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Alessandro Bulgini – Decollato
In mostra l’ultima produzione pittorica dell’artista Alessandro Bulgini: 12 opere di forma tondeggiante di cm 60 di diametro: tecnica pittorica olio e resina su tela applicata su tavola. Le dodici opere, incorniciate con cornici di alluminio, rappresentano 12 ritratti dell’artista.
Comunicato stampa
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Considerazioni sul visibile e l’invisibile. La rivelazione nell’autoritratto.
Dal lungo ciclo di lavori “Hairetikos”, sintesi mai risolta tra figurazione e astrazione nasce la nuova serie di opere di Alessandro Bulgini.
Nel ciclo precedente due dimensioni coesistono: l’astrazione del monocromo nero lucido e specchiante, e la figurazione nella sua veste più antica; due dimensioni che non entrano mai in contatto, la presenza dell’una esclude l’altra. Due mondi paralleli che il fruitore può penetrare come un medium capace di mettersi in contatto con l’invisibile. Un’indagine sulla lateralità, su coloro che “ capaci di scegliere” e lo fanno restando in disparte, invisibili se non si vuole vedere.
Oggi Bulgini non abbandona né “la necessità dello sguardo, necessità di guardare alla raffigurazione in sé, né la necessità di vedere ciò che non viene raffigurato. E’ occasione per un ripensamento di alcune specificità, come l’importanza delle icone, quel che infatti vediamo in un’icona è l’economia di ciò che non vediamo; essa è uno stimolo tanto a vedere quanto a pensare ciò che non è visibile”.1
L’artista come icona.
Decollato è l’artista. La testa rotante su un piatto d’argento. La rivelazione nell’autoritratto.
Decollato è il corpo senza testa, Decollato è l’artista che abbandona il terreno sicuro e spicca il volo.
La testa servita su un vassoio d’argento ruota in base all’altrui volontà, ruota e si ferma come una bussola indicando, laddove mancano i punti di riferimento, una strada possibile, una scelta possibile, perché l’ “Hairetikos” è colui che vanta ancora la possibilità di scegliere.
L’artista è profeta e messaggero; è colui che riceve la rivelazione ed è incaricato di comunicarla. Veggente e visionario si fa portatore di rivelazioni private contemporanee; l’artista si riappropria del ruolo di profeta dell’ invisibile.
La decollazione è perdita e separazione ma anche espiazione e santificazione quale passaggio dal peccato allo stato di grazia. Il culto estetico, religioso, erotico della testa, va di pari passo con la decollazione reale o metaforica. La testa rappresenta l’identità. L’ immagine teofanica non vale per la sua forma visibile ma per l’effetto che scaturisce dalla sua visione e la possibilità di creare visioni possibili, scelte possibili è anche ed ancora nel XXI secolo il compito dell’artista.
Dal lungo ciclo di lavori “Hairetikos”, sintesi mai risolta tra figurazione e astrazione nasce la nuova serie di opere di Alessandro Bulgini.
Nel ciclo precedente due dimensioni coesistono: l’astrazione del monocromo nero lucido e specchiante, e la figurazione nella sua veste più antica; due dimensioni che non entrano mai in contatto, la presenza dell’una esclude l’altra. Due mondi paralleli che il fruitore può penetrare come un medium capace di mettersi in contatto con l’invisibile. Un’indagine sulla lateralità, su coloro che “ capaci di scegliere” e lo fanno restando in disparte, invisibili se non si vuole vedere.
Oggi Bulgini non abbandona né “la necessità dello sguardo, necessità di guardare alla raffigurazione in sé, né la necessità di vedere ciò che non viene raffigurato. E’ occasione per un ripensamento di alcune specificità, come l’importanza delle icone, quel che infatti vediamo in un’icona è l’economia di ciò che non vediamo; essa è uno stimolo tanto a vedere quanto a pensare ciò che non è visibile”.1
L’artista come icona.
Decollato è l’artista. La testa rotante su un piatto d’argento. La rivelazione nell’autoritratto.
Decollato è il corpo senza testa, Decollato è l’artista che abbandona il terreno sicuro e spicca il volo.
La testa servita su un vassoio d’argento ruota in base all’altrui volontà, ruota e si ferma come una bussola indicando, laddove mancano i punti di riferimento, una strada possibile, una scelta possibile, perché l’ “Hairetikos” è colui che vanta ancora la possibilità di scegliere.
L’artista è profeta e messaggero; è colui che riceve la rivelazione ed è incaricato di comunicarla. Veggente e visionario si fa portatore di rivelazioni private contemporanee; l’artista si riappropria del ruolo di profeta dell’ invisibile.
La decollazione è perdita e separazione ma anche espiazione e santificazione quale passaggio dal peccato allo stato di grazia. Il culto estetico, religioso, erotico della testa, va di pari passo con la decollazione reale o metaforica. La testa rappresenta l’identità. L’ immagine teofanica non vale per la sua forma visibile ma per l’effetto che scaturisce dalla sua visione e la possibilità di creare visioni possibili, scelte possibili è anche ed ancora nel XXI secolo il compito dell’artista.
27
marzo 2010
Alessandro Bulgini – Decollato
Dal 27 marzo al 05 maggio 2010
arte contemporanea
Location
BLU CORNER RICCI FERRAMENTA ARTE CONTEMPORANEA
Carrara, Piazza Alberica, (Massa-carrara)
Carrara, Piazza Alberica, (Massa-carrara)
Orario di apertura
martedì – sabato 10.30 – 12.30 / 15.30 – 19.30
Vernissage
27 Marzo 2010, ore 18.30
Ufficio stampa
MONICA ZANFINI
Autore