans vouloir arrêter un choix sur tel ou tel terme, il s'agira de réfléchir à ce que signifie "écrire" (puisque "graphie" il y a) une exposition.
Benedetto Vertecchi – Università degli Studi Roma Tre
Verso la definizione di un messaggio sostenibile
Le ricerche effettuate dal Centro di Didattica Museale del DiPED hanno posto in evidenza le difficoltà che si frappongono alla comprensione dei messaggi museali da parte sia del pubblico scolastico, sia di quello costituito da adulti non muniti di una specifica competenza. Per non cadere nella consueta geremiade sulla decadenza culturale della società contemporanea, conviene ricordare:
* che il profilo culturale della popolazione è cambiato sostanzialmente nella seconda età del Novecento;
* che tale cambiamento ha fornito la grande maggioranza della popolazione di una cultura di base ancora in svantaggio rispetto a quella che possedevano le élites che tradizionalmente costituivano il pubblico dei musei;
* che i messaggi prodotti nell’ambito dell’organizzazione museale seguono ritmi evolutivi molto più lenti di quelli ai quali ci si è abituati negli ultimi decenni;
* che in modi più o meno impliciti la comunicazione museale continua a supporre destinatari virtuali il cui profilo culturale è sempre più lontano dai destinatari reali.
Una cattiva risposta alle nuove esigenze del pubblico è consistita nell’imitazione di modelli comunicativi che nel frattempo si sono venuti affermando nell’ambito della comunicazione sociale (in particolare, della comunicazione televisiva). La logica seguita per ampliare le dimensioni del pubblico è consistita nel ridurre le asperità linguistiche limitando il repertorio lessicale utilizzato. Formulare un messaggio ricorrendo ad un repertorio verbale non diverso da quello di cui dispongono i destinatari (o, addirittura, riducendolo ulteriormente) è sembrata una soluzione efficace per i problemi della comunicazione. Ma non si è considerato che alla riduzione del lessico spesso ha corrisposto una riduzione della consistenza del significato dei messaggi, alla quale ha fatto riscontro la banalizzazione delle implicazioni cognitive dell’esperienza museale. Quel che occorre, infatti, non è diminuire il numero delle parole che si impiegano, ma incrementare la mediazione cognitiva.
Mancano, purtroppo, dati che diano conto dei mutamenti che sono intervenuti e che stanno intervenendo nella composizione della competenza verbale delle diverse categorie di pubblico. Un prototipo di procedura di analisi il cui scopo è fornire indicazioni diacroniche è stato elaborato nell’ambito del progetto MIVaS, che il DiPED ha sviluppato in collaborazione con la Provincia di Bolzano. La valutazione delle competenze dei ragazzi alla fine della scuola media è stata effettuata tenendo conto delle caratteristiche delle loro produzioni scritte: in altre parole, si sono stabiliti collegamenti fra l’apprendimento scolastico e l’insieme delle esperienze significative ai fini della definizione del profilo culturale di strati determinati della popolazione. Tra le variabili che potrebbero essere integrate nel modello ci sono anche quelle che si riferiscono alla fruizione museale. L’analisi dell’intervallo intercorrente tra la competenza verbale osservata e quella supposta dai messaggi museali può fornire indicazioni su possibili vie da perseguire per migliorare la comprensione.
Maria Elisa Tittoni – Storica dell’Arte
Conclusioni e prospettive
Gli interventi che saranno presentati nell’incontro Il museo parla. A chi? intendono fornire elementi di riflessione su questi aspetti. In ambito museale queste regole generali sono soggette a variabili mutevoli e difficili da definire ed è appunto questo tipo di comunicazione, tra il museo e il suo pubblico, l’argomento centrale della giornata di studi internazionale del 16 ottobre 2009 all’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma. Un incontro di esperti nel settore, italiani ed europei, per confrontare esperienze e studi portati avanti in differenti organismi culturali – musei e università - ognuno dei quali contribuisce all’approfondimento con propri strumenti di analisi e conoscenza.
Emma Nardi - esperta di Pedagogia sperimentale dell’Università degli Studi Roma Tre - presenterà l’incontro e i suoi vari temi d’indagine. Gli strumenti da usare nella comunicazione tra giovani e museo saranno al centro dell’intervento di Hana Gottesdiener dell’Universita di Avignone; le risposte del pubblico saranno esaminate da Viviana Giovannozzi Sermanni - responsabile customer care e qualità di Zètema Progetto Cultura - attraverso commenti e suggerimenti dei visitatori rilevati con interviste, reclami o suggerimenti raccolti nei musei. Laura Corcione esporrà l’analisi dei libri di commenti - tema della sua tesi di dottorato - dai quali è possibile ricavare dati interessanti sui problemi comunicativi delle strutture museali.
L’intervento di Francesco Agrusti si occuperà invece delle prove automatizzate per la comprensione dei testi museali che riveste un ruolo fondamentale nell’estrarre informazioni dai repertori testuali, anche grazie all’avvicendarsi dell’era digitale a quella analogica.
Catherine Guillou - Direttrice dei Servizi per il Pubblico del Museo del Louvre – racconterà i nuovi progetti del museo parigino e come questi possano modificare i rapporti tradizionali con il pubblico.
Sempre nell’ottica del confronto con altre istituzioni culturali europee gli interventi di Dolores Vidal-Casellas – dell’Università spagnola di Girona – e Jean Davallon – dell’Università di Avignon – sul Museo come elemento di comunicazione turistica.
Infine Benedetto Vertecchi – dell’Università degli Studi Roma Tre – si occuperà delle vie da perseguire per migliorare la comprensione dei messaggi per il pubblico dei musei.
Conclusioni e prospettive future sono affidate a Maria Elisa Tittoni, Dirigente dei Musei d’Arte Medievale e Moderna.
Così Emma Nardi sintetizza l’intento dell’incontro Il Museo parla a chi?: “E’ dunque legittimo da un lato chiedersi a chi il museo parli e come ipotizzi il profilo dei propri destinatari, dall’altro interrogarsi sul contributo che la ricerca in campo educativo può fornire alla definizione dei problemi “.
9-9.30 Registrazione
Prima sessione
Presiede Maria Elisa Tittoni
9.30 - 10 Saluti delle autorità
10 - 10.30 Presentazione della giornata di studi Emma Nardi
10.30 - 11 Quand le musée s'adresse aux jeunes. L'évaluation des outils de médiation Hana Gottesdiener
11 - 11.30 Le risposte del pubblico Viviana Giovannozzi-Sermanni
11.30 - 12
Indirizzi di ricerca
Analisi dei libri di commenti
(CDM – Zètema)
Prove automatizzate per la comprensione dei testi museali
(CDM – LPS)
Laura Corcione
(dottoranda)
Francesco Agrusti
(dottorando)
12 – 12.30 En quoi les nouveaux projets du Louvre modifient-ils ses rapports traditionnels aux publics et à la médiation ? Catherine Guillou
12.30 - 13 Discussione
13 – 14.30 Pausa pranzo
Seconda sessione
Presiede Roberta Biglino
14.30 – 15 L'exposition est-elle muette : l'écriture de l'exposition ? Jean Davallon
15 - 15.30 Verso la definizione di un messaggio sostenibile Benedetto Vertecchi
15.30 - 16 Comunicazione turistica: il museo nella pubblicazione turistica Barcellona Atracción 1910-1936. Dolores Vidal-Casellas
16 – 16.30 Discussione
16.30 - 17 Conclusioni Maria Elisa Tittoni
INTERVENTI
Giornata di studi internazionale
IL MUSEO PARLA. A CHI?
Venerdì 16 ottobre 2009
Auditorium del Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta – Roma
Emma Nardi - Università degli Studi Roma Tre
Presentazione della giornata di studi
Secondo lo schema classico del processo comunicativo, la formulazione del messaggio linguistico richiede che siano rispettate alcune condizioni fondamentali: l’emittente o codificatore seleziona, nell’ambito di un determinato codice, i segnali che devono costituire il messaggio. Tali segnali devono essere organizzati in modo da rispettare le regole della selezione, ossia della coerenza semantica, e quelle della combinazione, ossia del rispetto delle regole grammaticali e sintattiche. Il destinatario o decodificatore può interpretare il messaggio solo se conosce il codice dell’emittente: maggiore è la condivisione del codice tra emittente e destinatario, migliore la comprensione del messaggio. Per poter essere trasmesso il messaggio deve passare attraverso un canale, ossia attraverso un mezzo fisico che ne consenta la percezione sensoriale. Il contesto, ossia la situazione di riferimento nella quale avviene la comunicazione, orienta la decodifica del messaggio delimitandone il campo.
Se lo schema della comunicazione viene applicato alla mediazione culturale in ambito museale, ci si rende conto di quanto le variabili implicate siano numerose, mutevoli, difficili da definire. Il messaggio del museo può concretizzarsi attraverso testi scritti di varia natura, messaggi orali registrati, discorsi affidati a mediatori dal profilo culturale eterogeneo. La condivisione del codice tra emittente e destinatario non può essere data per scontata, soprattutto sul piano della ricchezza lessicale. Definire le caratteristiche dei destinatari è sempre disagevole e pressoché impossibile per ciò che riguarda la grande massa dei non visitatori. E’ dunque legittimo da un lato chiedersi a chi il museo parli e come ipotizzi il profilo dei propri destinatari, dall’altro interrogarsi sul contributo che la ricerca in campo educativo può fornire alla definizione dei problemi. Gli interventi che saranno presentati nel corso della giornata di studio Il museo parla. A chi? forniranno elementi di riflessione su entrambi gli aspetti.
Hana Gottesdiener - Université d'Avignon et des Pays des Vaucluse
Quand le musée s'adresse aux jeunes. L'évaluation des outils de médiation
La présentation sera organisée autour de trois questionnements :
- Chaque fois que l’on propose un outil de médiation on dit quelque chose du musée et de son rapport au visiteur. L’évaluation permet de réfléchir à la médiation; la question centrale est celle des objectifs poursuivis par les médiateurs et leur explicitation.
- Quand un médiateur doit produire un outil de médiation il s’inspire le plus souvent d’outils vus dans d'autres institutions : comment adopter une démarche d’analyse critique?
-Les formes et usages de l'évaluation, son intérêt et ses limites.
Viviana Giovannozzi-Sermanni – Zètema Progetto Cultura
Le risposte del pubblico
Dal 2005 Zètema Progetto Cultura Srl, in seguito alla pubblicazione della Carta della Qualità dei Servizi, rileva e controlla la soddisfazione espressa dal pubblico riguardo a tutti i servizi museali.
In questa sede verranno illustrati i commenti e suggerimenti dei visitatori rilevati attraverso le interviste e i reclami-suggerimenti raccolti nei musei.
Infine verranno presentati i risultati delle indagini di customer satisfaction relative alle visite didattiche rivolte alle classi medie superiori offerte presso i siti del Sistema Musei Civici e dell’indagine qualitativa (focus group) condotta sulla stessa fascia di età.
Laura Corcione – Dottoranda di ricerca
Analisi dei libri di commenti
Uno dei modi utilizzati dal visitatore di musei e mostre per comunicare le proprie impressioni è il livre d’or: generalmente posizionato al termine del percorso di visita, contiene commenti, impressioni personali, considerazioni o consigli, scritti a mano dai visitatori. Anche se la sua analisi pone diversi problemi interpretativi, è possibile ricavarne dati interessanti. Nella mia tesi di dottorato sono stati analizzati i commenti dei visitatori di 20 musei civici romani, rilasciati nel corso del 2008, con l’obiettivo di rilevare le competenze linguistiche del pubblico che scrive.
Francesco Agrusti – Dottorando di ricerca
Prove automatizzate per la comprensione dei testi museali
L’analisi automatizzata riveste un ruolo fondamentale nell’estrarre informazioni dai repertori testuali, anche grazie all’avvicendarsi dell’era digitale a quella analogica. Le procedure per la categorizzazione di documenti, l’analisi di una trascrizione di una intervista, o la semplice classificazione delle risposte ad una domanda aperta di un questionario, per essere replicabili devono rispettare precise regole formali. Questo lavoro è parzialmente coadiuvato dalla sempre crescente quantità di testi disponibili in forma digitalizzata, ma il valore aggiunto nell’uso dell’analisi testuale automatizzata è da ricercarsi, non tanto nella sua facilità di applicazione, quanto nella possibilità di limitare al minimo gli adempimenti ripetitivi per l’utente, ampliando lo spazio per la creazione di indicatori sintetici e la loro interpretazione. A queste esigenze si è cercato di dare risposta attraverso la realizzazione di un software ossia di una soluzione automatizzata per creare prove di comprensione della lettura organizzate secondo varie tipologie.
Catherine Guillou – Direttrice dei Servizi per il Pubblico – Museo del Louvre
En quoi les nouveaux projets du Louvre modifient-ils ses rapports traditionnels aux publics et à la médiation ?
Le musée du Louvre, institution pluriséculaire, a assis sa notoriété non seulement sur son histoire et ses spécificités palatiales, sur l’extraordinaire richesse de ses collections, bien sûr, qui font de lui un musée universel et encyclopédique mais aussi sur sa manière de se présenter comme un musée très « contemporain », au cœur de la globalisation et décidément, ouvert à tous les publics. En témoignent les trois énormes projets auxquels il s’attelle actuellement : le Louvre-Abou Dabi qui va être confronté assurément au difficile sujet de l’interculturalité puisque 80 % de la population est non-émirienne et que la représentation de ce qu’est un musée s’avère, aux dires des premières études, plus qu’incertaine. Quel sens a alors l’émergence d’un « complexe » muséal éminemment occidental dans un tel contexte de refonte profonde de la société émirienne ? De son côté le Louvre-Lens se place dans une logique de développement culturel sur le territoire national ; territoire qui en l’occurrence correspond à une des régions françaises les plus sinistrées sur les plans de l’emploi et du niveau d’éducation. Comment opérer alors une véritable greffe avec une population dont une étude récente menée par le Louvre indique sa fierté réelle d’accueillir le musée tout en avouant sa «certitude» de ne jamais le visiter !? Enfin l’exemple particulier d’un partenariat triennal avec le High Museum of Arts d’Atlanta aura permis d’interroger des processus de travail qui placent le public au cœur du projet, dès sa conception, dans une forme de co-conception qui révolutionne ainsi les modalités traditionnelles de la médiation.
Dolores Vidal-Casellas – Universitat de Girona
Comunicazione turistica: il museo nella pubblicazione turistica Barcellona Atracción 1910-1936.
La Sociedad de Atracción de Forasteros de Barcelona se creó en 1908.
Su objectivo era comunicar al turismo internacional lo mejor que tenia Barcelona. Para logar este objetivo, se impulsa una revista, Barcelona Atracción, con periodicidad mensual que se distribuye des del primer año -1910- a los cinco continentes. La atmosfera artística de la ciudad y el Museo como elemento de comunicación turística es el tema más trabajado des de 1910 hasta 1936, año de inicio de la guerra civil española.
En esta comunicación se expone el resultado de un análisis cuantitativo y otro cualitativo en la relación Museo-Turismo Cultural y pone de manifiesto el convencimiento de los analistas políticos del momento que declararon que el prestigio de un estado, de una nación, está vinculado a su prestigio turístico.
Jean Davallon - Université d'Avignon et des Pays des Vaucluse
L'exposition est-elle muette : l'écriture de l'exposition ?
L'exposition est un agencement d'objets dans l'espace : à quelles conditions peut-elle "dire" quelque chose au visiteur ? A partir de quelques exemple, nous essayerons de repérer les procédures qui permettent de présenter un propos. En allant au-delà de ce que les différentes manières dont on aborde généralement la conception de l'exposition. Scénographie, muséographie, muséologie, expographie, etc., il s'agit d'autant de façons de penser l'écriture de l'exposition. Sans vouloir arrêter un choix sur tel ou tel terme, il s'agira de réfléchir à ce que signifie "écrire" (puisque "graphie" il y a) une exposition.
Benedetto Vertecchi – Università degli Studi Roma Tre
Verso la definizione di un messaggio sostenibile
Le ricerche effettuate dal Centro di Didattica Museale del DiPED hanno posto in evidenza le difficoltà che si frappongono alla comprensione dei messaggi museali da parte sia del pubblico scolastico, sia di quello costituito da adulti non muniti di una specifica competenza. Per non cadere nella consueta geremiade sulla decadenza culturale della società contemporanea, conviene ricordare:
* che il profilo culturale della popolazione è cambiato sostanzialmente nella seconda età del Novecento;
* che tale cambiamento ha fornito la grande maggioranza della popolazione di una cultura di base ancora in svantaggio rispetto a quella che possedevano le élites che tradizionalmente costituivano il pubblico dei musei;
* che i messaggi prodotti nell’ambito dell’organizzazione museale seguono ritmi evolutivi molto più lenti di quelli ai quali ci si è abituati negli ultimi decenni;
* che in modi più o meno impliciti la comunicazione museale continua a supporre destinatari virtuali il cui profilo culturale è sempre più lontano dai destinatari reali.
Una cattiva risposta alle nuove esigenze del pubblico è consistita nell’imitazione di modelli comunicativi che nel frattempo si sono venuti affermando nell’ambito della comunicazione sociale (in particolare, della comunicazione televisiva). La logica seguita per ampliare le dimensioni del pubblico è consistita nel ridurre le asperità linguistiche limitando il repertorio lessicale utilizzato. Formulare un messaggio ricorrendo ad un repertorio verbale non diverso da quello di cui dispongono i destinatari (o, addirittura, riducendolo ulteriormente) è sembrata una soluzione efficace per i problemi della comunicazione. Ma non si è considerato che alla riduzione del lessico spesso ha corrisposto una riduzione della consistenza del significato dei messaggi, alla quale ha fatto riscontro la banalizzazione delle implicazioni cognitive dell’esperienza museale. Quel che occorre, infatti, non è diminuire il numero delle parole che si impiegano, ma incrementare la mediazione cognitiva.
Mancano, purtroppo, dati che diano conto dei mutamenti che sono intervenuti e che stanno intervenendo nella composizione della competenza verbale delle diverse categorie di pubblico. Un prototipo di procedura di analisi il cui scopo è fornire indicazioni diacroniche è stato elaborato nell’ambito del progetto MIVaS, che il DiPED ha sviluppato in collaborazione con la Provincia di Bolzano. La valutazione delle competenze dei ragazzi alla fine della scuola media è stata effettuata tenendo conto delle caratteristiche delle loro produzioni scritte: in altre parole, si sono stabiliti collegamenti fra l’apprendimento scolastico e l’insieme delle esperienze significative ai fini della definizione del profilo culturale di strati determinati della popolazione. Tra le variabili che potrebbero essere integrate nel modello ci sono anche quelle che si riferiscono alla fruizione museale. L’analisi dell’intervallo intercorrente tra la competenza verbale osservata e quella supposta dai messaggi museali può fornire indicazioni su possibili vie da perseguire per migliorare la comprensione.
Maria Elisa Tittoni – Storica dell’Arte
Conclusioni e prospettive
16
ottobre 2009
Il museo parla. A chi?
16 ottobre 2009
incontro - conferenza
Location
MUSEO DELL’ARA PACIS
Roma, Lungotevere In Augusta, (Roma)
Roma, Lungotevere In Augusta, (Roma)
Biglietti
fino ad esaurimento posti. Per partecipare al convegno è necessario prenotarsi presso Zètema Progetto Cultura
Vernissage
16 Ottobre 2009, ore 9.30 / 17.00 Auditorium
Ufficio stampa
ZETEMA