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Viaggiatori italiani dell’Ottocento in America Latina
Un’esposizione dedicata ad alcuni personaggi chiave delle esplorazioni italiane nel continente sudamericano, personaggi che, per la loro traiettoria di vita o per l’importanza scientifica della loro opera, hanno lasciato un’impronta considerevole nell’antropologia e nella museografia etnografica.
Comunicato stampa
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Nell’ambito delle celebrazioni organizzate in Italia in occasione del Bicentenario dell’Indipendenza dei Paesi dell’America Latina, la Soprintendenza al Museo Nazionale Preistorico Etnografico L. Pigorini, in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri, presenta un’esposizione dedicata ad alcuni personaggi chiave delle esplorazioni italiane nel continente sudamericano, personaggi che, per la loro traiettoria di vita o per l’importanza scientifica della loro opera, hanno lasciato un’impronta considerevole nell’antropologia e nella museografia etnografica. Attraverso carte geografiche, foto, disegni d’epoca e immagini di oggetti considerati tra i più rappresentativi delle aree oggetto di esplorazione, la mostra offre un sintetico sguardo su quanti, motivati da differenti istanze, personali e/o culturali, hanno percorso quelle terre lasciandoci le loro testimonianze umane e scientifiche.
Parte dell’esposizione è dedicata ad oggetti archeologici ed etnografici, alcuni dei quali presentati per la prima volta al pubblico, appartenenti alle collezioni cedute all’allora Regio Museo Preistorico-Etnografico di Roma e provenienti dalle aree geografiche dell’America Latina ove i “viaggiatori” italiani operarono. Si tratta di manufatti di estremo interesse scientifico e artistico, tra cui spiccano tra l’altro i tessuti peruviani della costa e della selva, gli ornamenti plumari delle culture amazzoniche, le ceramiche dei popoli del Chaco e gli utensili e le imbarcazioni dei Fuegini.
Le figure di questi collezionisti ottocenteschi vanno inquadrate nel momento storico in cui vissero, nel secolo in cui il viaggio, venute meno le inquietudini filosofiche e il desiderio di idealizzazione di luoghi remoti propri del Settecento, diviene esperienza scientifica compiuta per completare la conoscenza del mondo e per verificare le possibilità di sfruttamento offerte dalle nuove terre alle nascenti esigenze dell’industrializzazione.
Il quadro a volte utopico degli scrittori di viaggio dell’Illuminismo entra comunque a far parte dell’immaginario romantico, per cui l’andare lontano diviene per i viaggiatori del secolo successivo attività creatrice della propria condizione umana, sia per gli interessi scientifici e ideologici che lo motivano, sia per assaporare l’ansia del diverso e del difficilmente accessibile.
Le motivazioni oggettive che si accompagnano al viaggio di scoperta e che spingono gli esploratori ad affrontare rischi e privazioni, non possono nascondere l’insopprimibile desiderio di avventura e il piacere, assolutamente individuale, di “essere il primo” nel raggiungere la meta prefissata, laddove molte aree nei territori latinoamericani erano poco note o del tutto sconosciute, come le sterminate estensioni marginali della Patagonia o le intricate selve equatoriali.
Se si eccettuano Padre Illuminato Coppi e Guido Boggiani, missionario l’uno e pittore affermato l’altro, spinti nel primo caso da un pugnace integralismo religioso e nel secondo soprattutto da ansie estetiche, i personaggi presentati possono tutti essere considerati “viaggiatori-scienziati”.
Alessandro Malaspina, Enrico H. Giglioli e Giacomo Bove visitano ampie zone dell’America al seguito di spedizioni scientifiche ufficiali, raggiungendo regioni estreme percorrendo gli oceani.
Storie diverse riguardano invece le ultime tre figure, studiosi che hanno dedicato la loro intera esistenza a visitare e a studiare i multiformi aspetti – soprattutto geologici, naturalistici e umani – dei tropici: Gaetano Osculati, che da solo viaggia da Guayaquil, attraversando in senso longitudinale tutto il continente sudamericano, alla foce del Rio delle Amazzoni; Antonio Raimondi, che fa del Perù la sua seconda patria; Ermanno Stradelli, geografo ed etnologo, che dedica la propria vita alla conoscenza delle etnie del Vaupés, osservate con sorprendente acutezza scientifica.
Padre Illuminato Coppi, missionario apostolico francescano nella zona del Rio Negro. Insieme con padre Canioni scatenerà nella regione del Vaupés una rivolta indigena che blocca l'attività missionaria nella regione per molti anni. Profanano infatti dal pulpito della loro chiesa di Ipanoré il culto indigeno di Yuruparí, che equiparano al diavolo, e sono costretti alla fuga. Padre Coppi nel corso del suo soggiorno mette insieme una Collezione di oggetti provenienti dalle popolazioni arawak, Tariâna, Tukano, Kobéwa e Baniwa del bacino del Uaupés e Wapitxâna e Macuxí del Rio Branco.
Guido Boggiani (Omega 1861 – Chaco, Paraguay, 1902). Pittore, amico di F.Carcano e di G. D’Annunzio, appassionatosi alla geografia dell’Argentina e del Paraguay, organizzò varie spedizioni etnografiche nel Chaco, entrando così in contatto con i Chamacoco e i Kadiweu; potè raccogliere un’eccezionale collezione di manufatti di queste popolazioni.
Alessandro Malaspina (Mulazzo nella Lunigiana, Massa, 1754 – Pontremoli, Massa, 1810). Ottenuto nel 1789 dal Governo spagnolo il comando di una spedizione esplorativa — che ha come obiettivo, circumnavigando la terra, quello di raccogliere informazioni scientifiche, per lo più di carattere cartografico —, compie un viaggio che rappresenta di fatto una testimonianza importantissima sulla Nuova Spagna da un punto di vista paesaggistico, architettonico ed etno-antropologico; la spedizione, composta da due corvette (la Atrevida e la Descubierta), raccoglie in Patagonia importanti informazioni e dati geodetici, magnetici, fisici, idrografici e geologici, ma anche prezioso materiale mineralogico, botanico, zoologico ed etnografico. Prima di risalire il continente americano fino allo stretto di Bering e proseguire attraverso il Pacifico la spedizione doppia Capo Horn e fa ritorno in Spagna soltanto nel 1793, dopo aver prodotto un grande patrimonio cartografico circa le regioni e le terre visitate.
Enrico H. Giglioli (Londra 1845 – Firenze 1909). Naturalista e antropologo, durante la circumnavigazione del globo, visitò i paesi latinoamericani e raccolse una vasta collezione di materiale etnografico, corredata da un’ampia raccolta fotografica.
Giacomo Bove (Maranzana d’Acqui 1852 – Verona 1887). Ufficiale della Regia Marina Italiana, compì vari viaggi nei paesi del cono sudamericano, ove raccolse una cospicua collezione riguardante gli Ona e gli Yaghan della Terra del Fuoco ed i Tehuelche della Patagonia.
Gaetano Osculati (Milano 1808 – Milano 1894). Autore di un avventuroso viaggio che, partendo dalle coste pacifiche dell’Ecuador, dove scoprì le sorgenti del rio Napo, lo portò sino alla foce del Rio delle Amazzoni. Questo viaggio fu descritto nel suo libro “Esplorazione delle regioni equatoriali lungo il Napo e il fiume delle Amazzoni” (1854).
Antonio Raimondi (Milano 1824 – San Pedro de Lloc, Perù, 1890). Geografo e naturalista, dedicò tutta la sua vita ad esplorare e descrivere il Perù, raccogliendo piante, animali, minerali e individuando importanti resti archeologici.
Esploratore è il conte parmense Ermanno Stradelli (Borgotaro, Parma 1852 – Manaus, Brasile, 1926), che nel 1878 si reca in Amazzonia per conto della Società Geografica Italiana, trasformando da subito il desiderio di avventure in passione per la ricerca. Dal 1879 vive lungo il Rio delle Amazzoni e sul Parà e nel 1880-1883 fa importanti viaggi nelle regioni dell’interno. Nel 1887, con il marchese Augusto Serra, guida una spedizione verso le sorgenti dell’Orinoco.
Parte dell’esposizione è dedicata ad oggetti archeologici ed etnografici, alcuni dei quali presentati per la prima volta al pubblico, appartenenti alle collezioni cedute all’allora Regio Museo Preistorico-Etnografico di Roma e provenienti dalle aree geografiche dell’America Latina ove i “viaggiatori” italiani operarono. Si tratta di manufatti di estremo interesse scientifico e artistico, tra cui spiccano tra l’altro i tessuti peruviani della costa e della selva, gli ornamenti plumari delle culture amazzoniche, le ceramiche dei popoli del Chaco e gli utensili e le imbarcazioni dei Fuegini.
Le figure di questi collezionisti ottocenteschi vanno inquadrate nel momento storico in cui vissero, nel secolo in cui il viaggio, venute meno le inquietudini filosofiche e il desiderio di idealizzazione di luoghi remoti propri del Settecento, diviene esperienza scientifica compiuta per completare la conoscenza del mondo e per verificare le possibilità di sfruttamento offerte dalle nuove terre alle nascenti esigenze dell’industrializzazione.
Il quadro a volte utopico degli scrittori di viaggio dell’Illuminismo entra comunque a far parte dell’immaginario romantico, per cui l’andare lontano diviene per i viaggiatori del secolo successivo attività creatrice della propria condizione umana, sia per gli interessi scientifici e ideologici che lo motivano, sia per assaporare l’ansia del diverso e del difficilmente accessibile.
Le motivazioni oggettive che si accompagnano al viaggio di scoperta e che spingono gli esploratori ad affrontare rischi e privazioni, non possono nascondere l’insopprimibile desiderio di avventura e il piacere, assolutamente individuale, di “essere il primo” nel raggiungere la meta prefissata, laddove molte aree nei territori latinoamericani erano poco note o del tutto sconosciute, come le sterminate estensioni marginali della Patagonia o le intricate selve equatoriali.
Se si eccettuano Padre Illuminato Coppi e Guido Boggiani, missionario l’uno e pittore affermato l’altro, spinti nel primo caso da un pugnace integralismo religioso e nel secondo soprattutto da ansie estetiche, i personaggi presentati possono tutti essere considerati “viaggiatori-scienziati”.
Alessandro Malaspina, Enrico H. Giglioli e Giacomo Bove visitano ampie zone dell’America al seguito di spedizioni scientifiche ufficiali, raggiungendo regioni estreme percorrendo gli oceani.
Storie diverse riguardano invece le ultime tre figure, studiosi che hanno dedicato la loro intera esistenza a visitare e a studiare i multiformi aspetti – soprattutto geologici, naturalistici e umani – dei tropici: Gaetano Osculati, che da solo viaggia da Guayaquil, attraversando in senso longitudinale tutto il continente sudamericano, alla foce del Rio delle Amazzoni; Antonio Raimondi, che fa del Perù la sua seconda patria; Ermanno Stradelli, geografo ed etnologo, che dedica la propria vita alla conoscenza delle etnie del Vaupés, osservate con sorprendente acutezza scientifica.
Padre Illuminato Coppi, missionario apostolico francescano nella zona del Rio Negro. Insieme con padre Canioni scatenerà nella regione del Vaupés una rivolta indigena che blocca l'attività missionaria nella regione per molti anni. Profanano infatti dal pulpito della loro chiesa di Ipanoré il culto indigeno di Yuruparí, che equiparano al diavolo, e sono costretti alla fuga. Padre Coppi nel corso del suo soggiorno mette insieme una Collezione di oggetti provenienti dalle popolazioni arawak, Tariâna, Tukano, Kobéwa e Baniwa del bacino del Uaupés e Wapitxâna e Macuxí del Rio Branco.
Guido Boggiani (Omega 1861 – Chaco, Paraguay, 1902). Pittore, amico di F.Carcano e di G. D’Annunzio, appassionatosi alla geografia dell’Argentina e del Paraguay, organizzò varie spedizioni etnografiche nel Chaco, entrando così in contatto con i Chamacoco e i Kadiweu; potè raccogliere un’eccezionale collezione di manufatti di queste popolazioni.
Alessandro Malaspina (Mulazzo nella Lunigiana, Massa, 1754 – Pontremoli, Massa, 1810). Ottenuto nel 1789 dal Governo spagnolo il comando di una spedizione esplorativa — che ha come obiettivo, circumnavigando la terra, quello di raccogliere informazioni scientifiche, per lo più di carattere cartografico —, compie un viaggio che rappresenta di fatto una testimonianza importantissima sulla Nuova Spagna da un punto di vista paesaggistico, architettonico ed etno-antropologico; la spedizione, composta da due corvette (la Atrevida e la Descubierta), raccoglie in Patagonia importanti informazioni e dati geodetici, magnetici, fisici, idrografici e geologici, ma anche prezioso materiale mineralogico, botanico, zoologico ed etnografico. Prima di risalire il continente americano fino allo stretto di Bering e proseguire attraverso il Pacifico la spedizione doppia Capo Horn e fa ritorno in Spagna soltanto nel 1793, dopo aver prodotto un grande patrimonio cartografico circa le regioni e le terre visitate.
Enrico H. Giglioli (Londra 1845 – Firenze 1909). Naturalista e antropologo, durante la circumnavigazione del globo, visitò i paesi latinoamericani e raccolse una vasta collezione di materiale etnografico, corredata da un’ampia raccolta fotografica.
Giacomo Bove (Maranzana d’Acqui 1852 – Verona 1887). Ufficiale della Regia Marina Italiana, compì vari viaggi nei paesi del cono sudamericano, ove raccolse una cospicua collezione riguardante gli Ona e gli Yaghan della Terra del Fuoco ed i Tehuelche della Patagonia.
Gaetano Osculati (Milano 1808 – Milano 1894). Autore di un avventuroso viaggio che, partendo dalle coste pacifiche dell’Ecuador, dove scoprì le sorgenti del rio Napo, lo portò sino alla foce del Rio delle Amazzoni. Questo viaggio fu descritto nel suo libro “Esplorazione delle regioni equatoriali lungo il Napo e il fiume delle Amazzoni” (1854).
Antonio Raimondi (Milano 1824 – San Pedro de Lloc, Perù, 1890). Geografo e naturalista, dedicò tutta la sua vita ad esplorare e descrivere il Perù, raccogliendo piante, animali, minerali e individuando importanti resti archeologici.
Esploratore è il conte parmense Ermanno Stradelli (Borgotaro, Parma 1852 – Manaus, Brasile, 1926), che nel 1878 si reca in Amazzonia per conto della Società Geografica Italiana, trasformando da subito il desiderio di avventure in passione per la ricerca. Dal 1879 vive lungo il Rio delle Amazzoni e sul Parà e nel 1880-1883 fa importanti viaggi nelle regioni dell’interno. Nel 1887, con il marchese Augusto Serra, guida una spedizione verso le sorgenti dell’Orinoco.
19
febbraio 2010
Viaggiatori italiani dell’Ottocento in America Latina
Dal 19 febbraio al 19 aprile 2010
fotografia
disegno e grafica
arte etnica
disegno e grafica
arte etnica
Location
PALAZZO DELLE SCIENZE – MUSEO NAZIONALE PREISTORICO ETNOGRAFICO PIGORINI
Roma, Piazza Guglielmo Marconi, 14, (Roma)
Roma, Piazza Guglielmo Marconi, 14, (Roma)
Vernissage
19 Febbraio 2010, ore 18