Nelle grandi sale della villa comunale di Frosinone sono esposte un certo
numero di opere di Franco Nuti, che dal titolo indicano un lavoro dedicato ad
un luogo, che più che geografico è un luogo di emozioni, sentimenti e memoria.
Il cammino di queste opere non sarà letto attraverso il tempo che ne sancisce
le date, ma piuttosto attraverso il nucleo poetico che le distingue l'una
dall'altra, al fine di ricostruirne la poetica nella sua interezza.
Con la realizzazione di questo progetto espositivo si vuole mettere in mostra
il percorso creativo di un recente numero di anni del lavoro di Franco Nuti.
Il progetto accende una sfida tra la natura schiva e segreta del lavoro
dell'artista, tale che ne costituisce il perno portante della sua poetica e la
necessità di indagarne la stessa natura al fine di rivelarla, esponendola.
Sembra quasi di operare una sorta di violazione, nel perseguire lo scopo di
mettere in mostra l'operato, attraverso l'esposizione ed i testi critici di
accompagnamento, che, a questa rivelazione, aggiungono l'analisi dei lavori.
Sofisticato e segreto, il corpus delle opere dell'artista costituisce una
soglia, un confine tra il sentire nascosto e pudicamente mai rivelato per
intero, di sentimenti, sensazioni, stati d'animo di un mondo parallelo alla
realtà, che, raramente, affiora, mentre mai viene enunciato.
La sfida è di esporre opere che, per la loro natura, ma anche nell'aspetto, a
molto possono rimandare, mentre mai tendono all'esibizione. La mostra è a cura
di Barbara Tosi e si avvale di due testi critici: di B. Tosi e di Loredana
Rea.